Al centro commerciale

Sono appena uscita dal cinema Lory e la notte è ancora giovane. La mia mente perversa immagina orge in cui vengo usata, pisciata e sborrata dappertutto. Nonostante l’avventura nel cinema con diversi uomini di ogni età, sono ancora tutta in ordine, devo solo sistemare la parrucca, il mio reggiseno e raddrizzare la gonnellina. Cammino disinvolta fino alla mia auto. Questa volta non c’è nessuno per strada a guardarmi e quasi mi dispiace. Entro in macchina e guardandomi allo specchietto so già cosa voglio. Non l’avevo mai fatto prima ma è un desiderio che mi accompagna da sempre. Inizio a guidare, così, completamente enfemme, con il sapore della sborra ancora nella mia bocca e gli schizzi sul mio viso e sui miei capelli castani. Arrivo al centro commerciale di Cavallino.
Il parcheggio del centro è decisamente pieno. Le persone si affrettano con i regali natalizi ma io non mi do per vinta. Giro un po’ per cercare un posto più appartato ma nel frattempo noto dei ragazzi di colore muoversi agevolmente tra le macchine parcheggiate, con in mano accendini e altri articoli vari.
Guido piano, vorrei fermarmi e farmi approcciare, far vedere le mie gambe velate senza però dover accendere la luce di cortesia. Un ragazzo mi nota e mi apostrofa con un “bella signorina”. Faccio finta di non aver sentito e lentamente mi parcheggio sotto la luce bianca di un lampione. Resto in macchina facendo finta di rovistare nella mia borsa. Il ragazzo si avvicina e bussa sul mio finestrino. Il cuore mi scoppia. Mi volto e senza pensarci troppo abbasso completamente il vetro. Il ragazzo mi chiede se ho voglia di comprare qualcosa, ma io rifiuto categoricamente. Lui insiste fino a quando vede le mie gambe coperte dalle autoreggenti e dagli elastici del mio reggicalze. Lo vedo confuso, mi riguarda e forse solo allora capisce che c’è qualcosa di diverso in me. Si mette a ridere e continua con i complimenti. Mi guardo attorno, il parcheggio inizia a svuotarsi e nessuno sembra fare caso a noi. Scendo dalla macchina e mi dirigo verso il bagagliaio. Lui mi segue, continuando a parlare e a dirmi di quanto fossi bella. Senza dire nulla apro il portellone e mi piego come per prendere qualcosa. Il ragazzo esita un po’, ma capisco il suo disagio. Resto così, con la gonnellina sollevata dal vento, il mio perizoma nero e le calze che cercavano di ripararmi dal freddo. Finalmente sento le sue mani sul mio culetto. È frenetico, vuole metterlo subito dentro, ma c’è ancora troppa gente nei paraggi. Mi volto e glielo prendo in mano. Gli dico che mi sto spostando verso la zona con gli alberi affianco a Happy Casa. Lui insiste per farlo lì ma io non sono d’accordo e gli indico il posto in cui se vorrà, mi troverà.
Lo vedo arrivare poco dopo. Non è solo, sono in 3. Un uomo maturo sempre di colore e poi lui e un altro ragazzo che poteva avere più o meno la sua stessa età. Il maturo si fa strada, si slaccia i pantaloni e tira fuori un enorme cazzo nero, caldo e ancora floscio. Glielo prendo subito in bocca mentre gli altri due si mettono ai miei lati carezzandomi il culetto e spingendo con le loro mani la mia testa sul cazzo dell’uomo. Lo sento gonfiarsi nella mia bocca, è duro, saporito e mi soffoca. È lui a comandare le danze e adesso vuole il mio culetto. Mi fa voltare e mi piega sul cofano della macchina. Mi sposta il perizoma con le sue grosse dita e io sfilo subito il mio plug in anale. Lo sento entrare. Lo sento spingere e affondare duri colpi nel mio culetto. Prendo in mano gli altri cazzi e, allontanandomi dal cofano riesco a prenderne uno in bocca mentre continuo a segare l’altro. Sento il respiro dell’uomo farsi più veloce e allora gli dico di fermarsi, lo voglio sentire ancora dentro per un po’. Così i tre iniziano a darsi il cambio tra la mia bocca e il mio culetto. I due più giovani mi scopano a turno facendomi sentire la durezza dei loro cazzi e la ferocia dei loro affondi.
Li sento ansimare e i loro ritmi si fanno sempre più accelerati. Non riesco più a controllarli. Sono loro a usarmi e violentarmi. Il primo a venire è proprio il ragazzo che mi aveva approcciata. Mi sborra noncurante sul volto e sui capelli. Il suo amico si affretta quindi a prendere la mia bocca e anche lui esplode sporcandomi tutta ma dandomi anche la possibilità di assaggiare la sborra bollente. Sono stremata ma ne voglio ancora. Dico al maturo di venirmi in gola, voglio bere la sua sborra e sentire quel grosso cazzo nero tra le mie labbra. Lui è il padrona e non mi ascolta, continua invece a stantuffarmi pesantemente, facendomi quasi perdere l’equilibrio ad ogni colpo di reni contro il mio culetto. Lo sento spingere, mi afferra per le spalle per poi stringere le sue grandi mani intorno al mio collo. Lo sento fin dentro il mio stomaco il suo cazzone. I due ragazzi guardano divertiti e si scambiano commenti. L'uomo mi insulta e mi scopa, non credevo durasse più degli altri due, fino a quando lo sento immobilizzarsi dentro di me e spingere con forza il suo cazzo pulsante. Sento la sborra riempire il mio culetto dilatato e bagnato. L'uomo affonda altri due colpi secchi questa volta prendendomi dai fianchi e poi tira fuori il suo cazzone lasciandomi una sensazione di vuoto e di goduria allo stesso momento.
Se ne vanno salutando e ringraziando mentre io resto ancora un po' fuori dalla macchina a gustare quella sensazione di essere troia, con il viso ancora sporco di sborra e il culetto farcito come un bigné.