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La Moglie Troia e il Cuck


di Membro VIP di Annunci69.it LucasFromParis
19.03.2019    |    26.798    |    9 9.1
"Il navigatore mi stava portando dalla troietta..."
Con il tempo e con le esperienze avevo acquisito una sempre maggiore sicurezza in me. Non avevo mai dubbi né esitazioni. Sapevo, o avevo la percezione di sapere, sempre quale fosse la cosa giusta da fare e da dire. Non importa che la mia convinzione fosse corretta o no. Quello che conta era il modo in cui questa permeava il mio atteggiamento. Nel gioco, soprattutto per l’uomo, la sicurezza è tutto. La donna non vuole un debuttante timido e insicuro; cerca un Maschio che la sa prendere, che conquista con gentile fermezza la sua mente prima, il suo corpo dopo. La sensibilità e l’esperienza insegnano a fiutare la donna come un lupo, a capire cosa lei cerca.

La mia sicurezza si rifletteva nel mio essere dominante a letto. Scoprii nel tempo che le donne, quasi tutte, amano essere dominate e sottomesse sessualmente. Anche (forse soprattutto) quelle che nella vita sono forti e si fanno carico di molte responsabilità. Esse cercano l’abbandono nelle braccia del maschio, desiderano essere guidate. Desiderano ricevere ordini più o meno gentili, più o meno espliciti. Adorano obbedire e mettersi a disposizione per il suo godimento.

Il che non implica affatto, come alcuni pensano, che ci si possa disinteressare del piacere femminile. Anzi, l’abbandono e la sottomissione implica una fiducia, un’apertura di credito (spesso anche da parte di una perfetta sconosciuta, il che rende la responsabilità ancora più grande). Mai tradire questa fiducia! La donna vuole sottomettersi non certo a un meschino egoista che pensi solo al suo piacere, bensì a un uomo che saprà toccarla nel modo giusto e regalarle intensi orgasmi che passano dalla testa e la pancia per arrivare sino alla sua figa gocciolante miele.

Il mio lato dominante mi aveva condotto con naturalezza verso il magico mondo dei cuck. Scoprivo con iniziale stupore quanti fossero. Quanti mi chiedessero con insistenza di montare le loro donne, fidanzate, mogli. È una fantasia che non sono mai riuscito veramente a capire. Già quando avevo invitato il singolo era stata durissima per me. Però rispettavo pienamente questa fantasia diffusa fra i maschi. Capii velocemente le regole di questo nuovo gioco. Compresi che la cosa più importante era stabilire un buon rapporto con l’uomo, prima ancora che con la donna. Per me era chiaro che il gioco mentale fosse a tre. La cosa più sbagliata era far sentire l’uomo escluso. Una volta conquistata la fiducia del cuck, il più era fatto. La donna, se le fossi andata a genio fisicamente, si piegava volentieri ai suoi voleri. Alcune coglievano semplicemente l’occasione di godersi un uomo che piaceva loro senza problemi. Senza menate. Le più più sottilmente depravate invece godevano proprio dell’umiliazione che stavano infliggendo al compagno e in me cercavano la complicità nella perversione.

Desideravano mostrare al cornuto quanto potevano essere porche e lasciarsi andare. Volevano che lui vedesse quanto godevano mentre li fissavano negli occhi. Adoravo vederle impalarsi sul mio cazzo e contemporaneamente dire a lui “ti amo”. Oppure “guarda bene, CORNUTO”. Era anche molto erotico, quando la complicità della coppia era forte, vederli baciarsi. Lei baciava lui, e gli trasmetteva le vibrazioni che la mia bocca, le mie mani, o il mio cazzo le stavano procurando in quel momento. Maledettamente perverso. Le sfumature erano infinite: imparai la differenza fra cuck “attivo” e “passivo”. Lo spettro delle fantasie andava dal marito che semplicemente voleva giocare con la propria donna assieme a un altro uomo (e nella mia testa questi non erano veri e propri cuck, così come non mi ero sentito io tale quando Elisa volle il famoso singoli che tanto dolore mi inferse) fino alla ricerca dell’umiliazione più totale. Non sono ancora riuscito a trovarne uno che mi chieda di essere legato alla sedia, ma prima o poi arriverà. Io chiedevo sempre le regole e le fantasie della coppia per aderire perfettamente allo scenario che loro avevano immaginato. Sapevo che basta una parola o un gesto fuori luogo per rovinare la magia di un attimo così delicato. I confini li dovevano mettere loro. Poi lasciavo fare all'istinto o magari io stesso avanzavo suggerimenti che mi parevano allineati alla loro sensibilità di coppia.

