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Seduzione esotica a Salvador de Bahia 2


di ElegantiInsieme
26.05.2025    |    1.135    |    0 9.6
"Fu un momento di pura estasi sfrenata che trascese i confini delle loro forme fisiche, lasciandoli entrambi cambiati per sempre..."
La settimana a Salvador stava volgendo al termine, ma per Cristina ogni giorno era diventato un'eternità di scoperte. Matheus non era solo una guida turistica o un flirt vacanziero; era diventato la chiave che aveva aperto una porta che lei credeva chiusa per sempre.
Carlo continuava a immergersi nei suoi affari, rientrando in hotel sempre più tardi, sempre più distratto. La sera prima era arrivato che lei fingeva di dormire, ed era uscito di nuovo al mattino senza nemmeno salutarla. Il contrasto con Matheus, che la guardava come se fosse l'ottava meraviglia del mondo, era stridente.
L'ultimo pomeriggio, Matheus la portò nella sua casa nel quartiere di Rio Vermelho, una villa coloniale affacciata sull'oceano che aveva restaurato personalmente. Le pareti color ocra erano decorate con opere d'arte afro-brasiliana, le finestre aperte lasciavano entrare la brezza marina profumata di salsedine e frangipani.
"Questa è la mia vera Salvador," le disse preparando una caipirinha con la cachaça invecchiata che custodiva come un tesoro. "Non quella delle cartoline, ma quella che vive, respira, ama."
Cristina si trovò sulle sue braccia come se fosse la cosa più naturale del mondo. Il bacio fu dolce all'inizio, poi sempre più intenso, carico di tutto quello che non si erano detti in quella settimana di sguardi rubati e mani che si sfioravano.
"Cristina," mormorò Matheus contro le sue labbra, "você é minha paixão... tu sei la mia passione."
Lei sentì ogni fibra del suo essere rispondere a quelle parole. Quando si amarono, sulla grande terrazza affacciata sull'oceano, con il sole che tramontava tingendo tutto di rosso e oro, fu come se rinascesse. Il corpo di Matheus era caldo e forte contro il suo, le sue mani esploravano ogni curva come un artista che scolpisce la propria opera d'arte.
Non era solo sesso; era comunione, era ritrovare una parte di sé che aveva seppellito sotto anni di routine e compromessi. Ogni bacio, ogni carezza, ogni sussurro in portoghese che non capiva ma sentiva nell'anima, la riportavano alla vita.
Dopo, mentre giacevano abbracciati ascoltando il suono delle onde, Matheus le accarezzò i capelli con una tenerezza che la fece piangere.
"Não chore, meu amor," le disse dolcemente. "Non piangere. Questo è solo l'inizio."
"Ma io devo partire domani," sussurrò Cristina. "Devo tornare alla mia vita."
"E quale vita è quella?" le chiese Matheus sollevandola per guardarla negli occhi. "Quella dove sei invisibile? Dove la tua bellezza, la tua passione, la tua anima sono sprecate?"
Cristina non riuscì a rispondere, perché sapeva che aveva ragione.
La mattina seguente, all'aeroporto, mentre Carlo controllava i documenti distrattamente, Cristina sentì il telefono vibrare. Un messaggio di Matheus: *"Sei sempre la benvenuta nella tua vera casa. Ti amo, minha paixão."*
Guardò suo marito, poi guardò la città di Salvador che si allontanava dal finestrino dell'aereo. Nel suo cuore, sapeva che una parte di lei era rimasta per sempre in quella terra di passione e libertà, e che prima o poi sarebbe tornata a reclamarla.
Il viaggio di lavoro di Carlo era finito, ma il viaggio della vera Cristina era appena iniziato.
Due settimane dopo il loro ritorno a Milano, Carlo ricevette una chiamata che cambiò i loro piani. La filiale brasiliana aveva bisogno di loro per un evento di grande prestigio: la presentazione ufficiale del mega progetto urbanistico "Nova Salvador", che avrebbe trasformato parte della costa della città in un complesso residenziale e commerciale di lusso.
"È l'occasione della mia carriera," disse Carlo a Cristina mentre preparava la valigia. "Se questo progetto va in porto, potrei diventare direttore generale per tutto il Sud America."
Cristina lo guardò con occhi diversi da due settimane prima. Il ricordo di Matheus, del suo tocco, delle sue parole, era ancora vivo sulla sua pelle come un tatuaggio invisibile. Ma annuì, sapendo che questo viaggio le avrebbe dato un'altra possibilità di rivedere Bahia, e forse di capire cosa davvero voleva dalla sua vita.
Per l'evento di presentazione, che si sarebbe tenuto nel lussuoso Fera Palace Hotel di Salvador, Cristina si preparò con una cura maniacale. Scelse un abito Versace nero con profonde scollature laterali che esaltavano la sua silhouette, gioielli di perle naturali che aveva comprato anni prima a Venezia, e un'acconciatura sofisticata che lasciava cadere alcuni riccioli biondi sul collo nudo. Quando si guardò allo specchio, vide una donna che non riconosceva: sicura, sensuale, magnetica.
Carlo la osservò mentre si preparava, per una volta distogliendo l'attenzione dai suoi documenti. "Stai... stai benissima," le disse con una sorpresa genuina nella voce.
Il salone del Fera Palace Hotelera un tripudio di eleganza tropicale. Orchidee giganti decoravano ogni angolo, camerieri in smoking bianco servivano champagne Dom Pérignon, e una vista mozzafiato sulla Baia di Todos os Santos faceva da sfondo naturale. I più importanti imprenditori, politici e ingegneri del Brasile erano presenti, insieme a investitori internazionali.
Cristina e Carlo furono accolti da Henrique Moraes, il direttore della filiale brasiliana, un uomo distinto sui cinquanta accompagnato da una donna che tolse il respiro a tutti i presenti. Era Isabela, la sua seconda moglie: aveva trentuno anni e un’eleganza naturale da ex modella: pelle ambrata come bronzo lucente e lunghi capelli corvini che le accarezzavano la vita con fluida sensualità. Indossava un abito bianco Roberto Cavalli che sembrava dipinto sul suo corpo perfetto.
"Cara Cristina," disse Isabela con un sorriso radioso e un accento che mescolava il portoghese con un inglese perfetto appreso nelle passerelle di tutto il mondo, "è un piacere finalmente incontrarti. Henrique mi ha parlato molto di te e Carlo."
Mentre conversavano, Henrique si avvicinò con un uomo alto ed elegante. "Permettetemi di presentarvi il genio dietro Nova Salvador," disse con orgoglio. "Mattheus Andrade, il nostro architetto principale."
Cristina si voltò e il mondo si fermò. Era Matheus. I suoi occhi scuri incontrarono i suoi, e per un momento entrambi rimasero senza parole. Era vestito in uno smoking impeccabile, i capelli leggermente più corti ma sempre quel sorriso che le faceva accelerare il battito cardiaco.
"È... è un piacere," riuscì a dire Cristina, tendendo la mano.
"Il piacere è tutto mio, senhora," rispose Matheus baciandole galantemente la mano e trattenendo il contatto per un secondo di troppo.
Carlo, completamente ignaro della tensione elettrica tra sua moglie e l'architetto, iniziò a bombardarlo di domande tecniche sul progetto. Mattheus rispose con professionalità, ma i suoi occhi tornavano costantemente su Cristina.
"Mattheus è anche un artista," spiegò Henrique. "Le sue sculture sono esposte nelle migliori gallerie di San Paolo e Rio."
"Ah, l'arte," intervenne Isabela con entusiasmo. "Io adoro l'arte. E adoro anche fare shopping! Cristina, domani dobbiamo assolutamente fare un giro per Salvador. Conosco i posti più esclusivi, quelli che nemmeno i ricchi brasiliani conoscono."
Cristina accettò, cercando di mantenere la compostura mentre sentiva gli occhi di Mattheus su di lei.
