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Gay & Bisex

Test di porcaggine - Racconto di fantasia


di Membro VIP di Annunci69.it PassMatVoglioso
01.04.2021    |    769    |    2 9.3
"Continuo il mio giro e ci incontriamo di nuovo, ci guardiamo e ci allontaniamo..."
Pomeriggio primaverile di un anno fa, cominciava a fare caldo, vado a fare la spesa al supermercato. Giro tra gli scaffali, non molta gente, mi aggiro annoiato tra gli scaffali e guardo come sempre i maschi in giro. Pochini, nessuno degno di nota tranne quel gran bel pezzo di manzo del cassiere tatuato che se la tira non poco perché sa di essere bonazzo. Giro l’angolo e di spalle vengo attratto da un bel paio di chiappe, alte e sode, un mandolino perfetto dentro un abito formale. Lui è in giacca e cravatta, penso sia appena uscito dall’ufficio, ma ora la giacca sta ben piegata nel carrello visto il caldo. Si gira per cercare qualcosa tra gli scaffali e posso vederlo meglio. Maturo, sui 50 anni portati bene, fisico palestrato e molto ben messo sotto la cinta, dove il pantalone fascia oltre al bel culo anche un pacco gonfio che fa bella mostra di sé. Capisce di essere guardato e alza gli occhi verso di me. Preso in castagna, giro i tacchi e mi allontano. Continuo il mio giro e ci incontriamo di nuovo, ci guardiamo e ci allontaniamo. Cominciamo a giocare, a cercarci ed a nasconderci, ci facciamo le poste e poi scappiamo ma alla fine lo perdo di vista. Vado alla cassa e lui sta già pagando, mi guarda ed esce. Quando anche io esco mi guardo intorno ma non lo vedo più e deluso giro l’angolo per tornare a casa. Rimango però sulla strada, non salgo sul marciapiede e sento avvicinarsi alla mia destra una smart che mi si ferma a fianco e fa scendere il finestrino. “Ciao, ti piaceva quello che stavi guardando, eh?!?” mi fa lui, proprio lui che con tempismo perfetto era riuscito a beccarmi fuori dal supermercato. “Se vuoi, ti diamo un passaggio”. Già, al plurale, perché accanto a lui siede un altro maschio, di poco più anziano che evidentemente lo stava aspettando in macchina. “Grazie, ma sono arrivato, abito in fondo alla strada! Se volete, vi offro un caffè!”. “Beh, ti piace giocare e anche a noi piace molto! Magari, al posto del caffè ci offri dell’altro!!!”. Faccio una risatina di circostanza e lo faccio parcheggiare davanti al portone, entriamo in casa e vado a posare la spesa. “A che gioco stavate pensando?” dico tanto per superare il mio imbarazzo rientrando dalla cucina in soggiorno dove li ho fatti accomodare. Penso di ricevere una risposta “standard” del tipo fare triangoli e tutte le varianti geometriche del tema. Invece, senza fare battute e diventando quasi seri, mi dicono che da tempo stanno cercando terzi che vogliano sottoporsi a quelli che loro chiamano “test di porcaggine” per trovare il vincitore. “E qual è il premio?” domando divertito “Lo saprai solo se superi il test!” è la risposta. Il più anziano, Salvatore, si siede e comincia a spiegare. “Io e Gianni siamo amici di infanzia e abbiamo avuto le nostre storie, mai stati insieme e proprio perché amici ci siamo sempre raccontati tutto, abbiamo fantasie simili e stessi gusti e quindi non abbiamo mai fatto sesso tra di noi, magari lo abbiamo fatto con le nostre conquiste nella stessa casa se non addirittura nello stesso letto. Proprio per questo ci siamo inventati da un paio di anni il gioco dei test di porcaggine, per trovare i più maiali tra i maschietti rimorchiati e coinvolgerli nelle nostre fantasie. Come in un esperimento scientifico, sperimentiamo, testiamo, e stiliamo graduatorie e classifiche per arrivare ad un numero di candidati al premio che noi riteniamo sufficiente”. “Sufficiente per cosa?” domando e poi “In che consiste il test?”. Stavolta è Gianni che prende la parola “Visto che ti ho rimorchiato io, farai sesso con me e Salvatore si limiterà a guardare … a meno che non riuscirai ad eccitarlo tanto da vincerlo nel tuo letto”. “Ah, allora questo è il premio?” dico contento di aver svelato l’arcano “No” mi risponde Salvatore, “il premio non sono io e lo saprai a tempo debito, come già ti ho detto, solo se superi la prova!”. Mi avrebbero già smosciato se non fosse che nel fare questa descrizione scientifica delle loro fantasie si sono seduti sul divano a cosce aperte mettendo in bella vista i loro pacchi e Gianni si è accomodato ancora meglio mettendo i piedi sul pouf di fronte al divano. “Che devo fare, allora?” domando “Quello che vuoi, … per dirla in maniera raffinata … Va’ dove ti porta il culo! Non saremo noi a dirti che fare, perché vogliamo testare la tua porcaggine!”. Penso che sarà una perdita di tempo, loro sono due bei maschi che sicuramente hanno scopato tutti i froci da qui alla luna, difficile stupirli e quindi parto già rassegnato alla sconfitta. Però, visto che ci sono, tanto vale spassarsela col più bono, che peraltro si sta accarezzando il pacco ostentando un sorrisetto da satiro voglioso che mi incoraggia non poco! Mi siedo sul pouf e decido che il maschio va spogliato, lentamente, e gli dico che poi passerò a Salvatore, che seppur da spettatore che almeno partecipi nudo come noi due! Si sistemano meglio, divertiti e curiosi e mi metto all’opera. Gianni porta scarpe di pelle tipo Duilio, con i lacci che disfo in un lampo e gliele sfilo. I piedi da atleta, fasciati in calzini di filo scuri, sono morbidi e nodosi, piacevolmente odorosi di cuoio e leggermente umidi per la prigionia forzata. Comincio a massaggiarli provocando i primi grugniti di piacere e quando Salvatore reclina la testa per abbandonarsi al massaggio, infilo una mano in una zampa del pantalone per massaggiare il polpaccio e con l’altra sfilo un calzino per leccare il piede. La cosa piace ad entrambi perché anche Gianni, visibilmente eccitato, comincia a toccarsi il pacco. Dal polpaccio passo alla coscia, sempre ciucciando l’alluce e poi all’inguine, sfiorando con la mano la patta che dà evidenti segni di apprezzamento. Poi, sfilo le scarpe anche di Gianni, gli tolgo calzini e inizio a massaggiare e leccare anche i suoi piedi. Li tengo per i piedi, se non ancora per le palle, e sembrano apprezzare parecchio, come posso constatare dalla durezza dei loro pacchi. Sono sulla strada giusta, si stanno eccitando e così, armeggiando con i bottoni della camicia e la cinta dei pantaloni, denudo Gianni che comincia ad accarezzarmi e a spogliarmi. Siamo nudi e ci strusciamo, ci tocchiamo, siamo entrambi eccitati e Gianni, visibilmente infoiato, mi ficca la sua lingua in bocca che io catturo subito con i denti, deciso a non lasciarmela sfuggire. Intanto ci tocchiamo, una sua mano mi artiglia una tetta e l’altra schiaffeggia una chiappa, io afferro il suo cazzo duro e con l’altra, pizzico un capezzolo. Alla vista dei due corpi ansimanti e attorcigliati, Salvatore si spoglia completamente e ci offre la vista del suo corpo, meno muscoloso ma ancora tonico, coperto da una fitta peluria, soprattutto al pube ma non tanto pelosa da nascondere una banana lunga e già umida. Voglio sentire i loro odori, mi porto la mutanda di Salvatore al naso e aspiro profondamente, godo a sentire l’odore pungente di cazzo, piscio e sudore maschio, Gianni si eccita nel vedermi abbandonato alle mie voglie e mi prende la testa e la spinge sul suo pisello. Anche il suo ha un forte odore di maschio, i suoi peli pubici sono lucidi di sudore, la nerchia svetta orgogliosa sul ventre piatto. Ha una bella cappella, già sgusciata fuori dal suo cappuccio di carne e già lucida di umori pre-eiaculatori e la faccio sparire in bocca. Ha un gusto fantastico e la mia lingua picchietta il frenulo, il prepuzio, la fessura del glande. Gianni sembra apprezzare perché sento l’asta che ormai di marmo mi preme sempre più dentro. “Cazzo, che pompinaro fantastico che sei, ti piace proprio il cazzo, senti che lavoro di lingua” ansima e comincia a scoparmi la bocca fino a ficcare tutto il suo bel cetriolone in mezzo alle tonsille. Mi sento soffocare e arretro per evitare i conati e Salvatore divertito interviene “Attento Già, lo strozzi così! Non ce lo vogliamo giocare subito, facciamolo respirare”. Mentre riprendo fiato mi accorgo che ha una poderosa erezione e sta segandosi alla grande, tanto da avere già un filo di liquido seminale che cola giù sulla mano e sulle palle. Non resisto e apro la bocca anche per il suo pisellone e gli lecco tutta quella crema saporita facendogli una bella ravanata ai testicoli, grossi e pelosi. Gianni però mi reclama, mi riporta su di lui e condivide il sapore di cazzo dell’amico infilandomi di nuovo la lingua in bocca. “Salvatore al momento lo devi lasciare perdere, se vuole si unisce lui a noi ma tu fai sesso solo con me, ok?”