Conobbi così S. e suo marito. Una vita borghese, due figli, una bella villetta. Una coppia modello. Una donna inappuntabile, moglie devota e mamma amorevole. Ma anche una donna depravata. Sono le combinazioni che preferisco. Il contrasto fra la vita pubblica e i vizi segreti è irresistibile per me. Lui era un vero cuck. Sottomesso, quasi servile. Lo voleva. Voleva che io mi sbattessi sua moglie. E lei? S. era una bionda davvero intrigante. Un bellissimo corpo minuto, due occhi che ridevano di malizia, un sorriso beffardo con lui, ma carico di promesse oscene con me. Mi piaceva, e mi eccitava. L’avrei fatta mia. Decisi di vivere questa fantasia in due tappe. Come prima cosa l’avrei conosciuta da solo. Ci eravamo scritti dei messaggi, lei ed io; avevo immediatamente percepito la sua voglia di trasgredire, di giocare. Le piacevo come lei piaceva a me. Ero certo che questa nuova avventura sarebbe piaciuta a entrambi. Anzi, a tutti e tre. Mi diedero l’indirizzo e mi avviai.

Il navigatore mi stava portando dalla troietta. E il primo incontro sarebbe stato molto eccitante. Il cuck mi aveva detto la sua fantasia con lei. Mi ci sarei attenuto. Parcheggiai davanti a casa loro. S. uscì subito. Intimidita eppure eccitata dalla situazione. Era ancora più bella dal vivo. Subito mi sentii pulsare di desiderio. Una magnifica preda per il Lupo. Salì e ci avviammo immediatamente. Iniziammo a chiacchierare del più del meno; volevo metterla a suo agio e ci riuscii. Mi ero avviato verso una zona industriale. Era pomeriggio e il sole brillava. Ma intorno a noi non c’era anima viva. Ben presto il discorso si fece scivoloso. S. non vedeva l’ora di svelare la sua natura. In lei non c’era pudore nel raccontare del suo passato, dei suoi desideri. Era una donna del sud e la passione per il maschio, che evidentemente il marito non colmava appieno, bruciava in lei.

Posai la mano sulla sua nuca e la avvicinai a me con fermezza. Non oppose alcuna resistenza. Voleva baciarmi tanto quanto volevo baciarla io. Subito la mia lingua invase la sua bocca socchiusa. Assaporavo la dolce morbidezza di labbra carnose, morbide e curate. Il bacio si fece via via più intenso e passionale. Le mie mani danzavano lente sulle sue cosce coperte dai jeans che la modellavano in modo seducente. Le accarezzavo i capelli; di tanto in tanto ti afferravo con fermezza, obbligandola a esporre la gola ai miei baci. Il cuck non fu certo dimenticato. Gli mandammo foto, video saluti, audio. In uno di questi la udii distintamente affermare “Lucas mi piace molto, e sto per divertirmi con lui”. Il cuck pensava che mi sarei accontentato di qualche bacio. Non conosceva il Lupo. S. invece stava iniziando a conoscerlo.

Passammo sul sedile posteriore. Prima furono i suoi seni, con i capezzoli rosa e delicati da ragazzina, ad avvertire il tocco delle mie labbra avide. Poi la mano si insinuò lenta sotto la cintura, sotto i suoi jeans, sotto il perizoma. Aprì automaticamente le cosce per farmi accedere alla sua figa. Come immaginavo era già fradicia. Gemette subito quando iniziai a sfiorarle il clitoride turgido. Non mi bastava ancora: “adesso mi faccio succhiare il cazzo da tua moglie, cornuto!” gli annunciai sempre per messaggio. S. era una gran succhiacazzi. Le piaceva avere quel palo di carne fra le labbra. Lo assaporò, lo leccò a lungo come una cagnetta. Mi accarezzò le palle china su di me come una volgare puttana raccattata su un marciapiede. Il tutto mi inebriava. Infine, le feci abbassare i pantaloni. China in quello spazio esiguo, espose i suoi buchi. Glieli leccai a lungo anche io, golosamente. Per il primo incontro poteva bastare, la riportai a casa dove baciò il marito con il sapore del mio cazzo ancora sulle labbra.

I giorni successivi furono febbrili. S e il marito erano completamente presi nel vortice perverso che avevo creato. Lei desiderava essere montata e godere. Lui voleva assistere alla scena ed essere umiliato da entrambi.

Finalmente mi presentai a casa loro il giorno stabilito. I bambini erano a scuola e la loro mammina sarebbe stata di lì a poco la mia cagna. Quando arrivai c’era solo lui; mi mostrò la camera in cui sarebbe stato cornuto, mi preparò un caffè. Si premunì di avvisarmi che aveva cambiato le lenzuola e che sperava che mi trovassi bene con S. Lo guardai ironico: non doveva avere dubbi. Con la SUA donna io mi sarei trovato benissimo. Era bella. Era perversa. Era troia. Lui Era assai timoroso per la sua privacy; ero entrato a casa sua dal garage per non essere notato dai vicini Le tapparelle ermeticamente chiuse. Quando arrivò S, aveva un sorriso che non lasciava dubbi sul suo stato d’animo. Passò brevemente dal bagno e ne emerse vestita in modo molto provocante, con lunghi stivali neri. Non persi tempo. “Adesso mi scopo tua moglie” annunciai al povero cuck che, in ossequio al ruolo che si era scelto nella recita rispose con voce strozzata “no, dici veramente?”. Anche lei lo guardò…e lui comprese che non c’era ritorno possibile. Adesso che era giunto il momento, così agognato eppure temuto, sembrava sopraffatto da un caleidoscopio di emozioni contrastanti.