Il giorno dopo, Isabela arrivò all’hotel di Cristina a bordo di una Maserati Gran Turismo color perla, indossando un elegante completo di lino bianco che valorizzava la sua abbronzatura impeccabile. “Pronta per la giornata di shopping più incredibile della tua vita?” chiese con un sorriso irresistibile.
Le due donne trascorsero la mattinata tra boutique esclusive nel nuovo centro commerciale di lusso e atelier di stilisti locali. Isabela aveva un gusto impeccabile e una naturalezza nell'eleganza che Cristina invidiava. Mentre provavano abiti e gioielli, parlarono di tutto: delle loro vite, dei loro matrimoni, dei loro sogni.
"Sai," disse Isabela mentre ammirava Cristina in un abito di seta azzurra, "ho sposato Henrique perché mi dava sicurezza dopo anni di incertezza come modella. Ma a volte mi chiedo se non abbia perso qualcosa per strada... la passione, l'avventura."
Cristina la guardò con comprensione. "Anch'io mi faccio la stessa domanda."
Alle due del pomeriggio, Isabela chiamò i loro mariti. "Ho organizzato un pranzo nella nostra villa al mare. Venite, sarà divertente!"
Ma Henrique e Carlo erano impegnati in riunioni cruciali con alcuni politici locali per ottenere le autorizzazioni definitive del progetto. "Non possiamo proprio," si scusò Carlo al telefono. "Ma andate pure voi, divertitevi."
"Allora invito Mattheus," disse Isabela con un sorriso malizioso. "Non può mangiare da solo in ufficio mentre progetta il futuro di Salvador."
La villa di Henrique e Isabela era un capolavoro di architettura contemporanea affacciato sulla spiaggia privata di playa di Stella Maris. piscina Infinity, giardini tropicali curati da paesaggisti famosi, e una vista sull'oceano che sembrava infinita.
Mattheus arrivò in ritardo, ancora vestito elegante ma con la camicia sbottonata e le maniche arrotolate, portando con sé un fascino rilassato che fece battere il cuore di Cristina. Quando la vide in bikini bianco coperto da un pareo trasparente, i suoi occhi si accesero di desiderio.
Il pranzo fu servito sulla terrazza affacciata sul mare: moqueca di pesce, riso di coco, e caipirinha preparate da Isabela stessa. L'atmosfera era carica di una tensione sottile ma palpabile.
"Allora, Mattheus," disse Isabela sdraiandosi su un lettino dopo pranzo, "raccontaci dei tuoi progetti artistici. Dicono che le tue sculture siano molto... sensuali."
Mattheus sorrise, lanciando un'occhiata a Cristina. "L'arte deve provocare emozioni. Se non ti fa sentire qualcosa di profondo, non è vera arte."
"Come l'architettura?" chiese Cristina, e nella sua voce c'era un sottotesto che solo lui poteva cogliere.
"L'architettura plasma lo spazio in cui vivono le emozioni," rispose lui. "Una casa può essere fredda come un ufficio, o calda come un abbraccio."
Isabela li guardò alternativamente, con l'intelligenza affinata di chi ha vissuto nel mondo della moda e sa leggere le dinamiche tra le persone. "Penso," disse lentamente, "che voi due abbiate molte cose di cui parlare. E penso anche che tutti noi abbiamo bisogno di... liberarci da certe convenzioni."
Si alzò, si tolse il pareo lasciando intravedere il suo corpo perfetto nel bikini minimal, e entrò in piscina con un tuffo elegante. "L'acqua è perfetta," gridò emergendo. "Venite!"
Cristina e Mattheus lai guardarono. In quello sguardo c'era il riconoscimento di un desiderio che andava oltre la semplice attrazione fisica. C'era la promessa di qualcosa di nuovo, di inesplorato, di pericolosamente eccitante.
Quando tutti e tre si trovarono nell'acqua calda della piscina, con il sole del pomeriggio che filtrava attraverso le palme, Cristina capì che la sua vita stava per prendere una piega che non avrebbe mai immaginato.
E per la prima volta in anni, non aveva paura di dove la stava portando il destino.
L'acqua della piscina sembrava un abbraccio tiepido mentre i tre corpi si muovevano con una grazia naturale. Isabela nuotava con movimenti fluidi da sirena, i suoi capelli neri che si spargevano nell'acqua come alghe di seta. Mattheus manteneva una distanza rispettosa ma i suoi occhi seguivano ogni movimento delle due donne con un'intensità che faceva tremare l'aria.
Cristina si sentiva ipnotizzata dalla bellezza di Isabela. Non era solo la perfezione fisica della ex modella, ma qualcosa di più profondo: una sensualità innata, una confidenza nel proprio corpo che lei non aveva mai posseduto. Quando Isabela si avvicinò per aiutarla a sistemarsi i capelli bagnati, le sue dita sfiorarono la nuca di Cristina con una delicatezza che le fece correre un brivido lungo la schiena.
"Hai una pelle bellissima," sussurrò Isabela, "così diversa dalla mia, morbida come la seta."
Le sue mani scivolarono lungo le spalle di Cristina, massaggiando delicatamente. Il tocco era femminile, diverso da quello di un uomo, ma incredibilmente eccitante. Cristina chiuse gli occhi, abbandonandosi a quella carezza inaspettata.
"Isabela..." mormorò, ma la brasiliana la zittì con un dito sulle labbra.
"Shh, minha linda. Lasciati andare. A Bahia impariamo presto che l'amore non ha confini, non ha regole. Ha solo il ritmo del cuore."
Mattheus si avvicinò, posando le mani sui fianchi di entrambe le donne. "Isabela ha ragione," disse con voce roca. "Qui, in questo paradiso, siamo liberi di essere quello che davvero siamo."
Uscirono dall'acqua in un silenzio carico di promesse. Isabela guidò i suoi ospiti verso un gazebo appartato, nascosto tra le palme e i bougainvillea, dove aveva fatto preparare cuscini di seta e teli morbidi. Nel centro, un antico atabaque - tamburo sacro delle religioni afro-brasiliane - aspettava silenzioso.
"Questo tamburo," spiegò Isabela accarezzando la superficie di pelle tesa, "apparteneva a mia nonna, una mae-de-santo molto rispettata. Diceva che aveva il potere di liberare l'anima dalle catene dell'ipocrisia."
Iniziò a percuotere l'atabaque con le mani, creando un ritmo ipnotico, ancestrale. Il suono sembrava chiamare spiriti antichi, risvegliare energie primordiali. Cristina sentì qualcosa muoversi dentro di lei, una parte selvaggia che non sapeva di possedere.
"Danza per noi, Cristina," sussurrò Isabela. "Danza come se fossi nata qui, sotto questo sole, su questa terra che non conosce vergogna."
E Cristina danzò. All'inizio timidamente, poi con crescente abbandono. I suoi movimenti diventarono fluidi, sensuali, guidati dal ritmo ipnotico del tamburo. Mattheus la guardava con occhi accesi di desiderio, ma era lo sguardo di Isabela che la infiammava davvero: intenso, adorante, pieno di una promessa che non aveva mai considerato.
Quando la danza finì, Isabela si alzò e si avvicinò lentamente. "Sei magnifica," mormorò, e prima che Cristina potesse reagire, la baciò.
Il bacio fu dolce, esplorativo, completamente diverso da qualsiasi cosa avesse mai provato. Le labbra di Isabela erano morbide come petali, il suo profumo una miscela inebriante di fiori tropicali e pelle calda. Per un momento Cristina si irrigidì, poi si arrese completamente, scoprendo una tenerezza che non sapeva esistesse.
Mattheus si unì a loro, le sue mani che accarezzavano entrambe, creando un intreccio di corpi e sensazioni che sembrava la cosa più naturale del mondo. Non c'era fretta, non c'era possesso, solo un'esplorazione delicata di nuovi territori del piacere.
"Não tenha medo," sussurrò Isabela contro le labbra di Cristina. "Non aver paura di scoprire chi sei davvero."
E Cristina, per la prima volta nella sua vita, non ebbe paura di niente.
Il sole stava tramontando dipingendo il cielo di rosa e oro quando Isabela prese per mano Cristina e Mattheus, guidandoli verso la camera principale della villa. Era una suite che sembrava uscita da un sogno: letto king-size con baldacchino di lino bianco che ondeggiava nella brezza marina, petali di orchidee sparse ovunque, candele profumate che creavano un'atmosfera di intimità dorata.
"Questa è la mia stanza segreta," sussurrò Isabela, "dove mi rifugio quando ho bisogno di ritrovare me stessa."
Le sue mani accarezzarono dolcemente il viso di Cristina, sfiorando le labbra ancora umide del loro primo bacio. "Sei così bella quando ti abbandoni," mormorò. "Voglio vederti completamente libera."
Con gesti lenti e deliberati, Isabela iniziò a spogliare Cristina, le sue dita danzando sulla pelle come una melodia proibita. Ogni movimento era una carezza intrisa di desiderio, ogni tocco una promessa sussurrata nell’ombra. Il bikini, un velo di seta azzurra, scivolò via con un fruscio seducente, come un segreto svelato alla luce del sole, lasciando il corpo di Cristina esposto, teso, percorso da un fremito di anticipazione. La luce accendeva riflessi sulla sua pelle, un mosaico di curve che palpitava di calore e brama, invitando a esplorare l’ignoto.
Mattheus osservava in silenzio, i suoi occhi scuri che catturavano ogni istante di quella rivelazione.
"Adesso tu," disse Cristina con una voce che non riconobbe, più profonda, più sensuale. Le sue mani esplorarono il corpo perfetto di Isabela, scoprendo la morbidezza di una pelle che sembrava seta liquida, il profumo inebriante che emanava naturalmente.
Quando si ritrovarono sul letto, fu come danzare su nuvole. Isabela guidò Cristina in un'esplorazione delicata ma intensa, le sue labbra che tracciavano sentieri di fuoco lungo il collo, le spalle, sussurrando parole dolci in portoghese che suonavano come poesia.
"Minha princesa italiana," mormorava, "sei così perfetta, così dolce."
Cristina si sentiva sciogliere sotto quelle carezze femminili, così diverse da quelle di un uomo, più intuitive, più complete. Quando ricambiò, scoprì una tenerezza in se stessa che non sapeva di possedere, una capacità di dare piacere che andava oltre la tecnica, nasceva dal cuore.
Lo sguardo di Mattheus rimase fisso sulla coppia, il suo respiro affannoso, mentre le agili mani di Isabela tracciavano i contorni del corpo di Cristina. Ogni tocco le trasmetteva una scossa di elettricità, facendola tremare di desiderio. L'attesa crebbe fino a raggiungere un crescendo quando le dita di Isabela trovarono il nodo dello slip del bikini e lo slegarono abilmente, il tessuto che le si raccolse intorno ai fianchi come l'abbraccio di un amante prima di scivolare via completamente.
La pelle di Cristina era una tela di desiderio, ogni sua curva un colpo da maestro dipinto con i delicati tratti della carezza di Isabela. La stanza si impregnava del profumo di eccitazione e crema solare, un mix potente che riempiva i loro polmoni e faceva girare loro la testa. La luce del tramonto dipingeva la stanza di toni caldi, mettendo in risalto le gocce d'acqua scintillanti ancora aggrappate ai loro corpi come gioielli preziosi.
Gli occhi di Isabela, scuri e pieni di passione, non abbandonarono mai il volto di Cristina mentre continuava la sua esplorazione sensuale. Ogni tocco era una dichiarazione d'adorazione, una silenziosa promessa del piacere che li attendeva entrambi. Il fruscio dei loro corpi che si avvicinavano, il lieve suono della pelle che si sfiorava, riempivano lo spazio tra i loro sussulti e i loro sospiri. L'aria si fece pesante di attesa mentre le dita esperte di Isabela danzavano sul corpo del suo amante, infiammandola di un bisogno che solo lei poteva soddisfare.
Lo sguardo di Mattheus rimase imperturbabile, il cuore che gli martellava nel petto mentre contemplava la morbidezza di Isabela contro la fermezza della carne di Cristina. Il netto contrasto dei loro corpi, uno così femminile e l'altro un mix di bellezza maschile e femminile, era inebriante. Poteva sentire la tensione accumularsi dentro di lui, il desiderio di unirsi a loro una forza palpabile che gli pulsava nelle vene. Eppure rimase in silenzio, testimone del loro amore, con i suoi desideri che ribollivano sotto la superficie, in attesa del momento perfetto per emergere.
Il suono del tessuto del bikini che scivolava via era una sinfonia per le loro orecchie, un crescendo di passione che echeggiava nella stanza silenziosa. Mentre il tocco di Isabela si faceva più audace, i suoi movimenti più decisi, l'aria si faceva densa del dolce profumo del desiderio. Il sole baciava la loro pelle, dipingendo i loro corpi in un caldo abbraccio di luci e ombre mentre si muovevano a un ritmo antico come le maree.
Cristina trattenne il respiro quando sentì il tocco di Isabela sul suo punto più sensibile, il suo corpo reagì a quella delicata intrusione con un brivido di piacere. Chiuse gli occhi, la bocca formò un silenzioso "Oh", si abbandonò alle sensazioni che la travolsero. Il mondo al di fuori dei confini della casa al mare cessò di esistere mentre si concentrava esclusivamente sulla danza delle dita di Isabela.
I loro sguardi si incontrarono, una conversazione silenziosa che si svolse tra loro, una tacita comprensione che quello era più di un semplice piacere fisico. Era una dichiarazione d'amore e accettazione, un momento in cui potevano essere veramente se stesse senza il peso del mondo che gravava su di loro. Il calore nella stanza aumentava, a testimonianza della loro passione condivisa, mentre continuavano a esplorare le profondità del loro desiderio.
La bocca di Isabela reclamò quella di Cristina in un bacio tanto ardente quanto tenero, le loro lingue danzavano insieme in un tango appassionato. Mentre il bacio si faceva più intenso, la mano di Isabela si fece più audace, il pollice che le girava intorno e premeva contro il clitoride con un ritmo che corrispondeva al battito dei loro cuori. La tensione dentro di loro cresceva, una spirale di desiderio che si stringeva a ogni respiro che condividevano.
Con un movimento aggraziato, Isabela guidò il corpo tremante di Cristina verso il letto, le lenzuola che sussurravano un dolce benvenuto sotto di loro. Giacevano avvinghiate nel morbido abbraccio del materasso, i loro corpi che si muovevano insieme come le onde dell'oceano, salendo e scendendo con la marea della loro passione.
Le gambe di Isabela si divaricarono, invitando Cristina al suo calore e, senza esitazione, lei accettò l'invito. I loro corpi si unirono in un'unione naturale come il respiro, una sinfonia di passione che risuonava attraverso i loro stessi esseri. Il suono della loro pelle che si sbatteva a ritmo dei loro respiri affannosi riempiva la stanza, una cacofonia d'amore tanto cruda quanto bella.
Mattheus osservava, con il corpo teso dal desiderio, i fianchi di Isabela che si muovevano contro quelli di Cristina, ognuno dei quali era una dichiarazione d'amore e di desiderio. Conosceva fin troppo bene quella sensazione, il dolore che cresceva a ogni tocco, a ogni bacio. Desiderava ardentemente essere parte della loro danza, sentire il calore dei loro corpi fondersi. Eppure si trattenne, il suo desiderio spettatore silenzioso della passione che si dispiegava davanti a lui.
I loro movimenti si fecero più frenetici, i loro gemiti più disperati, mentre le dita di Isabela operavano la loro magia sulla pelle sensibile di Cristina. La tensione raggiunse il culmine, i loro corpi si inarcavano l'uno verso l'altro in una silenziosa supplica di liberazione. E quando arrivò, fu come una tempesta che si preparava da un'eternità, una tempesta di piacere che li travolse, lasciandoli sfiniti e senza fiato.
Le ondate del loro orgasmo condiviso, l'intensità della loro connessione che minacciava di consumarli entrambi. Fu un momento di pura estasi sfrenata che trascese i confini delle loro forme fisiche, lasciandoli entrambi cambiati per sempre.
Mattheus si unì a loro con la grazia di chi sa rispettare i tempi altrui. Le sue mani forti ma delicate completavano il quadro, creando un triangolo di sensazioni dove ogni carezza era amplificata, ogni bacio moltiplicato. Non c'era gelosia, non c'era possesso, solo la pura gioia della scoperta condivisa.
Si fermò sul bordo del letto, senza mai staccare lo sguardo dai loro, mentre iniziava a spogliarsi. Il suo corpo forte e abbronzato era in netto contrasto con la loro morbidezza, una scultura di muscoli e tendini che sembrava scolpita dall'essenza stessa del desiderio.
"Così," sussurrò Isabela quando tutte le barriere caddero, "così è l'amore vero. Senza confini, senza paura, senza bugie."
Con un sorriso gentile, salì sul letto, muovendo le mani con la sicurezza di un uomo che sapeva esattamente cosa voleva. Non interruppe il legame tra loro; anzi, lo completò, il suo tocco un'armonia alla loro sinfonia già appassionata. Le sue dita danzavano sulla schiena di Isabela, seguendo le linee della sua spina dorsale, mentre l'altra mano accarezzava la nuca di Cristina, attirandola a sé per un bacio profondo e indagatore che esprimeva un amore che andava oltre le semplici parole.
Il membro maestoso di Mattheus era fiero e grosso, a testimonianza del suo desiderio, e Isabela fu pronta a prenderlo in bocca, senza mai staccare lo sguardo dai suoi. Succhiò e leccò con un'abilità ipnotica, la sua bocca si muoveva a un ritmo che lo faceva gemere di piacere. Nel frattempo, Cristina lo baciava con una passione tanto intensa quanto tenera, le sue mani gli esploravano il petto, le sue unghie gli graffiavano delicatamente la pelle, lasciando una scia di fuoco al loro passaggio.
Si muovevano tutti e tre insieme in perfetta armonia, i loro corpi un arazzo di desiderio e bisogno. Non erano più entità separate, ma un unico, pulsante essere di amore e lussuria. Ogni tocco, ogni bacio, ogni carezza era una nota di una melodia che si faceva più intensa con ogni secondo che passava. L'aria era densa del profumo dell'eccitazione, un profumo inebriante che li inebriava, spingendoli verso vette mai raggiunte prima.
Gli occhi di Mattheus si chiusero mentre la bocca di Isabela lo manipolava, la sua lingua turbinava intorno al suo membro con una maestria che gli faceva arricciare le dita dei piedi. Sentì la pressione crescere dentro di sé, una tempesta che minacciava di scoppiare da un momento all'altro. Ma si trattenne, assaporando le sensazioni, prolungando l'attimo finché non poté più resistere. Con un ruggito, si riversò nella sua bocca, inarcando il corpo sul letto in una dimostrazione di puro, incontaminato piacere.
Ma la notte era tutt'altro che finita. Con un sorriso tanto malizioso quanto amorevole, rivolse la sua attenzione alle due donne, muovendo mani e bocca con determinazione e determinazione. Baciò e leccò il corpo di Isabela, tracciando con la lingua le linee della clavicola, l'incavo della vita, fino a raggiungere il calore caldo e umido tra le sue gambe.
Cristina lo guardava, con gli occhi scuri di desiderio, mentre lui iniziava a dare piacere alla sua amante, il suo corpo reagiva a quella vista con una nuova ondata di desiderio. E quando finalmente scivolò dentro Isabela, i suoi occhi rotearono all'indietro ed emise un grido di pura estasi che sembrò echeggiare attraverso le pareti stesse della casa sulla spiaggia.
Si muovevano tutti e tre insieme, i loro corpi una sinfonia di passione e piacere. Gli unici suoni nella stanza erano i loro gemiti soffocati e il viscido scivolare della pelle sulla pelle. Fu un momento di pura, sfrenata beatitudine, una testimonianza del potere dell'amore nelle sue molteplici forme.
Mentre la notte si faceva più buia, il loro amore si faceva più luminoso, un faro che brillava attraverso le ombre del dubbio e della paura. Sapevano di aver trovato qualcosa di speciale, qualcosa che era loro e solo loro, ed erano determinati a tenerselo stretto con tutte le loro forze.
E in quel momento, mentre i loro corpi salivano verso un'altra vetta di piacere, si resero conto che l'unica regola che contava davvero era quella che legava i loro cuori: amare senza limiti, esplorare senza paura e apprezzare ogni secondo del tempo trascorso insieme.
Il loro amore era una forza selvaggia e indomita, un uragano che travolse la stanza, lasciando dietro di sé solo passione. Erano persi l'uno nell'altra, tre anime unite in una sola, i loro cuori che battevano a ritmo del loro amore. E mentre le ondate di piacere si infrangevano su di loro, sapevano di aver trovato qualcosa di raro e prezioso: un legame che trascendeva l'ordinario e sfiorava il divino.
Le mani forti di Mattheus cullavano la testa di Isabela mentre lei lo prendeva in bocca, i suoi occhi non si staccavano mai dai suoi, l'intimità dell'atto parlava a pieni polmoni del suo amore e della sua sottomissione. I suoi fianchi ondeggiavano dolcemente, scandendo il ritmo della sinfonia di sensazioni che si svolgeva davanti a lui. Nel frattempo, i baci morbidi di Cristina gli scivolavano lungo il petto, i suoi denti gli mordicchiavano i capezzoli, suscitando sussulti di piacere che si mescolavano ai suoni della suzione impaziente di Isabela.
Il mondo fuori dalla camera da letto era dimenticato, cancellato dalla luce stroboscopica di piacere che colorava le pareti a ogni spinta. L'aria si faceva densa del profumo dell'eccitazione, un potente cocktail di desiderio che riempiva i loro polmoni a ogni respiro. L'unica realtà era il qui e ora, loro tre stretti in un abbraccio tanto ardente quanto tenero.
Mentre la bocca di Isabela lo lavorava alla perfezione, Mattheus allungò la mano per accarezzare Cristina, il suo pollice le trovò il clitoride con precisione infallibile. Stuzzicò e circondò il bocciolo sensibile, il suo tocco delicato come il bacio di una farfalla, eppure le trasmise onde d'urto attraverso il corpo. Le gambe le tremavano, gli occhi le si fecero vitrei, e capì di essere vicina, così vicina all'orlo dell'estasi.
I loro gemiti si fecero più forti, i loro respiri più affannosi, mentre la tempesta dentro di loro si faceva più intensa. E poi, con un'ultima, disperata spinta, Mattheus li reclamò entrambi, il suo rilascio una dichiarazione del suo amore e del suo bisogno di loro. Si unirono, un groviglio di arti e passione, i loro cuori che battevano all'unisono, le loro anime intrecciate.
In seguito, mentre il loro respiro tornava lentamente alla normalità e i fremiti di piacere si placavano, rimasero avvolti l'uno nell'altro, i corpi appiccicosi di sudore e sale dell'oceano. Erano esausti ma appagati, i loro cuori colmi di un amore vasto come il mare che si stendeva appena oltre le finestre. Sapevano che quello era solo l'inizio del loro viaggio insieme, un viaggio che li avrebbe portati in luoghi che non avevano mai osato sognare.
Con l’arrivo della sera, i tre amanti si lasciarono andare a un quieto abbraccio, le membra intrecciate, i cuori fusi in un legame senza fine. Insieme erano la prova viva di quanto l’amore potesse essere potente. Avevano trovato qualcosa che era solo loro, un legame profondo come l'oceano, vasto come il cielo e bello come il tramonto.

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