Annunci69.it è una Community rivolta ad un pubblico adulto e maggiorenne.
Puoi accedere solo se hai più di 18 anni.

SONO MAGGIORENNE ESCI
Racconti Erotici > tradimenti > Seduzione esotica a Salvador de Bahia 3
tradimenti

Seduzione esotica a Salvador de Bahia 3


di ElegantiInsieme
28.05.2025    |    374    |    0 9.0
"I loro sussurri si fecero più forti, un dolce crescendo di piacere che sembrava seguire il ritmo delle onde che si infrangevano sulla riva..."
Tre settimane dopo quella notte che aveva cambiato tutto, la notizia arrivò come un fulmine a ciel sereno. Il progetto Nova Salvador era stato approvato dal governo brasiliano con un investimento di due miliardi di reais. Carlo ricevette la telefonata mentre era in riunione, e il suo urlo di gioia riecheggiò in tutto l'ufficio della filiale.
"Cristina!" gridò correndo verso di lei che stava leggendo in terrazza. "Ce l'abbiamo fatta! Il progetto è nostro! E io... io sono stato nominato direttore generale per tutto il Sud America!"
Per la prima volta in settimane, Cristina vide suo marito davvero felice, eccitato come un bambino. Lo abbracciò, condividendo la sua gioia, anche se dentro di lei si agitavano emozioni contraddittorie. Il successo di Carlo significava più viaggi, più tempo lontano, ma anche... più libertà per lei.
La festa di celebrazione fu organizzata nel rooftop del Fera Palace Hotel, con vista panoramica su tutta Salvador illuminata. I potenti di Salvador erano tutti presenti: ministri, imprenditori, artisti, intellettuali. Cristina indossava un abito Valentino rosso fuoco che la faceva sembrare una dea romana, e ricevette complimenti da tutti gli uomini presenti.
Carlo, in smoking impeccabile, fece un discorso appassionato. "Questo successo," disse alzando il calice di champagne, "lo dobbiamo al genio visionario del nostro architetto, Mattheus Andrade. Il suo progetto non è solo urbanistica, è poesia in cemento e acciaio!"
Mattheus, elegantissimo in smoking blu notte, accettò gli applausi con modestia. Quando i suoi occhi incontrarono quelli di Cristina, un brivido elettrico attraversò la sala. Isabela, radiosa in un abito dorato che la faceva sembrare una divinità brasiliana, sorrise complice a entrambi.
Durante la festa, mentre Carlo era circondato da giornalisti e politici, Isabela si avvicinò a Cristina. "Il tuo Carlo sarà molto occupato nei prossimi mesi," sussurrò. "Henrique mi ha detto che viaggerà continuamente tra Argentina, Cile, Perù. Tu cosa farai, tesoro?"
"Non lo so," rispose Cristina, ma nel suo cuore sapeva già la risposta.
"Io lo so," disse Mattheus apparendo dietro di loro come un'ombra elegante. "Resterai qui, con noi. Salvador ti ha stregata, e quando questa città ti prende l'anima, non ti lascia più andare."
I mesi che seguirono furono un turbinio di passioni segrete e vita doppia. Carlo partiva ogni lunedì per le capitali sudamericane, tornava il venerdì sera stanco e spesso ripartiva il weekend per altri meeting. Aveva delegato a Cristina molte delle funzioni rappresentative: incontrare le mogli degli investitori, organizzare eventi culturali, mantenere i rapporti sociali che erano così importanti negli affari brasiliani.
"Sei perfetta per questo," le diceva baciandola distrattamente sulla fronte prima di correre all'aeroporto. "Hai classe, fascino, intelligenza. Rappresenti la nostra azienda meglio di quanto potrei fare io."
Quello che Carlo non sapeva era che Cristina aveva trovato un modo tutto suo di rappresentare se stessa. I martedì pomeriggio diventarono sacri: Mattheus chiudeva lo studio di architettura e andava da Isabela, dove Cristina li aspettava sempre con qualcosa di nuovo da scoprire.
A volte erano pomeriggi di pura sensualità: corpi che si intrecciavano nella grande camera con vista sull'oceano, carezze che duravano ore, baci che sapevano di mango e passion fruit. Isabela aveva insegnato a Cristina l'arte dell'amore femminile, quella tenerezza infinita che solo una donna può dare a un'altra, mentre Mattheus completava il triangolo con la sua passione maschile, ardente ma sempre rispettosa.
