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L'Avventura di Vic la troia


di Membro VIP di Annunci69.it LucasFromParis
11.03.2021    |    7.293    |    1 8.2
"Solo proporre me stesso e ciò che ero in grado di realizzare per loro..."
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Vic e Gabriele era una coppia che poco aveva suscitato l’interesse e la curiosità di molti. Lei non passava certo inosservata; la lunga galleria di foto che arricchiva il loro profilo era assolutamente irresistibile e la mostrava in mille pose differenti che mettevano in risalto mille dettagli. Due lunghe gambe tornite e sinuose, un culetto sodo e altro, il seno prosperoso che in alcuni scatti era mostrato impudicamente mentre in altri lo si intravvedeva appena da mille angolazioni differenti. Ma le mie preferite erano quelle che mostravano parti del suo viso, pur restando lei sostanzialmente irriconoscibile. Su quel viso spiccavano le sue labbra: carnose e spesse da baciare e mordicchiare. Sempre impeccabilmente truccate con un rossetto dal colore intenso che ne esaltavano qualunque espressione, dal broncio sexy al sorriso pieno di vita e malizia. Il suo compagno quasi non appariva, come se avesse voluto fin dall’inizio rimanere dietro le quinte. Ero curioso prima di tutto di conoscere ed entrare nei meccanismi di quella coppia e scrissi loro. Come sempre cerco non mandai loro un messaggio generico stile copia-incolla. Prima di scrivere soppeso con attenzione ogni parola del loro annuncio, mi studio di cogliere il detto e il non detto per trovare la chiave giusta. La parola, la frase, lo spunto che convincerà chi legge a darmi una chance distinguendomi dagli altri mille messaggi ricevuti. Ogni persona e ogni coppia ha la sua “chiave”. Illusorio credere che esista un passpartout universale perché quello che rende il nostro gioco infinito è proprio la varietà infinita della nostra sensibilità personale.

Come immaginavo, il mio desiderio di incontrare questa coppia era largamente condiviso. Fra la cerchia ormai ampia dei miei amici si parlava di questa coppia. Scoprii che stavano rispondendo a diversi fra loro e avevo la sensazione di essere in una sorta di selezione nella quale solo uno sarebbe stato il prescelto. Oggi non vivo più queste situazioni come una “gara”. Non mi interessa (più) “vincere” nel senso più scontato del termine. Non mi interessa più sentirmi “migliore” di altri, qualsiasi cosa migliore voglia dire. Oggi la vita mi ha insegnato che la strada migliore è rimanere semplicemente sé stessi e presentarsi per ciò che si è veramente. Conosco mille trucchi di seduzioni, mille tecniche di manipolazione; nella mia vita ne ho usato e abusato. Fino a comprendere che non serve a nulla, se non a dare un temporaneo e illusorio nutrimento al mio ego. Non voglio più gareggiare, non voglio più vincere, non voglio più dimostrare nulla a nessuno. Vivo la mia verità nel profondo e mi mostro per ciò che sono. Perché ho accettato quello che sono. La mia unica arma, con Vic e Gabriele, era la sincerità. Nessuna promessa e nessuna vanteria. Solo proporre me stesso e ciò che ero in grado di realizzare per loro.

In realtà non parlai con la coppia, ma esclusivamente con lui. Prima ci scrivemmo per poi rapidamente passare al telefono. Passarono molti giorni e in quel tempo ci scoprimmo, lui ed io, profondamente affini. Mi raccontò di lui, della sua vita, della sua relazione con la bellissima donna. Mi parlò lungamente dei suoi desideri e fantasie. Vagliammo assieme molte diverse opzioni. Io portavo la mia esperienza e la mia capacità di portare le persone giuste alla situazione che voleva realizzare; lui mi fece ben comprendere quello che cercava, il soffio nuovo che intendeva infondere nella sua coppia e la crescita che aspettava dalla sua compagna più giovane e meno sperimentata di lui. Scoprimmo presto di essere sulla stessa lunghezza d’onda e penso comprese che ero la persona giusta per lui e per lei. Le sue idee fecero breccia nella mia immaginazione e avvertii quel familiare pizzico dietro la nuca. Non sarebbe stata una situazione banale, bensì speciale!
Gabriele non sarebbe stato presente. Sia per impedimenti personali, sia perché desiderava che lei si lanciasse da sola, senza il suo sguardo addosso. Credo fosse davvero un modo di veder emergere una parte di lei che faticava a venire fuori. Non cercava un banale incontro a due, bensì un incontro ben codificato. L’uomo desiderava vedere la sua compagna alle prese con più uomini. Tutti sconosciuti. Feci presente che io non amavo più le gang; l’affastellarsi di troppi corpi maschili era qualcosa che, avendola sperimentata infinite volte, non amo più per due motivi. Il primo che è che in una gang si perde qualunque personalizzazione per diventare solo oggetto. Accade anche nelle orge ed entro certi limiti è interessante, ma nella gang si va troppo oltre per i miei gusti di oggi. Il secondo motivo è che nel tempo sono attratto dall’incontro paritario delle energie maschili e femminili. Per lo stesso motivo durante le mie feste non invito mai uomini in sovrannumero. Troppi maschi portano una energia troppo diretta mentre le donne, anche quelle più lascive e scatenate, conservano in loro la morbidezza che è propria della loro natura.

