Racconti Erotici > trans > A07. POMPINI AL CIRCOLO DEL TENNIS p1
trans

A07. POMPINI AL CIRCOLO DEL TENNIS p1


di Janus
21.03.2025    |    69    |    8 9.6
"Poté vedere due uomini che giocavano: uno era il giornalaio e l’altro, fortunatamente, non lo conosceva! Si sedette su una panchina; era arrivata una..."
Tornando verso casa dopo il pompino al fiume, Antonella pensò di passare all’edicola: forse avrebbe avuto un nuovo appuntamento. Vedendola il giornalaio le sorrise, poi le fece cenno di andare all’angolo delle porno riviste. Lei obbedì e si mise a sfogliarne una; dopo qualche istante lui le si avvicinò “Che bel culo ti fanno quei jeans…!”. Antonella, lusingata da quel complimento, sculettò davanti al suo mentore che la guardò divertito. “Brava… vedo che sai mostrare la tua natura di femmina, con le persone giuste… ma senti, ora parliamo del nostro prossimo incontro…” le fece lui.

“L’ascolto, signore …” rispose lei; “Facciamo così: sai dove sono i campi da tennis, vero…? Domenica pomeriggio, verso le 16 e 30, raggiungimi là al circolo… ho una partita con un amico… chiedi di Beppe al barista.” disse il giornalaio. Antonella annuì con un lieve sconcerto “Certo signore… ci sarò, puntuale alle 16 e 30”. Ottenuto l’appuntamento, lei salutò e si avviò verso casa. Allora le venne qualche timore: l’incontro era in un luogo pubblico… e se avesse incontrato qualcuno che conosceva??

Il suo sentirsi femmina e la sua voglia di cazzo sarebbero emerse, con chissà quali conseguenze. Cercò di scacciare quei pensieri… il desiderio di nuove esperienze era forte, e non si preoccupò troppo. Il tempo passò anche troppo velocemente, e fu domenica; dopo pranzo trascorse un paio d’ore rivedendo le lezioni del giorno dopo, poi si vestì, salutò i genitori e uscì di casa. Il circolo del tennis era dall’altra parte della cittadina, nel cosiddetto polo sportivo, quindi decise di prendere la bicicletta. In meno di mezzora Antonella fu sul posto; parcheggiò la bici e andò verso l’ingresso.

L’impianto comprendeva un basso edificio e tre campi, di cui due erano però chiusi per lavori. L’unico aperto quindi poteva accogliere pochi appassionati alla volta: due o, al massimo, quattro se giocavano a coppie. Appena oltre l’ingresso dell’edificio, di lato, c’era un bar che fungeva anche da reception; dopo il bar, sulla destra, un corridoio portava prima gli spogliatoi, separati per uomini e donne, poi ai campi. Antonella arrivò davanti al bar e il barista, un uomo alto e magro, con i capelli arruffati, le chiese “Dimmi ragazzo…”. “Dovrebbe esserci il signor Beppe…” fece lei a mezza voce.

Il barista fissò il giovane, forse per il suo aspetto effeminato, poi rispose “Ah sì, Beppe… adesso sta giocando; se vuoi, puoi entrare a guardare finché non finisce…” e le indicò il corridoio. Ringraziando lei si avviò, seguita dal suo sguardo finché non scomparve verso gli spogliatoi; appena fuori di quel fabbricato, oltrepassò i campi chiusi e giunse a quello funzionante. Poté vedere due uomini che giocavano: uno era il giornalaio e l’altro, fortunatamente, non lo conosceva!

Si sedette su una panchina; era arrivata una quindicina di minuti prima dell’orario indicatole dal giornalaio. Meglio in anticipo che in ritardo, pensò: ne avrebbe approfittato per guardarlo giocare e, magari, imparare qualcosa visto che di tennis non s’era mai interessata. Poi il giornalaio, accorgendosi di lei, le fece festoso “Anto, siamo qua…!”. Lei ricambiò con un cenno della mano, notando sollevata che, troncando il suo nome, lui aveva evitato riferimenti femminili. I due uomini proseguirono la partita, e la conclusero tra battute e colorite imprecazioni.

Lei capì che il giornalaio aveva vinto, e lo sentì dire all’altro uomo “…Ti dovrai accontentare, caro Beppe…! Dopotutto, hai perso no…??”. Quelle parole le suonarono criptiche, ma una cosa le fu chiara: “Beppe” non era il giornalaio, ma il suo amico! I due uomini uscirono dal campo e si diressero verso di lei e, appena vicini, il giornalaio fece a voce bassa le presentazioni: “Beppe, questa è Antonella… Antonella, lui è Beppe, un mio buon amico!”.

