Gay & Bisex

Violenza


di SatiroeMilf
19.05.2019    |    7.142    |    2 8.0
"Intanto, era stato segato e inculato..."
Fermate il mondo
Voglio scendere!
Anonimo incasinato

1
-Bugiardo!-.
-Ma io non ho fatto niente... -.
-Doppiamente bugiardo!-, lo incitò Kim urlando e piangendo.
-Mi avevi promesso che non mi avresti più tradita!-.
-Ma io non ti ho tradita-, cercò di difendersi Val, senza troppa convinzione.
-Ah, si? E come lo chiami ciucciare il cazzo a uno sconosciuto, un gesto di cortesia?-.
-Come cazzo fai a…- sbottò Val, fulminandola con gli occhi.
-Stronzo. Una mia collega d’ufficio mi ha fatto vedere queste foto, guarda qua-, e così dicendo gli porse il portatile. Nella finestra del browser capeggiava lui, disteso su una panca, con un cazzo in bocca mentre un altro gli infilava un palmo di mano su per il culo.
-Kim, non è come credi, è successo molto tempo fa, e soprattutto, contro la mia volontà…-.
-Volontà un cazzo, Val. La verità è che tu sei malato dentro, e questa cosa qui sicuramente l’hai organizzata tu. Frocio dimmerda che non sei altro!-.
-Va a farti fottere!- le urlò uscendo e sbattendo la porta.
In strada, si rese conto che, anche se le avesse raccontato la verità, lei non gli avrebbe mai creduto. Fanculo Kim. Prima o poi si sarebbe calmata, si disse, e anche questa storia se la sarebbe messa alle spalle.
L’umiliazione gli bruciava ancora, sebbene in seguito fosse riuscito in parte a vendicarsi. Mentre camminava senza meta per far sbollire la collera, in un misto di rabbia e rassegnazione, rivisse quel pomeriggio in palestra.
2
Val aveva il viso paonazzo per lo sforzo. Era in Lat Machine, per una serie sui dorsali, ma forse doveva aver esagerato con il carico, perché già a metà esercizio le forze lo stavano abbandonando.
Fortuna che uno dei due tizi che si allenavano con lui, vedendolo in difficoltà, si era messo alle sue spalle e lo stava aiutando delicatamente accompagnando i pesi nella risalita. L’altro, con una faccia da ebete, il pizzetto curato e una zazzera rossiccia, lo guardava estasiato.
Il primo era piuttosto mingherlino, anche se aveva due pettorali ben scolpiti, mentre il secondo era piuttosto grosso, ma presentava una muscolatura ben evidenziata e distribuita. Entrambi parevano ostentare i loro fisici in quella tenuta che prevedeva solo un pantaloncino corto piuttosto aderente.
Che fatica, pensò Val, e tutto questo per riacquistare tono in vista dell’estate imminente. No, non voleva presentarsi all’appuntamento con la spiaggia col fisico pesante e imbolsito. Ci teneva a queste cose, lui.
Strinse i denti e arrivò fino alla fine.
I due dovevano seguire una scheda simile alla sua, perché si alternavano ai suoi stessi attrezzi, in modo che uno lo precedeva mentre l’altro lo seguiva.
Cercò di fare un po’ di conversazione, tanto per passare il tempo e per non sembrare scortese. –È da molto che frequentate la palestra?-.
-Beh, sono già due mesi ormai. Sai, è da un po’ che abbiamo preso a lavorare in zona e questo posto è di strada, così dopo il lavoro, ci scarichiamo con una bella sessione di fitness- gli rispose quello con la zazzera rossa.
L’altro, un omone dalla pelle abbronzata costellata di tatuaggi, riprese, -Già, niente di meglio che una buona sessione di pesi per scaricare la tensione!-.
Val pensò che quelli dovevano essere due maniaci della palestra, e con quel fisico, sicuramente dovevano imbottirsi di integratori e schifezze varie. Fortuna che lui era immune da queste cose. Per lui la palestra era solo un mezzo per riacquistare tonicità. Certo, ogni tanto ci scappava qualche cristallo di anfe prima della sessione, ma giusto per darsi un tono, e non era certo quella sera lì. Cercò comunque, suo malgrado, di assecondarli.
-Io è da poco che ho iniziato. Sapete, tutto il giorno in ufficio, senza fare attività fisica, si rischia che poi, uno a quarant’anni gli scoppia un embolo, o muore d’infarto. Un po’ di esercizio quindi è d’obbligo-.
-Eh già, amico. Tanto più che un bel fisico poi, aiuta, voglio dire, con le donne e tutto, eh!- rispose zazzera-rossa.
-Avete visto la moretta, lì, al cardio?- ammiccò pelle-abbronzata, -Che culetto, ragazzi, glielo schiafferei su per il foro merdario senza nemmeno passare per la fica!-.
-Quegli stronzi bavosi dovevano lasciarla stare, la ragazza al cardio fitness. Ci aveva messo gli occhi addosso prima lui, e che la guardassero anche quei froci bavosi lo irritava. Ma seppe controllarsi. -In effetti è carina-, rispose Val senza convinzione.
Val si sedette sulla macchina per gli adduttori, che somigliava più che altro a una sedia elettrica, e sistemò le cosce nelle guide, prendendo a eseguire l’esercizio che consisteva nello stringere le cosce fino ad allinearle, per poi allargarle quasi ad angolo retto.
Zazzera-rossa stava lavorando su dei manubri e pelle-abbronzata gli dava il ritmo. Erano proprio di fronte a lui e gli sembrò per un attimo, da quella posizione, i due gli lumassero il pacco tra una divaricazione e l’altra.
Non ci fece caso. Del resto, froci o no, erano cazzi loro; l’importante è che non gli rompessero il cazzo, a lui.
Finita la scheda, salutò i due e si diresse negli spogliatoi, esausto.
-Qui mi ci vuole una bella sauna rilassante ma prima, un bel cannino, già pronto per l’occasione!-, si disse.
Si chiuse quindi in un bagno che sapeva avere una finestra piuttosto ampia, si sedette sulla tazza e diede fuoco al cannone che si era preparato prima di iniziare la seduta.
Dopo un paio di boccate la tensione muscolare accumulata gli sembrò calare poco a poco.
Si sforzò di liberare l’intestino ma ci rinunciò quasi subito: aveva ancora gli addominali che gli dolevano già dal giorno avanti, quando aveva sputato l’anima sulla panca.
-Quasi quasi mi faccio un bel seghino-, pensò. Prese quindi a carezzarsi la mazza, immaginando cardio-fitness che gli leccava le palle, ma si fermò quasi subito. –Meglio aspettare di andare in sauna; magari se sono solo, il segone me lo sparo direttamente lì, sulla panca!-.
Gettò quindi la cicca nel water, tirò lo sciacquone e nudo, vestito di un solo telo che gli cingeva i fianchi, si diresse verso la sauna.
3
La sala era in penombra, satura di un vapore così denso che non permetteva di vedere a un palmo dal naso. A Val pareva di essere solo, ma non ne era sicuro. A passo lento, procedette verso la panca in fondo e si accomodò, aguzzando la vista alla ricerca, nella semi oscurità, della presenza di qualcun altro.
L’erba gli era ormai entrata in circolo, donandogli un gran senso di rilassatezza, amplificato dal vapore caldo che lo avvolgeva. Si sentiva come sospeso nel tempo e nello spazio, e davvero non gliene fregava più un cazzo se dentro ci fosse o no qualcun altro. Si portò una mano al pacco, da sopra al telo, e prese a massaggiarlo delicatamente.
Il cazzo prese ben presto vigore, irrigidendosi, e lui stava quasi per liberarlo del telo che lo costringeva, quando una mano gli si posò sulla coscia, facendolo trasalire.
Disserrò gli occhi e notò, con disgusto, che era la mano di zazzera rossa, che gli si era seduto affianco.
-Lo dicevo io, che quei due erano froci!- pensò tra sé. Poi, liberando il suo cazzo dalla stretta ed aprendo leggermente le cosce, chiuse gli occhi, immaginando che a toccarlo fosse quella gnocca della palestra, lì, al cardio-fitness.
Zazzera rossa notò il segnale implicito di Val, e le sue carezze si fecero più audaci.
La sua mano prese a massaggiargli l’interno coscia, per risalire fin su ai coglioni, che tastò con voluttà per poi afferrargli il cazzo nel pugno, slacciando il telo che lo ricopriva.
Quando iniziò a segarlo con rara maestria, Val pensò che l’amico ci sapeva proprio fare, e che sarebbe stato un peccato interromperlo. Si diede pertanto da fare per agevolare l’operazione, spingendo il bacino in avanti ed offrendo il cazzo alla sua mercé.
Zazzera-rossa si fece allora più ardito; si sistemò tra le sue cosce e stringendogli le palle e il cazzo in una morsa decisa, prese a leccarlo delicatamente in punta.
Val immaginò che ci fosse cardio-fitness, lì, tra le sue gambe, e quando sentì il cazzo avvolto da un abbraccio di fuoco fatto di lingua e saliva, s’immaginò distintamente la testa di cardio-fitness affondare fino all’inguine, con quel codino che, arrogante, le spuntava dalla nuca.
Intanto quella bocca che lo avviluppava aveva preso a succhiare voracemente, portandolo pericolosamente vicino all’orgasmo quando si sentì una cosa viscida, dall’odore pungente, posarsi sulla sua faccia, ed avvicinarsi alle labbra.
D’istinto aprì gli occhi e scorse pelle-abbronzata che gli stava puntando la cappella alle labbra. Fece per scostarsi, nauseato, ma quello lo bloccò prendendolo per i capelli, spingendo la testa al suo cazzo.
-Ascoltami bene, bello. Adesso o apri quella boccuccia di rose che ti ritrovi, e mi ci fai piantare il cazzo dentro, oppure il mio amico con un morso te lo stacca di netto-. E mentre questi parlava, zazzera-rossa aveva smesso di succhiare ed aveva iniziato a serrare i denti attorno alla base del cazzo, in una stretta maledettamente dolorosa.
Non poté far altro che obbedire, disserrando le labbra e lasciando che quell’intruso lo violasse.
-Bravo, adesso mi raccomando, voglio che ti dai da fare. Il mio amico è sempre pronto a farti il servizietto in caso dovessi ripensarci…-.
Mentre parlava, aveva preso a scoparlo violentemente in bocca, tenendolo sempre per i capelli e accompagnando la testa verso il suo inguine a ogni affondo.
Zazzera-rossa, intanto, aveva disserrato i denti e aveva ripreso a succhiare vigorosamente il cazzo di Val, imboccandolo per la sola cappella, mentre con le dita gli pastrugnava il buco del culo, indifeso. Sentì un dolore lancinante quando questi gli introdusse due dita dentro senza alcuna lubrificazione, ma non poté soffermarsi troppo su quella sensazione perché era impegnato a cercare di respirare mentre pelle-abbronzata gli fotteva la bocca.
Le dita divennero tre, poi quattro. Val si sentiva incredibilmente violato. A fatica riusciva a inspirare un po’ d’aria quando pelle-abbronzata gli tirava fuori l’uccello, per poi affondarglielo di nuovo fino in gola, provocandogli dei fortissimi conati di vomito. Val cercava di resistere, sperando che il supplizio finisse in fretta. Ogni spinta era una lotta per la vita e appena accennava a rallentare il ritmo, pelle-abbronzata mugolava qualcosa all’amico, che prontamente riattaccava con i denti, provocandogli dolorose stilettate all’uccello.
-Cazzo sto per sborrare, sì... puttana troia ti sborro in gola…-.
Pelle-abbronzata era arrivato al capolinea e accentuò le spinte, lasciandolo senza fiato, il cazzo ficcato direttamente in gola, la testa di Val affondata fino ad affondare il naso nei peli pubici di lui.
Sborrò senza ritegno nella gola di Val, inondando la gola di Val che annaspava, in evidente debito di ossigeno, mentre zazzera-rossa continuava a ciucciare vigorosamente il cazzo di Val, con quasi mezza mano che gli trapanava il culo.
Quando i primi getti di sborra iniziarono a uscire, per riversaglisi direttamente in gola, Val se la vide davvero brutta.
Lo sperma gli si riversò direttamente nell’esofago, inondandolo, fino a impedirgli di respirare. Per evitare di affogare si sforzò di ingoiarne quanto più possibile. Aveva gli occhi fuori dalle orbite, annebbiati dal vapore della stanza e dall’avvilimento dovuto a quel trattamento. Si sentiva come un naufrago in balia dei flutti: tutte le volte che apriva la bocca per respirare, un maroso più violento dei precedenti gli affondava contro, facendolo soffocare e provocandogli dei terribili conati di vomito che andavano a sbattere contro la punta di quell’arnese che lo violava. –Che fine. Sto annegando in un mare di sborra-, pensò tra sé prima di svenire.
4
Quando rinvenne, tossendo saliva mista a sborra, i due erano scomparsi. Aveva tutta la faccia impiastricciata di sborra e si accorse che ce n’era anche sulla pancia e sul petto, segno che evidentemente anche zazzera-rossa si era preso la sua parte di soddisfazione.
Controllò il cazzo. Per fortuna era ancora lì al suo posto, che pendeva su un lato, ormai sgonfio, con delle penose striature rossastre che gli segnavano la base.
Cercò di rimettersi in piedi, barcollando, quando una fitta al fondoschiena lo fece ricadere.
Raccolse il telo al suo fianco e se lo passò tra le chiappe, per poi esaminarlo. Tracce di sangue misto a merda gli rivelarono che quel tipo doveva averglielo conciato proprio per le feste.
Facendosi forza si rialzò e si diresse cautamente verso le docce.
Sotto il getto caldo, Val si sentì pian piano ritornare le forze.
Si tastò il sedere con apprensione, realizzando con sollievo che i danni non erano poi così gravi come temeva.
Cercò quindi di analizzare l’accaduto, con il massimo distacco possibile che il suo buco del culo dolorante gli consentiva.
Si ok, era stato violentato. Contro la sua volontà aveva fatto da oggetto dei desideri per quei due sadici del cazzo.
Intanto, era stato segato e inculato. A giudicare dal dolore quel bastardo doveva avergli infilato tutta la mano. Fortuna che lo teneva allenato bene, infilandoci ogni tanto qualcosa nelle lunghe sedute masturbatorie o quando Kim, in vena di fantasie, glielo spanava ben bene.
Quell’altro stronzo poi, altro che pompino, lo aveva proprio scopato in bocca. Ancora si sentiva la sua sborra acida nello stomaco e nei polmoni. Lo aveva fottuto in gola, bastardo d’un frocio, fino a fargli perdere i sensi. Più dell’umiliazione gli bruciava il fatto che in questo genere di movimenti era stato sempre lui a tenere il controllo, mentre lì era stato solo una sorta di fantoccio nelle loro mani. Bastardi. Ma l’avrebbero pagata, in un modo o nell’altro, si disse, mentre si accorgeva, che, in tutto questo trambusto, non ci aveva rimediato nemmeno una sborrata.
Impugnando il cazzo ancora dolorante, si risollevò vedendo che questo reagiva quasi immediatamente al tocco, prendendo a puntare con fierezza verso l’alto. Pochi colpi e sborrò fiotti di sperma rabbioso sul piatto doccia, mentre continuava a ripetersi che l’avrebbero pagata. Oh, si che l’avrebbero pagata, e cara anche, appena gli avrebbe messo le mani addosso…
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