trio
Le mie zie - Lorella

20.06.2025 |
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"Allarga ancora un po’ di più le gambe..."
Nei giorni seguenti quella rivelazione su zia Lorella, il mio pensiero andava a senso unico.Chiudevo gli occhi e vedevo solo la sua passera liscia, socchiusa e lucida. Lucida. Era eccitata! Era eccitata di essere stata vista nuda dal nipote. Che porca. Ho il cazzo duro ancora adesso a ripensarci.
Sono passati diversi giorni. Non ho avuto il coraggio di richiamare gli zii e organizzare il famoso pranzo per raccontarcela un po’.
Io non ho avuto il coraggio ma zia Lorella evidentemente sì. È successo un mercoledì mattina, così, all’improvviso come un temporale estivo. Appena sveglio ho guardato il telefono e tra i vari messaggi ce n’era uno suo:
-Andrea, ti lascio un pensiero da meditare. Sono seria, stranamente. Stamattina ho parlato con lo zio e vorremmo spiegarti meglio come viviamo la nostra vita di coppia. Come avrai intuito dall’ultima volta che sei venuto a trovarci, siamo una coppia giocherellona e diciamolo, disinibita. Ci piacerebbe avere un complice in famiglia e so per certo che hai fantasticato molto su di me ultimamente. Lo so perché ho una certa esperienza di giovani uomini. Pensaci con calma, non devi rispondere subito per forza. E naturalmente ti chiederemmo la massima discrezione. Buona giornata-
Cuore a mille. Durello in crescita.
Mi prendo il mio tempo. Non so cosa rispondere. Alla fine mi decido. La voglia di conoscere meglio la vita segreta degli zii è troppa.
Prendo il telefono:
-Ciao, ci ho pensato. Quando posso venire a trovarvi?-
Passano pochi minuti e la suoneria mi avvisa che ho un nuovo messaggio. È zia Lorella.
-Che ne dici di venire sabato pomeriggio, verso le 16?-
-Va bene-
-Perfetto, ti aspettiamo sabato allora. Resti a cena eh-
-Ok-
Il sabato arriva lentissimo. Tre giorni infiniti. Chissà cosa intendevano gli zii con lo spiegare come vivono la vita di coppia. Quanto sono disinibiti? Giocherelloni sarà perché alla zia piace andare in giro senza mutandine? O è qualcosa di più? Il durello non mi lascia per tutti e tre i giorni. La fica lucida di zia è ormai fissa nella mia mente. Il sorriso sornione di zio Ivan cosa voleva significare?
Non resisto. Voglio sapere.
Gli zii abitano a quindici minuti di auto da casa mia, ma alle 15:30 sono già in macchina a rileggere i pochi messaggi scambiati. La fantasia galoppa, ma per esperienza mi dico di stare calmo, la mia fantasia mi ha sempre giocato brutti scherzi e qualche delusione.
Parto, con lauto anticipo.
Il viaggio è snervante, il cazzo duro non mi dà tregua. La fantasia galoppa. Mi immagino zia con vestiti estivi, senza biancheria, in giro per la città. Tutti potrebbero vedere la sua nudità. Percepire le tette ancora sode sotto un leggero strato di stoffa. Avrà i capezzoli duri in queste sue uscite?
Arrivo a casa degli zii. Parcheggio. Il sole è caldo. Il cuore pulsa veloce. Un po’ troppo. Respiro profondamente e cerco di calmarmi.
Il cancellino del giardino è socchiuso.
Entro.
Salgo qualche scalino, suono il campanello.
Mi apre zia Lorella. Indossa un vestito bianco a righe blu, con tanti bottoncini davanti, per tutta la sua lunghezza. La scollatura è abbastanza generosa. Ai piedi un paio di infradito. Il viso leggermente truccato. Solo il rossetto è di un rosso vistoso. I grandi occhiali da miope sul naso. I capelli chiari sono raccolti. Sembra non indossare il reggiseno. La immagino nuda. Cazzo durissimo.
“Ciao Andrea” e mentre mi saluta mi abbraccia per baciarmi sulle guance. Il cazzo duro preme sul suo ventre. Imbarazzo.
“Sento che sei felice di vedermi” mi fa, mentre sorride sorniona.
L’imbarazzo è evidentemente solo mio. Non rispondo.
“Vieni, accomodati in salotto” e prendendomi sottobraccio mi porta nella sala, dove zio Ivan è seduto sulla sua solita poltrona e ci guarda entrare.
“Ciao zio”
“Ciao. Siediti pure” mi fa lui, indicando il divano di fronte alla sua poltrona.
Di fianco a me si siede zia Lorella. Il già abbastanza corto vestitino estivo si arrampica sulle cosce tornite quando le accavalla. Cosce sode e lisce, per una signora già sopra i sessanta da qualche anno.
Sul tavolino da caffè davanti a me una caraffa di succo con tre bicchieri.
“Vuoi qualcosa da bere?” chiede zia.
