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dettagli di una degradazione


di maktero
21.01.2023    |    1.545    |    0 7.2
"Capii che dovevo stare ferma il più possibile, nonostante il dolore dei graffi per evitare reazioni violente dei cani..."
Mi avevano lasciata sola in quella piccola radura in attesa del mio destino.
Che a quanto pare sarebbe iniziato dopo il tramonto quando i cani randagi avrebbero comnciato a farsi vivi.
Intanto ero nuda, con il sole di quel tardo pomeriggio estivo che mi scaldava la pelle.
Chissà se in quella zona deserta fosse passato qualcuno; cosa avrebbe pensato a vedere una frocettina nuda e disponibile?
Si sarebbe eccitato e mi avrebbe abusata oppure si sarebbe impietosito e avrebbe cercato di darmi aiuto?
Mentre questi pensieri turbavano la mia mente con i piedi rimestavo la terra; il contatto dei grani dl terreno, morbidi od abrasivi cominciarono a provocarmi uno stimolo che mi fece ereggere il cazzo.
Pensai che potevo benissimo masturbarmi prima che iniziasse il mio martirio.
Sì ero sempre più eccitata, ma volevo masturbarmi soffrendo un poco di più.
Trovai un ramo secco nodoso lo appoggiai per terra, mi accovacciai ponendo i piedi sopra quel tronchetto ruvido e nodoso.
La scabrosità mi provocava un sufficiente dolore alle piante dei piedi che aumentò la mia eccittazione.
Presi il cazzo in mano e cominciai a masturbarmi, bastarono pochi colpi per arrivare con un fotto abbondante.
Soddisfatto mi abbandonai per terra; notai che il sole stava tramontando e la piccola radura si stava riempiendo di inquietanti ombre oscure.
Dopo alcuni minuti la radura era avvolta nella penombra, anche la temperatura era calata.
Fù in quel momento che avvertii il primo latrato, inizialmente flebile e lontano e poi sempre più forte e vicino; cominciai anche a sentire lo sfiatare tipico dei cani, segno che il mio primo aguzzino era vicino.
Diffatti dopo poco un cane emerse dai cespugli, nella penombra riuscii a distinguere appena una bestia di taglia media dal colore indefinibile.
Io ero inginocchiata in attesa di soddisfare i suo desideri; la bestia fece uno o due giri attorno a me annusandomi.
Poi improvvisamente senza nessuna esitazione mi montò sulla schiena; io mi misi subito in posizione prona per favorire la penetrazione che arrivò immediata.
Sentii il mio culo riempito da un cazzo non troppo grosso che mi entrava appena.
Mi facevano invece male le sue zampe che mi artigliavano le spalle e la schiena.
Nel frattempo, pur presa dall'accoppiamento, mi accorsi di alri latrari che sembravano via via più vicini.
Altri aguzzini stavano arrivando.
Oramai era buio e non riuscivo più distinguere le forme ma credo che fosserò arrivate almeno altre due bestie, forse tre.
Che comnciarono a girarmi attorno.
Il cane che mi stava montando arrivò sentii il suo spruzzo di sperma nel culo ed il suo cazzo che usciva.
Un solo istante dopo avvertii un grosso corpo che mi saltava addosso, cedetti sulle braccia per il peso; questa doveva essere una bestia molto grossa, e lo era anche il suo cazzo che mi penetrò profondamente nel culo.
Anche questo graffiava senza pietà le mie spalle e la schiena, erano più selvaggi e violenti dei cani del canile.
Ad un certo punto mi sentii anche mordere un braccio, non era un morso molto forte, ma mi intimoriva.
Capii che dovevo stare ferma il più possibile, nonostante il dolore dei graffi per evitare reazioni violente dei cani.
Quando la bestia grossa ebbe preso il suo piacere si allontano lasciandomi una traccia calda e umida lungo il culo.
Ma un istante dopo fù la volta di qualcun altro; il buoo oramai fitto mi impediva di capire chi fosse.
Solo il peso sul mio corpo e le dimensioni del cazzo che mi penetrava mi facevano intuire la taglia della bestia; la pelosità la avvertivo attraverso quelle setole molto ispide che graffiavano la mia martoriata schiena.
Mentre venivo inculata cercavo di provare il mio piacere masturbandomi; ma purtroppo quanche bestia accorgendosi, non sò come in quella oscurità, mi addentava il braccio.
Capii nuovamente che dovevo stare immobile a subire il volere di quellle bestie.
Erano assatanate, un cazzo si succedeva alltro senza lasciarmi pausa.
Comnciai ad essere esausta a sopportare quei pesi e quei graffi che mi tormentavano.
Le mie membra mi dolevano, per la fatica, il mio culo bruciava; il tutto m piaceva ero eccitata con il cazzo eretto che ogni tanto era lambito dalla calda lingua di qualche cane.
Ma non potevo muovermi pena qualche morso.
Non sò quanto durò quel meraviglioso suplizio; ma mi accorsi che dopo un pò le bestie cominciarono a stancarsi.
Le montate divenivano via via sempre più rade.
Mi parve anche che la quantità di sborra che mi scaricavano in culo fosse sempre più scarsa.
Forse stavana esaurendosi; anche i latrati erano sempre più deboli e meno frequenti.
Forse alcuni si erano addormentati.
Anch'io ero distrutta, ero ferma nella stessa posizione non sò da quanto tempo, le mie ginocchia bruciavano, le mie braccia e gambe mi dolevano, la mia schiena, le spalle le gambe ardevano per i graffi.
Anche il cazzo costantemente eretto per l'eccitazione mi dava problemi, sembrava che dovesse scoppiare da un momento all'altro ma non potevo toccarmi per soddisfarmi.
Mi accorsi che le tenebre stavano lasciando il posto ad una flebile luminosità che si stava accentuando di minuto in minuto.
In quel barlume di luce cominciai ad accorgermi che attorno a me c'erano quattro cani, uno nero molto grosso, evidentemente quello con il cazzo più grosso che mi aveva penetrata più a fondo.
Due di media taglia ed uno più piccolino.
Tre dormivano mentre uno , quello più piccolo mi stava girando attorno forse in attesa di riprendersi per incularmi di nuovo.
Cosa che fece dopo qualche giro; presi quel cazzo che mi entrava appena nel culo con molto piacere, lo sentivo entrare ed uscire delicatamente strusciandomi appena lo sfintere; arrivò lasciandomi un debolo fiotto di sborra calda.
Ad un certo punto mi accorsi che gli altri cani si svegliarono di colpo, non sò cosa avesse provocato questo improvviso risveglio; temevo che riprendesserò ad incularmi ed invece se ne andarono di colpo latrando ed abbaiando.
Rimasi sola incredula di quella nuova situazione.
Dopo qualche minuto mi resi conto che avrei potuto muovemi e mi accasciai per terra esausta ma sempre eccittata per la tremenda straordinaria nottata appena passata.
Notai che per terra c'erano delle cagate fresche, mi ci buttai sopra di petto sentendole schiacciarsi sotto il mio corpo.
Inarcai i fianchi quel tanto che basta per poter prendere il mio cazzo in mano e masturbarmi felicemente, feci una sborrata enorme.
Poi soddisfatta mi adagiai su quel lurido terreno e mi addormentai.







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