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Stefano 2 ---- Di notte


di michiamanotu
24.05.2013    |    13.196    |    2 9.5
"Una luce fioca entrò nella stanza; proveniva da un lampione mezzo rotto sulla strada..."
Durante la notte non riuscivo a prendere sonno.
Il pensiero di quello che era successo al pomeriggio mi rendeva ipereccitato e la dormita che avevo fatto sul petto di Stefano, interrotta in fretta e furia all’arrivo dei suoi, mi tenevano sveglio.
Dopo un paio di orette di questa storia iniziavo ad essere davvero seccato, quando sentii improvvisamente una mano coprirmi la bocca nel buio. Mi spaventai non poco, però l’odore del deodorante di Stefano mi raggiunse le narici subito dopo e mi tranquillizzai.
Io ero a pancia in giù e lui si stirò sulla mia schiena.
Sentii l’altra sua mano giocare con i miei peli pubici, per poi raggiungere il pisello e cominciare a masturbarlo.
“Ce l’hai duro, eh? Non ti è bastato oggi?” Mi chiese con un tono di voce bassissimo all’orecchio.
La situazione tra me e Stefano stava prendendo una piega gradevolissima.
Poco dopo sentii il suo pene eretto sfiorarmi su e giù il buco del culo.
“Scommetto che lo vuoi da impazzire…” Sussurrò.
Io annuii piano.
Che situazione fantastica. Era tutto un gioco di voci ed odore, perché non potevamo vedere assolutamente nulla.
Invece di accontentarmi immediatamente, Stefano tolse la mano dalla mia bocca, si alzò dal letto e, prendendomi per mano fece alzare anche me.
Mi condusse fino alla finestra della sua stanza, che in quel momento era chiusa.
La aprì, spalancando anche la persiana.
Una luce fioca entrò nella stanza; proveniva da un lampione mezzo rotto sulla strada.
Dalla finestra si vedeva più o meno chiaramente il vialetto che portava all’ingresso dell’appartamento.
Casa di Stefano era al terzo piano, quindi vedevo il tutto dall’alto.
La cosa divertente era che da quella posizione potevo vedere anche un pezzo di cielo stellato, subito dietro l’appartamento di fronte a quello in cui mi trovavo.
Dopo aver osservato l’esterno mi voltai verso Stefano per capire cosa volesse e riuscii a vederlo in controluce.
Il suo viso mi era ben chiaro; aveva un’espressione visibilmente eccitata e la bocca tesa in un espressione seria e concentrata.
I suoi pettorali gonfi, che adoravo, spuntavano dall’ombra in cui era quasi del tutto nascosto il busto.
Tra le sue gambe spiccava, ben illuminato, il pisello durissimo, che sembrava adesso più largo, pulsante e venoso che mai.
Il suo sguardo, fisso su di me e sul mio corpo nudo, mi faceva sentire quanto mi desiderava.
Probabilmente non più di quanto lo desideravo io.
Mentre ci guardavamo, mi prese improvvisamente per il collo e, dolcemente, mi fece chinare sul davanzale della finestra.
In quegli istanti non capivo forse molto bene quanto potesse essere rischioso quello che Stefano voleva fare. Ero abbandonato a lui e al suo corpo.
Quando ero abbastanza chino, Stefano agguantò con una

mano il suo pisello ed iniziò la penetrazione.
Io ero ancora poco abituato e non riuscivo a trattenere qualche grido di troppo, così Stefano mi infilò violentemente due dita in bocca.
“Vuoi che ci becchino mentre ti fotto?” Mi disse sottovoce.
Girai la testa come meglio potevo verso di lui e gli sorrisi, mentre le sue dita occupavano ancora la mia bocca. Lui era visibilmente teso, ma ricambiò il sorriso in una maniera dolcissima.
Se non fossi stato in quella posizione lo avrei voluto baciare… era così bello e tenero.
Appena mi voltai di nuovo mi resi conto che il pisello del mio amico era già, per la seconda volta, tutto dentro di me.
Mi scopò lentamente, mentre io ero assorto nell’atmosfera di quella serata.
Che bella idea che aveva avuto.
Da un lato mi sentivo porco quanto mai per il modo in cui mi stava sbattendo, dall’altro il luogo faceva diventare tutto un po’ romantico.
Quando non ci fu più bisogno di contenere le mie grida, Stefano tolse le dita dalla mia bocca e iniziò ad accarezzarmi un po’ dappertutto, ma specialmente fra i capelli e sulla schiena. Con l’altra mano tratteneva la mia spalla sinistra per scoparmi meglio.
Il mio corpo era sotto il suo dolce e totale controllo.
Dopo circa un quarto d’ora, in cui mi aveva sbattuto sempre allo stesso ritmo, senza fermarsi un attimo, iniziò ad andare più veloce.
"Cazzo, quanti mi ecciti..." Mi disse sempre con il tono di voce basso.
Io ero in balia dei suoi colpi sempre più forti ed iniziavo ad emettere di nuovo dei sospiri troppo forti per i gusti di Stefano, così le sue dita tornarono di nuovo nella mia bocca.
"Succhiale, da bravo..." mi ordinò.
E io obbedii.
Succhiarle come se fossero il suo cazzo, mentre in realtà quello mi stava fottendo il culo ad un ritmo sempre crescente, mi faceva impazzire.
Mi sentivo finalmente tutto suo, come avevo sempre voluto sentirmi.
Se pensavo che fino a qualche ora prima l'unica cosa a cui potevo aspirare era succhiargli il pisello mi saliva l'angoscia.
Per fortuna che le cose erano cambiate!
Mentre il ritmo era ormai frenetico ed io ero intento a succhiare avido le dita di Stefano, sentii che lui iniziò a sospirare molto forte.
Improvvisamente mi tolse sia il cazzo dal culo che le dita dalla bocca e mi fece alzare. Mi diede un lungo bacio e poi mi spinse ad inginocchiarmi.
Venne dentro la mia bocca dopo qualche secondo, mentre io venivo stimolato dal suo piede destro, che si era insinuato tra le mie gambe e mi stimolava con veloci movimenti su e giù.
Dopo che mi pulii tornammo a letto, dove, baciandoci, condividemmo il suo sperma.
Mi addormentai fra le sue braccia mentre ancora sentivo il buon odore del suo deodorante, stavolta però, misto ad un lievissimo aroma di sudore che gli aveva causato la scopata.

CONTINUA
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