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Gay & Bisex

Dal barbiere


di singlebsx58roma
13.02.2023    |    10.613    |    10 8.5
"L’anziano dietro rallentò i suoi movimenti, il giovane davanti sfilò il suo pisello dalla mia bocca e sbattendomelo sul viso disse “Che c’è eehh? Ti piace il..."
Non so voi, ma mi capitano periodi (brevi) in cui sono in pace con me stesso e non mi interessa l’attività sessuale, altri in cui ho una voglia pazza di essere inculato. E non è una cosa passeggera. Dura giorni e giorni e mi immagino le più disparate situazioni, quasi sempre con uomini ben dotati. E ciò succede in qualsiasi momento, quando sono a letto la sera prima di coricarmi, quando vedo la tv, quando preparo il pranzo (mi divido questo compito con mia moglie), mentre nuoto in piscina, insomma questa voglia irrefrenabile del cazzo a volte mi perseguita.
Quindi l’autunno scorso decisi di approfittarne e soddisfarla.

Scadeva l’assicurazione della macchina e dovevo recarmi, dalla estrema periferia dove vivo, anzi diciamo da fuori Roma, vicino al centro dove si trova l’agenzia assicuratrice.
Quindi quella mattina mi svegliai un po’ prima per farmi i lavaggi anali.
Avevo deciso che una volta uscito dall’assicurazione sarei andato nel quartiere multietnico Esquilino.
Così feci. Una volta nell’ufficio dell’assicurazione andai in bagno per controllata. Il bagno era tenuto molto pulito così mi sedetti sul bidè e ne approfittai per darmi un’ultima sciacquata anale.
Finita la pratica andai di corsa a prendere il metrò ed arrivai in zona.
Cominciai a girare per la piazza con il cuore che aumentava il battito cardiaco.
Non c’era molta gente, forse perché al lavoro visto che era metà mattinata, ma c’erano, sparsi sulle varie panchine, alcuni uomini tra cui notai due “pezzi di marcantonio” come avrebbe detto Totò, e varie donne.
Girai un poco ma mi mancava il coraggio di avvicinarli. Così andai sotto i portici e m’incamminai intorno al palazzo.
Finché arrivai davanti a una barbieria. Dentro c’erano tre persone, tutte di etnia africana, di cui due forse lavoranti, e una terza forse cliente.
Il cervello cominciò a lavorare e partorì l’idea di entrare e chiedere di essere sbarbato, ma non sul viso bensì dietro nel sedere. Nell’attimo in cui il cervello partorì questa idea il cuore aumentò il battito.
Però ancora non trovavo il coraggio di entrare, pensavo a una possibile reazione negativa. Girovagai per un po’. Finché mi dissi: “sti cazzi, mica ci conosciamo, al limite mi diranno di no”.
Quindi presi il coraggio a due mani e mi avviai per entrare.

Nella bottega c’erano solo i due lavoranti, evidentemente nel frattempo l’altra persona era andata via.
I due uomini erano uno sui 35, 40 anni e l’altro sulla trentina. Quello forse più anziano alto quanto me, l’altro più alto e robusto.
“Buongiorno” “Buongiorno signore” mi rispondono loro. “Vorrei fare la barba, ma non sul viso, bensì nel sedere, la fate?” trovai il coraggio di dire con il corpo, e forse anche la voce, percorso da un leggero tremolio e femminilizzando la parlata.
Loro si guardarono un po’ allibiti poi, il più anziano, disse “Intende dire che vuole rasare il culo?” “si esattamente”. Si riguardarono un attimo confabulando nella loro lingua poi rispose “va bene si accomodi di là” indicandomi il bagno.
“Benissimo vado” dissi io e imboccai subito la porta.

Mi levai subito i bermuda (era inizio ottobre e faceva ancora caldo) e lo slip e rimanendo nudo dalla cintola in giù, poggiai le mani sul lavabo, allargai le gambe e volgendo le spalle alla porta restai in attesa.
Fremevo dall’eccitazione e la tensione cominciava a trasformarsi in sudore .
Dopo pochissimo entrò l’uomo più anziano. “Va bene così?” dissi io passandomi la mano sul culo.
Vedendo il culo già depilato e la mia posizione, ebbe ormai la certezza che non ero lì per la barba ma mi interessava ben altro. “Si, si non si preoccupi” disse lui lentamente poggiandomi una mano sul culo e infilando un dito nell’ano e con l’altra aprendosi la patta dei pantaloni.
La tensione accumulata iniziava a sciogliersi e cominciavo a stare meglio. “Vuoi che te lo prendo in bocca?” dissi muovendo il bacino per meglio sentire il suo dito. “Si bravo, succhiamelo” rispose lui.
Mi inginocchiai e in un attimo mi ritrovai la bocca piena del suo membro ormai totalmente eretto. Misi tutta la mia passione e impiegai tutta la mia arte nel succhiarglielo.
Poi mi alzai, gli detti le spalle e mi piegai in avanti. Lui poggiò il suo membro umido sull’ano, fece un po’ di avanti e dietro e poi con un colpo secco mi penetrò.
Ah, finalmente la fame di cazzo che da mesi mi perseguitava cominciava ad allentarsi. La sua spada di ragguardevoli dimensioni si muoveva magistralmente dentro di me dandomi quelle piacevoli sensazioni che sempre si provano quando si viene presi con passione.
Ora più lentamente, ora con più prepotenza il suo bacino mi assestava colpi che mi portavano in quel labile confine dove dolore e piacere si fondono e quindi confine più non c’è.
“Ho la bocca libera, perché non chiami il tuo amico?” gli dissi. Egli si fermò un attimo e disse qualcosa nella loro lingua. In un attimo comparve il suo collega, si poggiò con il sedere sul lavabo e si sbottonò la patta. Era già bello barzotto e tempo di fare due volte avanti e dietro con la bocca era diventato un cetriolo.
Ora si che ero in paradiso. Un sogno a lungo agognato si avverava.
Poi levò le mie mani dal suo pisello e bloccandomi la testa con le sue mani cominciò a scoparmi la bocca con irruenza. Nel frattempo l’anziano mi prese per i polsi e tirandomi le braccia verso di lui cominciò ad assestare vigorosi colpi.
Ormai ero prigioniero. Non potevo fuggire! Fuggire???? E chi voleva fuggire, stavo così bene, ero in paradiso!!! Mugugnavo di piacere ed ero quasi in trance.
Volevo che non finisse mai. Avevo bisogno di farglielo capire così cercai di parlare mugugnando più forte.
L’anziano dietro rallentò i suoi movimenti, il giovane davanti sfilò il suo pisello dalla mia bocca e sbattendomelo sul viso disse “Che c’è eehh? Ti piace il cazzo eehh??” “Siii, non smettere di inculare”.
Dissero qualcosa nella loro lingua poi “Che troia che sei” mi disse l’anziano riprendendo a incularmi.
Riprese prima lentamente poi più forte finché lo sentii mugugnare e assestare colpi sempre più decisi e capii che era in procinto di raggiungere l’orgasmo. Non mi sbagliai. Dopo un pò mentre il mio pisello barzotto cominciava a rilasciare gocce di sperma, sentii riempirmi il culo di calda crema e lui esalare il suo urlo di piacere.
Rimase un po’ appoggiato su di me scambiando alcune parole e una risata nella sua lingua con il giovane che tenendomi sempre la testa bloccata muoveva il suo bacino avanti e indietro.
Poi si levò, si pulì il pisello, chiuse la patta dei pantaloni, uscì dal bagno e richiuse la porta.
Il giovane tirò fuori dalla mia bocca il suo “membrone” e sbattendomelo sul viso disse “ti manca il cazzo eehh? Non preoccuparti tra poco lo riavrai” e mi ritappò la bocca.
Passò si e no un minuto massimo e si riaprì la porta. “Salam eleku” disse una voce che non era quella del più anziano e a cui il giovane rispose. Dallo specchio posato sopra il lavabo riuscii a intravvedere l’uomo appena entrato. Era di corporatura robusta, meno scuro degli altri due, ma di belle fattezze.
Si aprì la patta dei pantaloni tirò fuori il cazzo già barzotto e me lo pose in mano. Glielo segai un po’ e in un batter d’occhio era bello duro. Poi allontanò la mia mano, si sputò sulla sua per lubrificare il membro e me lo appoggiò. Ma faceva fatica ad entrare. Evidentemente era più grosso del precedente.
Risputò di nuovo e lo riappoggiò sull’ano aumentando la pressione.
Cominciai a sentire dolore, ma una volta entrato dopo che lui ebbe dato un bel colpo di reni, fui di nuovo trascinato sul confine con il regno del piacere. Mi abbandonai completamente, ero in uno stato di trance.
Il dolore lasciava posto quasi esclusivamente al piacere. Anche il muscolo anale si era allentato. Ero in uno stato di beatitudine quando il giovane ansimando gridò il suo orgasmo.
La bocca mi si riempì di calda crema che per forza di cose dovetti deglutire visto che la testa era bloccata più che mai.

Intanto dietro il “martello pneumatico” aumentava la percussione provocandomi di conseguenza un aumento dei brividi di piacere e il rilascio di sperma.
Ora era proprio una furia, un cavallo al galoppo. Ogni colpo che assestava era una zampata del cavallo lanciato al galoppo. Poi lo sentii tremare e strozzando un urlo in gola mi assestò un poderoso colpo di reni più forte degli altri, facendomi questa volta un po’ male. Poi si accasciò su di me. Sentivo l’ano un po’ indolenzito e che andava a fuoco, ma ne era valsa la pena. Ero felice. Finalmente ero stato sfamato.
A turno ci sciacquammo tutti, io fui l’ultimo ad uscire.
“Le è piaciuta la barba?” mi disse il barbiere più anziano una volta che uscii dal bagno.
“Certo è stata perfetta, credo che tornerò a rifarla” dissi.
Pagai e me ne andai con il sorriso sulle labbra.


P.S. Purtroppo è solo un racconto di fantasia. Spero di riuscire un giorno a trovare il coraggio di entrare dal barbiere.





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