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Il treno - 1ª parte - aspettando


di gayms79
02.02.2016    |    13.532    |    1 8.1
"Mi incuriosisce molto Andrea, con il suo fare spavaldo..."
Racconto di fantasia, ispirato dalla realtà. Ogni riferimento a persone e fatti raccontati e frutto dell'immaginazione. il racconto non descrive atti di pedofilia.

Causa un errore di biglietto mi trovavo a aspettare un treno che sarebbe arrivato dopo circa quattro ore. Fumavo una sigaretta e nel frattempo scese dal treno del binario 2 una ressa di gente. Tra questi era presente un ragazzo. Il mio sguardo si incrocia con il suo, come fossero due calamite. Lo vidi traccheggiare per fare in modo che la folla si disperdesse e ci desse modo di rimanere un più da soli. Dopo pochi istanti mi si avvicina e mi chiede una sigaretta, ottimo modo per attaccare un discorso. Si presenta. Si chiama Andrea, ha 21anni. Ricambio facendo il solito. Il ragazzo è molto sveglio, intraprendente, non perde tempo e mi invita a casa sua. Avevo 4 ore da passare ad attendere il treno, quindi accetto volentieri. Mi incuriosisce molto Andrea, con il suo fare spavaldo.
Ha la macchina parcheggiata subito fuori dalla stazione, saliamo e in pochi minuti raggiungiamo la sua abitazione, durante i quali parliamo del più e del meno. Arrivati a casa entriamo e velocemente chiude la porta, girandosi mi stampa un bacio sulla bocca. È una esplosione di sensualità, le nostre lingue iniziano un valzer. Le nostre mani cominciano a toccare i nostri corpi ancora, e per poco, coperti dai vestiti. Agilmente mi sfila la maglia lasciandomi a torace scoperto, così faccio anche io. Mi abbasso in ginocchio e mi fiondo sul suo pacco che sento prepotentemente voler uscire. Lo libero da quella gabbia che sono i suoi jeans e così esce un uccello enorme, un sogno per la vista, ipnotico.
Non so quanto passi, infatti è Andrea a risvegliarmi dallo stato di trans nel quale del caduto, forzando, se così si può dire, la mia bocca socchiusa con il suo uccello, spingendolo in profondità. Il brusco risveglio mi fa sussultare e tossisco, facendo uscire la biscia dalla tana. Il mio “aguzzino-amico” non sente ragioni e lo respinge dentro violentemente, ma questa volta non mi faccio trovare impreparato ed entra tutto in profondità.
Riesco facilmente a gestire i conati che mi provoca con la respirazione e Andrea inizia con foga a stantuffarmi la gola, lubrificando il biscione di saliva.
D'improvviso si stacca e prendendomi per mano mi porta in camera sua, dove con contrapposta gentilezza finisce di spogliarmi.
Nudo mi fa adagiare sul letto con la testa fuori dal bordo. Spogliato del tutto, si riavvicina a me e riprende da dove era rimasto. Questa volta però si adagia su di me, e inizia a succhiarmi con voracità. Le sue mani sono sulle mie natiche, le strizzano e le allargano. Un dito sfiora la mia rosellina aumentando il piacere. Sento un secondo dito che si fa strada; le due dita si allargano aprendo bene il mio buchetto. Oramai sono quasi sull'orlo per perdere il controllo di me. Manca solo che mi riempia quel buco, reso elastico dal tanto esercizio.
Sembra sentire i miei desideri e senza uscire dalla mia bocca si alza in piedi e assesta dei colpi decisi, mentre cerca qualcosa nel comodino. La mia vista è annebbiata dalle lacrime, provocate dalle sue spinte decise, ma riesco a percepire che ha in mano qualcosa di molto grosso.
Si riadagia sul mio corpo, sento che prende quel così enorme e me lo appoggia al buco che era ancora aperto. Mi dice
Non avevo motivo per non credergli, in fondo quel che mi aveva fatto finora mi era piaciuto, era ciò che mi piaceva. E feci come mi aveva detto.
Annuii
Sentii le mie membra lacerarsi, cercai anche di farglielo capire, ma il mio carnefice, non dette ascolto alla mia supplica. Procedette lento ma inesorabile nel suo scopo. Durò molti secondi prima che quell'enorme dildo finisse di suppliziarmi. Andrea lo teneva fermo dentro di me, aveva pure smesso di scoparmi la gola per godersi lo spettacolo
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