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Una inaspettata sorpresa (l'occasione fa l'uomo bisex #4)


di ale-luca74
29.05.2016    |    4.258    |    5 8.4
"Ovviamente un 100 era un etero inscalfibile..."
Premessa: ambientazione, luoghi-vie, nomi e persone citati nel racconto sono frutto di fanstasia, sebbene alcune parti del racconto sono fatti realmente accaduti!

Nel capitolo precedente:
Fabio si concede finalmente al suo migliore amico, Marco che, sin dalle scuole medie ha scoperto esser gay e che vorrebbe poter coronare il suo sogno di fidanzarsi proprio con lui. Marco però dovrà presto disilludersi perchè Fabio gli ha già detto che non intende far diventare norma e regola la trasgressione sessuale con lui.

Nel frattempo i due amici sono cresciuti. La scuola superiore è un lontano ricordo così come sta diventando un lontano ricordo anche la storica relazione sessuale con Sandra. Finiti gli studi universitari i due amici prendono strade diverse, si allontanano ma all'improvviso... "una inaspettata sorpresa"

Era un caldo ed assolato pomeriggio pre-estivo, Fabio si annoiava ripiegando magliette, camicie e jeans lasciati disordinatamente poggiati sugli appendi abiti dei salottini di prova del negozio in un centro commerciale in cui aveva trovato lavoro dopo alver lasciato il suo più caro amico e Milano.
Quando splendeva il sole e faceva caldo, nei pomeriggio infra settimanali, nel negozio c'erano sempre pochi clienti. Fabio ne approfittava per fare ordine e pulizia così da non farsi trovare con le mani in mano qualora fosse entrato nel negozio il direttore, e così da non doversi sentire rimproverato di non aver fatto bene il suo lavoro.

Ascoltava a tutto volume “Tropical Pizza” su Radio Deejay ed assorto nel suo lavoro di sistemazione degli abiti, non si accorse che un giovane ragazzotto era da poco entrato nel negozio.
Questi girovagava annoiato senza dire nulla.

“Se hai bisogno chiedi pure... Sono qua apposta”.
Ma questi non rispose. Fece un cenno di sì con la testa e continuò a guardarsi attorno.
10, 15, 20 minuti... Osservava i capi poggiati sui tavoli ma, quasi furtivamente osservava Fabio attraverso i numerosi specchi poggiati sulle pareti.
Prendeva in mano le t-shirt, le guardava ma poi le riponeva procurando altro lavoro a Fabio che, un po' seccato, iniziava ad osservarlo più attentamente credendo che stesse cercando di togliere dalle magliette l'anti taccheggio.
Come si accorse di esser tenuto a bada, in ragazzotto poco più che diciottenne prese in mano un jeans e si diresse verso i salottini di prova.... Dopo alcuni minuti disse:

“Scusa!?”
“Non è che potresti portarmi il 30 di questo jeans, che il 29 mi è troppo stretto?”.
Fabio si avvicinò per guardare il modello del jeans, andò in magazzino a prendere il capo della misura corretta e quando tornò verso il salottino, il ragazzotto lo accolse ancora in boxer con una evidentissima erezione. Questi simulava assoluta indifferenza quando si accorse che gli occhi di Fabio, rimanevano puntati proprio sul suo voluminoso pacco tra l'incuriosito e l'imbarazzato.
Fabio non volle dare importanza alla cosa.
“Guarda, la taglia è perfetta ma non mi piace il colore... Non ce lo avresti lo stesso pantalone di un colore più chiaro?”. “No più chiaro c'è solo questo”. “Vah beh grazie lo stesso”.
“Ciao!”... “Ciao”

Il giorno seguente, più o meno alla stessa ora, stesso cliente, stessa perdita di tempo, stesso rituale e stessa richiesta di una taglia diversa rispetto a quella provata.
Fabio si avvicina al salottino di prova per porgergli il pantalone giusto e questo lo accoglie con uno striminzito slip aderente, troppo piccolo rispetto al pacco che deve contenere, con tre quarti di pisello in tiro che esce fuori dall'elastico ed una cappella enorme e lucida completamente priva di pelle sopra.
Fabio non riesce a fare a meno di farsi cadere l'occhio su quel pisello in tiro e con una espressione di stupore sbatte leggermente la testa simulando un, no! Il ragazzino sembra comunque ancora indifferente e tutt'altro che a disagio.

Trascorrono alcuni minuti senza che il ragazzino esca dai salottini perciò Fabio gli si avvicina domandando: “Tutto bene?” “Serve una mano?” ed il ragazzotto da dietro la tenda semi aperta: “No grazie, sto facendo da me!” Ah a a... Spiritoso il ragazzino.... Si stava masturbando e trovava pure modo e tempo per fare l'ironico.
Indeciso sul da farsi, ed un po' scocciato, Fabio decide di dargli una strigliatina con garbo e cercando di non esser scortese per non offendere la sua sensibilità e per non perdere un potenziale cliente.
Mette la testa dentro la tenda e gli dice:
“Senti bello, questo non è luogo ed ora per fare queste cose!”
“Cerca di capire... Sto lavorando!”.

Per un paio di giorni il ragazzino non si presentò più in negozio, ma Fabio si accorse che continuava a spiarlo da fuori, dalla vetrina.
Lasciato passare il weekend di consueti affollamenti, lunedì il ragazzino tornò all'attacco entrando nuovamente in negozio.
Ancora una volta questi cazzeggiò senza meta, ancora una volta trascorse più di mezz'ora guardando i capi poggiati sui tavoli mentre la sua mano in tasca andava su e giù.
Trovò poi un punto da cui poteva esser visto da Fabio che stava dietro al bancone ma, ben nascosto da chi fosse improvvisamente entrato in negozio... Fabio alzò lo sguardo e si accorse che l'imberbe faceva finta di guardare un berrettino con il pisello in tiro fuori dalla patta dei pantaloni. Appena si accorse di esser osservato poggiò il berretto ed iniziò a masturbarsi sfidando lo sguardo di Fabio che osservava senza saper che fare. Ruppe il ghiaccio e avvicinandosi gli disse:
“Ragazzino, te davvero vuoi mettermi nei guai! Te devi essere un po' malato!”

“Ok dai, me ne vado a patto che dopo mi mandi un messaggio... Ho bisogno di parlarti”.
Mise una mano in tasca ed estrasse un bigliettino su cui c'era segnato il suo nome, Andrea, ed il suo numero di telefono.
Ovviamente Fabio non lo chiamò né gli mandò alcun messaggio, né quel pomeriggio, né il pomeriggio seguente. Dopo qualche giorno il ragazzino si ripresentò in negozio. Girò un po' a vuoto poi si avvicinò a Fabio e gli chiese:

“Perchè non mi hai scritto?”
“Sei davvero sicuro che la cosa mi interessi?”
“Lo so che sei etero e felicemente fidanzato, ma ho bisogno di parlare con te di Marco”

Fabio non vedeva il suo caro vecchio amico da molto tempo.
Si sentivano al telefono o tramite computer, abbastanza regolarmente, ma si vedevano si e no a Natale e in poche altre circostante durante l'anno e spesso pure a distanza di anni. Marco aveva fatto carriera. Era sempre impegnatissimo e girava per lavoro il mondo senza meta.
Marco aveva, in vero, più volte chiesto a Fabio di raggiungerlo che gli avrebbe pagato il biglietto aereo e gli avrebbe garantito una sistemazione gratis accanto a lui, tutto spesato senza neppure bisogno di lavorare, bastava che facesse il suo “maschio” di compagnia, ma Fabio declinava gli inviti perché li riteneva troppo impegnativi e sapeva che poi, in qualche maniera avrebbe dovuto sdebitarsi, magari dovendo pure appagare i suoi appetiti sessuali. Tutto questo gli sembrava davvero eccessivo.

Il nome “Marco”, quel pomeriggio, fece sussultare Fabio che guardò il ragazzino con aria interrogativa come dire: “Che ne sai te di Marco?”.
“Molto più di quanto tu creda Fabio”, disse il giovane.
“Ah quindi conosci pure il mio nome”...
“Ovvio pirla”

Si era preso pure del pirla da un ragazzotto che non conosceva affatto, ma non riusciva a provare altro che curiosità. L'imberbe gli chiese un nuovo pezzo di carte e vi scrisse nuovamente sopra il suo numero di cellulare ed il suo nome: 333 … …. Andrea. “Mandami un messaggio su whatsapp e ti racconto”.
Fabio trascorse l'intero pomeriggio pensieroso ed un po' accigliato. Il lavoro gli imponeva serenità, allegria e disponibilità ma il nome di Marco aveva risvegliato in lui uno strano malessere che gli metteva anche un pizzico di ansia.
Passata l'ora di cena Fabio scrisse un messaggio via whatsapp:

“Ciao Andrea, sono Fabio, il commesso dello store”

A: “Ciao”...“Pensavo volessi continuare ad ignorarmi”
F: “Che dovevi dirmi di Marco?”
A: “Dimmi a che ora stacchi e se vorrai ne parliamo”
F: “Chiudiamo alle 21, se vuoi andiamo da qualche parte a mangiare un boccone insieme. Devo ancora cenare”
A: “No, grazie! Non posso”
“Ti aspetto alle 21:30 ad Arborio in fondo a Via Camillo De Rossi nel parcheggio dietro alla cava di terriccio dove parcheggiano le auto prima del guado”
“Ho una Fiat Panda rossa”. “Tu che macchina hai?”
F: “Volkswagen Polo blu”
A: “Fammi uno squillo appena esci dal Centro Commerciale poi fammene un altro appena arrivi alla rotonda di Arborio. Io ti aspetto all'ingresso al campo da rugby poi andiamo insieme al parcheggio”
F: “Ma sei di Arborio?
A: “Si, ovvio”
F: “Quindi sai che sono pure io di Arborio?”
A: “Certamente sennò non dicevo di trovarci alla cava”
F: “Ok, ci vediamo dopo”
A: “Però ho poco tempo”
F: “Non importa. Ok, ciao”.

Il resto del pomeriggio sembrò ad entrambi interminabile.
Alle 21 Fabio fece uno squillo via whatsapp ad Andrea.
“Sto uscendo ora”
F: “Sono alla alla rotonda di Corso Umberto. Arrivo”
A: “Ok fai come ti ho detto. Io ti aspetto al campo sportivo poi andiamo insieme al parcheggio”

Era già buio e Fabio percorse le poche centinaia di metri, come chiestogli, seguito dalla Panda rossa del giovane. Andrea scese dall'auto ed avvicinandosi all'auto di Fabio si sbottonò immediatametne i pantaloni ed iniziò a masturbarsi, si avvicinò a Fabio continuando a masturbarsi e ancor prima che questi potesse uscire dall'auto il pischello schizzò sul finestrino, lato guida, mentre Fabio osservava muto e sbigottito.

Andrea corse verso la sua auto e sgommando se ne andò velocemente. Fabio tentò di seguirlo ma desistette subito perché non poteva andarsene in giro con un finestrino ricoperto di sperma.

Poco più tardi l'i-phone di Fabio vibrò:
A: “Scusa andavo di fretta”
F: “Me ne sono accorto!”. “Ma ti sembrano cose da fare?”
A: “Ti sei arrabbiato? “Ti ho fatto schifo?”
F: “Mi sei sembrato un po' strano”
A: “Non potevo star fuori a quell'ora, sono uscito di casa di nascosto dai miei”... “Quando hai il tuo giorno libero?”
F: “Mercoledì”. “Dopodomani”
A: “Ci vediamo alle 16 nello stesso posto?”
F: “Se non mi sborri sull'auto si”
A: “Ah ah ah”. “Sei troppo figo, e pure simpatico!”
F: “Sicuro di non dover chiedere il permesso ai tuoi per uscire di casa?”
A: “Sono adulto e vaccinato, posso fare quel che voglio, basta solo avvisare che esco”
F: “E perché stasera non hai avvisato?
A: “Sono stato indeciso fino all'ultimo se incontrarti o meno”... “Avevo paura che volessi picchiarmi per quello che ho fatto in negozio”
F: “Tranquillo io non picchio nessuno”
A: “Devo portarlo io il preservativo?”
F: “???”. “Preservativo?”
A: “Non vuoi scoparmi?”
F: “No”
A: “Marco mi ha detto che scopi da Dio e che hai un cazzo perfetto da attore porno, vorrei vedertelo e toccartelo pure io e... perchè no, farmi scopare da te. Sembri un vero toro da monta!”
F: “Quindi conosci davvero bene Marco?”
A: “Si, molto bene”
F: “Ci hai già scopato con lui?”
A: “Si” … “Più di una volta”
F: “Quando l'ultima volta?”
A: “Sabato notte a Milano in hotel”
F: “Interessante” … “Io non lo sento da mesi”
A: “Lo so. E' dispiaciuto anche per questo”
F: “Veramente è lui che non mi cerca più”
A: “Si lo so. Dice che gli fa male vederti perché quando ti è vicino si sente a disagio perché tu ti ostini a voler fare l'etero mentre lui desidera ardentemente far sesso con te”
F: “IO SONO ETERO. Cazzo!” … “NON, VOGLIO FARE L'ETERO... PUNTO E BASTA!”
A: “Si ma scopando con lui hai goduto e non ti è dispiaciuto sborrargli in bocca”
F: “Minchia! Pure questo ti ha raccontato!
A: “Si”
F: “C'è altro che devo sapere?”
A: “Si, un sacco di altre cose ma ne parliamo mercoledì pomeriggio”
F: “Ok mi appunto un memo: mercoledì ore 16, Andrea”

Fabio divenne triste ed imbronciato.
Quelle poche righe lo avevano turbato. Rivangare i tempi felici trascorsi con Marco lo aveva messo di malumore. Marco gli mancava da morire ma non era in grado di gestire quella loro strana amicizia.
Ripensare a lui gli aveva messo addosso una gran voglia di abbracciarlo, di coccolarlo, di avvicinarlo contro il suo corpo nudo per sentire meglio il contatto fisico, non solo, il suo membro si risvegliò improvvisamente ed ebbe una incontenibile erezione che non voleva saperne di cessare... Allungò la testa oltre la porta dell'attiguo reparto donna:
“Scusa Lara, mi puoi sostituire un momento che devo andare in bagno?” “Certo!”
Fabio si sbottonò i jeans con rabbia e frenesia. Li abbassò fino a metà gamba, abbassò quindi anche il boxer ed iniziò a masturbarsi seduto sulla tazza del cesso, e per la prima volta si segò pensando a Marco in attesa di ricevere il suo gran cazzo in tiro. Con gli occhi chiusi riviveva la scopata di molti anni prima ed in pochissimo tempo sborrò liberandosi finalmente di quel fantasma che improvvisamente era riapparso nella sua vita. “'Fanculo Marco... Questa sborra era tutta per te! Porco “Beep”.

Mercoledì sia Fabio che Andrea si sentivano nervosi come prima di un esame.

Fabio era nervoso perché parlare di Marco gli metteva ancora ansia ed agitazione e poi perché sapeva che, per quanto lui cercasse di raccontarsela, Marco era stato l'unico vero amore della sua vita, anche se impossibile. L'unica persona che lo aveva capito veramente, l'unico che lo accettava per quello che era senza cercare di forzarlo e senza cercare di cambiare il corso della sua vita...
Beh, forse no, Marco si ostinava a ripetere a Fabio che non era Etero, che avrebbe dovuto accettare di sentirsi attratto da lui ma gli ripeteva fino alla nausea anche: “Non diventarmi però completamente Gay che io di un amico gay non so che farmene. Qua di gay ci basto io! Tu fai l'uomo ed io la donna”.
Marco era l'unico maschio che Fabio desiderava poter ricambiare, amandolo fino alla morte, se solo avesse saputo farlo, se solo non si fosse sentito ancora perdutamente attratto dalle donne e se solo non fosse rimasto immutato il suo bisogno di costruirsi una famiglia con una donna accanto.

Andrea, nel suo piccolo, era agitato perché, dopo aver ascoltato le confidenze di Marco, non vedeva l'ora di conoscere personalmente quel suo caro vecchio amico e, se possibile di poter farsi scopare ed assaggiare il buon sapore della sua sborra calda.

Marco e Andrea si erano conosciuti due anni prima in un locale gay di Milano.
Apericena e poi Disco.
Uno di quei locali all'aperto che in estate attira clienti da tutto il Nord Italia.
Si entra in discoteca al pomeriggio, si spizzica qualcosa al buffet e poi musica “finocchia” con tutte le icone della gay-dance, tutte le “Dancing Queen” riempi pista che fanno urlare come delle pazze le finocchie più convinte così come i simpatizzanti gay-friendly.
Raffaella Carrà, Madonna, Lady Gaga, Ricky Martin, Diana Ross, Britney Spears ecc ecc.

Biondo, Taglio di capelli anni '60 asimmetrico con rasatura cortissima sopra le orecchie e capelli lunghi sulla nuca con riga da parte accentuata da un abile colpo di rasoio e ciuffone da un lato.

Andrea indossava camicie strette color pastello con fiorellini in stile Holly Hobbie. Indossava pantaloni di cotone strettissimi che tanto stringevano i testicoli che un movimento troppo brusco avrebbe potuto fargli venire la voce bianca! Come tutti i giovanissimi della sua età portava i pantaloni arrotolati fin sopra la caviglia, senza calze e con le caviglie sempre color rosso porpora a causa del rigido freddo invernale e scarpe New Balance di colore blu o verdi.

Fu avvicinato da Marco che gli offrì un drink. Poche chiacchiere di circostanza e ben presto si trovarono a scambiarsi saliva con un appassionato bacio alla francese.
Marco gli chiese se avesse voluto seguirlo in hotel, Andrea accettò.
Lungo il tragitto Marco palpò gentilmente la gamba di Andrea, questo senza troppi complimenti prese la mano e la poggiò direttamente sul suo pacco già gonfio.
In hotel, appena varcata la porta, iniziarono a spogliarsi freneticamente desiderosi di passare subito all'azione.

Andrea era completamente glabro. Un ciuffetto di peli poco più scuri rispetto ai suoi capelli biondo cenere faceva capolino sull'inguine proprio sopra all'attaccatura del pene ma, benché i peli fossero già lunghi, il ciuffetto spiccava per la sua forma compatta circondata da un corpo bianco come il latte.
Nonostante la giovane età aveva già un bel fisico muscoloso, modellato da mesi e mesi di palestra.
Senza troppi convenevoli guardò il cazzo di Marco e gli disse:
“Che fai? Mi scopi?”. “Il preservativo ce l'hai?”
Non andava troppo per il sottile il ragazzino che aveva una gran fretta di bruciare le tappe della sessualità adolescenziale.

M: “Come vuoi bello, però prima mi devi un po' coccolare” … “A me piacciono le coccole”
“Conosci il termine inglese “Petting?”
A: “No”
M: “Tecnicamente è l'atto di accarezzare un cucciolo teneramente”...
“Un tempo avevo un caro amico etero, il mio amico del cuore, che, per quanto non desiderasse fare sesso con me, perché non era pronto a passare sull'altra sponda, adorava però accarezzarmi, abbracciarmi e coccolarmi” “Lui sapeva fare il miglior petting che io abbia mai ricevuto” “Nessun maschio gay è mai stato capace di farmi provare i brividi di piacere che mi provocavano le sue morbide carezze ed i suoi dolci abbracci etero”.
A: “Ma dai!”... “Se per questo, io ne sono sicuramente capace”.
M: “Ok, se riesci a farmi provare i brividi di piacere che mi faceva provare Marco ti regalo 100 euro e poi faccio tutto quello che vuoi te... Ci stai?”
A: “Certamente”... “Ci sto'”.

Non fu facile far rilassare Marco che, con un pizzico di pregiudizio aveva inquadrato e giudicato Andrea troppo giovane per poter saper già fare un buon “petting”.
A Marco non piacevano i maschi troppo “easy”, quelli che ancor prima di guardarti in faccia ti guardano il pacco e, constatato che è sufficientemente voluminoso si mettono col culo all'aria in attesa di esser penetrati... Troppo facile, troppo scontato ed anche un po' trash.

A Marco piacevano i maschi che opponevano un pochino di resistenza, che si facevano desiderare, che apprezzavano le attenzioni ma senza per questo dichiarare di essersi innamorati dopo solo mezz'ora di su e giù, dentro e fuori.

Di maschietti disposti a tutto Marco ne aveva conosciuti tantissimi ma di nessuno di questi si ricordava il nome. A lui piacevano le sfide impossibili, i casi da clinica, quelli psicologicamente un po' disturbati che avevano bisogno di una guida spirituale...
A Marco, inconsciamente, piacevano i ragazzi che gli ricordavano Fabio!

Andrea, nonostante la giovane età, si rivelò sin da subito un ottimo seduttore.
Si adagiò vicino a Marco e guardandolo dritto nei profondi occhi scuri iniziò a giocare con i suoi morbidi capelli ancora ben presenti, che non davano cenni di cadute.
Si sedette sul suo ventre e strofinando i glutei contro il cazzo che iniziava ad indurirsi iniziò a leccargli il collo, le orecchie, le labbra, la barba.
Gli stringeva forte i capezzoli, li succhiava, scendeva fin sull'ombelico facendolo saltare con scatti involontari ogni qual volta gli leccava il fegato o la milza... Quelli erano punti talmente sensibili da fargli provare piacere e dolore al tempo stesso. Fu poi la volta dell'inguine, le cosce ed infine il cazzo in tiro.
Marco lo pregò di attendere ancora un po' prima di prenderlo in bocca. Andrea quindi si distese sopra di lui cingendolo in un forte e caldo abbraccio e rimasero abbracciati a lungo.
Per quanto la prima impressione fu ben diversa, Andrea si rivelò essere un vero e proprio “pet”. Un piccolo cucciolo desideroso di dare e ricevere coccole. La sua irruenza sessuale era solo una maschera.
L'affiatamento tra i due fu immediato. Marco gli confessò di desiderare ardentemente di scoparlo ma di preferire rimandare al prossimo incontro... Se avesse resistito, allora lui sarebbe potuto diventare il suo maestro zen e lo avrebbe ricoperto di coccole, massaggi, sesso e soldi.

Andrea accettò la sfida, si rivestì e si fece riaccompagnare all'auto.
Si rividero il Sabato sera successivo.
Si incontrarono direttamente nello stesso hotel.
Marco lo aspettava in accappatoio sorseggiando un bicchiere di “El Dorado Vintage 1986”.
Andrea lo baciò sulle labbra e sentì che la sua bocca sapeva di buono quindi si leccò le labbra subito dopo il bacio di benvenuto.
Marco sorseggiò un altro po' di rum e poggiando le labbra su quelle di Andrea gli fece assaggiare quella preziosa rarità...

M: “Non prenderci gusto però amico. Questo è rum da 800€”
“E poi devi guidare per tornare a casa”
“A proposito dove abiti?”
A: “Piemonte”
M: “Ah si? Anche io arrivo dal Piemonte. Dove esattamente?
A: “Arborio”. “Un piccolo paesello sperduto tra le risaie in provincia di Vercelli”. “E' da lì che arriva il riso Arborio!”... “Per caso lo conosci?”
“Huugghhh”.... A momenti Marco si strozza e soffoca quando il sorso di rum gli scende di traverso.
M: “Se lo conosco?” “Io sono nato e vissuto fino non molti anni fa ad Arborio” “... Ma quanto è piccolo il mondo!” “Magari è capace che io a te ti ho pure visto in spiaggia bambino giocare con i tuoi genitori”

Si scambiarono confidenze su chi potessero conoscere in comune e quando Andrea citò la via in cui viveva, a Marco venne quasi un colpo... “Via Marconi xy” [via di fantasia realmente esistente da Arborio, ndr]
M: “Ma come Via Marconi xy?” … “Quanto cazzo è davvero piccolo il mondo?” “In Via Marconi ci abita il mio miglior amico d'infanzia”... “Conosci un certo Fabio Ferraris?” [cognome di fantasia, ribadiamolo, ndr]
A: “Non saprei. Ad Arborio di Ferraris ce n'è un fottio!”

Nonostante le accurate descrizioni Andrea non riuscì a capire chi fosse quel ragazzo che abitava in fondo alla strada di casa sua, ed amico di Marco.
A: “Ma dimmi com'è che lo hai conosciuto questo tuo amico e com'è che hai scoperto di esser gay?”

Con pazienza e con una frenetica voglia di raccontare da parte di Marco e di ascoltare da parte di Andrea, trascorsero l'intera serata parlando di Fabio, fino a notte fonda, accarezzandosi, sfiorandosi, palpandosi ma senza mai spingersi oltre alle semplici coccole.

M: “I tuoi sanno che sei a Milano?”
A: “Si gli ho detto che sono in discoteca con gli amici universitari e che stanotte mi fermerò a dormire a casa loro”
M: “Ma i tuoi sanno che sei gay?”
A: “Mia madre e mia nonna si. Mio padre e mio nonno non ancora”
M: “Ma ti coprono?”
A: “Si”
M: “Quindi sanno che stasera sei a Milano a finocchiare?”
A: “Ah ah ah” … “Si lo sanno, ma credono davvero che mi fermerò a dormire dai compagni. Ogni tanto mi ospitano quando ho esami o lezioni importanti anzichè fare il pendolare”.

Quando Marco iniziò a raccontare al giovane amico come riuscì a rubare del sesso all'amico Fabio, Andrea si eccitò da morire... Volle conoscere tutti i particolari, circonferenza e lunghezza del cazzo, peli, gusti e modi.
La descrizione era così invogliante che gli venne voglia di conoscerlo e, perché no, di esser scopato.

Si eccitarono entrambi così dopo aver a lungo limonato ed essersi accarezzati e leccati a vicenda, Andrea gli infilò il preservativo, si sedette sul cazzo durissimo di Marco e si fece penetrare in quella posizione.
Fu una notte di fuoco.
Ogni volta che uno dei due si svegliava si abbracciavano, si toccavano e si menavano il cazzo che immediatamente si induriva.
Scoparono nuovamente appena svegli e, di incontri amorosi come quello ne seguirono molti altri.

Andrea era diventato l'amante fisso di Marco nonché il tramite per poter avere notizie di Fabio.

Quando Marco rivelò ad Andrea che Fabio lavorava presso il centro commerciale XY, il ragazzino iniziò a pedinare Fabio, compatibilmente con i suoi impegni universitari.
Tutto premeditato. Marco gli dava i soldi per la benzina, per potersi spostare fino al centro commerciale e Andrea si eccitava osservandolo di nascosto, col naso appiccicato alle vetrine, mentre Fabio era al lavoro.
A volte lo seguiva a distanza anche in paese, sperando di vederlo qualche volta scendere al fiume, così da avvicinarlo in tutta sicurezza lontano da occhi indiscreti ma, non ci fu ancora occasione.

Nel primo pomeriggio il cellulare di Fabio vibrò più volte.

Andrea: “Ciao Fabio. Ci sei?” “Ti ricordi che oggi abbiamo appuntamento alle 16?” “Io non vedo l'ora di rivederti e trascorre qualche ora con te”
F: “Da come scrivi sembra che mi conosci da sempre”
A: “Quasi” … “Ormai di te so quasi tutto” “Mi hai incuriosito... Non vedo davvero l'ora di conoscerti”. “Io sono già nel parcheggio. Sono arrivato in bici. Ti sto aspettando”
M: “Dammi 2 minuti... Arrivo pure io!”