“Grazie, ma no, sono a posto così”
“Allora, ti abbiamo invitato per raccontarti una cosa su di noi” inizia zio Ivan, senza tanti preamboli.
E per un buon quarto d’ora mi racconta della lora seconda vita segreta. Dei loro incontri con altre coppie. Anche più di una alla volta. Dei loro incontri con qualche singolo. Il cazzo duro mi pulsa nei pantaloni a sentire queste storie. E chissà quanto mi tengono ancora segreto. Non so cosa si aspettino che io risponda. Sto zitto e ascolto curioso, eccitato, un po’ agitato e sudato. Gli occhi esaminano le mie scarpe, mentre annuisco di tanto in tanto. Sono rigido seduto sul divano, le mani le tengo ferme sulle gambe.
“… insomma, ti sveliamo tutto questo, perché zia ha da qualche tempo una fantasia ricorrente. Una fantasia che mi sussurra nelle orecchie ogni volta che giochiamo tra noi”
Guardo veloce zia, mi sorride tra l’eccitata e l’imbarazzata.
Torno a riguardarmi le scarpe.
“E quindi, approfittando dell’ultima volta che sei stato qui abbiamo capito che anche tu sembri apprezzare zia… penso tu abbia capito la sua fantasia”
“Immagino tu sia imbarazzatissimo” per la prima volta prende la parola zia Lorella “non devi preoccuparti, non devi per forza darci una risposta ora e se poi non vorrai dare seguito a questa conversazione, capiremo”
“N-n-n-o, no” farfuglio “è che non me l’aspettavo proprio” sento il mio viso infuocato. Il cazzo spinge sui boxer e sui pantaloncini corti. Mi dà quasi fastidio, fa quasi male.
“Hai qualche domanda?” mi chiede zia.
Ci penso un attimo.
“Non ho capito cosa dovrei fare io” rispondo ingenuamente.
“Giocare con me, stupidino” ribatte zia, appoggiando la sua mano calda sulla mia.
Il cazzo spinge ancora di più, vorrebbe liberarsi, ma troppa stoffa lo tiene bloccato lì dov’è. Pulsa.
“Cioè?” insisto nella mia ingenuità, che sta rasentando la stupidità. Ma voglio essere certo di aver capito bene il loro gioco.
“Facciamo così, raccontami qualche tua fantasia”
Guardo zio Ivan. Mi fa un piccolo cenno con la testa. Come per dirmi di lasciarmi andare.
“Beh, non saprei, così su due piedi…” balbetto un po’.
“Sei mai stato con una più matura di te?” chiede zia.
“Sì, qualche volta”
“E con una pensionata?” interviene zio Ivan. E se la ride sotto i baffoni.
“Eh, no” prendo coraggio “ma ci ho fantasticato qualche volta”
“Oh bene. Poi?” incalza zia Lorella.
“Mi piace depilata” oso.
“Mmm, interessante… e tu sei depilato?” Intanto le dita della sua mano si intrecciano con le mie, sempre appoggiate sulla gamba sin dall’inizio.
“No” confesso.
“Quindi? Come si fa se incontri una pensionata depilata e tu non lo sei?”
“N-n-non lo so”
“Sto scherzando. Non volevo agitarti” mi rassicura “Hai mai giocato in tre?”
“No, però… no, magari” mi lascio un po’ andare.
“Magari… due uomini e una donna?” mi chiede zia.
“Mmm, preferirei con due donne” lo dico guardando zio.
“Non guardare me” ribatte subito lui “la fantasia è della zia, mica mia”
Il clima si distende. Mi rilasso un attimo. Ma il mio amico laggiù non ne vuole sapere di abbassare la testa.
Zia intanto scavalla le gambe abbronzate. La sua mano sempre sulla mia, intrecciate come quelle di due adolescenti che si fanno forza a vicenda.
“Comunque anche io preferisco due donne” confessa zia guardando negli occhi il marito. Questa confessione non me l’aspettavo. Ma dall’espressione dello zio, lui sì.
“E cosa faresti a due donne? Immagino tu sia dotato di natura per soddisfarne una sola?” mi incalza zia.
“Beh, ho sempre una bocca e due mani” rispondo spavaldo.
“Ah beh, hai proprio ragione” e così dicendo zia sposta la sua mano, intrecciata alla mia, dalla mia gamba alla sua coscia. La sua pelle è calda e liscia.
“E quando incontri una signora, come ti piace che si presenti?” mi chiede.
“Intanto mi piace che si presenti” provo a scherzare.
“Giusto”
“Non saprei… tacchi alti?”
“E poi? Non hai dei feticismi?”
Prendo coraggio, l’aria si è fatta più respirabile. Il cazzo invece non ne vuole sapere di rilassarsi.
“Mmm, un girocollo tipo di raso, hai presente? O un giro di perle… qualcosa del genere.”
La guardo. Mi sorride.
“Cose semplici, mi pare” mi fa notare.
“Sì”
“Altro? Mutandine sì o mutandine no?”
“Dipende”
“E da cosa?”
“Da come è la situazione… qualche volta mi piace sfilare le mutandine alla lei stesa sul letto, che mi aiuta alzando il bacino. Lo trovo un movimento molto eccitante” i freni inibitori che avevo all’inizio si stanno mollando “altre volte è bello toglierle il vestito e trovarla già pronta, diciamo”
“Porcello”
Arrossisco, ma ormai il gioco mi ha preso.
“Ah, mi piace l’idea della donna nuda con solo i tacchi, seduta su una sedia e con le gambe un po’ aperte” e mi sento arrossire ancora di più. Il cuore sta per scoppiarmi in petto.
“Capisco” e sposta le nostre mani verso l’interno della sua coscia “altro?”
Guardo zio. Sorride. Cerco di rilassarmi di nuovo, ma con la mano così vicino alla passera di zia non è facile.
“In questo momento non mi viene in mente altro, sono un po’ agitato, sai com’è!”
“Sì, sì, so com’è” e la sua mano lascia la mia. Ma io non riesco a toglierla dalla sua coscia. Resto fermo, non so quanto posso osare. Zia si appoggia alla spalliera del divano. Le gambe leggermente divaricate. Lei sembra rilassata.
“Vado un attimo in bagno” rompe il silenzio zio Ivan. E così dicendo si alza ed esce dal salotto.
Guardo zia, mi sorride.
“Cosa hai intenzione di fare con quella mano?” mi chiede. E solo in quel momento mi riprendo e la tolgo imbarazzato.
“Non ti ho mica detto di toglierla” e così dicendo me la rimette al suo posto. Allarga ancora un po’ di più le gambe.
Le accarezzo l’interno coscia. Mi faccio coraggio. Risalgo con la mano verso il suo pube. Il caldo aumenta. Sfioro le sue mutandine. Sembrano umide. Zia Lorella sospira piano. Avvicina il suo viso al mio. Le nostre fronti si appoggiano l’una all’altra. I nasi si sfiorano. Le labbra sempre più vicine. Si schiudono. La sua lingua guizza nella mia bocca. L’accolgo. Ci gioco con la mia. Intanto la mano massaggia piano la stoffa delle mutandine. La fica sotto è bagnata. E... cosa sentono le mie dita? Un plug anale? È possibile?
Vorrei approfondire. Ma sento dei passi nel corridoio. Zio Ivan sta tornando. Mi stacco appena un attimo prima che entri in salotto. Zia si alza lentamente. Si aggiusta il vestito. Si avvicina a zio. Lo bacia. Confabulano qualcosa sottovoce. Lui annuisce. Mi guardano. Lei inizia a sbottonarsi il vestito. Lo apre. Sotto indossa solo un paio di mutandine bianche. Niente reggiseno. Il suo corpo è morbido. I fianchi accoglienti. I seni… che tette ragazzi. Sode. Capezzoli turgidi. Scuri.
“Ho caldo, vado a farmi una doccia veloce” e così dicendo lascia cadere il vestito sul pavimento ed esce dalla stanza. Il culo svettante. Irriverente. Supponente. Che voglia di affondare in quel culo sessantenne.
“Ha un bel culo sodo per la sua età, vero?”
Guardo zio e annuisco.
“Ti sei fatto qualche idea allora? Te la senti?” mi chiede “Di solito sono io che le chiedo il permesso di realizzare qualche fantasia mia, ma ogni tanto è giusto che anche lei soddisfi le sue”
“Rimane una cosa solo tra di noi?” chiedo.
“Certo, non so se l’hai capito ma siamo molto attendi alla nostra privacy”
“Ok. Come ci organizziamo allora? Come funziona?”
“Semplice, vieni con me in cucina” lo dice con un tono di voce più alto del suo solito.
Mi alzo dal divano. Il cazzo si è rilassato un po’, mi permette di camminare senza fastidio. La cucina è di fronte al salotto. Dall’altra parte del lungo corridoio d’ingresso. Zio mi fa passare per uscire dalla sala. Mentre attraverso il corridoio mi accorgo di qualcosa. Giro la testa nella direzione della camera degli ospiti, che si trova in fondo al corridoio stesso. A metà tra me e la camera c’è una sedia. Seduta sulla sedia, illuminata dalla luce del sole che entra dal vetro smerigliato della porta di ingresso, c’è zia Lorella. Completamente nuda. Ai piedi un paio di sandali chiari con tacco molto alto. Al collo diversi giri di una collana di perle di fiume. Non indossa gli occhiali. Le gambe aperte non lasciano spazio all’immaginazione.
Mi guarda. La studio affamato di lei. Ma il mio corpo non mi segue. Sono fermo impalato in mezzo al corridoio. Zio Ivan appoggiato allo stipite della porta del salotto.
“Dai, vai da lei, ti aspetta” mi incita zio.
Zia Lorella mi guarda. La fica già fradicia.
“Vieni Andrea, leccamela”
Continua...
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