Scambio di Coppia
Mister G e Lady G


05.05.2025 |
2.364 |
3
"Ci sedemmo a un tavolo vicino alla pista, ordinando due mojito..."
Mi chiamo Mister G, ho 59 anni, e vivo a Ravenna con mia moglie, Lady G, 49 anni, la donna che ha trasformato la mia vita in un viaggio di passione e complicità. Da sei anni, io e Lady G pratichiamo lo scambio di coppia, un percorso che ci ha portati a esplorare i nostri desideri più profondi, a scoprire lati di noi stessi che ci hanno resi ancora più uniti. Tutto è iniziato nei privé, luoghi dove l’aria è carica di profumi, gemiti e possibilità. La prima volta che Lady G ha preso il cazzo di uno sconosciuto, prima nella sua fica bagnata e poi nel suo culo stretto, ho capito che il nostro amore poteva abbracciare anche questa libertà. Ogni incontro è stato un passo avanti, ma la nostra prima notte al New Liberty, un club privé tra i più esclusivi della Romagna, è stata un’esperienza che ha segnato un prima e un dopo. Questa è la storia di quella notte, raccontata da me, Mister G, con il cuore che batte ancora forte al ricordo.Lady G è una donna che incanta. A 49 anni, il suo corpo è un capolavoro: seno prosperoso che sfida il tempo, fianchi che ondeggiano come un richiamo, un culo sodo che sembra scolpito. I suoi capelli biondi, leggermente mossi, le accarezzano le spalle, e i suoi occhi verdi brillano di una malizia che fa tremare. Quella sera, si era preparata con cura per il New Liberty. Indossava un vestito nero di latex, aderente come una seconda pelle, che le fasciava le curve, lasciando poco all’immaginazione. Il décolleté profondo esaltava il suo seno, trattenuto a stento dal tessuto lucido, mentre l’orlo corto rivelava le cosce avvolte da autoreggenti nere con pizzo. I tacchi a spillo, alti e affilati, cliccavano sul pavimento, e un perizoma rosso, visibile attraverso il latex trasparente sui fianchi, era un segnale di ciò che era pronta a offrire. Io avevo scelto un’eleganza classica: completo nero con giacca sartoriale, camicia bianca aperta sul petto, e un profumo di legno di sandalo che mi dava un’aria di controllo, anche se dentro bruciavo di anticipazione per ciò che ci aspettava.
Il New Liberty si trovava in una zona discreta, appena fuori Ravenna, un edificio anonimo che nascondeva un mondo di lussuria. Quando entrammo, l’atmosfera ci avvolse come un abbraccio caldo. Le luci soffuse, rosse e viola, creavano ombre che danzavano sui muri, mentre una musica deep house pulsava nell’aria, il ritmo basso e sensuale che sembrava sincronizzarsi con i nostri battiti. L’odore di profumi costosi, sudore e incenso riempiva il locale, un cocktail che accendeva i sensi. Coppie si muovevano sinuose sulla pista da ballo, corpi che si sfioravano, sguardi che promettevano piaceri. Singoli, eleganti e sicuri, osservavano dalle poltrone di velluto, pronti a cogliere un invito. Barman in camicia nera servivano cocktail, e il tintinnio dei bicchieri si mescolava ai sussurri e ai gemiti che sfuggivano dalle stanze private.
Ci sedemmo a un tavolo vicino alla pista, ordinando due mojito. Lady G sorseggiava il suo, le labbra rosse che lasciavano un’impronta sul bicchiere, mentre i suoi occhi vagavano, scrutando il locale. “Ti piace, amore?” le chiesi, posando una mano sulla sua coscia, sentendo il calore del suo corpo attraverso il latex. “Ogni cosa che fai stasera, fallo per noi, per il nostro amore. Sei bellissima, e io ti amo.” Lei sorrise, un lampo di eccitazione negli occhi, e posò la sua mano sulla mia. “Lo farò, amore,” rispose, la voce bassa, carica di promesse. “Tutto per te.” Le sue parole mi fecero indurire il cazzo nei pantaloni, e sapevo che quella notte sarebbe stata indimenticabile.
Non passò molto prima che un singolo si avvicinasse. Era un uomo sulla quarantina, alto, con spalle larghe e un viso scolpito, i capelli corti brizzolati e un sorriso che trasudava sicurezza. Indossava una camicia nera aperta sul petto e pantaloni aderenti che non nascondevano la sua eccitazione. “Posso offrirvi da bere?” chiese, la voce profonda, posando una mano sullo schienale della sedia di Lady G. Lei lo squadrò, il suo sguardo che lo spogliava, poi annuì. “Perché no?” rispose, accavallando le gambe, il latex che scricchiolava piano. Io sorrisi, un cenno di assenso, sapendo che il gioco era iniziato. “Vai, amore,” le sussurrai, stringendole la mano. “Fallo per me, per il nostro amore.”
Si presentò come Marco, e dopo qualche chiacchiera, l’aria si fece più densa. Lady G posò una mano sulla sua coscia, un gesto che fece brillare gli occhi di Marco. “Vogliamo andare in un posto più… riservato?” propose lei, la voce un sussurro che prometteva tutto. Marco annuì, e io mi alzai, seguendo mia moglie e il suo nuovo compagno verso una delle stanze private, un cubicolo con pareti di velluto rosso, un letto coperto da lenzuola nere, e uno specchio a tutta parete che rifletteva ogni movimento. La musica del locale filtrava attutita, un sottofondo che amplificava il battito del mio cuore.
Lady G si avvicinò a Marco, le sue mani che scivolavano sul suo petto, slacciando la camicia. “Mi piace come mi guardi,” sussurrò, prima di baciarlo, un bacio profondo, le loro lingue che si intrecciavano. Io mi sedetti su una poltrona nell’angolo, il cazzo già duro nei pantaloni, osservando mia moglie che si lasciava andare. “Sei bellissima, amore,” dissi, la voce roca, accarezzandole i capelli mentre si inginocchiava, il vestito di latex che si tendeva sulle sue curve. “Fallo per me, lascia che ti veda così, perfetta.” Lei mi guardò, gli occhi verdi che brillavano di amore e desiderio, e slacciò i pantaloni di Marco, tirando fuori il suo cazzo. Era grosso, la cappella gonfia e lucida, una vena che pulsava lungo l’asta come una promessa di piacere.
Lady G lo accarezzò, le sue unghie laccate di rosso che contrastavano con la pelle, poi lo prese in bocca, succhiando con una fame che mi fece gemere. “Brava, amore,” dissi, la mia mano che scivolava sul suo collo, sentendo il calore della sua pelle. “Succhialo, fallo per il nostro amore.” Lei aumentò il ritmo, la bocca che scivolava lungo il cazzo di Marco, le labbra strette intorno alla cappella, i suoi gemiti soffocati che riempivano la stanza. Marco gemeva, le mani nei suoi capelli, cercando di controllare i suoi movimenti, ma Lady G era inarrestabile, succhiando con una passione che lo faceva tremare. “Cazzo, sei incredibile,” ansimò lui, e io sorrisi, orgoglioso della mia donna, del suo abbandono per me.
Dopo minuti di pompino che sembravano eterni, Marco la sollevò, facendola sdraiare sul letto. Le alzò il vestito, scoprendo il perizoma rosso, che strappò con un gesto deciso. La fica di Lady G era bagnata, le grandi labbra gonfie e lucide, pronte ad accoglierlo. Marco si posizionò tra le sue gambe a pelle. “Fallo, amore,” dissi, accarezzando il viso di Lady G, che mi guardava con occhi pieni di amore. “Lasciati scopare, sei così bella quando ti doni.” Marco entrò in lei, la cappella gonfia che scivolava tra le sue labbra, riempiendola completamente. Lady G gemette, le mani che stringevano le lenzuola, mentre Marco iniziava a scoparla, ogni spinta un’esplosione di piacere.
“Sì, amore, prendilo tutto,” la incoraggiai, la mia mano che scivolava sul suo seno, pizzicando i capezzoli attraverso il latex. “Fallo per me, per il nostro amore.” Lei gridava, il corpo che si inarcava, il cazzo di Marco che la penetrava profondamente, la cappella che sfregava contro le sue pareti. “Sto venendo!” ansimò, e il suo primo orgasmo la travolse, il corpo che tremava, la fica che si contraeva intorno al cazzo di Marco, un grido soffocato che riempì la stanza. Io la accarezzavo, sussurrandole parole d’amore, il mio cazzo che pulsava nei pantaloni, eccitato dalla sua passione.
Ma non era finita. Marco la girò, mettendola a quattro zampe, il culo perfetto esposto davanti a lui. Prese un altro preservativo, lubrificandolo, e lo srotolò sul suo cazzo. “Adesso ti faccio il culo,” disse, e Lady G gemette, guardando me con occhi pieni di desiderio. “Vai, amore,” dissi, accarezzandole la schiena, il mio respiro pesante. “Lasciati inculare, sei così bella, fallo per me.” Marco sputò sul suo buco, lubrificandolo, e iniziò a spingere, la cappella gonfia che entrava lentamente nel suo culo stretto. Lady G gridò, un mix di dolore e piacere, mentre Marco la penetrava, ogni centimetro che la riempiva.
“Brava, amore, prendilo tutto,” ripetei, la mia mano che scivolava tra le sue cosce, sfregando il clitoride mentre Marco la scopava nel culo. “Sei perfetta, fallo per il nostro amore.” Lei gemeva, il corpo che si muoveva contro di lui, ogni spinta che la portava più vicina al piacere. “Sto venendo di nuovo!” urlò, e il suo secondo orgasmo anale la squassò, il corpo che tremava, il culo che si contraeva intorno al cazzo di Marco, un’esplosione di piacere che la fece gridare. Marco accelerò, il suo respiro irregolare, e con un grugnito venne, riversando il suo sperma caldo dentro l'intestino di lei.
Crollarono sul letto, ansimando, mentre io mi avvicinavo, accarezzando il viso di Lady G, orgoglioso del suo abbandono, del suo amore per me. “Sei stata incredibile, troia,” sussurrai, baciandola, la parola che usciva per la prima volta, carica di amore e desiderio. Lei sorrise, gli occhi che brillavano, sapendo che quella notte era solo l’inizio di altre avventure al New Liberty, un luogo che sarebbe diventato il nostro tempio, dove il nostro amore e i nostri desideri avrebbero continuato a bruciare.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Commenti per Mister G e Lady G:
