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Black Velvet - parte II


di velvetMorgana
27.12.2018    |    3.742    |    29 6.7
"Sofia solleva un poco il bacino e inizia ad oscillarlo intorno al mio dito, fermo..."
Black velvet with that slow southern style
A new religion that'll bring you to your knees
Black velvet if you please
(Alannah Myles)

L’icona di carne e sangue stesa sul letto contrasta con il nitore del lenzuolo candido.
La chioma, un poco arruffata, rimanda bagliori cupi.
Sofia mi fissa, le belle labbra socchiuse.
Voglio che siano mie, ora. Voglio assaporare di nuovo quel calore di fragola viva.
Salgo sul letto, mi avvicino a lei.
Con poca gentilezza le poso la bocca sul viso cercando con furia quel bacio che pretendo.
Le apro la bocca con la mia bocca, le serro i polsi esili contro il materasso, ingaggio una piccola lotta con le sue labbra che presto si schiudono e si offrono alla mia umida carezza.
La bacerei per ore. Il mio corpo è percorso da un brivido.
Lascio andare i polsi della mia preda perché le mie mani hanno di meglio da fare.
Ho voglia della sua pelle sotto le mie dita. La percorro con una lunga carezza, dalle spalle all’addome.
Sento salire prepotente il desiderio di averla.
Mi annebbia la mente, mi offusca lo sguardo. Ho voglia di lei.
Nuda, piccola venere rossa... la lingua lambisce le sue labbra per l’ultima volta mentre la sua mano minuta sfiora la mia testa.
«non ti muovere!» la richiamo, seccamente.
Ho fame di lei.
La mia lingua percorre il suo collo, dall’orecchio destro allo sterno.

Afferro il flacone di olio di mandorle dal comodino li a fianco e ne verso un po’ nella mia mano chiusa a coppa.
Poi lo lascio colare sul petto di Sofia. Immobile, la bambola viva, trattiene il fiato. Gli occhi chiusi, l’aria serena.
Le piccole perle untuose segnano Rivoli sulla sua pelle. Le mie mani corrono a spandere l’olio con piccoli tocchi leggeri... come se scrivessi la mia voglia con la punta delle dita. Sofia sospira, un’emissione profonda che accende ancor più i miei sensi.
L’olio è insapore e la sua pelle unta mi scivola sotto la lingua, ma non importa. Il suo seno riempie le mie fauci, spalancate sulla sua epidermide di luna. Risucchio adagio la sua carne, sono una ventosa umida e bollente che si riduce ad avere fra i denti il suo capezzolo, eretto, duro.
La mia lingua ci impazzisce intorno, alterna colpi secchi a lievi blandizie assecondando i gemiti di Sofia. La mordo, per dispetto. Mi risponde con un sussurro «ancora...». L’adrenalina sale come uno schiaffo e mi fa perdere la cognizione del tempo; sollevo lo sguardo e Tommaso è seduto sul bordo del letto, e ci osserva con attenzione. È eccitato e curioso: mi invita con gli occhi a proseguire il mio “lavoro”.
Sofia mi tira a sé, violando i patti, ma di certo non la rimprovererò per questo.
Le mie mani corrono sul suo addome, si arrestano all’inguine.
Accarezzo piano, con un dito umido di saliva, la piega fra le cosce, mentre mi faccio spazio fra le sue gambe.
Sofia mi offre la vista del suo sesso: è come un fiore tropicale, petali gonfi dai colori screziati. Appoggio il mio palmo su quella bocca calda e lo ritraggo umido. Lecco via quelle tracce e la la mia lingua saetta rapida fra le dita. Il gemito, questa volta è di Tommaso, ed è una frustata secca che mi incendia il basso ventre. Qualcosa, la sotto, si contrae ritmicamente. Le ghiandole pompano liquidi lubrificanti, i tessuti si tendono. Adoro, nel silenzio della stanza, la musica del sesso, i bassi e gli acuti che si sprigionano
al tocco delle mie mani.
Ho voglia di questa carne di femmina. Ho voglia di sentirla vibrare sotto di me.
Ora percorro le grandi labbra di Sofia con la punta delle dita, gioco a separarle dalle piccole disegnando piccole piste circolari che lambiscono il suo clitoride senza mai sfiorarlo. Provo ad immaginare cosa stia provando e tremo.
Il respiro di Sofia si fa rotto e veloce, ma io voglio godermi ogni passaggio. Le sue gambe sono piegate e Sofia punta i talloni sempre più a fondo sul materasso. Continuo a far scivolare le mie dita sulla sua voglia, calda e liquida.
Il mio pensiero è lucido, il desiderio del suo piacere mi guida, la sua eccitazione amplifica la mia, voglio sentirla godere, godere di me.
Affondo la testa fra le sue gambe, solletico il pube con piccoli colpi di lingua. Avverto in lei il senso di anticipazione ma non voglio risparmiarle neppure un attimo di tortura.
La mia bocca famelica traccia percorsi di saliva lungo i bordi del suo inguine. «Ti prego...», la sento mormorare e così sporgo la punta della lingua e lecco piano il bordo della sua fica. Il Profumo acuto della sua eccitazione si spande nelle mie narici. La assaggio più a fondo: ha un sapore leggermente piccante, speziato, di cibo esotico.

La sua carne è elastica e tesa, vibra al tocco e le sfugge un gemito che mi fa ruggire il sangue.
Perdo ogni tattica, voglio soltanto
La pienezza di quella carne fra le mie labbra, voglio soltanto riempirmi del suo piacere.
Afferro il suo clitoride fra le mie labbra: è eretto e sembra non aspettare altro che essere accolto dalla mia bocca.
Affondo il viso nella sua intimità e lei si inarca, si offre impudica ai miei colpi, ai morsi della mia bocca.
Le infilo le mani sotto le natiche sontuose, ne accarezzo la pelle morbida e le separo piano.
Lei contrae i glutei mentre
la mia lingua penetra la sua fica, adagio, per poi tornare a leccarla, ora lenta ora più frenetica.
Sofia si contorce e pronuncia parole indistinte, le sue mani afferrano i miei capelli: a tratti me li tira fino a farmi male a tratti mi incita a scendere più in fondo.
Lascio orfani i suoi glutei del mio tocco e mentre succhio m il suo clitoride inserisco lentamente il mio dito medio nella sua vagina.
Solo la prima falange. Avverto distintamente i bordi frastagliati del suo orifizio. Non faccio altro e continuo a leccarla, madida di saliva e secrezioni.
Sofia solleva un poco il bacino e inizia ad oscillarlo intorno
al mio dito, fermo. La lascio fare, lascio che trovi il suo ritmo per danzare il suo piacere.
Geme e la sua voce si mischia al suono della mia suzione, in un crescendo armonico che è la sinfonia più erotica del mondo.
Tommaso tiene il tempo, a sua maniera, e questa particolare jam session pare davvero entusiasmarlo tanto.
Il bacino di Sofia aumenta il ritmo, così come le mie controspinte.
La sua vagina è una guaina calda e arrendevole. Non posso fare a meno di inserire un altro dito in quel corpo caldo che si muove ritmico. Sofia lancia un verso gutturale e blocca il moto ondulatorio. Allarga le gambe ad accogliere le mie dita che la frugano, la invadono, si muovo dentro di lei.
Continua ad emettere quella nota bassa, mentre la sua carne si contrae attorno alle mie dita. È un lamento di resa, il più dolce. Resto dentro di lei, finché non si placa. Solo dopo Estraggo con lentezza le dita, appiccicose del suo piacere, e continuo a baciarla, lieve.
Sorride, ad occhi chiusi.
Non posso non baciarle la bocca, di nuovo. Accetta che la mia lingua si intrecci con la sua, mi ripulisce dalle ultime tracce del suo sapore.
Alle mie spalle, un fruscio.
Tommaso avanza piano fra le lenzuola scomposte.
Non mi giro a guardarlo.
La sua mano si posa sulla mia spalla e piano mi sussurra «hai avuto la tua ora, adesso a noi spetta la nostra...».
Annuisco, mentre le sue dita giocano con la spallina della mia sottoveste color petrolio.






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