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Anni 80-90


di Membro VIP di Annunci69.it nonnasexy67
09.09.2022    |    10.128    |    20 9.8
"Parcheggiamo l’auto ad un centinaio di metri dal bar e ci avviciniamo a piedi cercando di osservare le persone nelle vicinanze per capire quale fosse, ..."
Negli anni ottanta e novanta quando non esisteva internet la pornografia la potevi trovare nei cinema che avevano l’etichetta di sale a luci rosse oppure nelle edicole con i classici giornaletti porno, i discorsi sul sesso erano decisamente evitati accuratamente anche se chi in un modo chi un altro vivevano le proprie esperienze senza sbandierare la cosa.
Con le amiche di gioventù ci facevamo delle confidenze ma senza andare sullo specifico, ma ricordo una vacanza in Grecia dove partimmo i e altre 4 amiche, avevamo preso una casa in affitto sul mare e una sera dopo aver fatto un giro in paese avevamo deciso di comperare delle bottiglie di “Ouzo” (una bevanda alcolica Greca).
Così la sera dopo cena decidemmo di aprirne una e assaggiare quella bevanda che tanti ci avevano detto che era eccellente, le scritte in cirillico non ci aiutavano a capire come berla e così riempimmo i bicchierini come fosse un amaro.
Era tanto forte di gradazione che al primo sorso quasi tutte reagimmo con tossire o maledire quel sorso, ma ridendoci su continuammo a ridere e bere, senza accorgerci ci facemmo fuori due bottiglie, le reazioni erano diverse, chi rideva, chi piangeva, poi ci fu chi prese a parlare di sesso e proprio Giusy cominciò a dire che ci mancava qualche bel fusto da divertirci un po'.
Cominciammo a confessarci tra noi delle nostre storie con i giovani che frequentavamo in quel periodo, Stefania la più pudica confessò di come era riluttante ad avere rapporti orali, Marisa che con il suo fidanzato lo faceva anche analmente, ma quando poi Giusy ci confessò che di nascosto dal suo fidanzato frequentava un uomo di una decina di anni più grande.
Questo suo amante un giorno che lo aveva raggiunto a casa sua gli fece trovare anche un suo amico e la possederono entrambi, e la cosa oltre ad essergli piaciuta l’aveva replicata diverse volte, Stefania che era rimasta scandalizzata e con smorfie inequivocabili e quasi schifata si alzò e con la scusa dell’alcol se ne andò a letto, mentre noi rimanemmo a sentirla e curiose facevamo domande sempre più intime e ricche di particolari.
Giusy per più di un ora complici anche i bicchierini fu come un fiume in piena, continuando a stupirci che pensai più volte che ci stava raccontando delle balle, ma una circostanza che ci descrisse io la potei testimoniare perché l’avevo incontrata casualmente proprio sotto quella casa mentre usciva.
Al mattino ci alzammo che era quasi ora di pranzo e Giusy arrossendo ci dette il buongiorno, aggiungendo subito che quello che avevamo sentito uscire dalla sua bocca non doveva in alcun modo trapelare assolutamente, tutte noi acconsentimmo anche se quelle parole della notte mi avevano agitato e messa una certa eccitazione.
La vacanza però aveva preso una certa piega e gli ultimi giorni ci mettemmo tutte in topless e ci fotografammo senza scrupoli, attirando le attenzioni di altri gruppetti di vacanzieri italiani.
Proprio con un gruppetto di ragazzi nostri coetanei trascorremmo l’ultima sera nel nostro appartamento e anche la più pudica Stefania si era messa a pomiciare con uno dei ragazzi sul terrazzo, si formarono coppie occasionali e chi andava in una camera, chi in un'altra, chi rimase in salotto le porte aperte non nascondevano nulla.
Quando prendemmo il traghetto per il ritorno, ci promettemmo che quello che era accaduto in Grecia sarebbe rimasto in Grecia, nessuna doveva mai parlare di certe cose.
Passarono alcuni anni e in 4 di quelle cinque amiche ci eravamo sposate, mai vennero fuori quelle cose che caratterizzarono la nostra vacanza, un giorno mio marito stava sistemando tutte le varie foto che venivano custodite in buste dentro le scatole delle scarpe oltre le foto c’erano anche i negativi e nel dividere per argomento i soggetti fotografati trovò anche le foto di quella vacanza.
Non disse nulla ma la sera nella nostra intimità mi mostrò un pacchetto regalo, lo scartai subito e trovai un completino intimo, che subito provai, lui mentre mi guardava prese la macchinetta fotografica e mi scattò una foto mentre ero di spalle, ancora mezza nuda, il flash illuminò la stanza e mi voltai, fui accecata da un secondo flash, io anziché prendermela gli chiesi di farmele per bene che mi sarei messa in pose diverse e accattivanti.
Tutto un rullino mi scattò nelle varie pose prima sexy e poi più audaci, decisamente anche molto, finimmo per fare l’amore e proprio nella pausa mi confessò delle foto che aveva trovato, io rimasi, che neppure le ricordavo di averle nascoste.
Lui era curioso di sapere e io presi a raccontare, dando la colpa di tutto a quelle bottiglie di Ouzo, non abbiamo mai avuto segreti con mio marito cos’ gli raccontai di quello che ci confessammo quella sera e di quello che combinammo l’ultima sera in Grecia, visto che ancora non eravamo insieme quando accadde.
Passammo una serata molto eccitante, facemmo l’amore più volte anche stimolata dai miei racconti con tutti i particolari.
Ogni occasione era buona per prendere dei completini o calze particolari per indossarle e fare foto, la difficoltà maggiore era portare a sviluppare le foto, ma a questo mio marito aveva trovata la soluzione visto che spesso si recava per lavoro a Roma, si portava con se due o tre rullini che lasciava la mattina da sviluppare e la sera prima di tornare li ritirava e li riportava a casa.
La sera nella nostra intimità commentavamo le foto, i vari completini, le pose, quelle che più ci piacevano e quelle che non erano venute bene, e poi si faceva l’amore con sempre tanta intensità e piacere.
Una sera dopo cena si andò a sedere sul divano aspettandomi che finissi di lavare i piatti e quando lo raggiunsi anziché vedere la televisione lo trovo con un giornale in mano era porno, ma era ricco di foto con annunci, incuriositi cominciamo a sfogliare quelle pagine ricche di foto accompagnati con richieste di conoscere altre persone.
Ogni settimana il giovedì mio marito riportava un nuovo numero di quel periodico e ci divertivamo a vedere le foto leggere gli annunci che le accompagnavano commentandole e da quali città d’Italia.
Alcune coppie erano intraprendenti si vedevano foto amatoriali ma di orge, oppure di più uomini che possedevano una sola donna, molte davvero eccitanti, quella consuetudine settimanale di sfogliare quel giornale era molto eccitante dava sempre quel tono piccante mentre facevamo l’amore, ci immedesimavamo quando in una delle coppie e quando in un'altra della rivista.
Mentre ero al culmine dell’orgasmo io dicevo apertamente che mi sarebbe piaciuto essere presa da mio marito e un altro uomo, o provare con una coppia, anche mio marito ne era eccitato, ma dopo aver raggiunto l’orgasmo non ne parlavamo più.
Un giovedì pensavo che avremmo visto insieme il nuovo numero e invece mi fece trovare un pacchetto sul divano ma non vedevo il giornale, scartai ed ecco che vedo comparire un fallo in lattice sembrava un vero arnese eccitato e le dimensioni erano più grandi di quello di mio marito, alla base una ventosa che si attaccava sul tavolinetto di fronte al divano e rimaneva bello dritto.
Ci giochiamo subito chiesi a mio marito e lui mi rispose che prima doveva vedere un’altra cosa, posizionò quello finto sul tavolinetto dritto con la ventosa e prese il nuovo numero del giornale e me lo stese dai sfoglialo tu mi disse.
Quasi nelle pagine centrali appena volto una pagina vedo delle foto, un attimo di incredulità, ma sono io esclamo, le classiche censure sul volto ma ero io in 3 foto molto accattivanti e provocanti, mio marito sorride, io mi metto a leggere l’annuncio che accompagnava le foto.
Ma sei matto gli dico e poi riguardo le foto con un pizzico di vanità, ma davvero mi vorresti vedere che mi possiede un altro uomo? Con un sorrisetto mi fa cenno di si con la testa e me lo abbraccio, ci siamo spogliati e subito ci divertiamo anche con quel fallo finto, che a parte il primo momento che ha una fredda sensazione poi però mi procura sempre più piacere.
Aspettammo due settimane prima che marito si recasse all’Ufficio Postale allo sportello del fermo posta per ricevere le prime lettere in risposta dell’annuncio, quando mi mostrò quel pacchetto di lettere racchiuso con un elastico non aspettammo che si facesse sera pieni di curiosità cominciammo ad aprire una alla volta quelle buste, alcune accompagnate da foto e altre solo scritte a mano o con macchina da scrivere.
Una volta aperte tutte le dividemmo, quelle da eliminare subito, quelle di coppie, quelle di singoli, ne ricevemmo oltre 60, passammo la serata con quelle lettere stuzzicando qualche cosa al volo, le coppie che ci avevano risposto erano solo due da prendere in considerazione, così ci mettemmo subito a rispondergli con una lettera di risposta, anche per i singoli la scrematura era stata facile da fare, e rispondemmo solo a quattro, più un altro che aveva inserito un numero di telefono che come prefisso era 0736, e lo avremmo chiamato nei giorni seguenti.
