Gay & Bisex
¡que calor!

26.06.2018 |
5.008 |
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"E il suo profumo mi inebriava "Wow! - pensai - Jorge ha proprio un buon profumo!" ma mi resi conto che forse lo stavo abbracciando un po' troppo a..."
Questo racconto è per metà vero. Ma i nomi, ovviamente, sono stati modificatiJorge era il responsabile del team spagnolo e dello scambio: un ragazzo simpaticissimo con cui era bello chiacchierare, anche perché si poteva parlare di molte cose con lui.
Il mio team non era affatto il migliore che si potesse desiderare, specialmente perché erano una massa di sfaticati e dovevo vedermela io per ogni cosa, non partecipavano poi così tanto alle attività.
Jorge durante tutto il periodo è stato il mio confidente, a volte raccontandomi anche di sé e raccontandoci a vicenda delle cose, divertendoci e confrontandoci assieme su molte cose. Sarà che non c'era grande confidenza tra noi e quindi era più facile parlarsi senza pregiudizi.
Considerando poi che io andavo subito in crisi, con tutto il peso delle situazioni da sostenere, tra quelli che non collaboravano, uno che importunava le ragazze, una sera ero nervosissimo e sono rimasto in camera mentre tutti gli altri sono usciti. E Jorge, per non farmi rimanere solo, è rimasto in ostello con me.
"Si vuoi qualcosa, sai dov'è la mia estanza! magari mi aiuti un po' con le carte" mi disse, mentre io sul letto cercavo di addormentarmi. Avrò passato un'oretta steso sul letto, quando il maniaco rientrò in stanza e cominciò a farmi tremila domande: io sbottai dicendogli di non rompermi e andai verso la stanza di Jorge, bussai ma nessuno mi rispose
Però vidi la luce sotto la porta, quindi mi resi conto di non averlo svegliato: ribussai e sentii un "ven!", allora aprii ma non vidi nessuno "Jorge?" "sì sì, sono en la doccia. ya arribo" mi dice lui mescolando spagnolo ed italiano e poi lo vedo uscire a torso nudo e in jeans "dime!" "no, nulla, è che in camera mi stavo innervosendo. E' tornato Claudio e ha cominciato a farmi tremila domande, così ho pensato di venire da te, magari ti do' una mano. Tra l'altro, sei rimasto per me!" "No te preocupes. avevo comunque da fare qui!" "Posso rimanere con te? O ti dò fastidio?" "No no, nisun fastidio! Resta pure!" e mi abbracciò.
Sentii il profumo della sua pelle, quel corpo così chiaro che mi abbracciava per rassicurarmi. E il suo profumo mi inebriava "Wow! - pensai - Jorge ha proprio un buon profumo!" ma mi resi conto che forse lo stavo abbracciando un po' troppo a lungo e lasciai andare la presa.
"¿Què pasa? - mi chiese - ¿todo bien?" "Sì, perché?" "Ti sei allontanato como si hai paura" "no, no! E' che pensavo ti stessi abbracciando un po' troppo e non volevo crearti imbarazzo!" "No puedes embarazarme, sono un ragazzo!" mi risponde lui, fraintendendo. "No, non imbarazzare come lo intendi tu - e gli feci il segno del pancione - Intendevo avergonzar" "Oh, okay! E comunque non ti preoccupare! Nessun embarazo, spagnolo o italiano!" e allarga le braccia, come per dire "vieni e abbracciami!".
Lo riabbracciai e sentii di nuovo il suo profumo, così appoggiai la mia testa sulla sua spalla dicendogli "gracias. eres lo mejor de ese intercambio" "tu también" mi rispose, mentre mi abbracciava.
In quel momento sollevai la testa e vidi il suo viso vicino al mio, i nostri occhi si incrociarono e io con lo sguardo gli dissi "ma vuoi che ti baci?" e lui, sempre con lo sguardo, mi rispose "secondo te?" e allora mi allungai verso di lui, chiusi gli occhi e le nostre labbra si cercarono, si trovarono e si persero in un bacio delicato, di labbra, dolce, tenero, poi lui lentamente fece spuntare un po' di lingua tra le sue labbra e dolcemente la infilò tra le mie, cercando la mia lingua e quando le due lingue si trovarono si attorcigliarono, si cercarono e combatterono tra loro in un bacio sempre più sensuale.
Le mie mani toccavano il suo petto, la sua schiena, le mie dita giocavano con i suoi capezzoli, la sua pelle bianca, le sue dita, le sue mani e poi accarezzavano il suo addome, la linea di peli che dall'ombelico sparisce nei jeans e poi lui mi spogliò, mi tolse la maglia, mi baciò il collo, mi fece sentire la sua lingua ed il suo respiro nelle orecchie e la cosa mi eccitò parecchio.
Le mie dita tastavano il suo pacco sopra i jeans e lo sentivano già duro e le sue facevano lo stesso con il mio, altrettanto duro ed eccitato.
Sbottonai i suoi jeans e mi trovai di fronte ai suoi peli pubici e al suo cazzo "no me gustan las mutandas" mi dice "e questo ti piace?" gli dissi, mentre con un dito gli sfioravo l'asta dalle palle alla cappella "oh sì! eso sì!" e sentivo il suo cazzo sussultare al mio tocco. Lentamente chiusi la mia mano sull'asta e con il pollice sfiorai la cappella, da cui fuoriusciva del precum che spalmai intorno al suo buchino fino a toccare il frenulo.
Alla fine non era un cazzo imponente, ma era un bel pisello da guardare e lui era uno spettacolo altrettanto bello mentre reclinava il capo all'indietro, preso dalla goduria e mi diceva "anda! anda! pajame!" e io continuavo nella sega, aumentando la velocità ma non mi bastava, volevo prenderlo in bocca e farlo godere e così avvicinai la mia bocca alla sua cappella e lo toccai con la punta della lingua, sentendo il sapore del suo precum e lasciando che la mia bocca accogliesse dolcemente la sua asta e lui cominciò a spingere il suo cazzo, fino a toccare il retro del mio palato con la sua cappella e a farmi sbattere il naso sui suoi peli pubici, per poi farlo fuoriuscire e vedere un rivolo di saliva e precum unire la mia bocca al suo glande.
E le spinte da delicate cominciarono a diventare più forti e più ritmate, le sue mani dietro la mia testa davano il tempo al pompino. Io nel frattempo avevo tirato giù mutande e pantaloni e mi stavo segando, quando ebbe la fantastica idea di appoggiarmi un piede sul cazzo e strusciarlo. Ero lì, in ginocchio per terra, con il suo cazzo tra le labbra e un suo piede a strusciarsi sul mio e stavo facendo del sesso orale magnifico.
"Ay me correo! me correo!" cominciò ad urlare "Bevi mi leche! Bebelo todo!" esclamò mentre dentro la mia bocca il suo cazzo eruttava del dolcissimo e caldo sperma andaluso. E a quel punto anche io venni sui suoi piedi. Sborra che non andò sprecata, perché portò i suoi piedi alla mia bocca e me li fece pulire con la lingua. Era umiliante, ma eccitante allo stesso tempo e poi mi disse "no termina asì", mentre mi accompagnava nella doccia e io ero convinto volesse scoparmi ma non appena finite quelle parole, dal suo cazzo uscì un rivolo di piscio che mi finì addosso e che, con mia grande sorpresa, mi ritrovai a bere con gran piacere.
Dopo, grondante di piscio e sperma, mi feci una doccia e ritornai nella mia stanza, non senza prima salutarlo con un altro bacio mentre lui mi diceva "prima che te ne vada, quiero que follamos!" afferrandomi una chiappa . "Claro, guapo!" gli risposi io, andando via e tastandogli il pacco.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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