Fabio arrivò con il vecchio scooter che anni prima aveva trasportato anche Sandra o Marco.
Mentre Fabio metteva in sicurezza il casco i due si osservarono con aria interrogativa quindi Andrea decise di rompere il ghiaccio:
“Ciao”. “Io sono Andrea, l'amante di Marco come già sai”... “Posso abbracciarti?”
Nel sentire l'espressione “l'amante di Marco”, Fabio sgranò gli occhi.
F: “Bah! Se proprio devi...”
A: “Voglio! … Non devo!... Questo te lo manda Marco”
Andrea si arrampicò lungo il collo di Fabio e gli regalò un forte abbraccio che creò un pizzico d'imbarazzo.
A:“Ti va di farci una camminata sulla strada lungo il fiume?”
F: “Ok, per me va bene”

Camminarono lentamente, senza fretta, chiacchierando intensamente e, senza rendersene conto, si trovarono alle porte di Ghislarengo nel punto in cui la sterrata di sponda destra incrocia l'inter-poderale che dai campi coltivati porta verso il ponte ferroviario di Carpignano.
Svoltato sulla destra verso il fiume, Andrea suggerì di girare ancora a destra lungo la mulattiera in cui i giovani si trovavano con le moto da cross girando intorno ad un piccolo circuito da motocross.
Là c'erano alcune panchine improvvisate su cui sedersi in pieno isolamento, lontani da occhi indiscreti.

F: “Vedo che sai il fatto tuo Andrea!”... “Non dirmi che qua ci porti i tuoi amichetti per spompinarli o per farti scopare”.
Andrea improvvisò un radioso sorriso malizioso sollevando un ciglio in segno di approvazione.
F: “Già, ma io non sono uno dei tuoi innocenti amichetti in piena esplosione ormonale adolescenziale”... “Quindi?”

Andrea era davvero pieno di se. Il suo ego volava alto e ne aveva ben donde dal momento che non gli mancava nulla...
Fisico asciutto ma perfettamente muscoloso/palestrato dentro i suoi 177 centimetri, bell'aspetto fisico, viso ovale con perfetta proporzione tra fronte larga e spaziosa e mandibola più stretta con profili e mento non troppo pronunciati ed arrotondati. Naso pronunciato ma non eccessivamente grosso. Ciuffone biondo che dalla parte destra della nuca si sollevava alto per ricadere sul lato sinistro del viso.
Pochi peli e barbetta appena visibile anche per via del colore biondo.
Nonostante l'età post-adolescenziale, sul viso non aveva segni di acne o brufolame vario.
Dava segno di esser molto più maturo rispetto alla sua età anagrafica e fisicamente dimostrava già almeno 21/23 anni benché ne avesse soltanto 19.
Ben colto, quindi apparentemente intelligente, ben informato sulle cose di mondo e sull'attualità, si vantava di conoscere molte persone importanti giacché introdotto nella società milanese che conta da quel Marco di cui era l'amante ormai da almeno due anni.

Dal canto suo anche Fabio non aveva nulla da invidiare al giovane ragazzotto...
Dall'alto dei suoi 187 centimetri svettava sufficientemente rispetto alla media dei ragazzi che frequentava, decisamente più bassi di lui.
Occhi nocciola chiaro, lucidi, brillanti e penetranti con un'iride radiosa che sembrava riprodurre i colori dei petali di un fiore e che risaltavano ancor di più su di un viso olivastro, sempre abbronzato al punto giusto, con tanto di barbetta incolta ma mai eccessivamente lunga.
Portava, su entrambi i lobi delle orecchie, piccoli orecchini a cerchio che gli conferivano un'aria più selvaggia e dannatamente sexy.
Sorriso radioso con denti bianchissimi. La cura dei quali, era il suo chiodo fisso. Fabio odiava presentarsi ad un appuntamento con una ragazza con il fiato pesante o con l'alito cattivo e a tal proposito era diventato un maniaco di alimentazione pro-biotica, sana e naturale.
Non fumava per scelta personale, anche per questa ragione.
Era consapevole dei danni che il fumo provoca alla salute ma soprattutto ai denti, conferendogli uno sgradevolissimo colore giallognolo che sa di sporco, inoltre non gli piaceva neppure il sapore e l'odore del fumo così come pure quello del caffé.
Unica concessione non particolarmente salutistica, le birre stout cui non sapeva resistere.
Di tanto in tanto si concedeva anche qualche super alcoolico ma senza mai esagerare.
Capelli leggermente mossi, scuri e selvaggiamente arruffati, da quando lavorava nel centro commerciale, più curati e pettinati con un taglio leggermente asimmetrico con riga accentuata sulla destra ma con ciuffo mosso all'indietro e cenno di doppio taglio dietro alla nuca.
Benché molte sue amanti avessero tentato in tutte le maniere di convincerlo a sfoltirsi leggermente le sopracciglia, o quantomeno i pochi peli tra le due sopracciglia, Fabio non si fece mai tentare da quella che considerava una pratica da “finocchi”. Lui era orgoglioso dei peli del suo viso, ivi incluse le sopracciglia che, folte e sode contribuivano a far risaltare meglio i suoi brillanti occhi biondi, così com'era orgoglioso dei peli del suo corpo che, ben distribuiti, gli conferivano un piacevolissimo tocco virile senza che, tuttavia, potesse sembrare peloso come uno scimpanzè.
Fisico scolpito, con bei bicipiti e pettorali ampi, forse peccava un pochino in quadricipiti non avendo mai giocato a calcio ma, con i suoi 77 chili di peso poteva vantare un fisico asciutto e senza presenza di grassi di troppo, grazie anche all'abitudine consacrata di dedicare ogni mattina, almeno mezz'ora ad esercizi motori a corpo libero, addominali e pesi.
Labbra carnose e voluttuose. Erano il vero punto di forza del suo viso. Lo sapeva bene Fabio e lo sapevano altrettanto bene le sue numerose amanti/amiche che adoravano mordicchiarle durante le prestazioni limonatorie... Quante battute maliziose aveva fatto Marco a proposito delle sue labbra monumentali!

“Con quelle labbra manderesti in estasi anche l'uomo più restio a farselo succhiare da un altro uomo. Pagherei per poter esser succhiato da te ma, soprattutto, pagherei per poter esser succhiato da quelle tue splendide labbra carnose... Chissà che pompini imperiali che faresti! Pensaci Fabio... Con quelle labbra ti ci potresti arricchire!” “Posso dirtelo Fabio? Le tue sarebbero le VERE labbra da pompinaro!”

Marco non si lasciava mai fermare da un rifiuto da parte dell'amico. Sapeva di avere poche possibilità di convincerlo a passare sull'altra sponda ma, di tanto in tanto amava saggiare la sua resistenza o il suo livello di “gaizzazione”.

Come ogni gay che si rispetti, col passare del tempo e, con la presa d'atto che a lui le donne davvero non piacevano affatto, oltre al radar gay per poter individuare i gay presenti nel suo raggio d'azione, Marco aveva inventato ed affinato pure il “gaiometro”.
Sin dai tempi della scuola superiore, Fabio e Marco si divertivano da morire ad etichettare tutti i conoscenti.
Quando camminavano per strada, Fabio dava ad alta voce un voto da 1 a 10 a tutte le ragazze che incrociavano. Senza aggiungere nulla che potesse far capire il significato del loro codice segreto, Fabio si pronunciava: 10, (mmmm... sottovoce), 9 e via discorrendo ma, quando il numero era piuttosto scarso, da 1 a 3, questi si guardavano con aria complice ed un po' schifata e scoppiavano a ridere.

Il codice di Marco invece, era più complesso.
Non riguardava l'aspetto e la prestanza fisica dei maschi ma, quella che lui pensava potesse essere la percentuale di potenziale“gaiezza”, da 1 a 100, dell'interlocutore.
Ovviamente un 100 era un etero inscalfibile.
Un 90 era un etero che forse, con un po' di fortuna, avrebbe potuto farsi trastullare un po' il pisello. Un 80, un etero che non avrebbe saputo rifiutare un pompino. Un 70, un etero represso che con un po' di convincimento avrebbe potuto, di tanto in tanto fare una capatina sull'altra sponda. Un 60, un finocchio represso che vuole fare l'etero ma che se lo convinci a lasciarsi andare non ti chiede di incularti ma è lui stesso a mettersi a 90 tanto è frocio dentro. Sotto il 60 si entrava nelle 50 sfumature di gay, dal più represso al più manifesto.

Ovviamente il codice riguardava i maschi eterosessuali, o almeno presunti tali, non riguardava i gay, anche perché all'epoca ad Arborio non c'erano altri gay all'infuori di Marco, o almeno non noti come tali perché, in realtà, secondo Marco di gay papabili ce n'erano almeno una mezza dozzina, tolti quelli che si erano già fatti fare una sega o un pompino da lui.

Fabio era un 70 e a nulla servivano le sue pressioni perché l'amico rivedesse il suo giudizio e lo promuovesse almeno ad un 80.

Durante la camminata tra Arborio e Ghirlarengo, Fabio chiese ad Andrea di raccontargli tutto su Marco.
Era morbosamente curioso di sapere com'era, cosa faceva, chi era diventato e, sentir parlar di lui gli faceva brillare gli occhi, gli apriva il cuore e gli illuminava il viso.
Andrea osservava compiaciuto le labbra carnose di Fabio seguendo i suoi aggraziati movimenti, eccitandosi immaginandole poggiate sulla sua cappella bollente.
Nei rapporti con Marco, Andrea era versatile. Dava e riceveva perciò la sua fervida immaginazione, in alternativa, lo portava ad immaginare anche la sua di bocca su quello che sapeva essere il cazzo di tutto rispetto di Fabio.

“Quindi?” Ribadì ancora una volta Fabio... “Che mi ci hai portato a fare qua su queste panchine”... “Non mi hai ancora risposto!”.

Andrea era già da un pezzo in preda ad una vera e propria esplosione ormonale.
Sin dall'istante in cui Fabio ripose il casco mettendo in bella mostra un culo perfettamente tondo e ben pronunciato, Andrea ebbe una incontenibile ed incontrollabile erezione.
Parlava di Marco ma pensava a Fabio.
Immaginava cosa avrebbe potuto fargli per renderlo felice ma soprattutto, cosa Fabio avrebbe potuto fare per render felice lui.

“Scommetto che stai pensando che da un momento all'altro ti chiederò se vuoi fare sesso con me” disse Andrea.
F: “Si”. “Lo stavo pensando”.
A: “... E cosa te lo farebbe credere?”
F: “Te lo si legge limpido in faccia e nel corpo”.
A: “Non dirmi che ti sei accorto che sono in tiro?”
F: “Con quei pantaloni strettissimi? Non inganneresti nessuno, salvo che tu non ti sia portato in tasca una banana per fare merenda”.
A: “Ah ah ah”. “Ah ah ah”. “Ah ah ah”.
A: “Cazzo Fabio, sei anche spiritoso”... “Marco mi aveva avvisato”. “Occhio che Fabio è molto ironico”.
F: “Quindi tutto questo era già stato pianificato con Marco?”
A: “Si”
A: “Però hai notato che ho il pisello in tiro”... “Quindi?”
F: “Cos'è vuoi fare il galletto con me?”
A: “No... Quindi?”
F: “Quindi, non hai ancora risposto alla mia domanda!”. “Tutto questo era già stato pianificato con Marco?” Ribadì Fabio.
A: “Si”. “Ti avevo già risposto”.
F: “Si, ma con me i monosillabi non funzionano”
F: “Io non mi accontento di un semplice si”... “Non hai nulla da aggiungere?”
A:“Guarda”... “Ormai è da settimane che Fabio mi sta' a centrifugare i coglioni con sta storia della vostra vecchia amicizia”... “So che hai 22 centimetri di un cazzo perfetto con leggerissima curvatura a sinistra, che si scappella completamente quando è in piena erezione, lasciando intravvedere la tua bella cappella lucida e scura. “So che ami più di ogni altra cosa al mondo esser abbracciato e coccolato, che ti piace farti accarezzare come un cucciolo e so cosa significa la parola inglese “petting”. “So che con Sandra, quando facevate sesso, ti piaceva farti portare “up to the bumper” per poi interrompere il coito sull'orlo dell'eiaculazione e rimandare il momento dell'acme”. “So che ti piace chiamare l'eiaculazione “sborrata” perché la fa sembrare una cosa più porca, più maiala e più schifosamente bella” … “E so pure che, PORCO “BEEP” bestemmi quando sborri ed ora devi lasciarti fare un pompino! Porca “Beep”.

Sgranando gli occhi in segno di stupore, Fabio si irrigidì quando sentì che Andrea gli stava già slacciando la cintura e si apprestava a sbottonargli i pantaloni.
“Hey, hey, hey” “Vacci piano ragazzino”” “Cosa ti fa credere che io ci sto'?”
“Nulla! Fabio, ma a questo punto, che tu ci stia o che tu non ci stia, a me non me ne fotte un cazzo!” “Ora mi prendo anch'io quello che mi spetta!”
F: “Quello che mi spetta? Non sarai un po' presuntuoso?”
A: “Guarda... Voi due mi avete letteralmente rotto il cazzo con la vostra strana storia d'amore di innamorati senza palle... Tentennando non si arriva da nessuna parte... Ora ti faccio vedere io come si fa a prendersi quello che si vuole!”

Mentre parlavano Andrea continuava a sbottonargli i pantaloni anche se con molta fatica perché Fabio non voleva saperne di alzarsi in piedi per farseli meglio abbassare e poi perché cercava di porre un minimo di resistenza.
A: … “Piantala Fabio di fare il bambino”. “Qua tra i due, il bambino sono io e non te”. “Se non mi vergogno io, non vedo perché dovresti farlo tu”...
F: “Non mi sto affatto vergognando”... “E' che la cosa non mi sta facendo eccitare” “To' guarda!”
Fabio si alzò in piedi, si abbassò il jeans fino a metà gamba ed abbassando leggermente il boxer tirò fuori un pisello che, già da molle prometteva divertimento sicuro, ma non si drizzava”
F: “Contento?”
A: “Si”
F: “Quindi?”
A: “Quindi ci penso io!”

Andrea si inginocchiò ai piedi di Fabio e, guardando verso l'alto, dritto nei suoi occhioni biondi, aprì la bocca ed accolse il pisello moscio in un avvolgente ed umido massaggio che in pochissimi secondi trasformò il suo membro da timido pesciolino rosso in carpa adulta.
Appena il membro fu completamente duro, Andrea si scostò per osservare da vicino quel famoso cazzo di cui Marco aveva tessuto innumerevoli lodi e... Si. Davvero monumentale, pensò il pischello.
Continuando a guardarlo dritto negli occhi, dal basso verso l'alto, Andrea alternava umide slinguate ad abili lavori di labbra senza tuttavia privarsi di lavorare anche con le mani con le quali avvolgeva il cazzo lucido di saliva masturbandolo velocemente fin quasi a farlo sborrare mentre, con la bocca aperta e la lingua protesa verso l'asta, attendeva i caldi schizzi in bocca ed in faccia.
M: “Piano, piano ragazzino” “Non vorrai farmi sborrare così velocemente senza avermi prima accolto dentro di te?”
A: “Hummmm Fabio!” “Intendi dire che mi vuoi scopare?” "Bè a questo punto tanto vale passare alla fase successiva, però, non qua alla potenziale vista di tutti... Conosci un posto sicuro più appartato?” “Oh si se lo conosco, oltre quei salici c'è una radura erbosa circondata da Reynoutrie Giapponesi”. “Là non ci vedrà nessuno!”

F: “Rey che? “Reynoutrie Giapponesi... Sono quei maledetti cespugli con canne e foglie a cuore dove ci si infratta al fiume, hai idea?” “Ah capito” “Che sei pure naturalista?”
A: “Si, esperto di uccelli!”
F: “... Prevedibile e scontato”
A: “Va beh ribadirlo non guasta mai!”

Giunti nella radura Fabio restò immobile ad aspettare che il ragazzino riprendesse da dove aveva lasciato.

F: “Quindi?”
A: “Oh! Madonna, ma non sai dire altro?”
F: “Si, che sto aspettando che tu finisca di fare quello che hai lasciato a metà”
A: “Ti posso prima abbracciare?”
F: “ Siamo già così intimi?”
A: “No, ma mi piacerebbe lo fossimo!”... “Marco mi ha sempre detto che ti piacciono gli abbracci”

Fabio alzò le spalle tirando su un sopracciglio in segno di indifferenza... “Fai come credi”

Andrea si mise in punta di piedi, lo cinse in un forte abbraccio e poggiando la testa tra spalla e collo iniziò a strofinare la guancia sulla sua morbida barba mentre con una mano iniziò a massaggiargli il pacco stringendo forte. Attraverso il jeans, il pisello stimolato dolcemente tornava barzotto ma senza fretta.

Quando Andrea fu soddisfatto, si inginocchiò e cingendogli, apprezzando libidinosamente, le chiappe sode, iniziò a mordicchiare il jeans ed il pisello in ulteriore indurimento.
Sbottonò rapidamente il pantalone accompagnandolo fino alle caviglie, abbassò il boxer e tornò a baciare, slinguare e succhiare il cazzo ormai nuovamente durissimo... Gli succhiava la cappella come fosse una gigantesca cannuccia, in attesa che dall'uretra giungesse l'attesissimo liquido, pompato fuori rapidamente dai suoi generosi risucchi... Più succhiava e più Fabio iniziava a respirare intensamente a bocca spalancata, ansimando rumorosamente, e lasciandosi finalmente andare al godimento.

Come prima, tornò a stringere con forza e con entrambe le mani, quell'asta che, svettava da un piacevolissimo ciuffetto di peli che, più corti, ma ancora fitti si protendeva in linea retta fin sull'ombelico. Riprese quindi a masturbarlo velocemente.

F: “Non così forte! … Mi farai venire troppo in fretta!” “Dai, ora girati che ho voglia di scopare”. “Il preservativo ce l'hai?”. “Si certo, eccolo”

Tirò fuori dalla tasca un goldone e, come insegnatogli da Marco lo poggiò sulle labbra e lo srotolò con la lingua sull'asta lucida riprendendo a fargli un generoso pompino.

F: “Basta dai... Voglio scoparti”
A: “Si, però non venirmi dentro, voglio bere il tuo latte e sentire il tuo sapore”. “Marco dice che hai una sborra buonissima”
F: “Marco direbbe che è buona qualunque sborra. A lui basta bere”
A: “Basta parlare... Sfondami il culo! Ti voglio tutto dentro”

Fabio fece un cenno di approvazione e senza dire nulla si adagiò sulla schiena dell'amichetto che, a quattro zampe, con le mani appoggiate su di un albero abbattuto, gli mostrava un ano depilato che prometteva di opporre poca resistenza alla penetrazione. Senza troppi convenevoli, con un solo forte colpo di reni, fu dentro di lui fino in fondo...
Al contrario della prima volta di Marco, Andrea era già avvezzo alla penetrazione. Per Fabio fu quindi assai facile iniziare a prendere un rapidissimo ritmo frenetico dentro e fuori, dentro e fuori. Stop!
Dentro e fuori, dentro e fuori e Stop! Altra brevissima pausa per non venire troppo presto e via a ricominciare.

Andrea ansimava rumorosamente ed alla terza ripresa iniziò ad ansimare anche Fabio che, dall'inizio della scopata, aveva cercato di mantenersi asettico per non dar soddisfazione al giovane presuntuoso o forse per simulare il suo distacco nei confronti di un rapporto così dannatamente omosessuale.

Appena Fabio fu completamente rilassato e coinvolto iniziò ad abbracciare da dietro il giovane Andrea stringendolo con un forza crescente e tanto più aumentava la forza dell'abbraccio e tanto più rumorosamente godeva, respirando affannosamente a bocca spalancata, rantolando, mugulando e lasciandosi sfuggire qualche inaspettata esclamazione...

F: “Cazzo che bello!”
A: “Ohhh si”
F: “Sono tutto dentro”. “Ti bastano i miei 20 centimetri?”
A: “Bastano, bastano... Uhmmm Dai, non fermarti, spingili fino all'intestino!”
F: “Ohhhh siiii”. “Mo' ti inondo ragazzino!”. “Ahhhhhh”. “Ohhhhhhhhhhh”. “Huuuuuuummmmmmm”. “PORCO “Beeeep”

D'un balzo Fabio fu fuori da Andrea, sfilò velocemente il goldone e dando un paio di colpi su e giù sull'asta, sborrò abbondantemente sulla bocca del giovane che, rapidamente si era girato per non perdersi l'attesissimo coito. 10, 11, forse persino 12 fiotti di caldo sperma. I primi finirono ben oltre la bocca aperta di Andrea, contro i cespugli, poi Fabio abbassò verso il basso il cazzo, ancora durissimo quindi non facilmente reclinabile, così da poter meglio dirigere i rimanenti schizzi dritti nella bocca dell'assetato Andrea.

