Racconti Erotici > trans > A02. IL GIORNALAIO
trans

A02. IL GIORNALAIO


di Janus
16.02.2025    |    84    |    9 9.6
"“Posso accarezzarti…?” fece infine l’uomo; Antonello annuì con un mezzo sorriso, e il padrone di casa portò l’altra mano sul suo perfetto culetto, iniziando..."
Trascorsero diversi giorni di vita tranquilla, da studente ai primi anni delle superiori. Ma come si dice, sotto la cenere… cova la brace! Antonello non aveva ancora trovato una soluzione al suo segreto “bisogno”: un oggetto falliforme, con cui regalarsi piacere penetrandosi il culetto, magari vestito da ragazza! Poi, casualmente, gli capitò di trovare in garage un pezzo di legno affusolato, forse proveniente da un mobile rotto; una delle estremità sembrava spezzata, mentre l’altra si presentava più regolare.

Il diametro più piccolo di quel legno gli sembrò come quelli presi nel culo fino a quel momento, poi aumentava sempre più andando verso la parte bombata. Volle allora provare ad aggiustarlo, con l’idea di infilarselo prima dalla parte piccola poi, nel tempo, prenderlo più a fondo per allargarsi il buchino. Nel garage c’era un angolo per gli attrezzi abbastanza fornito; Antonello fissò la parte integra del fuso di legno ad una morsa, poi con un seghetto tagliò via l’estremità scheggiata dalla rottura, restando con circa una ventina di centimetri utili.

A quel punto, con una raspa, arrotondò quanto più possibile la parte appena tagliata; quindi con una lima la rifinì, rendendola tonda e liscia… ma non abbastanza: poteva ancora essere ruvida da prendere nel buchino, perciò la lisciò ancora con della carta vetrata finché non fu soddisfatto del risultato. Tutto felice, rimise in ordine gli attrezzi e salì in casa, pregustando il piacere che quell’oggetto avrebbe potuto ben presto regalargli. Ma, prima che avesse l’occasione di provare il suo primo dildo, il caso portò nella vita di Antonello una nuova, importante svolta…

Verso il centro città, sul lato di una piazza, c’era un chiosco dei giornali che nel tempo era stato ampliato con delle vetrate. Il proprietario, un simpatico omone di mezza età ed ex-insegnante, vendeva anche fumetti e riviste di ogni genere. Tra le altre, in un angolo seminascosto al pubblico, c’erano anche alcune pubblicazioni erotiche tipo Playboy e alcune pornografiche come Le Ore, OV, Supersex e simili. Antonello talvolta raggiungeva quell’angolino e, se il proprietario era distratto dai clienti, sfogliava per qualche secondo una delle riviste ammirando di nascosto le foto all’interno. Anche quel giorno il ragazzo volle concedersi una fugace sbirciatina…

Aprì una delle riviste e si soffermò sull’immagine, a tutta pagina, di un cazzo duro che sborrava in una bocca. Rimase, quasi ipnotizzato, a contemplare quell’immagine finché l’edicolante gli arrivò a fianco e, vedendo anche lui quella foto, gli fece “Bel pompino, vero…?”; poi aggiunse “Lo sai che qui non posso fartele guardare, queste riviste… però, a casa ne ho alcune di quelle non vendute…”; il giovane lo guardò incredulo: davvero quell’omone gli stava proponendo di vedere delle riviste porno a casa sua?? “Oh… beh… non so se posso… non vorrei disturbare…” fece a mezza voce Antonello, sorpreso e forse impaurito da quell’offerta, ma anche lusingato e irresistibilmente attratto.

“Tranquillo… nessun disturbo…” rispose il giornalaio “Per me sarebbe un piacere, davvero… abito da solo, da quando ho divorziato da mia moglie; casa mia non è lontana e, se torni quando chiudo, ci andiamo insieme...”. Il ragazzo fece finta di pensarci, ma aveva già deciso di accettare, certo!! “…Va bene, se lei è proprio sicuro che non io rechi disturbo…” rispose all’edicolante, sempre a mezza voce “…però non potrò trattenermi molto, devo rientrare per cena…”; “Non ti preoccupare, diamo una sfogliata veloce a qualche rivista poi tornerai a casa” si sentì rispondere.

Il giornalaio avrebbe chiuso dopo un paio d’ore; nell’attesa Antonello andò alla biblioteca comunale, sita in una piazzetta poco distante, per fare una ricerca che aveva come compito per casa e per la quale era andato in centro. Appena l’orario di chiusura si avvicinò lui si incamminò verso l’edicola, la raggiunse e, restando su una panchina a breve distanza, attese che il proprietario chiudesse. Scoccata l’ora, vide l’omone uscire dal chiosco, rimettere dentro i portariviste allineati fuori, tirare giù le saracinesche, e chiudere vetrate e ingresso a chiave. Il giornalaio guardò Antonello e gli fece cenno con la testa di seguirlo, poi si avviò a piedi seguito dal ragazzo appena dietro.

