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A13. VERGINITA’ IN PALIO – L’ASTA


di Janus
10.05.2025    |    40    |    9 9.3
"Il giornalaio, perfetto regista, permise che la sua allieva venisse bramata e toccata per alcuni minuti, poi si alzò dalla poltrona e richiamò la sua..."
Quella notte Antonella quasi non riuscì a chiudere occhio, tanta era la voglia di vivere la nuova esperienza… poi, finalmente, si addormentò per svegliarsi in tarda mattinata. Le ore passarono veloci; pranzò con i suoi con la lingerie già indossata, poi li salutò, prese di nuovo la sua borsa di scuola e, inforcata la bicicletta, pedalò svelta verso la residenza del giornalaio. Vi arrivò giusto in tempo: non appena ebbe assicurata la bici ad un albero, ecco lui comparire in giacca e cravatta all’ingresso per farla entrare, evidentemente lieto della puntualità dell’allieva.

Come si aspettava, Antonella trovò ad attenderla Cristina, la travestita divenuta sua amica e mentore. Sapendo ormai bene cosa fare, l’allieva andò diretta in camera, si spogliò, fece una rapida doccia, quindi tornò da Cristina in camera. Per l’esibizione in programma, l’amica le fece indossare calze, mutandine e reggiseno in color bianco: “Così avrai l’aria della verginella…!”. Le truccò di nuovo labbra e occhi, infine accentuò la femminilità del viso rendendolo molto sexy. Per completare, smalto rosso sulle unghie delle mani, crema brillante sul corpo, deodorante, bigiotteria, scarpe decolté con un tacco medio, abitino corto bianco e soprabito beige.

Appena l’allieva fu pronta, Cristina le diede i consueti bacini sulle guance “Ti saluto qui, tesoro… oggi non vengo: gli occhi devono essere tutti per te…”. Antonella le sorrise, ricambio il saluto e seguì il giornalaio in garage; salirono quindi in auto e si avviarono verso la loro destinazione. Il paesino da raggiungere era poco lontano, meno di venti minuti di macchina; il teatro era vicino al centro ma, fortunatamente, aveva l’accesso di servizio su una stradina chiusa da un cancello. Il mentore scese e suonò il campanello; dopo qualche istante un uomo anzianotto andò ad aprire, fece passare la vettura poi richiuse il cancello.

L’auto si fermò vicina alla porta, ed entrambi scesero. Il giornalaio salutò l’uomo che aveva aperto “Ciao Mario, come va…? Lei è Antonella… è qui per l’esibizione…”; “Ciao! E’ un po’ ce non ci vediamo… tutto bene …Sì, certo… poteva essere solo lei: me ne hai parlato tanto, al telefono!!”. Così dicendo, l’anziano tese la mano alla femminuccia; lei ricambiò con un sorriso e si lasciò stringere la mano. “Prego, venite…” proseguì quell’uomo, aprendo la porta e facendo strada ad Antonella, seguita dal mentore. “Ecco, questi sono i camerini… usate pur quello che volete… i bagni sono in fondo al corridoio… dall’altra parte invece si va in scena…”.

“Facci vedere il tuo teatro, poi la preparerò…” fece il giornalaio all’amico; “Certo, seguitemi…” rispose l’anziano, dirigendosi verso una porta con la luce sopra. La aprì, e tutti e tre si ritrovarono dietro il sipario; lo scostarono e apparve la sala. Non era molto grande: il palcoscenico tipico dei locali da spogliarello, appena rialzato sul pavimento, poi una piccola platea, con un corridoio centrale e diverse righe di 4 poltroncine per lato. Ci potevano stare ad occhio, 40 o 50 spettatori. Sul palco erano state sistemate tre poltrone. Dietro c’era il sipario rosso e sopra si intravedeva uno schermo, forse per proiettare dei film a luci rosse. Tutto quel posto sapeva un po’ di vecchio, ma era pulito e ordinato.

“Antonella, fai qualche passo sul palco per ambientarti…” disse il giornalaio, e lei prontamente eseguì. “Ora scendi dal palco e passeggia lungo il corridoio per qualche metro…” continuò lui; “…Bene… ora torna sul palco, fino alla poltrona che troverai al centro… ricorda che gli abiti li dovrai mettere sulla poltrona a destra guardando la platea… io sarò seduto sulla sinistra…”. Terminate quelle prove, il mentore fece all’anziano amico “Bene, Mario… tra poco arriveranno gli ospiti… hanno prenotato in dodici, questa è la lista: pensi tu a farli entrare per favore…? Io intanto porto lei in camerino…”; “Certo, sarà un piacere amico mio!” rispose pronto il proprietario.

Antonella fu condotta nel primo camerino, e il mentore le fece togliere il soprabito: era splendida, in quel vestito rosso. Lei si sentiva fremere tutta, sia per la voglia di esibirsi, sia per tutte quelle insicurezze che assalgono chi deve mostrarsi in pubblico… specie nel caso di una femminuccia, una travestita, per quanto carina e sexy! L’allieva si controllò il viso allo specchio, si passò sulle labbra il rossetto per ravvivarlo, poi ripensò mentalmente a ciò che avrebbe dovuto fare una volta sul palcoscenico. Il tempo trascorse veloce; d’improvviso si sentì chiamare dal giornalaio “Vieni, è ora. Io parlerò agli ospiti e ti annuncerò, partirà la musica e tu entrerai dal centro del sipario, ricordalo…”.

Lei fu scossa da un brivido, piacere misto a timore… ma si fece coraggio; si avviò verso il palcoscenico, entrò nello spazio dietro il sipario, e attese. Sentì il giornalaio parlare di lei “Signori, buon pomeriggio e benvenuti… sappiamo tutti perché siamo qui: un culetto di rara bellezza attende ansioso di essere sverginato da uno di voi… oggi potrete constatare di persona il suo valore, ammirando la creatura che lo possiede… e chi vuole, alla fine dell’esibizione, potrà venire sul palco per una visione ancor più ravvicinata! …Ma ora basta con le parole: ecco a voi… Antonella!!”.

A quelle parole, l’allieva sentì partire una musica di sottofondo, la melodia che le avrebbe ispirato passi, tempi e movenze per spogliarsi. Socchiuse gli occhi e si lasciò andare su quelle note… infilò le mani nella fessura centrale del sipario, le fece scorrere lentamente su e giù poi, quasi di scatto, aprì i due lembi e fece due passi avanti lasciandoli richiudere alle sue spalle… vedendola apparire, gli uomini in platea esplosero in un breve scroscio di applausi, con acuti fischi di approvazione… qualche secondo, poi smisero per lasciare che la musica accompagnasse la “femmina” che avevano di fronte.

Antonella, illuminata da alcuni fari di scena, non poteva vedere chiaramente gli spettatori e questo la aiutò a concentrarsi sulla sua parte. Ora con sguardo languido, ora con gli occhi socchiusi, si affidò alla melodia come aveva fatto all’esame di pompino… prese a muoversi sculettando, con piccoli passi che seguivano, sul pavimento, immaginari tracciati a forma di 8… ciò le permetteva di mostrare, agli spettatori, tutti i lati del suo corpo. Poi si portò verso il mentore, che allungò la mano per aprirle la cerniera sulla schiena… riprese a muoversi sensualmente, facendo scendere pian piano il vestito finché non cadde sul pavimento.

Rimasta in lingerie bianca, girò attorno all’abito per dare le spalle al pubblico e, con un movimento aggraziato, si chinò a gambe tese per raccoglierlo, mostrando ad arte il bel culo incorniciato dalle mutandine bianche agli uomini in platea… gettò l’indumento sulla poltrona di lato, poi mosse le spalle avanti ed indietro, facendo oscillare le collane ed immaginando di mostrare i piccoli seni… si portò di nuovo vicina al giornalaio, che le slacciò il reggiseno… lei lo trattenne con le mani sulle coppe, poi ne lasciò cadere una alla volta, e infine lo lanciò sulla poltrona dell’abito.

Proseguì, ancheggiando e strizzandosi i capezzoli, lasciva e spudorata, mostrandoli agli spettatori… poi si mise spalle alla platea e roteò lentamente il bacino con le mani ai fianchi… scese con le mani fino alle ginocchia, piegandosi in avanti a gambe dritte… poi si prese le mutandine bianche ai lati e le calò poco a poco, mettendo a nudo il suo bel culo, prima un gluteo poi l’altro… chiuse le gambe per lasciar scivolare a terra le mutandine… sollevò un piede alla volta dal pavimento per togliersele, poi divaricò ancora i piedi e riportò le mani giù fino alle ginocchia a gambe tese…

Ormai vestita delle sole autoreggenti, lei inarcò la schiena verso il basso, per sporgere il più possibile all’indietro il culo e rendere più visibile il suo buchino… Il giornalaio, dalla sua poltrona sull’altro lato, con un lieve cenno della mano la invitò a scendere dal palcoscenico per passeggiare nel corridoio in platea, tra gli spettatori, come concordato. Quegli uomini, per tutto lo spogliarello, avevano assistito rapiti restando per lo più in silenzio… poi, i loro commenti, cominciarono a farsi più forti, ora allusivi ora più espliciti…

Antonella, seguendo per quanto possibile la musica, scese lentamente dal palcoscenico e prese a passeggiare in platea, splendente nella sua nudità, in mezzo a quegli uomini che, come lei ben sapeva, si sarebbero contesi il suo vergine culetto! Ben presto, come fu tra quei maschi che la scrutavano arrapati, sentì le loro mani allungarsi sul suo corpo… lusingata, si avvicinò a loro ora su un lato ora sull’altro del corridoio, e lasciò tranquilla che la palpassero e la accarezzassero dovunque... Il giornalaio, perfetto regista, permise che la sua allieva venisse bramata e toccata per alcuni minuti, poi si alzò dalla poltrona e richiamò la sua attenzione…

Antonella comprese e, cercando gentilmente di districarsi tra le tante mani che la cercavano, tornò verso il palcoscenico… vi risalì e si diresse verso la poltrona che vide al centro, dove il mentore l’aveva spinta mentre lei passeggiava in platea. Mise quindi le ginocchia aperte sulla poltrona, e si sistemò in una perfetta pecorina, testa sullo schienale con le mani sotto il mento, schiena abbassata e culo proteso verso gli spettatori. A quel punto, il suo tutore richiamò l’attenzione degli aspiranti sverginatori, che tornarono a far silenzio, e riprese il discorso “Bene signori… che dire… spero davvero che l’esibizione di Antonella vi sia piaciuta…!”.

“…Lei è alle prime armi, ma come avete visto, è davvero caldissima, e non ha problemi ad esprimere la sua intensa femminilità! Ora… se qualcuno volesse osservare più da vicino il gioiello che la mia allieva è impaziente di concedere, lei è a vostra disposizione… naturalmente, essendo vergine, al massimo potete infilarle dentro un dito! E, per cortesia uno alla volta, dopo che vi avrò fatto cenno!!”. Dopo quelle parole, il giornalaio tirò fuori dalle tasche un piccolo contenitore, ne estrasse della vasellina, e lubrificò lo sfintere di Antonella perché le eventuali dita che avrebbe ricevuto nel culo non le facessero male.

Gli uomini in platea, a cui si era aggiunto anche il padrone del teatro, ripresero a borbottare commenti più o meno espliciti… poi, uno di loro alzò la mano e, al cenno di assenso del giornalaio regista, si alzò e salì sul palcoscenico avvicinandosi ad Antonella. Le si piazzò dietro il culo, le divaricò le chiappe con le mani e le ammirò il buchino per qualche istante. Poi, cedendo alla voglia di penetrarlo, le spinse dentro delicatamente un dito… la femminuccia fu scossa da un brivido, ma non si mosse di un millimetro! Soddisfatto, quell’uomo scese dal palco e tornò a sedersi al suo posto…

Nei minuti che seguirono, tutti gli spettatori si avvicinarono uno alla volta ad Antonella, e più o meno tutti indugiarono su di lei con sguardi libidinosi, dita nel culo, carezze su palle e cazzetto, e qualche strizzatina ai capezzoli… e tutti, soddisfatti della verifica, tornarono a sedersi parlottando tra loro. Per ultimo, anche il vecchio padrone del teatro volle la sua parte: accarezzò a lungo il culo di Antonella poi, senza ritegno, le leccò avido lo sfintere per qualche istante sotto gli occhi divertiti del suo amico giornalaio e i commenti di approvazione degli uomini in platea… poi tornò a sedersi!

“Bene, signori…” intervenne di nuovo il mentore, mentre Antonella restava a pecorina sulla poltrona “…Credo che tutti voi abbiate potuto verificare l’altissima qualità del gioiello che vi ho proposto… ora, è il momento di procedere con le offerte! Scrivete pure sui fogli che vi verranno distribuiti il vostro nome, il numero di telefono e la cifra che riterrete opportuna… come vi ho accennato durante l’annuncio di giorni fa, tutto avrà una unica destinazione: completare il guardaroba femminile di questa splendida creatura, che sta consacrandosi totalmente al piacere di noi uomini!”.

Dopo quelle parole, il giornalaio pose sulla schiena di Antonella, sempre a pecorina col culo verso la platea, una scatola senza coperchio. Il padrone del teatro invece si alzò, passò lungo il corridoio e distribuì a ciascun spettatore un foglio di carta. Quegli uomini ripresero a confabulare, discutendo evidentemente delle offerte e cercando di capire che cifra ciascun rivale avrebbe potuto scrivere… poi, uno alla volta, si alzarono e andarono a mettere il foglietto piegato nella scatola posta sulla schiena della femminuccia, ovviamente senza farle mancare un ultimo sguardo al suo bel culo!
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