Antonella arrossì all’istante: non si aspettava certo di essere presentata al femminile ad uno sconosciuto!! Il giornalaio capì il suo disagio e ribadì “E’ un mio amico fidato, anzi fidatissimo!”. A quelle parole, lei si sentì rincuorata e, con un filo di voce, riuscì a dire “Piacere mio, signor Beppe…” stringendo appena la mano che quell’uomo le aveva teso. Il giornalaio poi aggiunse “Andiamo…” mettendole una mano sul culo e lei, dopo essersi guardata attorno, si lasciò guidare senza ribattere. Beppe camminò dietro di loro e, poco dopo, tutti varcarono l’ingresso dello spogliatoio degli uomini.

Era una stanza con armadietti sui lati e due lunghe panche al centro; in fondo un varco coperto da un telo di plastica portava alle docce, e una porta aveva il tipico cartello dei servizi igienici; vicino all’ingresso poi c’era un grosso specchio. Antonella adattò gli occhi alla penombra; il suo mentore e Beppe andarono su lati opposti dello spogliatoio, aprirono gli armadietti e presero a spogliarsi. In pochi istanti furono nudi: Antonella sbirciò i loro corpi e, naturalmente i loro cazzi… quello del giornalaio lo conosceva già, per cui il suo sguardò indugiò di più sul corpo di Beppe… e notò lieta che anche lui aveva un bel cazzo, non grosso come quello del suo mentore, ma altrettanto ben fatto!

“Antonella…noi ci facciamo una doccia…” fece il giornalaio “…perché non la fai anche tu? Avrai sudato, con la bicicletta sotto il sole… puoi prendere un asciugamano del circolo, da quello scaffale, e le ciabattine di cortesia…”. Lei ci pensò un secondo, poi annuì; “Lascia pure i vestiti nel mio armadietto” concluse lui. Lei obbedì, restando nuda in pochi secondi, e prese un asciugamano. Il mentore le fece strada verso le docce, lei lo seguì e Beppe seguì lei.

Le docce non avevano divisori; i due uomini fecero stare Antonella in mezzo e cominciarono insieme la doccia canticchiando, scherzando e facendo ballonzolare quei cazzoni: lei, gli occhi libidinosi, non riusciva e perderli di vista! Più volte quei due passarono le mani sui capezzoli e sul culo di lei, e le presero le mani per strusciarsele sul cazzo, divertiti dai gridolini di finta ritrosia della femminuccia. Dopo alcuni minuti di doccia, chiusero i rubinetti e tutti e tre tornarono nello spogliatoio.

I due amici presero ad asciugarsi e presto si liberarono degli accappatoi, proseguendo con degli asciugamani in completa nudità; lei fece altrettanto con gli asciugamani del circolo. Dopo qualche istante, la voce del giornalaio ruppe un momentaneo silenzio “Sai Antonella…? Beppe era così contento di conoscerti che ti ha portato un regalo…” al che lei, guardando l’amico del suo mentore, ribatté sorpresa “Davvero…? Ma non doveva, signor Beppe…”. Lui minimizzò “E’ una cosetta da nulla, figurati… ecco, guarda…” e prese un pacchetto dal suo armadietto, porgendoglielo gentile.

Antonella fu presa dalla curiosità e aprì l’involucro; dentro c’era un completino da tennis femminile: una canottiera e un gonnellino, ogni pezzo nella sua plastica! “Ma… cosa dovrei farci con questi…?” chiese lei, un po’ imbarazzata. “Indossali e facci vedere come ti stanno, ragazzina… senza mutande, naturalmente…” le ingiunse allora il giornalaio. Lei capì e, superata l’incertezza, si infilò prima la canottiera poi il gonnellino plissettato… entrambi i capi le stavano a pennello, e il gonnellino le lasciava opportunamente scoperta la parte bassa del culo…

Lei fu presa dall’eccitazione, ma si sforzò di nasconderlo. D’istinto, girò su sé stessa per farsi guardare dai due uomini, accompagnata da commenti come “Woww… che culo da fichetta…”. Si guardò anche allo specchio, piegandosi in avanti e ammirandosi le chiappe nude a sua volta. Poi vide i due spostare le panche: dal centro della stanza le fecero scivolare, su entrambi i lati, a contatto degli armadietti che a quel punto potevano fare da schienali. Al centro dello spogliatoio rimase uno spazio vuoto: lei osservò curiosa quegli spostamenti, cercando di capirne il motivo…

Poi, perentorio, il mentore le fece “Ora vieni qui e fammi un bel bocchino…”. Lei fu sorpresa da quella inaspettata richiesta, e balbettò confusa “Ma… io… non… ma c’è lui…”; “Tranquilla… come ti ho detto, di Beppe mi fido… sa che ti piace il cazzo e che ti sto insegnando a fare la femmina… poi, qui ci siamo solo noi… ho prenotato il tennis fino alle 18.” fu rassicurata. Lui si sedette su una delle panche a gambe aperte, spalle appoggiate agli armadietti, poi buttò a terra alcuni asciugamani ammucchiati. Persa ogni titubanza, Antonella andò ad inginocchiarsi davanti a lui come aveva fatto a casa sua, seguita dallo sguardo di Beppe.