Camminarono per neppure dieci minuti, oltrepassando il centro e raggiungendo una strada secondaria, fino ad un grosso edificio residenziale con due scale e parcheggi sotterranei. Il giornalaio aprì la porta a vetri esterna di destra, entrò e la richiuse dopo aver fatto entrare il ragazzo. “Vieni, abito qui al pianterreno” gli fece l’uomo dirigendosi verso l’unico appartamento su quel piano, poco oltre l’ascensore; estrasse delle chiavi, aprì e fece “Prego!” ad Antonello, che ringraziò ed entrò. L’uomo richiuse la porta d’ingresso, poi fece strada al ragazzo.

Era un bell’appartamento, spazioso, lucido e profumato; dall’ingresso si accedeva ad un grande spazio centrale, sul cui lato sinistro era arredato l’angolo salotto con un ampio divano e alcune poltrone, il tutto di fronte ad un grande televisore sotto il quale era sistemato un videoregistratore VHS. Sull’altro lato era invece realizzata la zona pranzo con un grande tavolo e delle sedie, mentre l’angolo più in fondo era attrezzato come angolo cottura. “Oltre quella porta, a destra e sinistra ci sono le camere e i bagni… se ne avessi bisogno, usa pure il bagno destro che è per gli ospiti” fece cordiale il giornalaio ad Antonello, che annuì con un mezzo sorriso.

“Accomodati pure… vuoi bere qualcosa?” “Beh… un bicchier d’acqua magari, grazie…” rispose il ragazzo; “Io mi faccio una doccia, ci vuole dopo una giornata all’edicola” ribatté il giornalaio portando il bicchier d’acqua. “Ah sì, le riviste… guarda, ce ne sono di fianco al divano… leggile pure con comodo” continuò l’uomo; “Oh grazie…” fece il giovane sedendosi sul lato del divano indicato. Antonello guardò sul tavolinetto, vide tre o quattro riviste porno e cominciò a sentire crescere l’eccitazione dentro di sé. Ne prese una, cominciò a sfogliarla, e si rese subito conto che il contenuto era quasi del tutto al maschile… ossia di “froci”, secondo il gergo di quei tempi!

Il ragazzo cominciò allora ad intuire… il giornalaio era robusto e maschio… leggeva riviste in cui omoni muscolosi facevano sesso con maschietti effeminati… e lui era, guarda caso, un maschietto che si sentiva “femmina”: forse quella situazione non si era venuta a creare per caso, ma non gli dispiaceva!! Antonello sfogliò quelle riviste per diversi minuti, ammirando estasiato i bei cazzoni in fotografia. Il padrone di casa intanto si era fatto la doccia e, con indosso soltanto un accappatoio, tornò in salotto per sedersi di fianco al ragazzo. “Hai trovato qualcosa che ti piace…?” fece l’uomo.

“Sono tutte interessanti…” rispose il giovane, un po’ imbarazzato. Il giornalaio ne prese una, la aprì su una bella foto in cui un giovane dai capelli lunghi veniva inculato da un uomo e fece “Guarda che bello… quel ragazzo ha un culo stupendo… ma sai cosa ti dico? …Scommetto che il tuo è anche più bello!!”. Antonello arrossì, ma non staccò gli occhi da quell’immagine. Passò qualche istante poi l’uomo aggiunse “…Perché non me lo fai vedere, il tuo culetto? …Sono sicurissimo che ce l’hai più bello di quello della foto…”.

Il ragazzo non rispose: si alzò dal divano e, obbedendo ad un impulso irresistibile, in pochi istanti si tolse scarpe e abiti rimanendo completamente nudo davanti al giornalaio. Poi, in modo quasi lascivo, ripensando alle pose delle riviste porno si mise con voluta lentezza in ginocchio sul divano, arcuando in basso la schiena per avere il culo ben proteso in fuori, e fece con un filo di voce “…Così va bene…?”. “Cazzoooo…!! Certo che va bene…!! …Te l’avevo detto, che il tuo culo è meglio di quello della rivista!! …Guarda che roba… da primo premio!!” gli rispose il giornalaio con gli occhi sgranati.

Antonello restò alla pecorina sul divano, con gli occhi socchiusi, il viso appoggiato allo schienale e le mani sotto il mento. Era completamente rapito da quella inattesa quanto eccitante situazione: aveva scoperto che esibirsi nudo ed essere ammirato da un uomo bramoso gli procurava un innegabile, grandissimo, inconfessabile piacere... ulteriore conferma dell’anima femminile che aveva dentro di sé. Il giornalaio ammirò le rotondità perfette di Antonello, interrompendo ogni tanto il silenzio con nuovi apprezzamenti…

Nel frattempo, si era infilato una mano sotto l’accappatoio e aveva cominciato a toccarsi… il ragazzo non lo vedeva, ma l’aveva comunque facilmente intuito. “Posso accarezzarti…?” fece infine l’uomo; Antonello annuì con un mezzo sorriso, e il padrone di casa portò l’altra mano sul suo perfetto culetto, iniziando a palpeggiarlo voluttuosamente… poi cominciò ad indugiare intorno al buchino, giocandoci e prendendo ad insinuarvi delicatamente un dito. “Sei già stato inculato…?” fece all’improvviso l’uomo.

“N-no, no…” rispose il ragazzo con un filo di voce “…Però mi sono messo dentro delle cose…” “Quali cose?” insistette il giornalaio; “Carote, candele… ma tutte cose piccole…” rispose Antonello. “L’avevo capito, sai, che ti piace il cazzo… ho visto le foto che guardavi al chiosco… e poi, con questo faccino e questi capelli da ragazzina… questo culo tondo… non avevo dubbi… e questo tuo cazzetto conferma ciò che sei…!” aggiunse l’uomo mentre il ragazzo lo guardava appena, non avendo il coraggio di sostenerne lo sguardo.

“…Vuoi vedere un cazzo vero, come quelli delle riviste?” proseguì l’uomo con voce quasi roca dal desiderio, ricevendo in risposta un “…S-si, signore… mi farebbe piacere…” mezzo soffocato. Il giornalaio sciolse la cintura dell’accappatoio, lo aprì scoprendosi il petto villoso, l’inguine e le cosce; allargò le ginocchia e, sotto gli occhi di Antonello, lasciò penzolare un magnifico cazzone con tanto di grossi testicoli… “Ohhhhh… ma lei ce l’ha enorme… che bello… bellissimo!!” si lasciò sfuggire a mezza voce il ragazzo, fissando quello stupendo membro.

Dopo tanto sognare sulle porno riviste, finalmente Antonello era di fronte ad un cazzo vero… non poteva credere ai suoi occhi! “Vorresti toccarmelo…?” fece il giornalaio; “Davvero posso…?” rispose il ragazzo, alzandosi e andando a riprendere la posizione a pecorina sull’altro fianco dell’uomo. “Mi metto qui per toccarlo con la destra…” spiegò, poi allungò la mano e delicatamente prese la grossa e calda verga ancora floscia, cominciando a masturbarla pian piano… allungò libidinoso le dita anche sullo scroto, felice di sentirsi la mano riempita da quelle grosse palle, poi tornò all’asta…

L’uomo riprese a palpargli il culo, abbandonando la testa all’indietro sullo schienale del divano e socchiudendo gli occhi, per lasciare che la mano di Antonello, pur inesperta, lo portasse all’erezione. Il gioco dei due proseguì, finché il grosso cazzo del giornalaio fu durissimo. Antonello non riusciva quasi a credere ai suoi occhi: sarà stato lungo quasi venti centimetri ma, soprattutto, era così grosso che, impugnandolo, pollice e indice non riuscivano proprio a toccarsi!! Ed era davvero bello: dritto, liscio, con la cappella grande e lucida… neppure la minima imperfezione!

Il ragazzo continuò con le sue carezze, finché l’uomo, al culmine dell’eccitazione, si alzò dal divano facendogli “Resta pure a pecorina…”. Portò quindi la mano al cazzo per masturbarsi… pochi istanti di sapiente sega e, con un rantolo di piacere, scaricò tra le chiappe di Antonello tre o quattro copiosi schizzi di sborra bollente… Il giovane restò alla pecorina, e si gustò le sensazioni che il caldo sperma del giornalaio gli stava regalando, colando lentamente lungo i glutei fino alle palline e alle cosce.

Poi Antonello si alzò, dicendo con un sospiro “Devo andare, ora…”. Il padrone di casa, che gli stava davanti in piedi e con il cazzo gocciolante, annuì con un sorrisetto; allora lui si rivestì svelto, prese il suo materiale scolastico, salutò ringraziando per le riviste e si avviò verso la porta. “Ti aspetto dopodomani sera, alla chiusura dell’edicola… non mancare, eh?” si sentì dire dal giornalaio: quell’invito, perentorio come un ordine, gli fece avvertire una vampa di calore per tutto il corpo…
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Voto dei Lettori:
9.6
Ti è piaciuto??? SI NO

Commenti per A02. IL GIORNALAIO:

Altri Racconti Erotici in trans:




® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni