Racconti Erotici > Lui & Lei > Nobody like you - parte II
Lui & Lei

Nobody like you - parte II


di velvetMorgana
30.05.2018    |    1.985    |    7 6.1
"Un invito che la sua mano non lasciò cadere nel vuoto..."
I’ll hold your hand and slap my face
I’ll tickle you to your disgrace
Won’t you put me in my proper place
a nobody like you
(Lou Reed)

R. era del Sud. È stato il mio Sud, quasi al confine con l’Africa.
Aveva vent’anni e occhi nero-blu che ridevano sempre.
Bello, come l’avessero disegnato a carboncino: labbra che parlavano di peccato mortale e un corpo giovane e pieno.
Il piccolo locale dove lavorava era poco più di una bettola, ma Betta e io il caffè freddo non potevamo berlo se non lì.
Una sera, insieme al resto mi consegnò un fogliettino: il suo numero di telefono. Celai a Betta quel dettaglio: del resto, ancora pochi giorni e sarebbe ritornata al nord. Io sarei restata, da sola.
Nel consegnarmi le monetine del resto, R. Sfiorò con le dita il mio palmo aperto.
Fu solo un attimo ma sufficiente a farmi inumidire le “terre basse”; mi stupii di me stessa: era la prima volta che provavo un desiderio così puro, distinto.
La macchia translucida e densa affiorata sul cavallo delle mie mutandine fu inequivocabile.
Gli ultimi giorni di vacanza di Betta furono frenetici, un impegno incastrato nell’altro, senza sosta. Fu un bene, perché il desiderio non mi lasciava tregua. Si insinuava nella mia mente, nel dormiveglia...mi svegliavo di colpo, i seni doloranti e i capezzoli tesi, bramosi di essere leccati e pizzicati.

Così elettrica, Correvo sotto la doccia e lasciavo che l’acqua si prendesse cura dei miei desideri in disordine.
Betta partì, finalmente.
L’accompagnai all’aeroporto e sulla strada del ritorno mi fermai al bar di R.
Nel vedermi entrare, mi sorrise e disse «Sola?»; annuii.
«allora a questa sera, alle dieci, al cavalcavia sulla Nazionale...»
Per un attimo credetti di aver sognato: lo guardai stranita e lui si mise a ridere. Aggiunge solo: «Non fare tardi.» e scomparve nel retrobottega polveroso.
Giunta a sera in un fascio di nervi e senso di anticipazione indossai una gonna lunga e morbida e un top scollato: una mise da cocktail party più che... “più che” cosa? La mia mente cosciente non approvava: le ex amanti in gramaglie non si apprestano a farsi sbattere da giovani sconosciuti; le ex amanti in disarmo purgano il dispiacere con dignità, tagliandosi le vene in silenzio.
Lo specchio rifletté l’immagine di una giovane donna, viva.

Arrivai in orario. Lui pure: guidava una vecchia utilitaria, rossa e scassata al limite dell’indecoroso.
Salii e allacciai la cintura: si mise a ridere e biascicò un “polentona“ che mi fece avvampare.
Imboccò la Nazionale, direzione Sud, mentre io mi abbandonai sul sedile rigido, in silenzio.
Restammo muti per alcuni minuti, poi R. prese a parlare. Non ricordo di cosa, perché con la mano destra iniziò ad accarezzare il lembo di pelle lasciato scoperto dalla mia gonna.
Guidava, parlava, accarezzava. Io, muta e vigile.
Poi si interruppe: alzai gli occhi e intercettai uno sguardo di sfida.
Non abbassai i miei ma con un gesto fluido raccolsi la gonna alla vita lasciando la pelle nuda.
Non mi bastava. Sollevai le gambe, piazzando i piedi sul cruscotto. Le divaricai appena e puntai lo sguardo sulla strada.
Un invito che la sua mano non lasciò cadere nel vuoto. Riprese il suo camminamento, lento e preciso.
La prese larga, esplorando le cosce per poi puntare al triangolo di stoffa che copriva il pube.
Lo scostò di lato, per accarezzare la mia intimità.
Passò lento le sue dita lunghe sulle mia labbra interne già umide, senza entrare. Sfiorò il clitoride più volte strappandomi versi inarticolati. Continuò a parlare e mentre la mia eccitazione aumentava il suo accento si fece più stretto, la voce bassa e roca.
Sentii la mia voglia crescere, volevo le sue dita dentro di me.
Volevo che mi toccasse dentro, in fondo... volevo che quel delizioso tormento lasciasse il posto ad una contrazione incontrollata.
Continuò a toccarmi, a sfiorarmi ma senza portarmi al piacere: un’agonia.
Arrivammo in un paese che non conoscevo. Disse solo: «Scendi».
Ubbidii, frastornata e molle di voglia. Pensai avremmo preso una stanza da qualche parte, ma mi sbagliavo. Si diresse verso una gelateria, ordinò una coppa di gelato e rimase in silenzio.
Mi prese per un braccio, invitandomi a sedere accanto a lui.
Disse solo :«sei bella, vestita cosí.»
Il gelato arrivò subito. R. affondò il cucchiaino nelle creme e me lo porse. Declinai l’invito ma lui mi intimó di mangiare, spingendo a forza il cucchiaino fra le mie labbra.
Ingoiai il boccone e ne arrivò prontamente un altro. La coppia seduta al tavolino di fronte ci osservò, ammiccando.
Mi imboccò, cucchiaino per cucchiaino, fino all’ultimo residuo.
A ogni passaggio, leccai il cucchiaio
Fissando R. negli occhi e sentendo su di me lo sguardo dell’altro uomo.
Potrebbe sembrare un gesto infantile, a uno sguardo distratto ma fu, invece, un momento prepotentemente erotico.
Non distolsi mai lo sguardo dal suo.
La bocca sporca di gelato divenne ben presto appiccicosa e zuccherina, gocce di gelato erano anche sul mento.
R. Avvicinò il viso al mio, le sue labbra si aprirono sulle mie e la sua lingua - calda e tesa - mi pulì di ogni lordura.
La coppia non distolse lo sguardo, neppure allora.
Lo sentii, come una carezza, seguire la curva delle mie natiche ondeggianti sui tacchi, quando ce ne andammo.
R. avanzò con incedere sicuro nell’oscurità; io avvertii unicamente la risacca del mare farsi più vicina.
Arrivammo ad una spiaggia privata , i lettini bianchi luccicavano sotto la luna.
«Stenditi...», obbedii.
Sollevò la mia gonna e dopo mi costrinse ad inarcarmi per togliere l’intimo. Aprii le gambe, sfrontata, al suo sguardo. Volevo che mi guardasse, aperta. Volevo essere presa. Abbassó la testa, in ginocchio tra le mie gambe. Avvertii il disegno della sua bocca carnosa aderire alla mia fica e la sua lingua iniziare a percorrere le labbra, insinuandosi piano; fu sufficiente quel gesto per innescare il piacere: iniziai a contrarmi, troppo veloce e troppo presto: terminai in un orgasmo pallido e incolore.
Lui Mi tirò a sè, prendendomi per i capelli e spingendo la testa verso il suo inguine. Mi ribellai, rimediando solo una stretta più forte e decisa.
Armeggiai rapida con i bottoni, esitando un attimo prima di denudare il membro. Praticare sesso orale non mi piaceva.
Gli odori degli uomini non mi piacevano. Lo facevo schematicamente, turandomi il naso. La mano che teneva i miei capelli non mi diede requie e strattonò ancora.
Avvicinai il volto al membro eretto, ora nudo.
Odorava di mare, lucido nella sua eccitazione. L’afrore mi penetró nel naso e poi lo sentii sulla lingua, distesa ad assaggiarlo.
Lo percorsi tutto, in lungheza prima e circonferenza poi.
Leccarlo mi trasmise un brivido: mi stavo eccitando, di nuovo. Aprii la bocca, lo volevo dentro di me. Accolsi quella carne tesa e serica, calda e pulsante. La accolsi fra le mie labbra godendo della pienezza di quel membro, assaggiandone il turgore.

Accarezzai adagio l’asta con la lingua, per poi succhiarne la sommità, sempre più tesa e pulsante. I gemiti di R. punteggiavano il ritmo della mia opera e mi eccitavano sempre più. Ero io a farlo godere, era la mia lingua a possederlo, la mia bocca a portarlo all’estasi.
Godeva di me.
Lo succhiai lentamente e sentii le pulsazioni del suo sangue . Lo leccai, guardando il suo viso abbandonato al piacere.
Lo portai al culmine, alternando mani e lingua, assecondando il ritmo del suo bacino, l’andamento dei colpi che vergò nella mia bocca, senza rispetto o gentilezza.
Fu come danzare e ben presto le nostre armonie giunsero ad un unico andamento liquido. Liquida la mia bocca, oscenamente piena. Liquido il mio sesso, prossimo a godere. Liquido il suo piacere, che esondò dopo l’ultima spinta, l’ultima vibrazione accolta dalle mie labbra, dalla mia lingua, dal mio essere...soffocato fra frasi sconnesse e esortazioni a non fermarmi mai.
Rinacqui donna sotto la luna argentea in riva al mare; fui battezzata cortigiana dal suo seme, straniero e caldo, colato dalle mie labbra.




Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 6.1
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Nobody like you - parte II:

Altri Racconti Erotici in Lui & Lei:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni