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Gay & Bisex

A spasso tra la Tuscolana e Furio Camillo


di collainstick
07.04.2015    |    2.036    |    11 9.9
"La strada è un po' troppo trafficata per permettermi di fare qualche show ma ricordo di un fioraio, proprio a ridosso della Basilica di Santa Maria Ausiliatrice, che è sempre aperto, notte e giorno..."
Sarà forse l'aria di primavera, o il vento che si infila tra le mie gambe coperte solo da sottili autoreggenti e uno striminzito perizoma, che sento ardere in me la voglia irrefrenabile di essere donna, di essere guardata, toccata, baciata. La prima cosa che faccio è contattare Valerio, non lo conoscevo prima e ora che ho avuto il piacere di conoscere, spesso e volentieri sarò da lui per chinarmi sul suo cazzo e leccare il suo sperma, o per farmi inculare con lunghi e profondi affondi del suo bacino sulle mie natiche così bianche e così sode. Ma sentirsi donna è altro, è uscire da casa vestendo sotto i miei jeans le solite calze a rete e il solito perizoma, sculettare un po' giusto per far abbassare la linea del pantalone e far intravedere una mutandina un po' più stretta del solito. Decido così di farmi una piccola passeggiata in un'ora in cui sono poche le persone che circolano per le strade di Roma. Sono attenta a tutto, metto un paio di stivaletti con un lieve tacco, quanto basta per farmi sculettare un po' di più e per tonificare le mie gambe e i miei tondi glutei, indosso un jeans un po' largo e sopra un cappottino corto che mi arriva giusto ai fianchi. Prima di uscire mi guardo allo specchio e il pantalone, senza cintura, è già a metà del mio sedere facendo ben vedere il perizoma nero. Sono contenta, il cappottino non copre il mio sedere e il mio jeans tende a cadere, sono proprio una puttana!
Entro in ascensore e lascio cadere i jeans, lo specchio alle mie spalle rimanda l'immagine di un paio di gambe velate e decorate dal pizzo delle calze e un fantastico culetto bianco delineato da quel sottile pezzo di cotone, sfido la sorte, anche se è mezzanotte e mezzo, ed esco dal portone del palazzo così. Mi reco subito su via Muzio Scevola, qualche macchina mi passa accanto e un gruppetto di ragazzi esce dal pub di via Clelia ma prendono altre strade, dopo qualche minuto sono sola per la strada e decido così di sfilare i miei pantaloni. E' una sensazione bellissima, di libertà e di trasgressione allo stato puro, vorrei essere presa e sbattuta contro un muro, vorrei tornare a casa sporca di sperma sul viso e su tutto il corpo. Mi rivesto velocemente, il rumore di una macchina mi riporta alla realtà. Continuo la mia passeggiata, con i pantaloni che tendono sempre a cadere e quindi con il mio culetto in bella vista, svolto per Via Clelia e di nuovo su via Coriolano, anche qui mi abbasso i pantaloni e resto un po' così chinandomi su qualche macchina e sentendo il vento baciarmi il buchino e carezzarmi le gambe. Su via Enea c'è un po' di gente, per via del Pride, quindi faccio attenzione a non farmi notare più di tanto e così svolto subito su via Eurialo. L'ora è tarda ma il minimarket gestito da indiani (o del Bangladesh forse) è ancora aperto. Nel negozietto non c'è nessuno ma solo i due lavoratori. Decido che da qualcuno mi devo pur far vedere e così passo vicino al loro negozietto mentre i due sono intenti a fumare una sigaretta sull'uscio. Sento i loro sguardi sul mio sedere, forse mi deridono, ma sicuramente mi stanno guardando. Procedo dritto e la mia insolita passeggiata notturna mi porta sulla Tuscolana. La strada è un po' troppo trafficata per permettermi di fare qualche show ma ricordo di un fioraio, proprio a ridosso della Basilica di Santa Maria Ausiliatrice, che è sempre aperto, notte e giorno. Lentamente passo affianco al fioraio, lo vedo sorridermi, continuo dritto mentre i pantaloni continuano a cadere sempre più in basso, sento i suoi occhi su di me, mi volto e lui è ancora lì a guardarmi, tutto coperto nei mille vestiti che porta addosso per cercare di combattere il freddo. Mi faccio coraggio e ritorno indietro avventurandomi tra i fiori esposti. Da brava puttanella mi piego in avanti per sentirne gli odori, lui è dietro di me e con un italiano stentato mi chiede se ho bisogno di aiuto. Rispondo solo dicendogli che volevo sentire gli odori e che poi sarei passato a comprare qualcosa. L'indiano non è certo stupido e capisce che è solo una scusa ma, probabilmente per la stranezza della cosa, mi lascia fare. Lo sento però sempre dietro di me, a volte i nostri corpi si toccano, soprattutto quando sono piegata in avanti, lui ha sempre quel sorrisetto strano sul viso, io invece sono eccitata come una cagna in calore e mentre sono intenta a far finta di annusare piante e fiori di cui non conosco neanche il nome sento qualcosa di freddo posarsi lentamente e delicatamente sul mio sedere oramai del tutto scoperto. Resto un po' così con la speranza che l'indiano si spinga un po' oltre ma evidentemente vuol farlo passare come una distrazione. Mi rialzo e mentre lo faccio sono io a premere con il mio culetto sulla sua mano. Percepisco un po' di imbarazzo, e difatti sono anch'io imbarazzata, così lo ringrazio e decido di tornare a casa. Tutto sommato è stata una delle più piacevoli passeggiate che io abbia mai fatto! ;)
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