. Quindi, mentre l’amico riprende la sua sega solitaria su un lato del divano, noi riprendiamo la nostra pomiciata dall’altro, ma stavolta le sue dita arrivano alla mia fichetta, cominciando ad allargarla. Mi ficca il suo dito indice in bocca e “Succhialo bene, mettici tanta saliva che ti lavoro il buchetto” mi dice e così facendo inizia a sditalinare il culo. Siamo sudati e affannati, il gioco ci ha preso molto e siamo entrambi molto eccitati. Mi gira, mi stende a pancia in sotto sul divano, con la testa dalla parte dell’amico e mi fa alzare il sedere. La sua lingua ora lecca il buco, sono in visibilio, sento i muscoli anali rilassarsi e la fica sempre più bagnata, di saliva e di umori della goduria. La mia faccia è a tre centimetri dal cazzo di Salvatore che si masturba sempre più furiosamente e alla vista di me sbavante mi dice “Dai, troietta, prendilo in bocca e fai capire anche a me se sei un pompinaro così bravo come dice Gianni”. Ho il suo cazzo che sbrodola liquido sulla lingua e quella di Gianni che ravana il mio buco. Sono in estasi, godo come una scrofa in calore, lì sotto sono tutto bagnato, tra quello che cola dal mio pisello e la saliva e gli umori che colano dalla fica anale mi sento affogare in un mare di piacere liquido. Salvatore sfila il cazzo dalla mia bocca e sedendosi su un bracciolo del divano mi fa leccare il suo alluce e poi anche l’altro. Intanto Gianni ha preso un preservativo (li avevo lasciati in bella vista sul tavolino da caffè insieme al lubrificante) e lo srotola sul suo cazzone che mi appoggia sul buco. Il glande è grosso e l’ano ancora stretto ma non ha fretta. Spinge piano e lo sfintere si apre lentamente, io comincio a muovere il bacino perché lo voglio tutto e spingo a mia volta. Entra la cappella e mi godo l’attimo. La sensazione del cazzo che supera la prima barriera del culo è meravigliosa, sentire la fregna che si apre al passaggio del bastone, la goduria che parte dal perineo e arriva come una scheggia impazzita al cervello e torna giù per la spina dorsale … sentirsi porca fino al midollo è una gran goduria soprattutto perché questo li eccita entrambi e si sfrenano. “Dai Già, impalalo per bene che così gli scopo la bocca a sta puttana” e Gianni mi mette seduto sul suo cazzone a cosce bene aperte mentre Salvatore si mette in piedi davanti a me e mi infila la grossa banana tutta in bocca fino alla gola. Sono immobilizzato dai due che mi tengono stretto, infilzato sopra e sotto come un maiale allo spiedo, mi agito per muovere il bacino e sentirmi sbattere bene lo sfintere e colo piacere da ogni poro. Posso solo mugolare per fargli capire che sto godendo e loro danno voce alla lussuria “Senti come si dimena sta vacca, quanto je piace er cazzo su per la canna a sfondargliela tutta la fregna che si ritrova” e l’altro “Guarda come ciuccia la nerchia, me sta’ a risucchià l’anima dal cazzo! …. Mò, però, voglio fotterla io la troia, diamoci il cambio”. Così dicendo, mi tolgono il ciuccio dalla bocca e il cetriolone dal culo, Salvatore si infila un condom mentre l’amico si sfila il suo e mi mettono seduto come prima, impalato dalla gola al culo. L’eccitazione è tanta per tutti, godiamo come forsennati e Salvatore, dopo un paio di colpi decisi, mi sborra in culo tra grugniti di piacere, poi sborro io sui piedi di Gianni e infine quest’ultimo non fa in tempo a sgusciare via dalla bocca che mi colpisce il viso e le spalle con una potente innaffiata di densa crema calda. Rimaniamo attoniti, io sono affannato e sudato, stordito ed appagato e al rallentatore cerco di riprendermi. Mi aiutano a mettermi seduto meglio sul divano, Salvatore si toglie il preservativo pieno di sborra e lo butta per terra, Gianni si accomoda sul divano con i piedi sopra di me e dice “Non hai ancora finito zoccola, lecca la crema dai miei piedi, facci vedere che hai ancora voglia”. Sono stremato ma è vero che la voglia non mi ha abbandonato, anzi questi due me ne hanno messa ancora di più! Lecco bene tutto, gli ripulisco i piedi assaporando il mio liquido ancora caldo mescolato ai suoi umori e … mi risveglio. “Eh brava la puttana” interviene Salvatore “ci hai soddisfatto per bene fino alla fine ed oltre, hai superato il test. Pulisci anche il mio cazzo, lavalo bene dalle ultime gocce di sborra, così ti diciamo se hai superato il test!”. E Gianni “Si, hai vinto il tuo premio”. E comincia a spiegare in che consiste mentre l’amico si fa ancora succhiare il pisello, ora di un gusto ancora migliore. “Abbiamo selezionato un po’ di maschietti in calore come te per un paio di amici etero con i quali abbiamo scommesso che riusciremo a convincerli che i froci sono più bravi delle loro femmine a farli godere. Uno di loro in particolare fa al caso tuo, un bel mandingo nero che si è scopato le più bone tra le femmine di Roma e dintorni. Se glielo fai rizzare, e quindi perde la scommessa, deve fare sesso con tutti e tre e ci facciamo un’orgetta tra noi. Il tuo premio non è solo un orgasmo multiplo con sborra a fiumi, ma la possibilità di ripetere l’orgia anche con l’altro dei due!! Che ne dici?”. Ho appena pulito e lucidato la cappella di Salvatore e sento il sangue ribollirmi di gioia…Non potrò più dire che nella vita non ho mai vinto un cazzo!!!

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