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Gay & Bisex

Zio Marco 3


di michiamanotu
14.02.2017    |    28.942    |    8 8.9
"Ascoltiamo uno dei suoi dischi di musica rock e non parliamo..."
È l’una di notte ma io non dormo, sono in macchina con zio Marco.
Ascoltiamo uno dei suoi dischi di musica rock e non parliamo.
Quando arriva il momento di scendere sono un po’ in ansia e lui se ne accorge subito.
“Che c’è? Mi hai chiesto tu di portarti qui” mi dice calmo.
“Lo so zio, ma è la prima volta. Non so bene cosa aspettarmi” rispondo. La voce mi trema un po’. Siamo arrivati al locale notturno che avevo fatto conoscere a zio qualche giorno prima, chiedendogli di andare insieme. Si tratta di un locale gay appena fuori città, molto disinibito e fetish, dove si tengono feste porno. Quest'oggi c’è la serata daddy/son, dedicata a ragazzi giovani che cercano più grandi e viceversa. Ho letto sul loro sito che i ragazzi che vogliono essere “son” devono indossare un papillon, mentre i “daddy” una cravatta; ovviamente io ho il papillon e zio la cravatta. Da solo non sarei mai venuto, ma adesso che lui è con me mi sento finalmente più sicuro, tuttavia un po’ d’ansia mi è venuta ugualmente.
“Dai, entriamo, ti passerà” mi dice lui sorridendo dolcemente. Arriviamo all’ingresso e veniamo fermati da un uomo all’ingresso.
“Buonasera, il prezzo del biglietto è di quindici euro a testa se non desiderate spogliarvi”, dice.
“In che senso?” Chiede zio meravigliato.
“Sei nuovo di qui?” Chiede ironicamente l’uomo che si rivela molto effemminato. “Si, di sicuro lo sei, mi ricorderei di un omone così!”
Io e zio ci guardiamo ridendo.
“Comunque, le regole sono che chi entra in mutande paga dieci euro, chi entra nudo non paga!” Ci spiega.
Zio mi guarda e io arrossisco, ma non dico nulla.
“Per me un biglietto da quindici”, dice zio, “il ragazzo entra nudo”.

L’imbarazzo è totale, sono rosso, forse paonazzo, ma il mio pisello è duro come il marmo. Sono appena uscito dallo spogliatoio in cui mi hanno accompagnato per togliere i vestiti prima di entrare in sala, noto con un certo sollievo di non essere l’unico pazzo ad essersi denudato in quel luogo. Oltre me diversi ragazzi più grandi col papillon e qualche uomo in cravatta. Qualcuno mi squadra, ma al momento voglio solo tornare da zio.
“Eccolo” mi dice soddisfatto mentre mi dirigo verso di lui tutto nudo, indossando solo il papillon. Gli uomini intorno a noi mi fissano tutti, molti sguardi si posano sul mio culetto. Con uno fare soddisfatto zio mi si avvicina e mi mette le mani sulle natiche, spingendomi verso di lui. Limoniamo sotto gli occhi di tutti, mentre lui continua a tastarmi il culo sodo.
“Dai che stasera ti sfoghi troietta”, mi dice nascondendo un ghigno.
Entriamo in sala, le luci sono ancora più basse e la musica è forte, ma vedo gli occhi puntati su di me. Saremo massimo in dieci ad essere nudi. Molti sono in mutande. L’ambiente è raccolto e pieno di divanetti. Zio mi dice di sedermi insieme a lui su uno di questi e io lo seguo, già remissivo e accondiscendente. Sento qualcuno dirmi “guarda 'sto frocetto”, ma non capisco chi sia. Sebbene il locale sia appositamente fatto per scopare sembra che ancora quasi nessuno si sia sbilanciato o si sia appartato. Passano dieci minuti e zio è impaziente di passare all’azione.
“Andrea, so che puoi farli sbavare tutti. Fa' un po’ la troia come sai fare tu, su”, mi dice.
Mi sono un po’ sciolto e non vorrei mai deludere zio, quindi faccio come dice. Punto un uomo sulla quarantina con la cravatta. Ha un fisico palestrato e villoso, non è lontano da noi. Gli sorrido, mi infilo prima un dito in bocca, poi due e comincio a simulare con dolcezza un pompino. Zio guarda compiaciuto e mi abbraccia da dietro, facendo l’occhiolino al tipo. Lui ha uno sguardo serio, sembra quasi non considerarci, ma poi si avvicina, rimanendo in piedi accanto a me e zio, seduti.
“Sbottonami la patta, cagna”, mi intima. Guardo zio che annuisce e quindi obbedisco. L’uomo è senza mutande e subito esce fuori un pisello molto grosso con una cappella rossa e pulsante già bagnata. Zio mi acchiappa la testa e mi spinge su quella verga appetitosa. Inizia il mio primo pompino della serata.
“Bravo ciucciacazzi, prendilo fino in gola, su”, mi dice lui, mentre zio continua a dettare il ritmo del mio pompino. Andiamo avanti per un po’ e intorno a noi si crea un cerchio di uomini in cravatta. Non provo più il minimo imbarazzo e proseguo il mio pompino forzato guardando negli occhi il mio partner occasionale, paradossalmente contento che la gente mi stia guardando mentre lo faccio. Zio ad un certo punto mi lascia e io continuo da solo, fino a quando il maschione non mi ordina di leccargli gli addominali. Obbedisco e mi rendo conto di avere davanti un uomo molto sicuro del suo corpo, che ama farsi adorare.
“Bravo, leccali bene, su e poi giù. Questi a voi troiette piacciono, non è vero?” Dice beffandosi di me.
“A dire il vero a lui non fa molta differenza…” interviene improvvisamente zio, mentre si tasta la pancetta. Non me n’ero accorto, ma si è tolto la camicia e ha tirato fuori il cazzo duro. Sorrido. Improvvisamente due uomini del “pubblico” si avvicinano e tirano fuori i piselli. Sono entrambi sulla cinquantina in mutande e con la cravatta, hanno un fisico maturo, non tonico ma comunque possente, sono entrambi pelosi. Uno dei due è calvo, mentre l’altro ha i capelli brizzolati ed il cazzo più lungo che io abbia mai visto. Ho già la bava alla bocca quando prendo i loro uccelli in mano, uno a destra e uno a sinistra, mentre continuo a dare piacere orale al palestrato. Il pelato mi inizia a sputare addosso, così anche gli altri due lo seguono. La musica non mi permette di sentire bene, ma confabulano fra di loro, commentando quanto sia goloso di cazzo o robe simili. A turno inizio a spostarmi fra i tre piselli, così da succhiarli un po’ tutti. Mi ritrovo inginocchiato ai loro piedi, intorno a noi la gente ha iniziato a tirarlo fuori e a masturbarsi, qualcuno si spompina a vicenda. Mentre mi avvento come un forsennato sui cazzi dei miei partner mi rendo conto di aver perso qualunque freno inibitorio non appena visto il primo uccello e mi chiedo come possa il cazzo farmi un tale effetto. Mi fa impazzire li idea di averne diversi a mia disposizione, mi fa impazzire l’idea che siano di uomini molto più grandi di me che hanno voglia di maltrattarmi e sottomettermi in gruppo. Mentre faccio questi pensieri i piselli immediatamente attorno a me sono aumentati, sono diventati prima quattro, poi cinque, poi sette, poi otto. Li succhio tutti a giro, senza distinguere più nemmeno a chi appartengano. Ogni tanto ritrovo lo sguardo dello zio, che è totalmente soddisfatto ed ammaliato dalla visione. Mi fa l’occhiolino e subito dopo vengo investito dallo sperma di uno dei miei partner sul viso. Non mi asciugo nemmeno e subito passo ad un altro. Mi hanno sborrato sul viso in cinque o sei quando il palestrato si avvicina a zio insieme al pelato e al superdotato. Confabulano qualcosa, poi zio mi prende di peso e mi portano in uno stanzino.
“E adesso ci divertiamo come si deve con la troia!” esclama il palestrato appena entrati. Mi butta di forza sull’unico lettino nella stanza, facendomi mettere a pecora. Ricevo violentemente il suo pisello in culo. Noto con piacere che ha indossato un preservativo, condizione che zio aveva imposto poco prima di entrare. Mentre vengo sbattuto dall’uomo muscoloso e forte il pelato e il superdotato mi sbattono i piselli sulla faccia ancora tutta umidiccia di sborra. Li imploro di lasciarmeli succhiare e loro acconsentono.
“Ma guardati, così giovane eppure già con l’appetito sessuale di una troia in calore”, mi dice il pelato, prima di sputarmi sul viso. Ho il suo cazzo in bocca e non posso rispondere, ma lo guardo intensamente. Mi sento in balia dei loro commenti, dei loro piselli, dei loro sputi; pendo dalle loro labbra, non vedo l’ora di ricevere un altro loro ordine, di accontentarli nuovamente, di provvedere a dargli piacere. Essere lì per farmi usare da loro mi eccita, mi fa impazzire, mi ubriaca. È come se anziché cazzi e sperma avessi preso diversi shot. Sono come in trance e voglio soltanto ricevere più cazzo. Ad un certo punto il palestrato e il superdotato si danno il cambio. Quando lui entra non riesco a non urlare e per tutta risposta ricevo un ceffone sul viso dal pelato, poi diversi sul culo dal superdotato..
“Le cagne come te lo prendono con piacere. Chiedi scusa al mio amico”, dice. Mi scuso e poi riprendo a succhiare, mentre le mie viscere vengono esplorate dal pisello più lungo che io abbia preso. Mi sento una troia aperta e dentro di me sono felice anche del dolore che sto provando. Dopo qualche minuto è il turno del pelato. Il mio culo è stanchissimo, non ce la fa più, ma aperto com’è non può che essere sfondato senza pietà da quell’ormone maturo e panciuto. Continuo a ricevere insulti di tutti i tipi, schiaffi, sputi e così via, fino a quando il pelato non esce e non ricevo l’ordine di inginocchiarmi per terra. Uno dopo l’altro tutti i maschi che mi hanno scopato vengono sul mio viso, sotto gli occhi di zio che non si perde una scena e masturba il suo membro inferocito. Dopo essere venuti sembra che il gioco sia finito, ma ecco che prima il pelato e poi gli altri due aprono il rubinetto. Vengo inondato dal piscio caldo dei tre uomini, accompagnato da un odore fortissimo, che sembra imprimersi sulla mia pelle. Soddisfatti i tre mi lasciano solo con zio. Ci guardiamo intensamente. Abbiamo entrambi i cazzi duri come il marmo. So che per me non è finita.
“A novanta sul lettino e allarga le gambe, cagna”, mi ordina. Ovviamente obbedisco senza batter ciglio. Dopo qualche minuto in cui non sento più le pareti dell’ano sono pieno dello sperma dello zio. Mi accascio sul lettino e non ho la forza di venire, chiudo soltanto gli occhi, mentre zio mi accarezza dolcemente.
“Sei stato splendido frocetto mio”, sussurra.
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