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ELISA LA MIA PRIMA SEGRETARIA PARTE 1b


di Norman111
22.08.2012    |    37.261    |    11 9.6
"Si presento’ pochi minuti dopo..."
Il lunedi successivo la aspettai in ufficio per 15,orario su cui ci eravamo accordati a cui doveva cominciare a lavorare,per cinque ore,tutti i pomeriggi.

Si presento’ pochi minuti dopo.

“…sali pure….secondo piano terza porta a destra…” le dissi osservandola dal videocitofono

“…scusami Michele per il ritardo…ma ho trovato un po’ di traffico…” disse salutandomi

“….non ti preoccupare….vieni che ti faccio vedere l’ufficio….”

Gli feci fare un breve giro,mostrandogli la sua postazione e offrendogli un bicchiere di aranciata.

“…è molto carino….penso che staro’ proprio bene qui…alla faccia di Carlo che dici sempre che non sono capace di fare niente…! “

“….ahahahaha…sono contento che ti piaccia….beh ci siamo….allora…manca solo la divisa…! “ le dissi divertito e con tono solenne,mentre eravamo seduti uno di fronte all’altra

“….ahahaha…ma daiiii…davvero ???....pensavo scherzassi….ahahahah….ma la devo mettere ora ? “

“….certo….vieni ti faccio vedere….”

Nell’approntare quell’ufficio avevo riservato una stanza ad uso spogliatoio,prevedendo la possibile utilità che avrebbe potuto avere.
C’era uno specchio grande,una sedia e un armadio dove avevo preventivamente lasciato i capi da me acquistati che sarebbero serviti da “divisa” per la mia prima segretaria.

Si trattava di 2 completi uguali,sobri ma allo stesso tempo adeguatamente sexy,che potesse quindi alternaree e che la donna delle pulizie che veniva due volte alla settimana si sarebbe occupata di lavare e stirare.
Erano composti da una gonna grigio scura poco sopra il ginocchio con uno spacco a destra fino a meta coscia,una camicetta bianca,un giacchetta grigia a righine bianche,un paio di autoreggenti nere non troppo velate ed infine un paio di sandali neri con la punta un po’ allungata,allacciati alla caviglia e tacco 10.

“…ecco qui ti puoi cambiare….questo spazio è tutto per te….troverai le cose nell’armadio…” le dissi facendola entrare nello spogliatoio

“….ok…grazie Michele…allora….mi cambio e cominciamo….” disse palesemente confusa e sopraffatta da tutte quelle attenzioni

“…perfetto ti aspetto di la…”

Mi posizionai a quel punto comodamente sulla mia ampia sedia in pelle,dondolandomi nervosamente,ansioso di vederla uscire da quello stanzino vestita come avevo desiderato da mesi.

Dopo una decina di minuti la vidi comparire deliziosamente traballante su quelle scarpe.
Era evidentemente imbarazzata,si fermo’ a pochi metri da me guardandomi in cerca della mia approvazione,lisciandosi la gonna.

“….ti piace… ? “ le dissi sorridendogli per stemperare l’imbarazzo

“…si Michele….il completo è bellissimo….non ne ho mai avuto uno cosi….e anche le scarpe…..che dici mi sta bene… ?? “

“…ti sta benissimo…”

“….grazie…certo che se mi vede Carlo con questa divisa sai che palleee che mi fa…ahahah “

“…ma tanto tu la metti solo quando sei qui…e qui siamo solo io e te..! “

“…giusto…mannaggia a lui e i suoi gusti dell’orrido….ahahahahha ! “

Si accomodo’ poi alla sua postazione ed io mi sedetti accanto a lei iniziando a spiegarle quello di cui si sarebbe dovuta occupare.
Le consegnai una copia delle chiavi dell’ufficio,di modo che in mia assenza aprisse autonomamente,dicendole che quando non fossi stato in sede le avrei lasciato le pratiche da seguire,i clienti da contattare e i prodotti da ricercare.
Iniziai poi a darle qualche prima nozione piu’ tecnica sul settore vino.

In tutto quel tempo mi ascoltava seria e attenta,prendendo ogni tanto appunti su un blocchetto che si era portata.
L’episodio del sabato precedente non sembrava aver creato nessun imbarazzo tra di noi,tutt’altro.
Ero decisamente soddisfatto di come stavano procedendo le cose.

“….ok…ora io controllo un po di mails….tu intanto comincia a cercare le bottiglie che ti ho scritto su questo foglio….” le dissi mentre mi andavo a sedere alla mia scrivania.

Dalla mia postazione potevo osservarla perfettamente.
Era seduta di fianco rispetto a me,la sua scrivania alla mia sinistra,perpendicolare alla mia.
Ogni tanto i nostri sguardi si incrociavano complici.
Aveva accavallato le gambe e la sinistra dondolava sulla destra,mentre era presa a smangiucchiare il tappo della biro che aveva in mano,completamente concentrata in quella ricerca che le avevo assegnato.
La gonna nel frattempo era risalita e il bordo ricamato delle autoreggenti della gamba destra era ora totalmente in vista.
Tra l’altro da pochi minuti si era tolta la giacchetta,chiedendomi prima il permesso (cosa molta apprezzata) dicendo che sentiva un po’ caldo.
Era uno spettacolo favoloso.

Non riuscivo veramente a capacitarmi di come il mio amico Carlo fosse cosi coglione da non capire quanto sexy fosse la ragazza che aveva accanto.

Proprio mentre facevo queste riflessioni il suo cellulare squillo’.Era lui,guarda caso.
Manco due ore erano passate da quando era arrivata,e già chiamava,che cazzo!

“…ciao amore….si ho iniziato…tutto bene….ok….ma proprio ora deva raccontarmi dell’esame….??...ma sto lavorando….vabbeh dai…si stai calmo….dimmi….che è successo…”

Elisa nel mentre di quella conversazione mi faceva ampi gesti come a dire “ due palleee questo”
Io mi alzai andando verso di lei, facendogli gesto di tagliare corto,ma la cosa non sembrava praticabile,gli aveva attaccato un superpippone.
Mi posizionai dietro di lei,volevo approfittare di quel momento in cui era presa da quella conversazione,per testare un primo contatto.

Appoggiai delicatamente le mani sulle sue spalle ed iniziai un lento massaggio sopra la camicetta.
La sua mano destra quasi istantaneamente raggiunse la mia e il suo capo si piego all’indietro.
Il suo sguardo era tutto un programma.Voleva attaccare,ma Carlo continuava a parlargli.
Mi fece una linguaccia e due occhi stralunati e la sua mano rimase per un po’ sopra alla mia come a guidarmi in quel lento e rilassante massaggio che sembrava gradire.
Senza rendermi conto,dopo poco avvertii il contatto con la sua pelle.
Le mie dita si erano insinuate di poco sotto la camicetta ed ora si trovavano sopra le sue clavicole.
Da parte di lei alcuna resistenza.
Anzi,mentre si limitava a rispondere con dei laconici “ ah ecco…” “ si…maddaiii… “ a Carlo ,con la biro che aveva in mano aveva preso a giochicchiare con i bottoni della camicia,finche’ a furia di insistere non ne sgancio’ uno dall’asola e la camicia le si apri fin quasi a sotto il reggiseno.
Stando in piedi dietro di lei potevo avere una perfetta visione del suo petto.
Le coppe del reggiseno erano leggermente abbondanti per la sua misura e questo faceva si che dall’alto potessi intravedere ogni tanto la punta del capezzolo sinistro,a seconda di come teneva appoggiato il telefono all’orecchio.
Stavo per esplodere.
L’avrei trombata in quel momento.
Ma fortunatamente o sfortunatamente anche il mio telefonino squillo’.
Staccai malvolentieri le mani dalle sua spalle e mi andai a sedere alla mia scrivania.
D’altronde ora con quelle spese in piu non potevo certo permettermi di perder un cliente.

Lei fece la faccia imbronciata,dispiaciuta che avessi interrotto il massaggio.
Le sorrisi divertito mentre parlavo con il mio cliente.

Finalmente,dopo circa mezz’ora,riusci a chiudere la telefonata con Carlo.
Allucinante.

“….ma fa tutti i giorni cosi ?? “ chiesi sopreso

“….questo è niente Michele…mi chiama di media cinque o sei volte al giorno,e’ pesanteeee….uffiiii ”

Sorridemmo divertiti a quel suo sfogo e ci rimettemmo a lavorare.
L’immagine del suo seno appena intravisto,di quella coscia con autoreggenti che da ormai piu di tre ore mi si parava davanti,mi avevano portato ormai al punto di non ritorno.
Non potevo certo rimandarla a casa cosi,volevo spingere sull’accelleratore e provare a vedere come si sarebbe conclusa quella serata,magari dover mangiato qualcosa e bevuto qualche buon bicchiere di vino.

“…che ne dici Elisa…ti va di andare a mangiare qualcosa insieme stasera….? “ le chiesi poco dopo le 19

“…magari….mi piacerebbe…ma a Carlo che dico ?...”

“…beh digli che incontri delle tue amiche di lavoro…” provai a suggerire

“…mmm…ok dai provo….speriamo che non rompe…”

E cosi fece.
Con qualche insistenza riusci a imbastirgli piuttosto facilmente la storia che avrebbe passato la serata con le amiche.

“….vado a cambiarmi allora….” disse appena terminata la telefonata

“….puoi tenere la divisa…stai cosi bene….”

“….ok….Michele…sei tu il capo! .” disse scherzosa e sempre con quel tocco di timidezza che la distingueva

La portai in un ristorante molto elegante sul mare,dove ero solito andare nei fine settimana.

“…e’ bellissimo…non sono mai stata in un posto cosi….lo sai Michele…” disse dopo essersi seduta a tavola di fronte alla vetrata che in quel momento regalava ai nostri occhi un meraviglioso tramonto.

In realtà lo immaginavo,ma mi fece piacere sentire quelle parole.

La cena fu perfetta.
Per tutto il tempo non fece che lusingarmi dicendomi quanto io fossi in gamba e pieno di iniziative,a differenza di Carlo,definito letteralmente da lei “ Mister apatia “.
Terminato l’ultimo bicchiere di vino,uscimmo dal ristorante per andarci a sedere in macchina.
Facemmo un lenta passeggiata con i finestrini aperti,fino a che non arrivammo su una piazzola di sosta di fronte alla spiaggia.
Erano le 23 passate e non si vedeva anima in giro,d’altronde era anche Lunedi.

Mentre avevamo ripreso a parlare del lavoro,fu lei che ad un tratto per la prima volta si fece avanti cercando un contatto.

“…Michele…me lo fai un massaggino alle spalle come questo pomeriggio… ? “ chiese appoggiandosi al mio petto

Accolsi quella richiesta con molto piacere.
Iniziai direttamente da dove avevo lasciato poche ore prima.
Delicatamente infilai le mani sotto la camicetta all’altezza delle clavicole e cominciai ad accarezzarle riscendendo verso le spalle,per poi azzardare disinvoltamente qualche rapido passaggio in mezzo ai suoi seni fino alla pancia.

“….mmmm….che bello….” mugugno’

In uno di quei rapidi passaggi la sua mano destra si appoggio’ sulla mia e il suo volto si sollevo’ dal mio petto per cercare il mio sguardo.
In un attimo le nostre labbra si ritrovarono incollate.
Era la quasi naturale conseguenza della complicità che avevamo costruito nelle ultime ore ed in quella piacevole cena.
Le lingue impazzite una alla ricerca dell’altra.
La portai di forza a cavalcioni su di me afferrandola per quel meraviglioso culo.
Ma dopo pochi minuti di quella appassionata pomiciata,quando stavo per slacciarle il reggisenso,si stacco’ dalle mie labbra.

“ …aspetta…voglio fare una cosa ora….” mi disse guardandomi e scivolandomi in ginocchio di nuovo sul suo sedile.

In un primo momento non compresi il perché di quella interruzione,poi mi fu chiaro quando la vidi cominciare ad armaggiare con i bottoni dei miei jeans.

“…..cavolo….non si aprono…uffiiii…” disse divertita e un po’ imbarazzata dalla situazione

A quel punto appoggiai la schiena al sedile e decisi di lasciarla fare.
Volevo proprio vedere di cosa fosse capace.

Superata la barriera di bottoni raggiunse i boxer,sgancio’ velocemente il bottoncino e con decisione ando’ ad afferrare il mio cazzo,già duro come la pietra,tirandolo completamente fuori.
Lo osservo’ incuriosità per qualche secondo.

“….cavolo che salsicciotto che hai…..mmmm…lo immaginavo proprio cosi grosso….” bisbiglio’ fra se e se,sospirando ed iniziando a dargli piccoli e delicati baci lungo tutta la lunghezza.
Scese giu fino alle palle,dedicandogli le stesse delicate attenzioni.
Sembrava in adorazione.
Poi prese a passarselo su tutto il viso come fosse un pennello.
La punta era già abbondantemente umida di liquido seminale,che a seguito di quel trattamento,comincio’ a depositarsi in lunghe e sottili strisci sul suo volto.
Nella mia mente ringraziai in quel momento chi avesse provveduto ad illuminare quella sperduta piazzola,illuminazione che mi consentiva di godermi appieno quella scena senza dover accendere la luce interna dell’auto.
Lei intanto era come in trans,con gli occhi socchiusi.
Io estasiato.
Dentro di me facevo fatica a contenere l’esaltazione nell’averci visto giusto,aver visto che dietro quella ragazza apparentemente anonima si nascondeva in realtà un bel diavoletto.