La portai in camera, e iniziai subito a baciarla con passione, come avevo fatto quel giorno in macchina. Le mie mani alzarono con decisione il vestito, poi lo tolsi. La troia era in perizoma, reggiseno (che sparì all'istante per farmi accedere alle sue tette) e stivali. Le mie mani afferravano con decisione il suo culo tondo e sodo strofinando il bacino al suo. Una gentile ma ferma pressione sulle sue spalle le disse cosa fare. Si inginocchiò e davanti agli occhi sbarrati del cornuto iniziò il suo lavoro di bocca sul cazzo e le palle. Il piacere che ne provavo era moltiplicato dalla consapevolezza della presenza del cuck. Si era abbassato i pantaloni. Il suo cazzo era duro e iniziò a toccarsi con frenesia mentre mormorava parole di vana protesta. Più lui si lagnava, più lei moltiplicava il suo impegno, come a punirlo. Fu con immenso godimento che le afferrai la nuca e iniziai a scoparle prima la bocca, poi la gola. Il cazzo emergeva lucido di bava. Ogni affondo era più profondo del precedente. S. non faceva una piega. Con la bocca spalancata per non farmi avvertire i senti subiva con piacere il mio assalto. Quando mi ritenni soddisfatto la gettai con noncuranza sul letto. “Apri le cosce senza fare storie!”.

Mi spogliai a mia volta e mi gettai su di lei come il Lupo bramoso che ero. Lentamente la mia bocca arrivò fra le sue cosce. Ma quando vi giunsi lei inizio a gemere senza ritegno. “Ti dà fastidio la sua presenza?” le chiesi. “Si, mandalo via” mi rispose. Lo guardai negli occhi: “Hai sentito cornuto? Vai via, adesso”. L’uomo si allontanò goffamente con i pantaloni a mezza coscia. Lo sorpresi spiare attraverso la fessura rimasta. “Chiudi quella cazzo di porta, voglio scoparmi tua moglie tranquillo, è chiaro?”. Adoravo fare la parte del cattivo!
La Troia venne montata. Venne montata bene e a lungo. Prima posi le sue caviglie sulle mie spalle per aprirla del tutto. I colpi che le stavo infliggendo le strappavano gemiti. Quei rumori secchi, ritmati, inconfondibili, venivano certo ascoltati al di la del sottile pannello di legno dal cornuto, che poi rientrò quasi di soppiatto, timoroso di farsi cacciare ancora. Era del tutto prostrato. Eppure, chissà quanto godette agli insulti che S gli lanciava. C’è da dire che quando domandava “sono proprio finito come uomo? Non ti scoperò più? Mi dai almeno un bacio?” si metteva volontariamente nelle condizioni di ricevere risposte sferzanti. Lì vidi quanto S era perversa. Stava godendo della situazione. Godeva con il cervello tanto quanto con la figa.

Quando venne il momento di essere penetrata analmente abbozzò una debole resistenza. Ma io sapevo bene (me lo disse lui in precedenza) che il culo lo dava a un uomo deciso. Fui deciso. A quattro zampe come una cagna, non aveva protezione. Spinsi lentamente quel buco segreto, ancora chiuso. Una breve resistenza venne in breve sconfitta. Lo sfintere cedette sotto la pressione, lo vidi dilatarsi improvvisamente, mentre affondavo nel suo culo. Centimetro dopo centimetro. Finché le palle si appoggiarono con decisione sulla sua figa. I primi movimenti furono gentili, ma appena avvertii che si era del tutto rilassata la sfondai con decisione. Ormai scivolavo fino al suo intestino senza difficoltà. Ogni volta che uscivo del tutto il cornuto vedeva distintamente l’ano di sua moglie palpitare, cercare di chiudersi con piccoli scatti, per poi venire di nuovo aperto.

“Indovina dove schizzo adesso tua moglie, cornuto?” gli chiesi. Era una domanda retorica. Lo sapevo io, lo sapeva lui. Lo sapeva la troia che, quando le fu comandato, si pose in ginocchio. Il cuck dovette assistere allo spettacolo di me che mi masturbavo mentre la Troia mi leccava i coglioni per portarmi all'esplosione. Non resistetti a lungo: la combinazione del bellissimo viso di lei, di quelle due paia di occhi che mi fissavano il cazzo, e la dolcezza sapiente della bocca di S ebbero velocemente ragione di me. Lo volevo. Volevo imbrattare quel viso. “Apri la bocca troia” ordinai, come molte altre volte avevo fatto traendone sempre lo stesso godimento mentale. Il cuck vide a poca distanza i miei schizzi. Lunghi, corposi. Le coprirono le labbra, la lingua avidamente protesa, le guance. La bellissima S, l’incantevole S, la moglie e madre devota si era trasformata in una maschera di sperma gocciolante. In segreto. Per tutti era e avrebbe continuato ad essere insospettabile. Solo io conoscevo la sua natura più intima e segreta. Io e il cuck.
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