“Alzati quella canottiera, capezzoli in vista…” fece il giornalaio e lei, pronta, ne alzò il bordo e se lo portò dietro il collo restando a petto nudo. Beppe intanto era andato a sedersi sulla panca dietro di lei e le aveva sollevato il gonnellino, fissandone il bordo sotto l’elastico della vita; poi, col cazzo in mano, prese a godersi la vista di quel magnifico culetto, con le palline che pendevano sotto e il cazzetto appena visibile. Lei, da vera troietta, inarcò bene la schiena verso il basso per aprire le chiappe e far vedere meglio il buchino… poi si preparò, lieta, a fare il terzo pompino della sua vita!

Il cazzo del giornalaio stava andando rapidamente in erezione; Antonella, ormai sicura di sé, prese a deliziarlo come aveva imparato a fare: leccò le palle, leccò l’asta a più riprese tutta attorno, poi lo prese in mano e cominciò col gioco di bocca sulla cappella che aveva imparato, masturbandolo lentamente… ben presto il grosso glande del suo mentore le fu tutto dentro, e lei continuò per ricevere in gola quanta più asta possibile. Poi, appena avvertì fatica per la forzata apertura della bocca, ricominciò daccapo tornando ad usare volenterosa la lingua su palle e cazzo.

Il giornalaio la osservò poi, soddisfatto dell’impegno dell’allieva, appoggiò la nuca all’armadietto e continuò a godersi la pompa con gli occhi socchiusi. Beppe, intanto, osservava e si masturbava lentamente. Di tanto in tanto si spostò di lato, per guardare Antonella succhiare il cazzo del suo amico, e allungò la mano per insinuarle le dita nel buchino, tornando poi ad appoggiarsi agli armadietti.

“Peccato non poterti inculare…” si lasciò sfuggire d’un tratto Beppe; “Sii paziente… per ora facciamola diventare una esperta bocchinara!” gli rispose calmo il giornalaio. A quelle parole Antonella, con il cazzo di un uomo in bocca e la mano di un altro che le solleticava il culo, perse ogni ritegno e proseguì, lasciva e libidinosa, il pompino al suo mentore. Passarono alcuni minuti, poi il giornalaio cominciò a mugolare… forse era prossimo all’orgasmo? Lei proseguì più decisa con mani, lingua e bocca finché, ad un gran gemito di lui, si sentì riempire la bocca di sborra calda…

Allora risucchiò leggermente per non lasciarla uscire dalle labbra, poi alzò la testa e, guardando il mentore negli occhi sorridente, inghiottì quel nettare poi avvicinò il petto al cazzone: voleva ricevere le ultime gocce di sperma sui capezzoli, da brava puttanella! Mentre compiva quell’ultimo atto, Antonella sentì Beppe mugolare a sua volta di piacere; qualche istante ancora, e lei si sentì il solco tra le chiappe pieno di liquido bollente e appiccicoso: l’amico del suo mentore aveva concluso la masturbazione sborrandole, per la reciproca felicità, sul culo!

Per qualche istante fu silenzio. I due amici, stremati dall’orgasmo, restarono per qualche istante seduti e appoggiati agli armadietti… Antonella, felicissima del suo terzo pompino e per aver fatto godere due uomini allo stesso tempo, era tutta eccitata… e la sborra che ancora le imbrattava sia il viso che il culo non poteva che aumentare la sua femminea eccitazione! Dopo qualche istante, lei si tolse la maglietta e il gonnellino; il giornalaio le fece “Dalli a me… li faccio lavare io e te li terrò a casa mia… però la sborra che hai addosso non lavarla via: vogli che ti abitui ad esserne ricoperta!”.

La femminuccia annuì, quindi tutti presero a ricomporsi. Una volta rivestiti, i due uomini rimisero le panche a posto, al centro dello spogliatoio. A quel punto, con Antonella in mezzo, si avviarono verso l’uscita del circolo. Passarono davanti al bar, salutando cordialmente il barista, e lui ricambiò fissando di nuovo Antonella con fare ammiccante… lei se ne accorse e fu presa dal dubbio: forse il suo mentore aveva raccontato di lei e della sua femminilità anche al barista…?? Poi, appena furono fuori, ognuno salutò gli altri e si allontanò per conto proprio.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Voto dei Lettori:
9.6
Ti è piaciuto??? SI NO

Commenti per A07. POMPINI AL CIRCOLO DEL TENNIS p1:

Altri Racconti Erotici in trans:




® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni