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Lui & Lei

A proposito di Singoli


di Membro VIP di Annunci69.it LucasFromParis
14.04.2021    |    3.313    |    7 7.0
"Motivazioni altre che non la semplice e primaria voglia di fare sesso..."
https://isentieridiunlibertino.blog/

Avviso alle lettrici e lettori. Se siete in cerca di storie piccanti queste righe non sono per voi. Qui vorrei condividere alcune mie riflessioni sulla categoria dei singoli.
Avviso numero due: le osservazioni sono personali, basate sulla mai storia e le mie numerose esperienze. Non intendo denigrare né offendere nessuno.

Sono entrato nel mondo del gioco molti anni fa, in un paese che non è l’Italia. La grande e cosmopolita città dove abitavo offriva tutto quello che un giovane avventuroso e curioso (e un filo spericolato) potesse sognare nel nostro mondo. Mentalità aperta, feste, locali.
Locali, già.

Belli e numerosi; ne ho frequentati molti e vi ho vissuto mille favolose esperienze piccanti. Le prime volte in cui sono entrato nei club di Milano, ho però subito avvertivo una differenza. Meno spontaneità, maggiore diffidenza. Nell’aria c’era qualcosa di diverso e per la mia sensibilità strano. Mi guardavo intorno.

Poi ho capito: c’erano loro, i singoli. Soli o in gruppi, sfrontati o timidi, educati o rozzi
I loro sguardi e il loro desiderio represso introduce un elemento che in me risuona distonico. Il fluire dell’energia che nasce dall’incontro magico di uomo e donna, di maschio e femmina viene spezzato e interrotto.

Nella mia vita precedente esisteva nei club una serata dedicata ai singoli, o meglio alle donne che amano essere circondate e coccolate da più maschi. Lo comprendo come comprendo che uomini gradiscano questo tipo di situazioni; mi domando però anche quanti di loro davvero amano vivere una gang e quanti invece ci si adattano come unica chance di “mangiare”.

In ogni caso le serate di maggior afflusso, quelle dei fine settimana non ammettevano i singoli. Ne ho visti spesso respinti all’ingresso: non importava quanto fosse belli, quanto costoso fosse l’orologio che portavano né quanto fossero disposti a spendere. Non entravano e basta.
Qui da noi vigono regole diverse. Tuttavia nel corso delle mie feste private finora il numero di uomini e donne è rigorosamente pari. O meglio, quando possibile, una leggera prevalenza del morbido elemento femminile.

È la Dea Shakti che si celebra durante i miei riti pagani.

Ho conosciuto moltissimi singoli in questi anni, e lo sono sulla carta anche io. Dico sulla carta perché ho sempre avuto una compagna e qualche amica con cui vivere il nostro mondo del gioco. Mi accade, certo, di giocare come singolo. Ho partecipato ad alcune gang mentre oggi non sono più molto attirato da questo tipo di esperienza. Ho anche avuto spesso l’onore di invitare coppie, cuck o meno, e di giocare in tre. Oppure qualche singola con cui sia scattato l’interesse reciproco e con cui ho poi sovente stretto amicizia. Giocare da solo mi piace. Mi dà tutta la libertà che amo. Tuttavia non è che una piccola parte.
Per me giocare è prima di tutto giocare assieme.

Giocare in due.

Giocare con una donna che può essere la mia compagna, una vecchia amica di mille avventure, una ex con qui il rapporto umano è rimasto forte o ancora una complice occasionale. Ciascuna di queste relazioni fa si che le mie emozioni siano sempre diverse.

Non c’è dubbio che giocare con la mia donna sia in assoluto l’esperienza emotivamente più intensa e appagante. Quella folle “gelosia adrenalinica” che mi prende, quella voglia di possederla dopo che altri l’anno posseduta. Gli sguardi che ci lanciamo mentre facciamo sesso con altri. Tenerci per mano durante il gioco. Coccolarci dolcemente quando poi si chiacchiera amabilmente con gli altri amici dopo aver consumato il nostro rituale orgiastico. Per me questa è la vera essenza profonda del nostro mondo.

Ci definiamo “scambisti”. Se le parole hanno un senso uno scambio è quella situazione in cui ciascuno porta qualcosa. Qualcuno. La propria donna o il proprio uomo. Lo si “presta” per così dire, anche se il senso del gioco trascende largamente questa banalizzazione. Come un banchetto divino in cui tutti contribuiscono alla creazione di momenti magici, desiderati e irripetibili.

