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La mostra


di singlebsx58roma
12.08.2017    |    14.949    |    8 9.7
"Ma il bello doveva ancora venire..."
Anna guardò l’orologio. Erano le 15,30. “E’ meglio che mi prepari” disse tra se e se. Andò in bagno si fece un bidè, si truccò leggermente: una passata di matita intorno agli occhi, un legger tocco di rimmel, un strofinata di rossetto. Era giovane, aveva una bella pelle, e non aveva bisogno di mascherarsi con un trucco pesante.
Andò in camera e aprì l’armadio. “Che ci mettiamo? La giornata è caldina (era metà maggio). Questa camicetta e i jeans vanno bene”. Si vestì, prese la borsa, uscì di camera, salutò i genitori ed uscì di casa.
Prese l’autobus ed arrivò in centro. Fece alcune centinaia di metri, arrivò davanti al museo, comprò il biglietto ed entrò.
C’era una mostra dal titolo “Nudo ed erotismo nel corso del tempo” ed era l’ultima settimana di esposizione, e lei, studentessa d’arte, non voleva perdersela.
Essendo monotematica, la mostra aveva un percorso obbligato. Iniziava mostrando rappresentazioni pittoriche, statue e bassorilievi di corpi nudi risalenti alle antiche civiltà: greca, egizia, romana, cinese, giapponese e indiana.
In particolare di quest’ultima vi erano alcuni disegni del “Kama Sutra”, che come si sa mostrano le più svariate posizioni del rapporto sessuale.
Poi si arrivava ai nudi rappresentati dai pittori occidentali nel corso dei secoli fino ad arrivare al novecento che era arricchito anche da qualche scatto –rigorosamente in bianco e nero- di famosi fotografi.
“Carina ma credevo qualcosa di meglio, non trova?” si sentì interrogare da una voce femminile alle sue spalle quando era ormai quasi alla fine.
Si voltò. Il viso di una apparente quarantenne, capelli lunghi corvini raccolti in una treccia la guardava. Aveva due occhi neri, dal taglio leggermente a mandorla, naso normale, due grosse labbra risaltate da un rosso rossetto, carnagione leggermente scura. “Non lo so. E’ la prima volta che vedo una mostra del genere. Lei che intende per meglio?” rispose Anna “Beh, essendo all’insegna dell’eros, mi aspettavo qualcosa, come dire…. di più erotico, non trova?” “Non lo so, forse. Come ripeto non ne ho viste altre” “Permette che mi presento? Ana” “Piacere, abbiamo il nome similare, io Anna. E’ spagnola lei?” “No, argentina, ma diamoci del tu” “Va bene. Turista o per lavoro?” “Lavoro, sono impiegata all’ambasciata, e tu?” “Studentessa all’ultimo anno dell’Accademia di Belle Arti” “Ah, allora è per questo che sei qui!” “In un certo senso”.
Erano quasi alla fine della mostra, videro gli ultimi scatti, quindi decisero di andare alla caffetteria del museo a prendersi qualcosa e fare due chiacchiere.
Parlarono di vari argomenti, infine prima di lasciarsi Ana la invitò a casa sua un altro giorno: “Tornando alla mostra, se mi vieni a trovare, ti mostrerò qualcosa che sono certa troverai di sicuro interesse” “Collezionista d’arte?” “In un certo senso” “Va bene contaci”.
Passò qualche giorno prima che si rincontrassero.
Anna fece il solito rito. Doccia, leggero make up, vestizione. Invece dei jeans mise una minigonna nera in lino, con su un bianca camicia anch’essa di lino, così da stare fresca, e un paio di scarpe dal tacco non molto alto in cuoio (era una salutista e sapeva che i tacchi alti sono micidiali x la spina dorsale se si portano a lungo).
Uscì di casa. Prese il bus e arrivò vicino all’indirizzo di Ana.
Fece le poche centinaia di metri che la separavano dal civico e suonò al citofono. “Si? Ah sei tu? Terzo piano” rispose Ana.
Entrò fece le scale e suonò il campanello della porta.
“Ciao, accomodati mia giovane amica” le disse Ana quando aprì la porta.
Lei era vestita con un lungo abito di cotone color turchese, i lunghi capelli sciolti sulle spalle.
“Posso offrirti qualcosa per frescarti?” chiese l’ospite. “Si grazie” “Vuoi un tè freddo, o un mate?” “Cos’è?” “Un’erba sudamericana con cui si prepara un infuso come il tè” “Ok vada per il mate”.
Sorseggiarono la bevanda facendo conversazione in cucina, poi Ana le propose di andare a vedere la sua “mostra personale”.
Cominciarono dal corridoio-ingresso alle cui pareti vi erano delle innocenti stampe di nudi fatti da pittori del medio evo e rinascimento.
Poi passarono nel salone dove, tra vari dipinti appesi alle pareti, figuravano stampe giapponesi del 6/700, stampe del Kamasutra, stampe cinesi e foto di bassorilievi egizi in cui venivano rappresentate scene di accoppiamenti eterosessuali. Inoltre sparse per il salone vi erano tre piccole statue marmoree, copie di originali risalenti all’antica Grecia.
Ma il bello doveva ancora venire. Si spostarono nel salotto dove Ana aveva allestito una vera galleria tutta sull’ultimo secolo.
Insieme a qualche disegno e foto (rigorosamente in bianco e nero) di accoppiamenti etero, ve n’erano altri in cui i soggetti erano prevalentemente donne intente in rapporti saffici, oppure uomini in rapporti omosex.
Quasi tutte le foto e i disegni mostravano visi in estasi.
Fu mentre Anna guardava una di queste foto che sentì il respiro dell’amica tra i suoi capelli. Poi sentì le sue labbra poggiarsi delicatamente sul suo collo. Stette un attimo, poi si girò.
Trovò i profondi occhi di Ana che le scrutavano l’anima. Vide le sue grosse labbra aprirsi leggermente. Rimase zitta, imbarazzata, non sapeva che dire. Sapeva con certezza che stava arrossendo. Un calore pian piano cominciava a salire. “Che c’è? Le chiese Ana. “Nooon so….” rispose lei.
Ana alzò la mano e le carezzò dolcemente il viso, poi l’attirò verso di se e tornò a baciarle il collo. “Ana ti prego” disse Anna senza convinzione.
“E’ la prima volta che ricevi attenzioni da una donna?” “Si…” “E non sai cosa fare perché i condizionamenti, le convenzioni, la morale che ci hanno inculcato ti dicono che è immorale che due donne si bacino. Beh io penso che tu devi sentire te stessa, cosa ti dice il tuo cuore e la tua mente, e se una cosa ti piace la devi fare”.
Anna era imbambolata, non sapeva che dire e fare. Aveva davanti il viso gli occhioni neri di Ana che le scavavano dentro.
Infine sentì le sue labbra schiudersi alla congiunzione con quelle di Ana. Fu un contatto leggero, come di una persona che cammina in punta di piedi. Poi il contatto fu più intenso. Sentì la lingua di Ana invadere la sua bocca e la sua lingua, con sua meraviglia, andarle incontro. Infine sentì le braccia di Ana stringerla.
Ebbe un momento di sbandamento, sentì di arrossire. Ma sentì anche il fuoco dentro di lei aumentare.
“Sei ancora più bella quando arrossisci” le disse Ana provocando una leggera risata in ambedue, per poi riprendere a baciarle di nuovo il collo.
Anna chiuse gli occhi e mentre Ana con una mano le carezzava il pube da sopra la gonna, realizzò che gli slip si stavano bagnando.
Tornò allora con la mente al suo rapporto con Bruno, il suo ex ragazzo. Con lui non aveva mai conosciuto quella dolcezza che le stava donando Ana. E nei preliminari dei rapporti non aveva mai conosciuto quel piacere che stava vivendo ora. Rapporti vissuti quasi sempre all’insegna della fretta.
Il calcetto, lo studio, il cazzeggio, gli amici, le partite in tv, venivano prima di tutto. E verso di lei, il suo bisogno-diritto di piacere, aveva poca attenzione. Fu un bene che la relazione finì.
Ora cominciava ad assaporare il vero piacere, e se queste erano le premesse…..
Si abbandonò totalmente alla mercè di Ana, la quale prese lentamente a slacciarle la camicetta. Poi le tolse il reggipetto e prese a baciarle il seno con una passione e una delicatezza mai conosciute.
E’ mai possibile che bastava così poco x sentirsi al settimo cielo? Si chiese Anna.
C’era un divano nel salotto. Ana finì di spogliare Anna e la fece sedere sul divano. Si tolse il lungo camice, mostrando un bel corpo tonico. Seno sodo e prosperoso, pelle vellutata, pube depilato con una piccola piramide di peli rovesciata. Poi si inginocchiò davanti ad Anna e cominciò a baciarla tutta, iniziando dai piedi per poi finire sul suo pube dove la lingua ne assaporò ogni millimetro.
La ragazza non credeva a quello che stava vivendo. Erano solo lingue e mani a creare piacere. Pensava di sognare. Un piacere così intenso non l’aveva mai conosciuto. Strinse forte i capelli di Ana quando esternò, quasi urlando il suo orgasmo.
Ana si tirò su e si avvicinò con il suo viso a quello di Anna. Si baciarono profondamente.
“Che ne dici se andiamo in camera da letto?” chiese Ana. “Ti rispondo che non vedo l’ora” rispose Anna e prendendosi per mano si avviarono.
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