F: “Porco “Beep” che sborrata!”... “Era da un pezzo che non sborravo così tanto!”
A: “Era da un pezzo che non scopavi con un maschio!”
F: “La modestia e la presunzione vedo che sono il tuo forte”
A: “Giovane ma tosto ragazzo”... “Tu non sai ancora con chi hai a che fare... Io non sono un budino molle come Marco!”

Fabio fece per rivestirsi ma Andrea lo pregò di attendere.

A: “Noooo. Aspetta un attimo! … Ti rivesto io, voglio prima godermi un po' del tuo bel fisicaccio nudo”.

… E così dicendo, Andrea si riavvicinò al nuovo amico, leccò le ultime gocce di sperma che pendevano dall'uretra, mentre il pisello lentamente si ritirava. Gli leccò avidamente il pube peloso, quindi l'ombelico. Fu poi la volta dei muscoli pettorali, coperti da un leggerissimo velluto di pelo corto e morbido ma sufficientemente fitto, e dei capezzoli che mordicchiò e succhiò avidamente quindi, in punta di piedi lo cinse in un forte abbraccio.
Restando attaccato a Fabio, pelle contro pelle, abbassò le mani e cominciò a palpargli goduriosamente quelle natiche tonde e sode anch'esse ricoperte da una giusta quantità di pelo.

F: “Dai basta. Smettila” … “E' ora di andare”
A: “Cazzo Fabio, no, no, dai … Non ancora!”
A: “Vorrei prima leccarti il culo ... so fare un rimming che farebbe resuscitare un morto!”
F: “Un'altra volta magari, non ora ... Dopo che vengo mi passa la voglia”
A: “Quindi mi stai dicendo che... CI SARA' un'altra volta?”
F: “Non lo so... Vedremo”.

Si re-incamminarono verso Arborio.
Fabio non aveva nessunissima voglia di parlare, men che meno di quanto era appena successo ma Andrea lo incalzava con continue domande... Non se ne stava zitto un momento.

F: “Ma quanto cazzo parli? … Non sai proprio tenerla chiusa quella bocca?”
A: “No, a meno che tu non ci infili dentro qualcosa di grosso, allora si, la tengo ben chiusa”
F: “Troia!”
A: “Si, lo sono, e sono pure felice di esserlo”
F: “Ben per te … Non illuderti però! Con me non potrai fare quello che fai con Marco”
A: “Secondo me si” ...
A: “Marco dice che sei un 70 ma, ormai dovresti tender già più verso un buon 60” … “La scopata di prima può confermarlo”.

Quando Fabio sentì Andrea pronunciare il codice segreto del “gaiometro” di Marco, si fermò, guardò Andrea dritto negli occhi e, con aria interrogativa gli disse:
“Cazzo! Pure questo ti ha spifferato quel pettegolo?”
A: “Oh tranquillo, ormai a Milano il “gaiometro” di Marco imperversa ovunque tra i gay” … “Quando noi froce camminiamo da San Babila al Cordusio, ogni persona di sesso maschile che incrociamo viene immediatamente etichettata”.

Nonostante la malcelata indifferenza, Fabio volle avere ancora qualche ragguaglio sul suo caro vecchio amico...
F: “Visto che non riesci a tenere la bocca chiusa, tanto vale che tu mi dica perché, hai voluto vedermi e soprattutto, perché hai voluto fare sesso con me, pur essendo felicemente fidanzato con Marco”
F: “E poi, scusa … Possibile che Marco non sia geloso?”
A: “Oh si, Marco è gelosissimo ma a quanto pare non di te” … “Mi ha detto che, lui avrebbe fatto il tifo con tutte le sue forze perché oggi ci scappasse la scopata”
F: “Boh … Non ci sto capendo un cazzo! … Contenti voi...”
A: “E' un po' un casino. Marco è strano”
F: “Eh lo so. Conosco Marco sin da quando eravamo ragazzini, ho seguito tutte le sue paturnie e... A pensarci bene dovrei sapere quant'è complicato”
A: “Lo è Fabio, ma so per certo che Marco è, e non ha mai smesso, di esser innamorato di te”
F: “Si è allontanato da te perché non voleva forzarti a fare scelte di vita che avrebbero potuto turbare la tua stabilità psicologica” … “Marco mi ha sempre detto che è più che certo che anche te sei innamorato di lui ma... non solo non glielo confesseresti mai, ma non lo confesseresti neppure a te stesso.

F: “Tutti uguali voi finocchi”. “Presuntuosi … In più credete pure di saper psicanalizzare tutti quanti, soprattutto gli etero e ancor di più chi ha anche solo una piccola tendenza bisex... Eppure io non conosco nessun psicologo gay ma solo gay che vanno da psicologi”.

Andrea un po' accigliato: “Bella osservazione, quindi ne conosci molti di finocchi?”
F: “Ne ho conosciuti. Quando frequentavamo l'università, se l'appartamento che condividevamo io e Marco, non serviva a me per scoparmi le mie amiche, lo usava lui per scoparsi i compagni che rimorchiava in università o nei locali gay. Quindi capitava spesso che mi presentasse i suoi puttani di turno, come lui li chiamava”.

A: “Ci sei mai andato con lui nei locali gay?”
F: “Qualche volta. Un paio di volte sono andato con lui a fare l'aperi-cena in discoteca... Mi sembrava di esser entrato in un pollaio... Tra oche e galline starnazzanti … Erano più mascoline alcune donne completamente femminili che rimorchiavo in università che non le finocchie che mi civettavano starnazzando attorno, in quelle sottospecie di discoteche che in realtà erano un pretesto per dar modo a voi finocchi di infrattarvi tra divanetti, tendoni, dark room, cessi, giardini o altro... Se nelle discoteche etero si facesse tutto il sesso che si consuma nei vostri club, le avrebbero già chiuse tutte da un pezzo con tanto di denuncia per i titolari”

A: “Secondo me, te sei un po' misogino”
F: “Misogino addirittura?” … “Sicuro di conoscerne il significato?”
A: “Certamente, sennò non l'avrei detto” … “Secondo me tu odi le donne”.
F: “Oh si, odio le donne pettegole, odio le donne bacchettone, odio le donne tutte casa e Chiesa ma che lontano dai fornelli di casa si scopano i mariti delle loro amiche... Odio tutte le donne brutte dentro, così come odio alla stessa maniera gli uomini che si comportano male con le donne, che le violentano, che le uccidono, che le adulano per portarsele a letto e poi le mollano sedotte e abbandonate”.

F: “I sentimenti di odio sono parte della natura umana ragazzo, spesso la parola odio va a braccetto con la parola amore ma non per questo credo si possa dire che sono misogino”.

Così dicendo i due nuovi amici giunsero al parcheggio. Fabio aprì il lucchetto del casco e guardando Andrea disse:

“Quindi”?
A: “Ah già... E' la tua domanda preferita”
A: “...Quindi spero di poterti rivedere presto e... Se ti farai desiderare, verrò a cercarti... So dove lavori”
A: “Mi chiamerai tu o dovrò farlo prima io?”
F: “Non lo so... Vedremo”.

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