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La mia vita da schiavo - cap. 3 - partenza!


di gayms79
16.03.2021    |    6.344    |    11 8.9
""Federico ti ho fatto un regalino" arrossii come un peperone "però dobbiamo passare a ritirarlo perché non sapevo quale fosse la taglia più..."
La mia vita da schiavo - cap. 3

Racconto di pura fantasia. Tutto ciò che è incluso nel racconto è immaginario.

Finalmente si parte. Si, è arrivato il giorno della partenza per il mio nuovo lavoro da "collaboratore domestico". Come da accordi con il sig. Alessandro mi feci trovare già pronto sotto casa alle 9 di mattina. Mi aveva ordinato di farmi una bella doccia, di radermi bene tutti i peli e di lavarmi bene il culo, anche dentro, meglio che potevo. Anche se non ne capivo il motivo lo feci. Mi piaceva accontentarlo.

Arrivò puntuale, salutai i miei genitori che mi guardavano dal balcone, mi fece salire in auto e partimmo.
"Federico ti ho fatto un regalino" arrossii come un peperone "però dobbiamo passare a ritirarlo perché non sapevo quale fosse la taglia più idonea. Faremo una piccola deviazione. Giusto qualche minuto."
"Grazie sig. Alessandro, non doveva, ma accetto volentieri!" lo ringraziai con un sorriso enorme.
In pochi minuti arrivammo alla prima tappa. Ci fermammo in una vietta nascosta dove c'era un sexy shop e basta. Parcheggiò e disse "dai siamo arrivati, scendiamo" zitto per la vergogna di entrare in un negozio del genere cercai di nasconde la mia faccia a chiunque passasse di lì in modo piuttosto goffo. Alessandro suonò il campanello e subito si aprí la porta del negozio e mi catapultai dentro.
"Benvenu… ah Ale sei te. Ti aspettavo. Quindi hai portato quello nuovo?" non capivo "Sì Carlo, è un novizio, è proprio creta da modellare a mio piacere." ero confuso dalla vergogna e le parole a malapena riuscivo a comprenderle. Non detti loro peso. "andiamo di là?"
"certo la strada la conosci" mi prese per un braccio e mi tirò verso il retro bottega. La piccola stanza era piena di vetrinette stracolme di giocattoli erotici, dei quali non sapevo neanche l'esistenza o il nome. Al centro c'era un lettino, come quello del dottore, con due supporti per appoggiare le gambe. "dai non restare imbambolato li, spogliati e mettiti sul letto. Mica ti vergognerai di me?" disse Carlo "eh sì, è proprio terra vergine questo. Hai da farci un bel lavoro" continuò rivolgendosi ad Alessandro. "vuoi che ti prenda a sculaccioni o ti dai una mossa? Mica ho tempo da perdere io!" disse il mio datore di lavoro e mi arrivò uno sculaccione così forte sul culo che mi fece frizzare tutto e mi risvegliò dal torpore. Mi denudai e seguii le indicazioni di Carlo "stenditi e appoggia i piedi qui così si vede bene il buco" tornai per qualche istante con il vuoto cosmico in testa. I due stavano confabulando qualcosa ma non riuscivo a capire bene cosa perché parlavano sottovoce e erano girati di spalle guardando nelle vetrine. Dopo qualche minuto Alessandro disse "si, per me questo è quello più adatto allo scopo. Tu che ne pensi?"
"essendoci del lavoro da fare vedrai che è quello giusto" rispose l'altro. "prendi fiato ragazzo e stai rilassato che abbiamo scelto il regalo giusto per te" detto ciò sentii spalmare un po' di crema sul buchetto e poi qualcosa di freddo tipo suppostona entrare dentro. La sensazione era strana. "adesso iniziamo a prendere le misire" e sentii la suppostona che si gonfiava dentro di me. All'inizio era quasi piacevole. Poi iniziai a sentire sempre più fastidio fino a quando chiesi di smettere. Ero arrivato al limite e avevo la sensazione di dover fare la cacca. "è solo la sensazione. Non ti preoccupare. Stai rilassato e respira profondamente e non avrai problemi" mi dissero i due.
"fossi in te prenderei anche questo, così stai sicuro che non esce e poi guarda com'è carino tutto in pelle!"
"sei proprio un bastardo, mi prendi sempre per la gola! Ahahah! Però mi devi trattare bene sul prezzo!"
"Ma certo sciocco, te lo metto al 50%. Poi casomai ci rifacciamo come al solito, no?"
"haha certo certo, va bene, affare fatto!"
Mi venne passata questa cintura che aveva un anello, il quale doveva stare alla base delle palle, dal quale partiva un nastro che passava tra le chiappe proprio sul buchetto a tenere dentro il suppostone, che poi si riuniva alla cintura. Il tutto ben stretto. Il mio disagio era molto. E lo feci presente ai due "dai su che verrai ripagato bene per tutto ciò. Nel contratto che hai firmato c'era scritto che non potevi rifiutare i miei regali." già lo avevo letto e firmato e avevo dato la mia disponibilità. Quindi adesso non potevo ritrattare. "dai su, abbiamo perso troppo tempo e ho fissato un appuntamento per una visita medica per un check up completo per vedere il tuo stato di salute"
"Ma come? Con tutto questo coso nel culo?" mi spaventai
"non frignare come un bambino. È un mio amico e un mio medico di fiducia. Non hai nulla di cui vergognarti. Ora datti una mossa a rivestirti che dobbiamo partire" un altro paio di sculacciate mi fecero scendere al volo dal lettino. Appena fui in piedi sentii il palloncino muoversi e un forte stimolo di andare in bagno. Ma quel "tappo" che avevo non mi permetteva di dare sfogo ai miei bisogni. Mi rivestii con qualche difficoltà e ci avviammo verso l'uscita. Io davanti e i due dietro che ridevano "guarda… sembra un paperotto! ahahah!" Alessandro pagò quel che doveva, ci salutammo. "allora a presto Ale, tienimi aggiornato sui progressi"
"come sempre Carlo. A presto!"
Arrivati in auto salii e una volta seduto mi sentii quasi esplodere il palloncino dentro. Iniziai a sudare "Alessandro mi da veramente molta noia, non so se resisterò"
"senti, fai poche storie, reclina il sedile e cerca di stare rilassato. Vedrai che la sensazione poi ti sparisce. Adesso a tutto gas verso l'ambulatorio. Tra un'ora abbiamo l'appuntamento."
Un'ora di passione, pensai. Il primo tratto di strada oltretutto prevedeva dei dossi e ogni sobbalzo era una tortura. Per fortuna entrammo in autostrada e riuscii a rilassarmi e quasi il dolore si affievolí.


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