In tutto questo, sono sincero, non comprendo fino in fondo il ruolo e le motivazioni del famoso “singolo”. Motivazioni altre che non la semplice e primaria voglia di fare sesso.

La categoria è tuttavia ampia. Ho conosciuto uomini fantastici e interessanti. Siamo diventati amici; mi capita di invitarli al mio banchetto quando l’occasione sia propizia e la loro presenza gradita. Condivido volentieri con essi le mie amiche. O meglio, faccio loro conoscere e le mie amiche che, in quanto tali, sono sempre libere di incontrare e giocare con chi desiderano. Non ho mai interferito. Non ho mai proibito alcunché.

Accanto a questi però mi accade di ricevere approcci molto più insinuanti. Arrivano dei messaggi, alcuni molto ben scritti e cortesi da parte di singoli. Iniziano sempre facendomi grandi complimenti. Sorrido internamente, aspetto e inevitabilmente arriva la richiesta: “posso venire alle tue feste?”, “mi presenti le tue amiche?”. Queste richieste, a cui non dò mai seguito, mi interpellano.

Il mio consiglio a chi voglia entrare nel mondo del gioco è sempre lo stesso: inizia a trovare una complice.

La risposta immancabile è: “non si trovano, non riesco, è difficile…”

Uomini che si definiscono belli e aitanti sempre singoli? Come mai?

In difficoltà. Capiscono poco delle donne, incapaci di stabilire un tipo di relazione aperta, di esprimere il loro desiderio e curiosità. In questo caso la soluzione è iniziare a lavorare su sé stessi, con un percorso di coaching per esempio.

Furbetti. Hanno le loro conoscenze, ma le tengono ben strette. Vogliono ma non offrono. Chiedono condivisione, ma solo in una direzione (la loro!).

Accoppiati. La loro compagna non sa nulla; ne sono gelosi e per nulla al mondo vorrebbero concedere loro la stessa libertà che reclamano per sé. Eterna ipocrisia di chi divide le donne in sante e puttane.

Pigri. Amano, come si dic,e “la pappa pronta”. Arrivare con le mani in tasca e approfittare di ciò che trovano.

Vorrei dire semplicemente ai singoli che le nostre città pullulano di donne con una sensualità, delle curiosità, delle fantasia inespresse e soffocate. Sono intorno a noi. Sono le colleghe, sono le vicine, sono le conoscenti. Sono le amiche. Hanno voglia di sperimentarsi, ma non sanno come fare. Sono curiose ma anche timorose. Sono divise fra i loro intimi sogni e la paura del giudizio.

Mi accade regolarmente di conoscere donne in contesti diversi da questo sito e di far loro conoscere questa vita; si innamorano letteralmente del senso di libertà che vi trovano e non tornano mai indietro. Anzi, loro stesse si trovano poi in difficoltà quando vorrebbero una relazione stabile, ma non trovano uomini che accettino la loro natura indomabile.

Non restate nel vostro piccolo confort, non pensate solo ad accrescere il numero delle vostre conquiste per puntellare la vostra vacillante autostima! Conosco quel meccanismo per averlo vissuto in prima persona e vi assicuro che se ne può uscire. La complicità di vivere certe emozioni non da soli, ma poterle condividere, vi ripagherà mille volte dei vostri sforzi.

E se invece avete la “doppia vita”? Anche quella è una situazione che ben conosco e che ho vissuto.
Non ne sono fiero.
Non mi rendevo ben conto del male che facevo a lei ma soprattutto a me stesso.

Non avete sensi di colpa. Non li avevo neppure io. Tutto sembrava filare liscio. Ma quante energia dispiegate per tenere assieme i capi di una corda così lunga e attorcigliata? Quante menzogne? Quante omissioni? Quanto vi costa non poter essere voi stessi con la donna che amate e con cui state?

“Eh, ma lei non capirebbe, non accetterebbe mai?”. Come fate a saperlo in anticipo? O forse invece avete proprio paura che lei risponda “perché no, proviamo!”? Ne avete paura perché significherebbe per voi mostrarvi nudi e veri? Avete paura del suo giudizio perché in ultima analisi siete voi a giudicarvi?

Infine, e qui chiudo, davvero desiderate l’amore di una donna a cui mostrate solo una faccia della luna? Lei non ama voi, ma solo l’immagine di voi che proiettate se vi nascondete. Non volete davvero provare a essere voi stessi?

Mi farà piacere se queste righe apriranno una discussione. Sono pronto a discutere con tutti voi, in pubblico o in privato
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