I cellulari ancora non erano stati inventati quindi tramite posta si doveva attendere giorni e settimane prima di poter ricevere altre risposte.
Decidiamo di chiamare quel singolo che aveva allegato il numero di telefono con le direttive per poter parlare con lui, risponde un tizio che dice subito che è la Banca tal dei tali e chiediamo di Gianpaolo, un attimo lo chiamo, dopo pochi istanti risponde lui e noi ci presentiamo, lui abbassa il tono di voce e ci chiede di incontrarci, ci accordiamo per il sabato pomeriggio di vederci in un bar, lui per farsi riconoscere porterà un cappellino in mano.
Trascorsi quei tre giorni che ci dividevano dall’incontro con molta ansia, mi facevo mille domande e mi davo decine di risposte diverse, ma finalmente arrivò il sabato, subito dopo pranzo scelsi il completino da mettere le calze, il vestito, mi fece la doccia e misi poco trucco.
Uscimmo di casa tesi ma eccitati mentre arrivavamo con l’auto al luogo dell’appuntamento parlavamo con mio marito di come affrontare la cosa e se ci fossero stati i presupposti giusti per proseguire o allontanarci, una parola se mi piaceva e un’altra se non mi piaceva questo Giampaolo.
Parcheggiamo l’auto ad un centinaio di metri dal bar e ci avviciniamo a piedi cercando di osservare le persone nelle vicinanze per capire quale fosse, entriamo nel bar e ci sediamo in un angolo, aspettiamo siamo un po in anticipo.
Guardiamo fuori la vetrata tutti quelli che ci passano davanti cercando di scorgerlo prima che lui ci veda, poi vedo la porta-vetro aprirsi, un giovanotto ben vestito e ha il cappello in mano, sussurro a mio marito eccolo è arrivato, gira la testa e lui nota noi, con fare cauto si avvicina al bancone e ci guarda, poi viene verso di noi.
Ciao Giampaolo dico io, lui sorride e con un ciao ci tende la mano prima a me e poi a mio marito, lo invitiamo a sedersi e ci mettiamo a chiacchierare con discrezionalità per non farci sentire dal personale e da quei due clienti che sono ad una decina di metri.
Ci prendiamo delle bibite e parliamo per conoscerci meglio e capire se siamo graditi e se mi piace, io dico la parola che fa capire a mio marito che il tizio mi piace e così mio marito prende l’iniziativa e dice a Gianpaolo che noi usciamo e abbiamo l’auto parcheggiata li vicino, se lui ci vuole seguire l’aspettiamo che ci raggiunge con la sua così ce ne andiamo a casa nostra che stiamo tranquilli e possiamo parlare liberamente.
Mentre ci alziamo lui ci dice subito che ci segue volentieri e così usciamo e ci dirigiamo verso casa.
A casa finalmente io mi sento più sicura anche se non so come comportarmi per coinvolgerlo, ci mettiamo a chiacchierare per un po’ poi mio marito prende di nuovo l’iniziativa e mi invita a mostrare a Giampaolo la camera da letto che lui si va a fumare una sigaretta in balcone.
Appena entro in camera mi volto e stavo per dire qualche cosa mi sono sentita afferrare e abbracciare da Giampaolo, mi prova a baciare in bocca ma mi volto perché voglio che mi baci il collo non in bocca, in pochi istanti rimango con le calze e intimo, lui si spoglia in fretta e lascia cadere a terra pantaloni, maglia, camicia e si toglie le scarpe, io sono seduta sul bordo del letto e l’osservo notando subito la sporgenza che nonostante sia dentro lo slip quasi esplode.
Si avvicina a me scosta lo slip, caspita quell’arnese sembra la copia di quello in lattice che abbiamo in casa, lo impugna e me lo offre facendolo vibrare su e giù e da destra a sinistra, lo prendo in mano e con la lingua comincio a leccarlo prima sulla punta e poi per tutta l’asta fino alla base.
Lui lo rimpugna e mi schiaffeggia le guance prima in un lato e poi nell’altro mentre la mia lingua lo sfiora quando mi passa davanti, lo riprendo in mano e me lo gusto succhiandolo per bene, con la punta dell’occhio vedo mio marito che impugna la macchinetta fotografica e già è in mutande, il primo flash mi coglie con la bocca piena con un gonfiore sulla guancia che mi sforma il viso.
Fu la prima volta di tante cose quel giorno, da leccare contemporaneamente due cazzi veri, fu la prima volta che venivo penetrata e raggiungevo l’orgasmo mentre mi gustavo il sapore in bocca del seme di mio marito, fu la prima volta che tenevo per le mani due cazzi veri ed era la prima volta che due lingue mi mangiavano contemporaneamente i seni.
Fu anche la prima volta di come mi sono sentita tanto troia.

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