Non ci sarebbero stati quindi troppi maschi; avrei convocato due singoli affidabili e conosciuti che mi avrebbero stati complici e compagni. Ma non bastava. Vic non voleva essere l’unica donna e chiesi alla mia complice di mille avventure, la mia amica Akira, di essere della partita. Con lei ogni festa, ogni situazione è unica e speciale. Con Akira la certezza di stare bene e divertirmi è assoluta a prescindere da tutto il resto. Accettò con entusiasmo. Conosceva già i due ragazzi che avevo convocato e le piacevano entrambi. Il pomeriggio sarebbe stato grandioso, ne ero certo. Avevo il controllo totale della situazione come piace a me. Gabriele si era fidato di me, mi affidava la sua donna. Non lo avrei deluso. Mi sentivo responsabile ma questo non mi intimoriva né preoccupava. Ero sicuro di me stesso.

Il giorno arrivò. Un lunedì anonimo agognato, atteso, pianificato. Attesi con Akira i due complici che arrivarono all’orario concordato. Ero costantemente in contatto con Gabriele che mi informava degli spostamenti di Vic. Non lei non avevo scambiato parola e non avevo neppure un suo contatto. Questo ai miei occhi aggiungeva ulteriore eccitazione. Era una situazione davvero inusuale. Mi era già successo che uomini avessero mandato le loro donne da sole a casa mia, ma si trattava di persone che avevo già conosciuto e con le quali si era instaurato un rapporto. Questa volta no. Lui era una voce, lei un’immagine. Cosa sarebbe accaduto? Andai a cercarla ad una stazione del passante ferroviario da solo. Ridendo fra me e me sapevo che nel frattempo i tre birichini che avevo lasciato a casa non sarebbe rimasti lì a chiacchierare. Sarebbe stato il loro antipasto. Ma trovavo il mio ruolo infinitamente più eccitante. Sarei andato a prendere una donna sconosciuta. Lei sarebbe salita docilmente nella mia automobile e l’avrei condotta fare sesso con tre uomini e una donna dei quali lei non aveva la minima idea. Vic si affidava a Gabriele. Gabriele si affidava a me. Sentivo il cuore battere forte mentre scrutavo in cerca della ragazza ma di certo lei, che quasi non aveva alcuna esperienza, doveva avere un batticuore ben più violento del mio.

La vidi e mi avvicinai sorridendole in modo sciolto e spontaneo. Immaginavo le sue paure e la volevo subito rassicurare. Né io né i miei complici eravamo pazzi, maniaci o pericolosi. Spesso le persone fuori dal nostro mondo hanno una visione distorta e negativa degli scambisti. Invece siamo come tutti gli altri; abbiamo le nostre vite, lavori, famiglie. L’unica differenza è che non reprimiamo i nostri desideri ma li viviamo e li accettiamo. Spesso gli scambisti sono gli uomini più rispettosi perché non giudicano. Almeno quelli evoluti. La ragazza era assolutamente all’altezza di ciò che aspettavo. Sensuale ma non volgare, esibiva lo stesso rossetto che mi aveva incantato in foto. Le sue labbra, che di lì a poco sarebbero state usate e violate, erano semplicemente perfette. In pochi minuti arrivammo a casa dove il terzetto si stava affannosamente ricomponendo con un sorriso complice. La facemmo accomodare sull’ampio divano grigio. Akira e io eravamo ai suoi lati mentre i due ragazzi fissavano con desiderio le due donne. I giochi stavano per iniziare!

La mia amica non aveva bisogno di istruzioni né di incoraggiamenti. Sapeva esattamente come fare. Spesso mi prendeva in giro dicendo che avevo un copione fisso. Quel copione lo conosceva a menadito e, presa per mano la ragazza, la portò sul futon che troneggiava nella sala mentre tutte le tende venivano opportunamente chiuse. In ginocchio una di fronte all’altra le due stupende donne iniziarono a baciarci dolcemente, poi in modo più intenso. Vic sembrava aver abbandonato ogni reticenza e si concedeva alle mani esperte di Akira che le tolsero i vestiti prima, lo spettacolare intimo che indossava poi. La ragazza fece lo stesso e in men che non si dica erano nude e avvinghiate. Le loro mani percorrevano i rispettivi corpi toccando, accarezzando ed esplorando con quella dolcezza sensuale che solo le donne possiedono. Noi ci spogliammo a nostra volta e ci avvicinammo per godere di quello spettacolo. Non permisi a nessuno di avvicinarsi subito perché volevo prolungare quello spettacolo lesbo che mi incantava. Quando la testa di Akira si pose fra le cosce aperte della ragazza lei iniziò immediatamente a sospirare. Sospiri che crebbero di intensità mentre il suo viso era letteralmente trasfigurato. La mia complice conosceva tutti i trucchi e mise in azione il nostro famoso strumento principe del piace, il Magic Wand. Lo manovrava con sapienza e la ragazza perse ogni controllo per godere. Chiesi poi loro di mettersi a 69; mi avvicinai alla bocca di Akira che torturava dolcemente la figa profumata e il clitoride di Vic e mi unii a lei leccando a mia volta l’ano della nostra ospite e stuzzicandolo con le dita. Fu il segnale e anche gli altri due si unirono a noi.

L’orgia vera e propria ebbe inizio. Il desiderio di Gabriele era che lei provasse tutto senza risparmiarsi nulla. Dapprima la baciai e finalmente potei avvertire il sapore e la consistenza di quelle labbra che avevo tanto desiderato. Poi le presentammo i nostri tre cazzi eretti e pulsanti. Non ebbe neppure un’esitazione. Come la più navigata delle troie ne teneva uno in ogni mano masturbandoli mentre il terzo spariva nella sua bocca calda. Dava le vertigini vederla così presa e coinvolta. Non fece storie né ebbe esitazioni. Si lasciava usare da noi che a turno le sbattevamo la cappella sul viso e le premevamo la testa per farle ingoiare il più possibile i nostri bastoni di carne. L’odore del sesso riempiva ormai la sala come i nostri gemiti. Tutto divenne poi confuso in una mischia erotica e selvaggia. Volli essere io il primo a penetrarla; le sue caviglie erano sulle mie spalle e la vedevo completamente aperte e offerta. Sospirò mentre mi strusciavo lungo la fessura prolungando l’attesa fino al momento in cui gemette mentre la riempivo centimetro dopo centimetro nella sua figa calda e gocciolante come mi aspettavo. Vedevo confusamente Akira che godeva degli altri due maschi sino a che uno di loro si avvicinò alla sua bocca. A quanto mi era stato detto, era la sua prima esperienza con due maschi assieme, ma non sembrava affatto tanto era eccitata e disinvolta.

Le due magnifiche ragazze godevano in ogni modo e in ogni situazione. Ci era stato richiesto di fare provare a Vic la doppia penetrazione. Prima iniziammo ad aprirle il buchino dopo che avevamo goduto della sua figa. La lubrificai con cura, ma presto mi avvidi che era stata una precauzione superflua. Il suo culo si aprì dopo una leggera pressione e mi avvolse tutto. Era stretto ma rilassato e subito potei muovermi con forza in lei. Gemeva e godeva, qualcuno le toccava il clitoride e la doppia sensazione che di certo provava era intensa. Vedevo lo spettacolo magnifico della sua schiena inarcata, le deliziose fossette, la curva armoniosa dei suoi fianchi. Femminilità allo stato puro. Era ormai pronta anche per calibri importanti di cui in particolare uno dei miei amici era dotato e che non vedeva l’ora di farle sentire nel culo. Non fece una piega e si lasciò profanare ancora e ancora. C’erano sempre due uomini addosso a Vic mentre il terzo scopava Akira in un carosello sempre mutevole. A quel punto non avevo alcun dubbio che la doppia penetrazione sarebbe stata semplice e naturale. Così fu. Si accucciò docilmente sul mio complice che la fece abbassare sul suo petto mentre Akira le teneva le chiappe divaricate. Il suo ano, già arrossato e slabbrato, mi invitava a prenderlo ancora e così feci. La ragazza sembrava impazzita in mezzo a due corpi maschili che la prendevano con la loro energia. Tutti noi ci alternammo perché davvero volevamo godere di ogni posizione. Osservarla da fuori fra i miei complici fu oltremodo eccitante. Si dimenava come una cagna ormai del tutto fuori di sé. Talmente fuori di sé che aprì infine le labbra ai nostri schizzi di sperma che colava sulle guance, sulle labbra. Ne aveva anche in bocca e le ordinai di ingoiare senza fare problemi, con la dovuta e necessaria durezza.
Gabriele voleva farle provare tutto. Le feci provare tutto.

Fu divertente, mentre ci rivestivamo, commentare e parlare di ciò che avevamo vissuto. Provò a schernirsi, a dire che lo aveva fatto solo per compiacere il suo ragazzo. Nessuno le credette, anche lei sorrise quando si rese conto di non poter negare la verità. Gabriele le aveva semplicemente offerto la possibilità di vivere quello che davvero desiderava e che ancora faticava ad ammettere a sé stessa. Ma non poteva ingannare il Lupo
Le era piaciuto. Le era piaciuto molto. Le era piaciuto fare la puttana e sentirsi puttana. Io credo che sia vero per ogni donna che abbia il coraggio di andare oltre le regole e il giudizio di sé per vivere liberamente.
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