Alzo’ poi per un attimo lo sguardo verso di me e continuando a guardarmi dietro quegli occhiali che cosi sexy rendevano il suo volto,inizio a far scivolare lentamente il cazzo tra le labbra.
Centimetro dopo centimetro lo prese tutto fino ad arrivare a toccare con le labbra il pube.
Poi lentamente inizio’ la risalita’,e poi una lenta nuova discesa.

Cavolo se ci sapeva fare….
Ma il bello doveva ancora venire di li a poco.
Inizio’ infatti ad aumentare il ritmo del suo sali e scendi,muovendo contemporanenamemte la lingua tutta intorno al cazzo.
Ma la cosa che mi faceva impazzire ancora di piu era che ogni volta che se lo spingeva in fondo alla gola,mugolava come se stesse godendo di quella penetrazione orale.
Ogni tanto lo tirava fuori,e ancora grondante di saliva se lo ripassava su tutto il viso e poi di nuovo ricominciava a cacciarselo in bocca con sempre maggiore intensità e mugolii sempre piu forti.
Una roba assurda,mai vista.
Sembrava quasi fosse sulla soglia dell’orgasmo tanto sembrava coinvolta in quell’azione.

Di sicuro su quella soglia c’ero io,dato che ormai erano passati almeno venti minuti da quando aveva preso a spompinarmi con quel ritmo infernale.

“….mmmm….Elisa sto per venire….” dissi appoggiando un mano sul suo capo

Improvvisamente arresto’ la sua azione,lasciando le sue labbra serrate alla punta del mio cazzo.
Il suo sguardo cerco’ il mio.
Sul suo viso mi parve di scorgere soddisfazione nell’avermi portato ormai al limite.
Poi la sua mano sinistra comincio’ d’improvviso a segarmi velocissima e i suoi occhi si socchiusero,come quelli di una gatta che fa le fusa.
La mia attenzione cadde per un attimo sulla mano che mi stava segando a tutta birra,e notai l’anello di fidanzamento che portava all’anulare.

In quell’istante venni urlando.

“….sborrooooo….cazzoooooo….sborrooooo”

Sentii una serie di schizzi interminabile partire dalla punta del mio cazzo.
Una specie di fontana.
Probabilmente tutti quei giorni di attesa,mi avevano caricato particolarmente!
Lei era li che continuava a masturbarmi.
Notai le guance incavate della sua bocca intenta a succhiare.
Ma la cosa ancora piu eccitante era che ad ognuno di quei risucchi deglutisse direttamente.
Sembrava letteralmente affamata di cazzo e di sborra !

Poco dopo si stacco’ dal mio salsicciotto,come lei poco prima lo aveva simpaticamente chiamato,e si sollevo’ avvicinandosi alle mie labbra.

“….avevo tanta voglia di farlo….da un sacco di tempo….” disse con un filo di voce rotta dall’eccitazione

“…cosa… ? ” le chiesi scherzosamente

“….succhiartelo….” rispose sempre sottovoce

“…beh potevi chiedermelo….! ”

“…stupido….ahahahha “

“…mi e’ piaciuto come sei venuto lo sai…. “ aggiunse

“…ah si ? “

“…..mi e’ piaciuto quando hai urlato….”

“…beh era difficile non farlo….”

“ ….e poi mi e’ piaciuto che hai schizzato tantissimo….hai un buon sapore sai…”

“….mi fa piacere che ti piaccia.…ma con Carlo è molto diverso…. ? “ chiesi a quel punto curioso

“…lasciam perdere …lui deve essere sobrio anche quando viene…uffff….e poi…viene…si fa per dire….due gocce….ahahahah “

Non potei anch’io non scoppiare a ridere insieme a lei nell’ascoltare quelle rivelazioni.

Compresi in quell’istante che da quel momento mi sarei dovuto probabilmente aspettare una Elisa decisamente piu intraprendente.

La riaccompagnai in ufficio per farla cambiare e poi alla sua macchina.

Ebbi serie difficoltà a prendere sonno dopo quella serata,pensando anche quello che sarebbe accaduto nei giorni successivi.

Il pomeriggio seguente mi presentai in ufficio verso le 16,Elisa era gia alla sua scrivania,con la divisa,a svolgere diligentemente il lavoro che le avevo lasciato da fare.
Tutto sembrava procedere a dovere.

“….’ngiorno capo….” disse venendomi incontro e dandomi un morbido bacio sulle labbra.

“….buongiorno bellissima…” risposi incollando le labbra alle sue e cercando la sua lingua,mentre le mie mani avevano già afferrato con decisione quelle divine chiappe.

Le sollevai la gonna fino sopra alle autoreggenti e intravidi che aveva messo uno degli altri perizomi che le avevo regalato,quello blue per la precisione.

Mentre continuavamo a baciarci,la sollevvai di peso portandola fino alla mia scrivania e facendola sedere sopra.
Ero deciso a scoparmela.

Cominciai a baciarle il collo e a sfilarle la giacchetta,quando lei mi interruppe.

“….ma non si lavora oggi… ? “ disse con tono sherzoso come a placare i miei bollenti spiriti

Fui un po’ sorpreso da quella sua uscita,proprio in quel momento,non volevo pero’ neanche far vedere che postponessi il piacere al dovere,tanto piu che lei era fino a prova contraria una mia dipendente.
E comunque in effetti di cose da fare ce ne erano parecchie.

“….hai ragione…mettiamoci al lavoro…prima il dovere ! ” gli dissi sorridendo e sistemandomi la camicia.

“….ti ho messo sulla scrivania la lista con i prezzi di quei prodotti che cercavi….ora comincio con gli altri…” disse accomodandosi davanti alla sua postazione

“….ottimo…ora controllo la posta e poi gli do’ un’occhiata…”

Lavorammo silenziosamente per circa un’oretta.
Ogni tanto il mio sguardo cadeva su quelle splendide cosce messe in mostra adeguatamente dallo spacco della gonna che abilmente le avevo scelto.

Verso le 16 il telefono dell’ufficio che era sulla mia scrivania squillo’.

“…pronto….oh…ciao Carlo…come va ? …qui tutto ok …si lavora…. “

Mi sembrava strano che non aveva ancora chiamato quel giorno !

Elisa mi guardo’ con aria esasperata e mi fece cenno di continuare a parlarci io.

“….Carlo guarda Elisa e’ un attimo andata al bar….torna tra poco….”

Stavo quasi per salutarlo e dirgli che l’avrei fatto richiamare,quando lei si alzo’ dalla sua postazione continuandomi a farmi cenno di proseguire nella conversazione.
Non capivo cosa volesse fare e tra l’altro conoscendo la ben nota capacità di Carlo nell’attaccare dei pipponi assurdi al telefono,volevo evitare,visto e considerato che avevo anche parecchio da fare.
Ma accettai comunque di scambiare due chiacchiere viste le insistenze di Elisa.

“…beh allora che mi racconti tu….? “

Non l’avessi mai usata quella frase : inizio’ a raccontarmi delle difficoltà che aveva con i suoi allievi di ripetizioni!

Nel frattempo Elisa,aveva fatto il giro della mia scrivania,e facendomi la solita linguaccia aveva spinto la poltrona dove ero seduto piu indietro verso il muro,per poi andare ad accovacciarsi in ginocchio a terra tra le mie gambe.
Cominciavo ora a capire quali fossero i suoi piani.

E ne ebbi subito conferma quando le sue mani raggiunsero la patta dei miei pantaloni,tirandone velocemente giu’ la zip.

A quel punto compresi il perche’ volesse che quella conversazione telefonica durasse a lungo e cosi cominciai ad interessarmi a tutte le menate che mi stava raccontando quell’altro al telefono,facendogli anche delle domande per mostrargli partecipazione.

Lei intanto aveva tirato fuori il cazzo dai boxer e aveva iniziato una lenta sega con la mano destra mentre con la sinistra mi massaggiava delicatamente le palle.
Ogni tanto mi guardava sorridendomi divertita al vedere il mio sguardo stralunato.

Pochi minuti dopo avvertii la sua bocca calda avvolgermi la cappella,non riuscii a trattenere un gemito.

“…che è successo…ti senti male ? “ chiese Carlo al telefono

“…n…no…no….tutto bene…mi sono…ehm…schiacciato un dito….con il cassetto….” risposi trattenendo a fatica il piacere che la fantastica bocca della sua donna mi stava donando.

Tra l’altro l’impresa di controllarsi era ancora piu ardua in quanto Elisa a differenza della sera precedente,aveva iniziato subito a darci giu con il ritmo del pompino.
Con l’aiuto delle mani appoggiate alle mie cosce,spingeva su e giu velocissima la bocca sul mio cazzo.

Ormai ero al limite e non riuscivo a parlare,tanto che Carlo mi chiese se fossi ancora li.

“…si…si….scusa....tu continua a raccontarmi….sto finendo di leggere una mail…”

Elisa afferro’ a quel punto la mia mano destra appoggiandosela sulla testa.
Voleva che fossi io a decidere il ritmo degli ultimi affondi.

Affondai le dita nei suo capelli ed iniziai a spingere con forza il cazzo in fondo alla sua gola.
Fino a tenerglielo premuto tutto in bocca quando cominciai a schizzare.
Rimasi cosi fino che non mi fui scaricato completamente,facendo appello a tutta la mia capacità di autocontrollo per rimanere silenzioso in quegli attimi di godimento assoluto.

Mollai la presa dai suoi capelli ed Elisa alzando lo sguardo verso di me sistemandosi gli occhiali sul viso,e apri la bocca per mostrarmi come fosse completamente vuota.
Aveva ringoiato tutto un'altra volta.
Appariva decisamente e sinceramente appassionata nello svolgere questo campito.
Le accarezzai i capelli e poi le labbra con l’indice sinistro,che lei succhio dolcemente.

Poi mi fece cenno di passargli Carlo.

“…Elisa è tornata…te la passo…ci sentiamo in settimana Carlo…ciao…”

“….ciao amoreee….scusami ma ero uscita a prendere qualcosa da bere…mi era venuta una sete…..ho comprato un succo di banana buonissimo….me lo ha consigliato Michele...”

Lo guardai facendo fatica nel non sbottare a ridere e lei capendolo mi appoggio una mano sulle labbra.

Mentre lui aveva ripreso a insensarla di chiacchiere,lei tenendo sempre il telefono vicino all’orecchio con la mano sinistra,aveva ripreso a leccarmi il cazzo per poi ogni tanto affondare il viso e la bocca sulle mie palle,strofinandocelo sopra come una gattina.

Io mi limitavo a godermi la scena e ad accarezzarle i capelli.
Cazzo quanto era zoccola,pensai in quegli istanti guardandola.

A interrompere quel momento idilliaco fu il mio maledetto telefonino che ricomincio’ a trillare.
Allungai un occhio,era James,uno dei mie migliori clienti.

Elisa capii’ al volo che dovevo rispondere e provvidenzialmente termino’ la telefonata con Carlo dicendogli che doveva rimettersi al lavoro.

L’immagine di lei che mi spompinava mentre io parlavo al telefono con il suo ragazzo,mi aveva messo parecchio su di giri e cosi nelle successive due ore,tentai qualche approccio di avvicinamento per scoparmela finalmente;ma lei dopo pochi baci,trovava sempre un modo per farmi tornare a lavorare.

Cominciai a chiedermi se non fosse per caso una di quelle ragazze per cui un pompino non e’ un tradimento e quindi volesse limitarsi a quello,oppure che piu semplicemente non fosse ancora pronta al passo successivo.
Non avevo ovviamente alcuna fretta di accelerare le cose,per quanto la faccenda fosse in effetti un po’ strana.
Avevo quasi la certezza pero’ di avere compreso che provasse un certo piacere nel rischio di poter essere scoperta,quasi come volesse prendersi una rivincita verso di lui,o fargli un dispetto.

La solita ed ennesima telefonata delle 18.37 di Carlo,mi diede occasione per avere conferma definitiva o meno di cio’.

Come d’abitudine lui parlava e lei si limitava ad ascoltare o ad annuire,cercando ogni tanto il mio sguardo mentre scriveva al pc.

Mi alzai dalla sedia dirigendomi verso la sua scrivania,parandomi in piedi davanti a lei.
Abbassai la zip dei pantaloni e tiratomi fuori il cazzo iniziai lentamente a masturbarmi a pochi centimetri dal suo viso,mentre lei era sempre seduta davanti alla sua scrivania.

Mi guardo’ con una faccia spiritosa e sorpresa,come a dire “ ma come si permette ? “

“….allora amore ….che vuoi che ti cucino stasera….?...gli spaghetti col tonno ti vanno bene…? “ disse proseguendo nella conversazione con Carlo e nel pronunciare quelle parole si sposto’ un tanto in avanti sulla sedia a che la punta del cazzo,agitata dalla mia mano,cominciasse a sfiorare il suo viso.

Diedi il via a quel punto una lenta e delicata interazione della mia cappella con il suo bel visino.

Ogni tanto mi divertivo ad appoggiargliela sulle lenti degli occhiali,glieli spostavavo un poco per poi rimetterli a posto.
Poi sulla fronte,le guance e giu fino alle sue labbra,che delicatamente e silenziosamente cominciarono a stamparci sopra dei dolci e silenziosi bacetti.

“…dai amoree….ufffaa….stasera non mi va di andare da Stefano e Sonia ” proseguii scocciata probabilmente dal fatto che lui voleva portarla da una loro coppia di amici

Andammo avanti cosi per una decina di minuti,lei che intervallava la sua conversazione con Carlo continuando a darmi bacetti alla punta del cazzo ed io che silenziosamente,sempre in piedi di fronte a lei continuavo,a masturbarmi con solerzia.

Ero ormai pronto per donarle la seconda dose di seme della giornata.
Appoggiai una mano sulla fronte spingendole le testa un po’ all’indietro e facendomi avanti con il bacino.

Lei comprese immediatamente.

“….amore…aspetta un secondo che mi e’ venuta un po’ sete…..vado a prendere un altro po di succo di banana dal frigobar….”

Appoggio’ il telefono sulla scrivania e le mani sulle cosce,fissandomi per un istante seriosa.
Poi spalanco‘ la bocca.

Vederla li in attesa di ricevere il mio sperma,con le fauci totalmente spalancate,mi fece cedere in pochi istanti.

Cominciai a schizzargli in bocca,con la differenza che questa volta potevo vedere come il mio godimento gliela riempiva.
E cio’ era ancora piu appagante.

Finita quella tempesta,la vidi chiudere le labbra e mandare giu tutto i un colpo,deglutendo vistosamente e facendomi poi la solita linguaccia da birbante.

“…eccomi amore….dicevi….” disse riprendendo il telefono

Quasi barcollante mi risistemai i pantaloni,dirgendomi verso la mia scrivania per sedermi.

La osservai mentre terminava disinvoltamente quella conversazione con Carlo.
Avevo ormai conferma certa e definitva che gli piaceva il fatto di poter essere scoperta da Carlo.Ed inoltre che era certamente un’appassionata e talentuosa pompinara,quanto sincera amante dello sperma.

Decisi a quale punto di non insistere oltre per passare alla fase successiva,e di godermi quella situazione,aspettando il naturale evolversi degli eventi.

Da quel giorno ogni mattina,quando capitava di sentirci in chat su Facebook,faceva allusioni sempre piu esplicite nel chiedermi quanto potessi essere “carico” per il pomeriggio di lavoro che ci aspettava.
Per i successivi 3 mesi circa ognuno di quei pomeriggi si ripeteva piu o meno la stessa storia.
Ogni volta che Carlo la chiamava,dopo poco il mio cazzo era nella sua bocca,per uno dei suoi fantastici pompini,che regolarmente si concludevano con un completo ingoio da parte sua.

Da attento osservatore quale sono,calcolai che era arrivata a farmene circa centocinquanta,dato che il suo ragazzo qualche volta arrivava a chiamarla anche tre volte al giorno!

E quelle volte,per quanto la cosa fosse piacevolissima,arrivavo a casa stremato e letteralmente svuotato.

Mi chiedevo sempre piu ansioso quando si sarebbe passati ad una “fase” nuova.
Anche perche’ il desiderio di sbattermela in tutte le posizioni era ormai diventata un’ossessione.
Vedere quel culo “passeggiare” fasciato dalla gonna tutti i giorni in ufficio,su quei tacchi,con cui aveva ormai preso confidenza,era una vera tortura.

La sua voglia di ripicca verso di lui sembrava non abbandonarla,anzi,piu passavano i giorni e piu sembrava prenderci gusto.
E cosi cominciarono ad iniziare delle piccole varianti alla routine pompinatoria che si era stabilita in quei mesi.

Un mattina in chat mi disse : “….sai Michele….vorrei modificare un po’ la piega dei miei capelli…”

“…ah si ?....ma se ti stanno benissimo ! “ replicai sorpreso

“…Carlo….dice che non gli piacciono…che li porto sempre allo stesso modo…forse tu puoi aiutarmi…”

“…ahhahah…io….??...”

“….si…si….” insistette lei

“…se lo dici tu …ma io non mi sono mai cimentato ancora in taglio e piega….ahahhaha “

Quel Lunedi pomeriggio,quando arrivo’ l’abituale telefonata di Carlo quasi a fine giornata,stranamente l’unica per quel giorno,tutto sembrava svolgersi come di consuetudine.
Mi avvicinai alla sua scrivania e iniziai a segarmi davanti al suo viso,ma quando ero ormai prontissimo a scaricarle in bocca tutta la voglia di lei accumulata nel weekend,fece qualcosa di diverso che mi sorprese.

Appoggio’ il telefonino sulla scrivania inserendo il vivavoce,si tolse poi giacchetta e camicia,rimanendo in reggiseno.

Le sue piccole tette quasi appuntite si intravedevano chiaramente attraverso il tessuto rosa,quasi completamente trasparente di quell’intimo;sembravano due chiodi che spuntavano fieri diritti dal petto.

Pensai per un attimo fosse arrivato finalmente il momento del passo successivo.

Scese invece dalla sedia mettendosi in ginocchio di fronte a me.

Carlo continuava a parlare al telefono e lei ogni tanto gli rispondeva quel minimo che bastava per tenere in piedi la conversazione.

Ad un certo punto,guardandomi dal basso,attraverso i suoi occhiali,con l’indice sinistro mi indico’ la sua testa.

In un primo momento non capii cosa volesse facessi e cercai di comunicarglielo silenziosamente.
Lei ripete’ di nuovo quel gesto;a quel punto mi venne in mente la storia dei capelli di cui mi aveva parlato la mattina.
Cazzo voleva che gli venissi in testa,sui capelli!

Ero decisamente sempre piu sconcertato,per quanto positivamente,delle fantasie e diavolerie che questa ragazza era capace di escogitare.
La cosa mi fece arrapare da impazzire.

Gli feci segno come a chiederle se fosse sicura e lei mi rispose con sorriso malizioso ed un rapido cenno di assenso del capo.

A quel punto indirizzai la punta del cazzo verso il basso,a pochi centimetri dalla sua frangetta e aumentai il ritmo della mia mano.

Dopo pochi istanti cominciai a schizzare.
Tentai per quanto possibile di depositare il piu uniformemente il mio godimento sulla sua corta chioma.
Il risultato furono una serie di striscie e piccole gocce bianche di sperma depositate a casaccio e abbondantemente,visto che era anche l’unica sborrata della giornata,sui suoi capelli,messe ancora piu in evidenza dal colore rosso acceso della sua acconciatura.

“…..lo sai amore…oggi ti faccio una sopresa….ho fatto una modifica alla piega dei miei capelli,disse mentre si risedeva sulla sedia…”

“…sei andata dal parrucchiere…?....quando… ? “ chiese lui curioso

“....no…no….è una piccola modifica che ho fatto da sola…dai amore…li vedi stasera….”

Io la fissavo incredulo ancora con il cazzo in mano.

Mi fece la solita linguaccia e poi tiro fuori dalla borsetta uno specchietto e un piccolo pettine.

Con disinvoltura,come fosse la cosa piu normale del mondo,guardandosi nello specchio e continuando a parlare con Carlo,comincio’ con sorprendente perizia a pettinarsi i capelli.

La conseguenza fu che l’abbondante quantità di sperma che le avevo riversato in testa,si rivelo’ utile nel modellare l’acconciatura con un piacevole effetto bagnato lucido e in modo da farla sembrare una di quelle attrici dei film muti anni ’20.
Aveva infatti riportato i capelli tutti da una parte.
Completando poi l’opera fissando la frangetta con una mollettina che si era probabilmente portata da casa.

“….ti piacciono cosi Michele ? “ mi chiese divertita,quando ebbe terminato la telefonata con Carlo,mentre io ero intanto tornato alla mia scrivania

“….sei molto carina ….ma sei sicura di andare a casa cosi….?? “ le risposi avendo chiaramente compreso quali fossero le sue intenzioni

“…certo…!....tanto non se ne accorge….quello capirai….prima che pensa una cosa…ahahahha…”

In realtà dentro di me ero un po’ preoccupato.
Se Carlo avesse scoperto di questa storia,avrei perso un amico e sarebbe successo un vero casino.
Il senso di colpa per quello che stava accadendo era invece facilmente anestetizzato dalla irresistibile piacevolezza di quegli incontri ravvicinati con Elisa.
Ma lui ovviamente non avrebbe mai dovuto sapere nulla.

Mi preoccupai ancora di piu quando al momento di andare via,vidi che non si andava a togliere la divisa come di consueto.

“….ma non ti cambi… ? “ chiesi sorpreso

“…..no…le cose che mi compri tu mi piacciono troppo….e poi non mi va piu ogni volta di cambiarmi per andare a casa….”

“….ma sei sicura….? “ insistetti,immaginando il terzo grado che le avrebbe fatto lui vedendola arrivare a casa vestita cosi

“…si si…..tanto gli dico che me le sono comprate io…..con lo stipendio che prendo ora posso…”

La salutai non molto convinto di quella scelta e la guardai preoccupato mentre la vedevo salire sulla sua Panda azzurra scassata e allontanarsi.

Era evidente che lei volesse sempre piu’ mettere in mostra davanti a lui gli indizi della nostra relazione,confidando nelle sue scarse capacità di correlare eventi,situazioni e dettagli.
Ma il rischio cominciava a farsi veramente alto,per quanto a lei evidentemente piacesse.

Quella sera rimasi sveglio fino a tardi,mi aspettavo da un momento all’altro di ricevere una telefonata di Carlo urlante ed imbestialito,che invece non arrivo’.
La mattina successiva quando mi collegai su Facebook,lei era gia la.

“…allora…come è andata ieri sera… ? “ le chiesi curioso ed ancora un po’ preoccupato

“…come al solito…….ha cominciato a chiedermi come mi è venuto in mente di acquistare quei vestiti da donnaccia….insomma tutto come sempre….” disse con tono apparentemente deluso

“….e dei capelli…?? “

“…non si e’ accorto di nulla….ahahahaahah….o meglio,mi ha chiesto se avevo messo del gel o della lacca per farli cosi…ahahahha…. comunque manco un complimento….uffaaaa…eppure erano carini…hihihiihi….vero Michele…? “

“…si….si….carinissimi…” risposi tirando un sospiro di sollievo.

Nei giorni successivi dovetti partire per un viaggio di lavoro in Francia,che mi avrebbe tenuto fuori fino al Sabato a venire.

Cosi con Elisa ci sentivamo,connessione Internet permettendo,quasi tutte le mattine.
Lei mi aggiornava sul lavoro e sistematicamente mi sottolineava anche quanto sentisse l’assenza della mia presenza in ufficio.

Piu i giorni passavano e piu queste sue esternazioni diventavano esplicite anche nel linguaggio.
Sembrava che la mia assenza stesse aumentando in maniera incontrollata le sue voglie,i suoi desideri.
Cominciai a pensare che quel viaggio di lavoro avrebbe potuto portare altri inattesi vantaggi e sviluppi.

“…..non vedo l’ora che arrivi Lunedi pomeriggio Michele…per risentire il tuo sapore nella mia bocca….” mi disse vogliosa durante la chat del Venerdi mattina

“….beh ormai manca poco….preparati….sono molto carico….come piace a te…..spero proprio che Carlo ti chiami parecchie volte Lunedi….ahahahha…”

“….mmm….faro’ in modo di farmi chiamare almeno tre volte!….lo sai Michele…pensavo….”

“…dimmi Elisa…cosa…..”

“…beh lo sai….quando Carlo mi dice che quei vestiti sono da donnaccia…da puttana….beh ho pensato che a me piace…..”

“….cioe’….”

“…beh…ecco…mi vergogno un po’ a dirlo…..ma…mi piace esserlo….con te…essere la tua puttana….”

Quella frase mi fece rizzare il cazzo istantaneamente,anche perche non aveva mai usato un linguaggio simile nelle nostre chattate.

“…..davvero….? “

“…si…mi piace vestirmi come vuoi tu….o meglio…mi piace fare tutto quello che vuoi tu…..ahahahahh….” disse come per smitigare quanto detto poco prima

Fui piacevolmente sorpreso da quella confessione e mentre ritiravo i bagagli a Fiumicino il Sabato mattina ripensavo proprio a quelle parole “….mi piace essere la tua puttana….”

Non vedevo l’ora di rivederla.
Stavo per varcare la porta di uscita dell’aeroporto,quando mi arrivo’ un sms totalmente inatteso.
Era lei,Elisa.

“….ciao Michele…sei gia’ atterrato ?....Carlo e’ andato a trovare i suoi genitori in Umbria….se vuoi puoi passare qui a casa….sono sola fino a stasera….”

Cazzo,è il momento della svolta,pensai.
Finalmente si è decisa!

