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Under Pressure


di velvetMorgana
03.02.2018    |    2.244    |    22 7.0
"Sono una piccola cosa, umida..."
Under pressure

Insanity laughs under pressure we're breaking
Can't we give ourselves one more chance
Why can't we give love that one more chance
(Queen - Bowie)

Sono una piccola cosa, laida.
Seduta a terra, in un cono d'ombra, attendo.
Arrivi e sei subito musica che mi lede i sensi.
Balla, sii brava bambina, balla.
Muovi nello spazio le linee prepotenti del tuo corpo che esplode alla vita.

Sono una piccola cosa, immobile.
Tu mordi l'aria in un affanno che mi è estraneo.
Io respiro, corto...convulso, il tuo respiro pesante.
Le tue mani graffiano il ritmo e mi risuoni nei polsi, come Sordi colpi di martello.
Non fermarti.

Sono una piccola cosa, languida.
Nell'abbandonarmi al sogno il sangue si fa liquido, linfa bollente si spande nell'olla più segreta.
Mani che tremano all'idea della mia bocca che si posa sul tuo seno.

Sono una piccola cosa, umida.
Desiderio delizioso e osceno di esplorare con la lingua ogni lembo di quel rilievo. Deriva ipnotica sentirlo crescere, caldo e ruvido, sotto i colpi della mia lingua, nella pienezza del morso che ti intrappola al mio volere per il tuo piacere.

Sono una piccola cosa, lasciva.
Sguardo che fruga ogni tuo gesto.
Bocca che mormora il tuo nome, sillabando piano.
Voce che canta, per dissimulare l'emozione.

Muoviti piano, farfalla di seta, nei meandri oziosi della mia mente lubrica.

Resta ferma immobile, fra le lenzuola dove ho assaggiato la tua essenza.
Ti ritraggo astratta e nuda come onda, per inchiostro la mia saliva, per tela la tua pelle.
Regalami il tuo tempo, il sapore nuovo del l'incavo del braccio là dove la grana del l'epidermide si fa più fine e puoi scorgere il sangue scorrere nel reticolo blu oltre mare delle vene.

Sono una piccola cosa, sognante.
Stesa sul pavimento gelido di questa anonima sala prove osservo la mia morale infranta danzare sui tuoi passi complesse architetture di pensieri e di paure.

Vieni a me bambina, stella danzante in questo cielo ottanio in cui si stempera la luce di questa sera.

Presto sarà buio. Vuoi essere la mia luce? Percorri con le dita tremanti i confini del mio corpo, ti prego.
Disegnami ali sulle spalle e un futuro fra le cosce.
Insegnami la via dove vive il piacere.

Prendi fra le labbra le mie segrete labbra e sussurrami piano impunite oscenità, in un rosario osceno che sgrani in un crescendo lento finché io non muoio di una petite morte che vorrei non finisse mai.

Mi sfugge un gemito. Tu lo scambi per un saluto. Mi guardi perplessa, facendo un vago cenno con la mano.

E te ne vai, in una nuvola di sudore acre.

Mi lasci a terra, piccola cosa stremata da un fuoco senza scampo .
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