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Scambio di Coppia

Valentina: Il sexy party e la gelosia


di Membro VIP di Annunci69.it Efabilandia
06.05.2025    |    4.486    |    6 9.0
"Un altro uomo scopava la mora, un terzo la bionda, e i loro corpi si muovevano in un caos di gemiti e sudore..."
Mi chiamo Piero, ho 44 anni, e la mia vita è stata segnata da una donna che è tutto: fuoco, seta, pugnale. Valentina, 42 anni, è la mia ossessione, il mio amore, la mia rovina e la mia salvezza. Mora, alta 170 cm, taglia 44, ha un corpo slanciato che sembra scolpito per il peccato: seno medio ma sodo, fianchi che invitano al tocco, capelli lunghi e mossi che cadono come un’onda scura, occhi scuri che ti leggono l’anima. Con lo smalto rosso e un atteggiamento che ricorda la Valentina di Crepax, elegante ma provocante, è capace di accendere un uomo con un solo sguardo. Io, castano chiaro, 185 cm, fisico sportivo da ex fotomodello, con un cazzo largo ma normodotato, 17 cm veri, ho sempre cercato il suo piacere prima del mio. Ma il nostro amore, profondo come il mare di Puglia, è stato spezzato da un tradimento che mi ha fatto a pezzi, per poi rinascere in una notte di gelosia e fuoco che non dimenticherò mai.
Tutto è iniziato quattro anni fa, quando Valentina aveva 40 anni. La noia a letto, un mostro silenzioso, l’ha spinta verso Antonio, un collega di 45 anni, moro, carismatico, con un cazzo lungo 20 cm che lei desiderava in segreto. La loro relazione clandestina è durata tre anni, un vortice di bugie che mi tenevano all’oscuro. “Devo fare tardi al lavoro,” diceva, con un sorriso che nascondeva il tradimento, mentre si vedeva con lui in motel squallidi o nel suo appartamento. Il sesso con Antonio era puro fuoco: la scopava con forza, la cappella gonfia che sbatteva contro le sue grandi labbra, facendola venire in modi che io, nella nostra routine, non riuscivo più a darle. Ma Valentina mi amava, questo lo so. Antonio era solo evasione, un gioco fisico che non ha mai toccato il suo cuore. Eppure, ogni bugia era un coltello che, senza saperlo, mi affondava nel petto.
Poi, due anni fa, è crollato tutto. Una sera, tornando a casa, Valentina si è seduta sul divano, gli occhi pieni di lacrime. “Piero, devo dirti una cosa,” ha detto, la voce spezzata. Ha confessato tutto: Antonio, i tre anni di incontri, le bugie. Ogni parola era un pugno, ma il peggio non era il sesso: era il fatto che me l’avesse nascosto, giurando di amarmi mentre si dava a un altro. “Ti amo, Piero, sei l’unico uomo della mia vita,” ha detto, piangendo, ma quelle parole non bastavano. Ero distrutto, il cuore in frantumi. “Come hai potuto?” ho urlato, e quella notte me ne sono andato. Ci siamo separati per due anni, un deserto di dolore. Valentina ha provato a chiamarmi, a scrivermi, ma io, chiuso nel mio orgoglio, non rispondevo. Foggia, la nostra città, sembrava troppo piccola per contenerci entrambi.
Il destino, però, aveva altri piani. Due anni fa, una notte d’estate, ci siamo ritrovati a un sex party esclusivo in una villa moderna a Bari, invitati separatamente da amici di amici. Non sapevo che ci sarebbe stata, e quando l’ho vista, il mondo si è fermato. Era lì, splendida, nuda, il corpo slanciato che brillava sotto le luci rosse, i capelli mossi che cadevano sulle spalle, lo smalto rosso che scintillava mentre stringeva un bicchiere di champagne. Ma accanto a lei c’era Antonio, e un altro uomo, un biondo di 30 anni, atletico, con un cazzo lungo e un sorriso arrogante. Il mio cuore si è spezzato di nuovo, ma il mio cazzo, traditore, si è indurito. Ero geloso, furioso, ma non riuscivo a distogliere lo sguardo.
La villa era un tempio del piacere, con saloni illuminati da luci rosse e viola, divani di pelle nera, e una pista da ballo dove una musica techno pulsava come un cuore. L’aria odorava di champagne, sudore e incenso, e gemiti lontani si mescolavano al ritmo, creando un’atmosfera di pura trasgressione. Mi sono avvicinato a una stanza privata, la porta socchiusa, e lì l’ho vista: Valentina, al centro di un letto king-size, lenzuola di seta rossa sotto di lei, specchi a tutta parete che riflettevano ogni movimento. Antonio la scopava nella fica, il suo cazzo lungo che sbatteva con forza, la cappella gonfia che sfregava contro le sue grandi labbra, mentre il giovane amico, inginocchiato accanto a lei, le infilava il cazzo in bocca, la cappella che scompariva tra le sue labbra, il piercing sulla lingua che lo faceva gemere.
Valentina gemeva, il corpo che si inarcava, i seni che ondeggiavano a ogni spinta. “Sì, scopami forte,” ansimava, la voce roca, e io, dalla porta, sentivo ogni parola come una pugnalata. Antonio la girò, mettendola a pecorina, e il giovane prese il suo posto, scopandola nella fica, il cazzo che sbatteva contro le sue pareti, le grandi labbra che si aprivano, lucide di piacere. Antonio si inginocchiò davanti a lei, riempiendole la bocca, e i loro movimenti erano un ritmo perfetto, un quadro di lussuria che mi tormentava. Poi iniziarono la doppia penetrazione: Antonio si sdraiò sotto di lei, il cazzo che scivolava nella sua fica, mentre il giovane, con un preservativo, lubrificò il suo culo e la penetrò lentamente, il buco stretto che si allargava intorno al suo cazzo.
Valentina urlò, un misto di dolore e piacere, e il suo primo orgasmo la travolse. La fica si contrasse intorno al cazzo di Antonio, un getto di squirting che bagnò le lenzuola, le grandi labbra che pulsavano mentre gridava, il corpo che tremava. “Dio, sì!” ansimò, e il secondo orgasmo arrivò subito dopo, anale, con il cazzo del giovane che la scopava nel culo, un altro squirting che schizzò sul letto, i suoi gemiti che riempivano la stanza. Io, fermo sulla porta, sentivo il cuore battere all’impazzata, la gelosia che mi divorava, ma il cazzo duro nei pantaloni, eccitato da quella visione. Antonio venne nella sua fica, il preservativo che si riempiva di sperma caldo, mentre il giovane si tirò fuori, togliendo il preservativo e sborrando in bocca a Valentina, il seme che colava sulle sue labbra, che lei ingoiò con un sorriso provocante, gli occhi che per un istante incontrarono i miei, come se sapesse che ero lì.
La gelosia mi consumava, ma qualcosa dentro di me si accese. Non potevo restare fermo. Mi spostai in un’altra stanza, dove un’orgia era in pieno svolgimento: tre donne, una rossa, una mora, una bionda, e due uomini, tutti nudi, i corpi intrecciati su un letto circolare coperto di cuscini di velluto. La rossa, 35 anni, capelli ricci, seno piccolo, mi prese per mano, tirandomi verso di lei. “Vieni, bello,” disse, e io mi inginocchiai, leccandole la fica, le grandi labbra rasate che si aprivano sotto la mia lingua, il clitoride che pulsava mentre gemeva. Poi passai alla mora, 40 anni, corpo curvilineo, un tatuaggio di un fiore sul fianco, la sua fica bagnata che mi accoglieva, i suoi gemiti che si mescolavano al caos della stanza. Infine, la bionda, 38 anni, capelli corti, fisico tonico, mi incitò con voce roca: “Fammi godere.” Le leccai la fica, succhiando con furia, ma la mia mente era su Valentina, i suoi gemiti che mi tormentavano.
La gelosia mi trasformò in una bestia. Mi alzai, il cazzo duro come pietra, e iniziai a scopare la rossa, affondando colpi violenti, il cazzo largo che la riempiva, la cappella che sbatteva contro le sue pareti. “Troia,” ringhiai, pensando a Valentina, ogni spinta un grido contro di lei. Un altro uomo scopava la mora, un terzo la bionda, e i loro corpi si muovevano in un caos di gemiti e sudore. Passai alla mora, prendendola a pecorina, il mio cazzo che sbatteva contro il suo culo, le mani che stringevano i suoi fianchi. “Troia,” ripetei, la voce spezzata, immaginando Valentina con Antonio. Poi la bionda mi montò, cavalcandomi, la sua fica che si contraeva intorno al mio cazzo, i suoi seni che rimbalzavano mentre urlava. Ogni spinta era per Valentina, ogni insulto un modo per sfogare il dolore.
Sentii Valentina entrare nella stanza, i suoi occhi su di me, e questo mi spinse oltre il limite. La bionda gemeva sotto di me, e io mi tirai fuori, venendo con un ruggito, schizzi di sperma che colavano sulle sue tette, il seno lucido sotto le luci. Mi girai verso Valentina, il mio sguardo fisso su di lei, il corpo ancora scosso dall’orgasmo. “Vedi, troia, godo anch’io,” pensai, urlando il mio piacere, un gesto per farle vedere che non ero solo un uomo ferito, ma un porco capace di prendere ciò che voleva. Lei mi guardava, gli occhi pieni di rabbia, di desiderio, di qualcosa che non riuscivo a decifrare.
La serata prese una svolta quando Valentina, furiosa, mi affrontò in un angolo della villa. “Come hai potuto?” urlò, le lacrime che le rigavano il viso, anche se sapeva di non avere diritto di protestare. La sua gelosia, assurda dopo quello che aveva fatto, mi fece esplodere. “E tu? Ti sei fatta scopare da due uomini davanti a me!” ribattei, la voce che tremava. La presi per il braccio, portandola fuori. “Ti riaccompagno a casa,” dissi, e il viaggio verso Foggia fu un silenzio rotto solo dai nostri respiri pesanti.
Nel soggiorno del suo appartamento, semplice ma caldo, con una lampada che proiettava ombre morbide, la discussione esplose. “Mi hai distrutto, Valentina,” dissi, le mani che tremavano. “Tre anni di bugie, e ora questo? Ti sei fatta scopare come una troia!” Lei piangeva, ma non si tirò indietro. “E tu? Ti sei scopato tre donne, le hai chiamate troie, e lo so che pensavi a me!” urlò, il viso rigato di lacrime. “Perché ti amo, maledizione! Non posso vivere senza di te!” Quelle parole mi colpirono come un fulmine. Mi avvicinai, prendendole il viso tra le mani. “Anch’io ti amo,” dissi, la voce spezzata. “Ma non posso più sopportare le bugie.” Lei annuì, piangendo. “Non ti nasconderò mai più niente, Piero. Voglio tutto con te, anche la trasgressione, ma insieme.”
Ci baciammo, un bacio disperato, le nostre lingue che si intrecciavano, il piercing di Valentina che sfiorava la mia bocca. Facemmo l’amore sul divano, i nostri corpi che si cercavano con una fame che non provavo da anni. La scopai con forza, il cazzo largo che la riempiva, le grandi labbra che pulsavano intorno a me, i suoi gemiti che mi riportavano alla vita. “Sei mia,” dissi, e mentre venivo dentro di lei, sussurrai: “Sei la mia troia.” Lei sorrise, stringendosi a me. “E tu sei il mio tutto,” rispose. Quella notte decidemmo di tornare insieme, promettendo di vivere ogni desiderio in coppia, nella massima trasparenza. “Magari un club privé, la prossima volta,” disse Valentina, un sorriso malizioso sulle labbra, e io annuii, sapendo che il nostro fuoco era appena rinato.
La notte al sex party, con la sua gelosia e il suo caos, è stata il nostro punto di svolta. Valentina, con la sua bellezza magnetica, il suo corpo che danza tra il piacere e il dolore, è la donna che amo, la mia Crepax in carne e ossa. Abbiamo promesso di non nasconderci mai più nulla, di fare della trasgressione un atto d’amore. E mentre guardo il futuro, so che il nostro viaggio nello scambismo è solo all’inizio, un sentiero di fuoco che percorreremo mano nella mano.

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