Mi sbrigai a ritirare la macchina che avevo lasciato al parcheggio multipiano e mezz’ora dopo ero davanti al suo portone.
Citofonai.

Apri la porta e me la ritrovai davanti vestita in chiara tenuta casalinga,anche se ampiamente ridotta ai minimi termini.

Portava una t-shirt gialla che le arrivava coprire a stento le chiappe e un paio di calzettoni blue ai piedi.

Non feci quasi a tempo a salutarla e a chiudere il portone,che me la ritrovai incollata addosso.
Labbra su labbra.Lingue impazzite,di nuovo.

Cavolo se gli ero mancato….

Scivolammo sul divano del salotto nel proseguimento di quella intensa pomiciata;infilai le mani sotto la maglietta,cominciando a stuzzicarle con le dita i capezzoli attraverso il tessuto del reggiseno.

“….vieni…andiamo di la’….” disse a quel punto alzandosi e prendendomi per mano

Quell’appartamento oltre a cucina,bagno e salotto,aveva due camere da letto.

Mi porto’ nella loro.
Voleva scopare sul letto dove ogni sera dormivano con Carlo.
Cio’ non mi sorprese.
Conoscevo ormai la sua mente perversa e le sue voglie.

“….vuoi che ti scopi sul letto dove dormite….vero….? “ le dissi suadente sulla labbra mentre continuavamo a baciarci con passione ed eravamo in ginocchio sul letto uno di fronte all’altra

Mi rispose con un si strozzato dall’eccitazione.

Erano mesi che aspettavo quel momento,volevo godermelo in ogni attimo.

Le sfilai la maglietta,facendola poi sdraiare supina sul letto.

Cominciai a baciarle delicatamente il collo scendendo giu fino al reggiseno.
Presi a succhiarle i capezzoli attraverso il tessuto,poi sinuosamente allungai una mano dietro la sua schiena per aprire il gancetto e liberare finalmente quei due piccoli boccioli che poco dopo comparvero alla mia vista.

Erano due seni piccoli,dominati da due capezzoli prominenti e rosa chiaro.
Deliziosi.

Cominciai a stuzzicarli alternativamente con avidità e passione.
Elisa inizio’ a mugolare in apprezzamento a quelle attenzioni.

Notai che nel momento in cui le avevo sfilato il reggiseno,con un gesto istintivo,per un attimo aveva quasi cercato di coprirsi con le mani.
Era piuttosto evidente che non si sentisse completamente a suo con il suo corpo.
Probabilmente c’erano delle cose del suo fisico che non le piacevano e che le donavano questa insicurezza;probabilmente anche per questo motivo,ci aveva messo cosi tanto a decidersi nel fare il grande passo.

I difetti li aveva sicuramente,ma a me piaceva proprio cosi,aveva un qualcosa in piu che era difficile da descrivere a parole,ma che faceva la differenza tra una bella algida e una passabile ma intrigante ed eccitante.

Ed ora era arrivato il momento di mostrarglielo e di ricambiare tutto il godimento che mi aveva donato in quei mesi.

Mi liberai dei jeans,boxer e camicia e ripresi a baciarla,scendendo sulla sua morbida pancia,fino al bordo degli slip.
Aveva messo il perizoma rosso che le avevo regalato.
Che dolce zoccola pensai.

Respiravo il suo odore.
Probabilmente doveva aver fatto da poco la doccia.
Sapeva di bagnoschiuma da supermercato al muschio bianco.
L’avevo sentito da qualche parte quell’odore,mi ricordava il Vidal.
Roba da pochi euro,ma si sposava perfettamente con la sua pelle.
Afferai i bordi del perizoma e lo feci scivolara giu’ fino alle caviglie sfilandolo.

Alla mia vista apparve una splendida fica ricoperta da una curata ma piuttosto abbondante peluria castano chiara.
Era perfettamente in linea con il tipo di persona.
E devo dire decisamente apprezzabile,per quanto un po’ retro’.

Comunque a me non erano mai piaciute quelle depilate stile bambola.

Scivolai un poco piu giu sul letto,allargandole lentamente le gambe,fino a che non furono oscenamente spalancate davanti a me.

Iniziare a leccarle l’interno della coscia sinistra per poi arrivare all’inguine e risalire lentamente,stesso trattamento dedicai all’altra gamba.

I sospiri di Elisa ad ogni contatto delle mie labbra con la sua pelle erano sempre piu intensi.

Con due dita le allargai delicatamente le labbra di quell’invitante fessura e con la lingua iniziai a stuzzicarle il clitoride.

“….mmmmmmmm….siiiiiiiii……mmmmmm….” mugulo’ forte.

Finalmente potevo sentire il suo sapore.

L’allargai ancora un po a che la mie labbra potessero attaccarvici sopra.
Le mie mani le avevano nel frattempo afferrato con forza il culo da sotto, di modo da tenerla ben ferma in quella posizione.
Presi a leccarla con intensità,affondando di tanto in tanto la lingua al suo interno,inebriato dal suo profumo,e ritornando poi al suo ormai turgido clitoride.


Volevo farla godere cosi e protrassi quel trattamento per almeno venti minuti fino a che improvvisamente il suo bacino si sollevo’ dal letto in preda a spasmi incontrollati che di li a poco la portarono a un orgasmo fragoroso.

“….siiiii…vengooooo…Micheleeee…vengooooo..siiiiii….” urlo’ forte

Senza darle un attimo di tempo per rirprendersi,la feci voltare e sdraiare a pancia sotto sul letto.

La osservai per un attimo,poi piegandomi su di lei affondai le labbra sull’incavo delle sue spalle.

“…mmmm…mi stai facendo impazzire Michele….mmmmm” mi disse persa nel godimento,quando il mio volto fu per qualche istante vicino al suo

Con la lingua scesi dal centro della sua schiena fino a quel meraviglioso culo che tanto anelavo.
Finalmente lo avevo a disposizione tutto per me.
Affondai la bocca sui suoi glutei,baciandoli e mordendoli,preso da una voglia incontrollabile di farla mia. Poi la lingua ando’ per qualche istante a cercare di nuovo la sua morbida ed invitante micetta,questa volta da dietro.

Era arrivato il momento di scoparmela.

La sollevai per i fianchi di modo da farle assumere la classica posizione a pecorina.
Avvicinai la punta del mio cazzo alla sua fica facendolo entrare di un poco per poi riuscire subito.
Una piccola ma piacevole tortura che portai avanti per qualche minuto.
Elisa dopo poco comincio’ a spingere il culo verso di me,come a venirmi incontro.
Era evidente che desiderasse le entrassi dentro fino in fondo.

La accontentai subito,penentrandola fino alle palle in un solo colpo.

“…..mmmmmm…..siiiiii…….” disse gemendo

Le strinsi per bene le mani sui fianchi e iniziai a scoparmela con forza,potendo ammirare nel frattempo quel suo culo stupendo,vibrare ad ogni mio affondo.

Elisa allungo’ una mano sulla spalliera del letto per reggere all’urto delle mie violente spinte.

“…ti piace farti sbattere come una puttana sul letto in cui dormite….vero….? “ le dissi in un grugnito eccitato

“….si….Michele….continua…continua….mmmmm…..”

E continuai ovviamente.

Mentre ero preso in quell’intensa cavalcata,mi cadde l’occhio sulla fotografia appoggiata sul comodino alla mia destra.
Ritraeva lei e Carlo romanticamente abbracciati in una foto che si erano fatti fare durante uno dei viaggi organizzati a cui spesso partecipavano durante l’estate.
La cornice in cui era inserita era rossa lucida a forma di cuore,una di quelle cose un po’ kitsh che si comprano in quei negozi di gadgets che si trovano spesso nei centri commerciali.

Sorti’ su di me lo stesso effetto della visione del suo anello di fidanzamento sulla mano che in tutti quei mesi mi aveva spesso smanettato il cazzo all’impazzata nei nostri pomeriggi in ufficio.
Una ulteriore sferzata di arrapamento.
E mi suggeri’ anche un’idea che pensai potesse anche lei gradire,avendo imparato a conoscere ormai le sue piacevoli perversioni.

Arrestai i miei affondi e dolcemente la riposizionai supina,cercando la sua lingua per un lungo ed intenso bacio.

“….chiamalo….” le sussurai staccandomi poi dalle sue labbra

Mi guardo’ per un attimo lussuriosa,come a comunicarmi silenziosamente l’eccitazione e il gradimento per quella richiesta.
Allungo’ la mano sul comodino alla sua destra per prendere il cellulare.

Mentre era intenta a comporre il numero di Carlo,io le avevo appoggiato le caviglie sulle mie spalle,e e sfilatole il calzettone destro,avevo iniziato a succhiarle con passione le dita di uno dei suoi meravigliosi piedini.

Mugulo’ a quella mie attenzioni,mentre attendeva la risposta di lui al telefono.

“…..ciao amore….che fai ?.....mi manchi tanto….“ disse sentendo finalmente la voce di Carlo rispondergli

In quell’sitante,continuando a leccarle e succhiarle languidamente il piede destro,ripresi a scoparmela con lenti e studiati affondi.

“….io….io….niente ….sto facendo un po’ di ginnastica….” prosegui lei cercando di contenere i suoi mugolii e allungando la mano sinistra ad accarezzarmi il petto.

Andarono avanti in quella conversazione per almeno una decina di minuti ed io proseguii lentamente a farla mia,rapito dal suo sguardo sempre piu eccitato.
Ogni tanto mi piegavo su di lei per afferrarle un capezzolo fra le labbra e succhiarlo con forza.

“….mmmm….Carlo…ora devo finire di fare una cosa…ti chiamo dopo ok amore…? “ disse alla fine lei terminando la chiamata.

Lascio’ cadere il telefono a terra e allungo’ le braccia per cingermi a se.
Ora eravamo petto a petto incollati,i nostri corpi madidi di sudore,il mio cazzo tutto dentro la sua piccola accogliente caverna,ormai completamente zuppa.

“ ….voglio che mi scopi forte Michele…” disse sospirando eccitata sulle mie labbra.

Probabilmente non resisteva piu a quell’esasperante lento andirivieni del mio salsicciotto nella sua fessura,voleva ci dessi dentro di brutto.

Non me lo feci ripetere due volte.
Afferrai le sue caviglie,spalancandole le gambe ai limiti delle sue possibilità,spingendole un poco verso la spalliera del letto.
Poi ripresi a sbatterla con rinnovato vigore.
La stanza era pervasa dal rumore dello sbattere delle mie palle sulla fica bagnata.

“….cosi…Michele……cosiiiii….sfondami….Michele….daiii…..”

Mi avvicinai alla sua bocca in cerca delle sue labbra.

“…sei la mia puttana vero…?.....dimmelo….” le sussurai all’orecchio mentre continuavo in quei violenti affondi

“…si ….Michele….sono la tua puttana…vienimi dentro ti prego….” mi rispose sempre piu eccitata ed affannata

“…sei sicura…?....” le chiesi sorpreso ma eccitatissimo da quella richiesta

“…si….voglio che mi schizzi tutto dentro….voglio sentirti dentro di me…. “

Lasciai la presa dalle sue caviglie,le sue gambe scesero per un attimo lungo i miei fianchi per poi venirsi ad incrociare con forza dietro la mia schiena.

Eravamo di nuovo attaccati uno all’altra,petto contro petto.

Quella posizione,del classico missionario,risultava essere particolarmente intima.
Mi fece pensare per un attimo che se mai Carlo la scopasse ancora,nutrivo infatti seri dubbi a riguardo,lo facesse probabilmente proprio e solamente in quel modo.

Quel pensiero dono’ ancora piu’ vigore ai miei ultimi assalti,qualora ce ne fosse mai stato bisogno,alla sua calda ed accogliente fessura.

“….sbattimi Michele…dai….…continua….cosi….” inizio’ a ripetermi incessantemente

“….vieni dentro alla tua puttana….” mi sussurro’ poi all’orecchio vedendomi ormai vicino al limite e accompagnando con le sue mani sui miei glutei,le mie spinte dentro di lei.

Esplosi praticamente all’istante,inondando quella meravigliosa fica di tutto lo sperma accumulato in quei giorni.

Dopo quel meraviglioso amplesso,rimanemmo sul letto,continuando a sbaciucchiarci e stuzzicarci per almeno un'altra oretta,poi il suo telefono squillo’.
Era Carlo che malauguratamente la informava di essere ripartito prima e che nel giro di mezz’ora circa sarebbe stato a casa.

Mi affrettai a rivestirmi e uscendo dalla stanza un occhio cadde sul letto.
Era ridotto in condizioni pietose.
Sperai dentro di me che Elisa almeno le lenzuola le cambiasse prima dell’arrivo di Carlo,sarebbe stato difficile altrimenti che non se si accorgesse di quello che era successo su quel letto.

Ci salutammo con un prolungato bacio sull’uscio di casa.
Le nostre lingue sembravano non volersi lasciare e le mie mani non voler smettere di massaggiare quel meraviglioso culo.

“….ci vediamo Lunedi pomeriggio Michele…” mi disse staccando le labbra dalle mie,comunicandomi con quello sguardo che ormai conoscevo bene,tutta la voglia che aveva di me.
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