Un giorno Carlo aveva informato Cristina che sarebbe partito per Rio de Janeiro insieme a Henrique per una serie di incontri d’affari, e che sarebbe rimasto via tre giorni. Le aveva anche suggerito, con noncuranza, di trascorrere quel tempo con Isabella, così da non annoiarsi.
Cristina aveva accolto la notizia con un sorriso appena accennato, ma dentro di sé l’emozione era esplosa come una scintilla. Era l’occasione perfetta. Non vedeva l’ora di condividerla con Isabella… e soprattutto con Matheus.
Cristina non perse tempo. Appena Carlo uscì di casa con la valigia in mano e un bacio distratto sulle labbra, lei attese qualche minuto, giusto il tempo necessario a sentirlo scomparire nell’ascensore. Poi afferrò il telefono.
Compose il numero di Isabella, le dita ferme ma il cuore che accelerava.
“Sta partendo adesso”, sussurrò appena la voce dell’amica rispose. “Tre giorni a Rio. Solo lui e Henrique. Nessun imprevisto.”
Dall’altro capo del telefono, un breve silenzio, poi un sospiro pieno di significato.
“Vieni da me dopo pranzo”, disse Isabella. “Matheus può passare più tardi. Sai com'è… lui preferisce entrare in scena quando il clima si è già scaldato.”
Cristina sorrise. La voce di Isabella aveva quella sfumatura che conosceva bene: morbida, calda, carica di promesse.
Più tardi, il pomeriggio era avvolto da una luce languida, e la brezza salmastra della spiaggia privata di playa Stella Maris entrava dalle finestre aperte. Cristina indossava un abito leggero, trasparente quanto bastava. Quando Isabella arrivò, si abbracciarono con un’intimità che sembrava quella di due amiche di lunga data, e forse lo erano, ma con qualcosa in più, nascosto sotto le parole banali.
“Hai detto a Matheus?” chiese Cristina, versando due calici di vino bianco fresco.
“Sì. Sta finendo un lavoro, ma ha detto che sarà qui prima che cali il sole.”
Lo sguardo di Cristina si posò sulla terrazza, dove la luce aranciata tingeva le tende leggere. Tre giorni. Tre notti. Una libertà silenziosa, assoluta, che non aveva nemmeno dovuto chiedere.
“Bene,» mormorò. «Allora accomodati…”
Isabella si lasciò cadere sul divano con grazia felina, sorseggiando un vino bianco. I suoi occhi brillavano di quella luce giocosa che Cristina conosceva bene, una miscela di desiderio e provocazione.
“Fa caldo qui dentro…” disse, passando un dito sul bordo del bicchiere, “perché non andiamo in spiaggia a rinfrescarci un po’ ?”
Cristina alzò un sopracciglio, incuriosita. «Così, subito?»
“Certo. Ma niente costumi casti oggi, eh. Tu hai quel due pezzi bianco che adoro… e sotto il sole di playa Stella Maris, un po’ di libertà non guasta. Andiamo in topless.”
Cristina la fissò per un attimo, come a voler misurare il confine tra la provocazione e la tentazione. Poi sorrise, maliziosa.
“Dammi cinque minuti.”
La spiaggia era silenziosa, immersa in una quiete irreale, mentre una brezza leggera sollevava la sabbia in piccoli vortici e accarezzava le onde con delicatezza.
Cristina e Isabella camminavano fianco a fianco, piedi nudi, i parei leggeri che scivolavano appena sopra le cosce. Si erano tolte il reggiseno dei costumi appena arrivarono sull’arenile, senza esitazione, lasciando che il sole accarezzasse la pelle nuda con audacia.
Entrarono in acqua ridendo, spruzzandosi come ragazzine. Ma tra una risata e l’altra, gli sguardi si facevano più intensi, i movimenti più lenti, più consapevoli. Isabella si avvicinò a Cristina con uno sguardo carico di desiderio, e le posò la mano bagnata sulla spalla, facendola scivolare lentamente lungo il profilo del seno. Le dita percorsero la curva con naturalezza, poi si chiusero con decisione attorno al capezzolo, stringendolo tra pollice e indice in una carezza provocante, decisa, che strappò a Cristina un sospiro sommesso e un fremito incontrollabile.
E fu allora che Isabella la prese per la vita, attirandola a sé in un gesto fluido. Le loro labbra si incontrarono, prima con leggerezza, poi con una fame più decisa, mentre le onde li circondavano come complici silenziose. Il sapore del mare si mescolava a quello del desiderio, e ogni bacio era una promessa sospesa.
Restarono lì, immerse fino alla vita, a ridere e baciarsi, incuranti di tutto. Il mondo intorno sembrava scomparso, dissolto tra l’acqua salata e i brividi sulla pelle.
Stavano ancora immerse nell’acqua, i corpi vicini, le mani che si sfioravano con naturalezza, quando una voce maschile si levò in lontananza, limpida sopra il fruscio delle onde.
“Pensavate davvero di iniziare senza di me?”
Cristina si voltò lentamente. Sulla battigia, in controluce, Matheus avanzava con passo deciso. Indossava solo un paio di pantaloncini scuri e i capelli scompigliati dal vento. Sorrise, osservando le due donne in acqua come un viaggiatore che finalmente ha raggiunto l’oasi.
Isabella rise, appoggiandosi alla spalla di Cristina. “Eccolo il nostro spettatore preferito.”
Matheus si tuffò senza dire altro, tagliando l’acqua con eleganza. Raggiunse le due con poche bracciate, e si unì al loro piccolo cerchio liquido. Per un attimo si guardarono tutti e tre, senza parlare. Solo occhi e sorrisi. Complicità e tensione, come corde che si tendono piano.
Nuotarono per qualche minuto, inseguendosi tra gli spruzzi, tra tocchi lievi e sguardi carichi di promesse non dette. Ogni gesto sembrava parte di una danza segreta. Cristina si sentiva viva, desiderata, sospesa in un sogno che aveva il sapore del sale e della pelle calda.
Poi Isabella, con un sorriso languido, sussurrò:
“Forse dovremmo rientrare. Una doccia a tre… potrebbe essere il modo perfetto per iniziare la serata.”
Cristina annuì, il cuore che batteva forte, mentre Matheus le passava un braccio attorno alla vita e la guidava verso riva.
Il sole calava lento dietro l’orizzonte, tingendo il cielo di sfumature rosa e dorate, mentre loro tre, nudi sotto il pareo o sotto lo sguardo dell’ultimo sole, camminavano verso la villa. I passi erano lenti, ma l’attesa bruciava già sulla pelle.
Isabella li guidò con passo lento e sicuro verso il bagno panoramico, che si apriva sulla terrazza con ampie vetrate spalancate sul tramonto. La luce dorata accarezzava le superfici in marmo chiaro e rifletteva sui vetri come una carezza liquida, avvolgendo tutto in un’atmosfera intima, quasi irreale.
Cristina entrò per prima, lasciando cadere il pareo bagnato sul pavimento con un gesto naturale. Matheus la seguì con lo sguardo, ammirandone le curve ancora umide di mare, il sale che brillava sulla pelle come polvere d’ambra. Isabella chiuse la porta a vetri alle loro spalle, poi si avvicinò ai comandi della doccia e fece scorrere l’acqua, regolando la temperatura con calma.
Un getto caldo cominciò a scendere dall’alto, morbido come seta. Il vapore iniziava già a salire, appannando leggermente i vetri mentre fuori, sulla terrazza, il cielo si tingeva d’arancio e porpora.
“Entrate,” disse Isabella, voltandosi verso di loro con un sorriso malizioso, “abbiamo ancora tutto il tempo del mondo.”
Cristina si avvicinò a lei, nuda e senza alcuna esitazione. Entrò sotto l’acqua e lasciò che le gocce scivolassero lungo la schiena, chiudendo gli occhi per un attimo. Matheus si tolse lentamente gli shorts, il corpo scolpito dalla luce calda, e la raggiunse. Isabella fu l’ultima a entrare, chiudendo il cerchio tra loro.
Le mani iniziarono a muoversi, lente ma decise, esplorando la pelle ancora umida di mare e ora arroventata dal vapore. Le bocche si cercavano, si alternavano, mentre il rumore dell’acqua diventava parte di una sinfonia più profonda, fatta di sospiri, risate trattenute e desideri che non avevano più bisogno di parole.
Il vapore danzava ancora nell’aria quando Isabella aprì la porta del bagno e lasciò filtrare la brezza serale della terrazza. Le luci del tramonto erano ormai sfumate in un blu profondo, e la villa sembrava immersa in un silenzio complice, rotto solo dal suono ovattato dei loro passi nudi sul pavimento.
“Seguitemi,” mormorò Isabella, con voce bassa e carica di promessa, mentre avvolgeva appena i fianchi in un telo sottile. Il tessuto le aderiva come una seconda pelle, lasciando intravedere tutto il resto.
Cristina e Matheus la seguirono senza parlare, gli occhi brillanti nel semibuio, i corpi ancora caldi di doccia e desiderio.
La camera da letto era immersa in una penombra dorata. Le tende leggere si muovevano al ritmo del vento che entrava dalle grandi vetrate aperte sulla notte tropicale. Il letto, ampio e morbido, era coperto da lenzuola bianchissime, invitanti, sfiorate dalla luce tremolante di alcune candele accese sul comò.
Isabella si voltò verso di loro e lasciò cadere lentamente il telo, restando completamente nuda davanti al letto. Il suo sguardo si posò su Cristina prima, poi su Matheus.
“Qui non c’è fretta,” sussurrò
Cristina si avvicinò, il respiro più profondo, gli occhi fissi su Isabella. Le dita si sfiorarono prima, poi si intrecciarono. Quando le loro labbra si incontrarono di nuovo, fu un bacio più profondo, più carico. Alle loro spalle, Matheus si avvicinò, posando le mani sui fianchi di Cristina, il calore del suo corpo che li avvolgeva entrambi.
Si muovevano come in una coreografia segreta, fatta di gesti lenti, di pelle contro pelle, di sospiri che si fondevano nell’aria profumata di mare e candele. Il letto li accolse con morbidezza, mentre i corpi si intrecciavano sotto le lenzuola come onde che si rincorrono.
Nella stanza, ogni cosa si fece sussurro e desiderio. E la notte, fuori, sembrava inchinarsi a quella danza di piacere e libertà.
I baci di Isabela lasciavano una scia di fuoco sulla sua pelle. Matheus la seguì, senza mai staccare lo sguardo dall'intima scena che si svolgeva davanti a lui. L'attesa crebbe, un delizioso dolore alla bocca dello stomaco, mentre si abbandonavano all'abbraccio invitante delle morbide e lussuose lenzuola.
I loro baci si fecero più urgenti, i loro tocchi più audaci. I dolci suoni del loro amore echeggiavano sulla terrazza aperta, mescolandosi ai sospiri dell'oceano. Il tramonto dipingeva la loro pelle di una tavolozza calda, evidenziando ogni curva e piano mentre si muovevano all'unisono, persi nel momento.
I loro sussurri si fecero più forti, un dolce crescendo di piacere che sembrava seguire il ritmo delle onde che si infrangevano sulla riva. Il mondo esterno era svanito, lasciando solo loro tre nel loro santuario privato di passione. Mentre gli ultimi raggi di luce baciavano l'orizzonte, il trio si univa, crogiolandosi nel calore del loro amore condiviso.
Gli occhi di Cristina si aprirono di scatto, incontrando lo sguardo di Isabela, colmi di un amore e di un desiderio impetuosi che rispecchiavano i suoi. Il loro bacio fu tenero ma bramoso, una silenziosa dichiarazione della profondità dei loro sentimenti. Matheus, per non essere escluso, si unì a lei, la sua bocca reclamava entrambe le donne a turno, mentre le sue mani vagavano, accendendo scintille di sensazioni ovunque si toccassero.
I loro movimenti si fecero più frenetici, l’abbandono reciproco si trasformò in un intreccio ardente di corpi e sensazioni. Isabela cavalcò Matheus, i fianchi che si muovevano a un ritmo stuzzicante che lo fece gemere di desiderio. Si appoggiò allo schienale, offrendo i seni a Cristina, che li prese avidamente in bocca. Il sapore salato dell'oceano indugiò sulla sua pelle, mescolandosi alla dolcezza della loro passione condivisa.
Le mani di Matheus vagavano sul corpo di Isabela, assaporandone ogni curva e contorno, mentre osservava lo spettacolo erotico tra le due donne. I suoi occhi ardevano di lussuria nel vedere la connessione tra loro, il modo in cui i loro corpi si muovevano in armonia, come se l'avessero già fatto mille volte. Il suono delle onde si faceva più forte, le loro grida di piacere si fondevano con la sinfonia del mare.
La mano di Cristina scivolò lungo il corpo di Matheus, stringendo la sua erezione pulsante. Lui emise un gemito sommesso, i fianchi che si sollevavano per incontrare il suo tocco. Isabela lo guardò, gli occhi che si oscuravano di desiderio mentre sentiva il calore irradiarsi da entrambi. Si avvicinò, il suo respiro caldo contro l'orecchio di Matheus. "Prendila", sussurrò, con la voce roca per il desiderio.
Matheus obbedì, muovendosi con un'urgenza primordiale mentre si posizionava tra le cosce divaricate di Cristina. La penetrò lentamente, assaporando ogni centimetro del suo caldo e umido abbraccio. Le sue unghie gli si conficcarono nella schiena mentre si inarcava per incontrarlo, i suoi gemiti si confondevano con il crescendo delle onde all'esterno. Isabela, incapace di resistere oltre, si avvicinò a loro, accarezzando la guancia di Cristina con una mano prima di scivolare più in basso per pizzicarle delicatamente il capezzolo.
I loro occhi rimasero incastrati mentre il ritmo si faceva più veloce, i loro corpi si muovevano in perfetta sincronia. Il suono dell'oceano era un sottofondo costante, un dolce ricordo della passione selvaggia che rispecchiava la danza tumultuosa delle onde. Il sudore luccicava sulla loro pelle, mescolandosi ai resti del mare e al profumo del loro desiderio, creando un aroma inebriante che riempiva la stanza.
Isabela si sporse, i capelli che ricadevano come una cascata scura intorno a loro, per baciare Matheus profondamente. Le loro lingue danzavano mentre i tre trovavano un ritmo che parlava di anni di desiderio e di un momento di perfetto allineamento. Il sole scese più in basso nel cielo, proiettando un caldo bagliore arancione sui loro corpi intrecciati, evidenziando la lucentezza della passione sulla loro pelle.
Matheus prese la mano di Isabela, abbassandola per sentire i loro cuori uniti battere a ritmo del loro amore. I tre si muovevano insieme, i loro respiri si mescolavano, i loro corpi parlavano un linguaggio che non richiedeva parole. La tensione cresceva, una spirale si stringeva dentro ognuno di loro, finché finalmente non si spezzò.
L'orgasmo di Cristina la travolse come uno tsunami, il suo corpo si contorceva attorno a Matheus. Lui gemette, seguito a ruota dal suo stesso piacere, i suoi fianchi sussultavano mentre si svuotava in lei. Isabela osservava, gli occhi scintillanti di lacrime non versate, sentendo gli echi della loro passione nel profondo del suo essere.
I loro corpi si immobilizzarono, il respiro si fece affannoso mentre si crogiolavano nelle conseguenze della loro unione. La stanza era piena dei dolci suoni del loro ansimare e del lontano sussurro dell'oceano. Giacevano lì, avvolti tra le lenzuola e l'uno nell'altra, l'amore tra loro palpabile come l'aria calda e salata che soffiava dalla terrazza.
La notte calò, avvolgendoli in una coltre di oscurità che sembrava tenerli ancora più vicini. Non parlarono, le parole erano inutili, mentre sentivano le promesse inespresse fatte tra loro. Le stelle sopra la terrazza brillavano come mille piccoli occhi, a testimonianza della bellezza e dell'intensità del loro amore.
Mentre i loro respiri si calmavano e il mondo esterno si faceva silenzioso, i tre si stringevano l'uno all'altra, trovando conforto nel caldo abbraccio della loro passione condivisa. Le ondate del desiderio si erano placate, lasciando dietro di loro un legame profondo e duraturo che trascendeva l'amicizia e la lussuria. Non erano più tre individui, ma un'unica entità, legata da un amore vasto e indomito come il mare davanti a loro.
Isabela accarezzò con la punta delle dita i contorni del petto di Matheus, sentendo il suo battito cardiaco rallentare fino a raggiungere un ritmo costante. Guardò Cristina, i cui occhi si erano chiusi, un sorriso soddisfatto le illuminava le labbra. Quella vista la riempì di un calore che le si diffuse in tutto il corpo, scacciando ogni ombra di dubbio o paura.
Matheus, sentendo il peso dello sguardo di Isabela, aprì gli occhi e la trovò che lo fissava. L'intensità del suo sguardo gli fece sussultare il cuore. Si chinò verso di lei, baciandole dolcemente la fronte. "Grazie", sussurrò, le parole colme di una profonda gratitudine che andava oltre la fisicità.
Il sorriso di Isabela si allargò, i suoi occhi luccicavano di lacrime non versate. "Per cosa?" chiese, la sua voce una dolce carezza nel silenzio.
"Per avermi fatto sentire vivo", rispose lui, sfiorandole delicatamente la guancia con il pollice. "Per avermi dimostrato un amore che è... al di là di qualsiasi cosa avrei mai potuto immaginare."
I loro sguardi si incrociarono per un lungo istante prima che Isabela si chinasse su di lui, le sue labbra incontrassero le sue in un bacio morbido e persistente che parlava di un amore tenero e intenso al tempo stesso. Era una promessa di eternità, sussurrata nel linguaggio della passione e sentita nel profondo delle loro ossa.
Isabella rise, dicendo che aveva fame, gli occhi accesi di voglia. Il vento salato sfiorava la terrazza, portando odore di brace e mare. Il pesce grigliato fumava nei piatti, mentre le risate di Isabela, Matteuhs e Martina tagliavano il tramonto. Il vino bianco brillava nei calici, fresco e pungente, ogni sorso un invito alla notte che li aspettava.
La notte si faceva più profonda, le stelle nel cielo sembravano brillare più luminose a ogni minuto che passava. Giacevano lì, il dolce rumore dell'oceano li cullava in un sonno dolce, le loro membra intrecciate come le radici di un albero secolare. Il sussurro della brezza portava con sé il profumo del mare e la promessa di innumerevoli notti come questa, dove avrebbero potuto perdersi l'uno nell'altra, liberi dai giudizi del mondo esterno al loro santuario.
Nelle prime ore del mattino, le prime luci dell'alba iniziarono a filtrare attraverso le finestre, proiettando un tenue chiarore sulla stanza. Il trio si mosse, i loro corpi si risvegliarono con una ritrovata energia. Fecero di nuovo l'amore, i movimenti lenti e languidi, come se avessero tutto il tempo del mondo.
Poi si sdraiarono insieme, guardando il sole sorgere all'orizzonte. Fu un momento silenzioso e sacro, di quelli che non avrebbero mai potuto essere replicati o dimenticati. La luce dipingeva il cielo con una tela di arancioni e rosa, i colori penetravano nelle loro anime e lasciavano un segno indelebile.
Sapevano che fuori da quelle mura, la loro vita li aspettava, piena di responsabilità e aspettative. Ma in quel momento, su quella spiaggia, erano liberi. Liberi di amare, liberi di esplorare e liberi di essere se stessi senza timore di ripercussioni. Fu un momento di pura gioia sfrenata che avrebbero portato con sé per sempre, un faro di speranza che li avrebbe guidati attraverso le tempeste che la vita avrebbe indubbiamente portato.
Il sole saliva più in alto, riscaldando i loro corpi nudi e scacciando gli ultimi brividi della notte. Sapevano che prima o poi avrebbero dovuto lasciare quel paradiso, ma per ora si accontentavano di crogiolarsi nel bagliore del loro amore, con i sussurri dell'oceano come unici compagni. Avevano trovato qualcosa di raro e bello lì, ed erano determinati a custodirlo, a lasciarlo crescere e prosperare come i fiori selvatici e indomiti che costeggiavano la riva.
La storia di Isabela, Matheus e Cristina aveva preso una piega intrigante, ma era tutt'altro che finita. Le pagine della loro vita erano ancora in fase di scrittura, ogni istante più intenso e bello del precedente. Mentre il sole saliva più alto, sapevano che il mondo era cambiato per loro, alterato per sempre dalla notte che avevano condiviso sotto l'occhio vigile del mare.
Il loro amore era una forza selvaggia e indomita, potente come le onde che si infrangevano contro la riva. E mentre guardavano il sole sorgere, i loro cuori gonfi di un amore sconfinato come l'oceano, sapevano che avrebbero cavalcato quelle onde insieme, qualunque cosa accadesse. Questo era solo l'inizio della loro storia, una storia di amore, passione e legami indistruttibili forgiati nel crogiolo del desiderio.
La chiamata arrivò un martedì mattina di novembre. Cristina stava preparandosi per andare da Isabela quando il telefono squillò con insistenza. Era Henrique, la voce rotta dall'emozione.
"Cristina, cara... devi sederti. Ho una notizia terrible..."
L'elicottero era precipitato nelle Ande argentine durante un volo di ricognizione per un nuovo progetto. Carlo, il piloto e due ingegneri erano morti sul colpo. Il corpo di suo marito era stato recuperato e sarebbe stato rimpatriato in Italia.
Cristina ascoltò le parole come se venissero da molto lontano. Sentì dolore, shock, un senso di vuoto improvviso. Ma quello che la sorprese di più fu rendersi conto che, accanto al dolore genuino per la perdita di un uomo che aveva amato per tredici anni, c'era anche qualcos'altro: un senso di liberazione che la fece sentire tremendamente colpevole.
I funerali a Milano furono un evento sociale. Colleghi, clienti, amici di famiglia, tutti vestiti di nero che parlavano di quanto Carlo fosse stato un uomo eccezionale. Cristina recitò la parte della vedova inconsolabile, ma dentro di lei cresceva una certezza: la sua vera vita non era lì, tra quelle facce compassionevoli e ipocrite.
Dopo un mese di lutto ufficiale, prese una decisione che sorprese tutti. Vendette la casa di Milano, liquidò le sue quote nell'azienda, e annunciò che si trasferiva in Brasile per gestire una fondazione culturale in memoria di Carlo.
In realtà, la fondazione esisteva davvero. Con i soldi dell'assicurazione e la vendita delle proprietà, Cristina aveva creato un'organizzazione che promuoveva scambi culturali tra Italia e Brasile, con sede a Salvador.
Epilogo: L'Amore Senza Confini
Due anni dopo, nella stessa villa al mare dove tutto era iniziato, si celebrò un matrimonio che nessun registro ufficiale avrebbe mai riconosciuto, ma che per i tre protagonisti era più sacro di qualsiasi cerimonia religiosa.
Cristina indossava un abito bianco di seta progettato da uno stilista baiano, con ricami che richiamavano i simboli dell'arte afro-brasiliana. Mattheus era in smoking bianco, elegante come un principe dei tropici. Isabela, che aveva ottenuto il divorzio da Henrique con un accordo milionario, splendeva in un abito color oro che la faceva sembrare una divinità candomblé.
La cerimonia fu celebrata da un pai-de-santo sotto un pergolato di bouganville, con il suono dell'oceano come sottofondo e il profumo dei frangipani nell'aria. Non c'erano leggi che riconoscessero la loro unione, ma c'era qualcosa di più forte: l'amore puro, senza possesso, senza gelosia, senza confini.
"In Bahia," disse il pai-de-santo benedicendoli con petali di rosa bianca, "diciamo che l'amore è come l'oceano: non si può contenere, non si può possedere, si può solo navigare con rispetto e meraviglia."
Cristina guardò i suoi due amori e sorrise. Aveva quarant'anni, ma si sentiva come se stesse iniziando a vivere per la prima volta. Aveva perso un marito, ma aveva trovato se stessa. Aveva lasciato una vita di sicurezze, ma aveva guadagnato l'infinito.
Quella sera, mentre facevano l'amore sotto le stelle tropicali, con il suono delle onde che cullava i loro corpi intrecciati, Cristina pensò a quanto fosse strano il destino. Era venuta a Salvador come moglie di un dirigente d'azienda in viaggio di lavoro. Ora era una donna libera, imprenditrice, amante di due persone straordinarie, cittadina di un mondo senza frontiere.
"Ti amo," sussurrò a Mattheus mentre le sue mani esploravano il suo corpo con la tenerezza di sempre.
"Ti amo anch'io," mormorò a Isabela mentre la baciava con quella dolcezza che solo una donna può capire.
"Vi amiamo entrambi," risposero loro all'unisono, e in quelle parole c'era tutta la verità del mondo.
Salvador de Bahia continuava a esistere intorno a loro, con i suoi colori, i suoi profumi, la sua musica eterna, la sua capacità infinita di accogliere l'amore in tutte le sue forme. E Cristina, che era arrivata come straniera, ora sapeva di essere finalmente a casa.
Non un recinto, ma un orizzonte: l’amore era per lei divenuto uno spazio libero dove passioni diverse potevano coesistere, un giardino variegato in possono fiorire mille fiori diversi, tutti ugualmente belli, tutti ugualmente veri.

FINE

*"O amor não se explica, se vive."
L'amore non si spiega, si vive.
…Proverbio brasiliano…
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Voto dei Lettori:
9.0
Ti è piaciuto??? SI NO

Commenti per Seduzione esotica a Salvador de Bahia 3:

Altri Racconti Erotici in tradimenti:




® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni