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Una Domenica al Cine


di Pistola45
18.01.2018    |    19.671    |    17 9.8
"Un conto è lasciarlo guardare, ben altro lasciarlo… toccare..."
E’ da un po’ che aspettiamo l’uscita di quel film nelle sale, ci intriga, nei trailer s’intuisce un’aria molto erotica e torbida.
Ho anche prenotato i posti numerati qualche giorno fa, odio essere troppo vicino allo schermo o lontanissimo.
E’ da tanto tempo che non ci ritagliamo un po’ di tempo per noi soli.
Ci prepariamo per uscire, siamo in camera da letto, di sotto nostro figlio sta facendo impazzire la nonna.
E’ una domenica pomeriggio di Novembre, fa freddo e piove ma Le chiedo di vestirsi sexy, più sexy che può.
Ride.
"Ma cosa vuoi che mi metta con questo tempo… e poi mi vedrebbe mia madre, non voglio mica farle venire un infarto…"
"Quel vestitino verde corto, è una vita che non lo metti, mi piace un casino. Poi metti un soprabito lungo, tua madre non può vederti"
E’ un vestitino davvero sexy, leggero, quasi trasparente. Corto, cortissimo. Inguinale. Con una lunga scollatura sulla schiena che lascia intravedere l’inizio del taglio del suo splendido culo. Ha delle gambe stupende, mi piace quando le mette in mostra e mi piace vedere gli altri uomini che Le sbavano dietro. Di solito lo fanno.
"Scemo, non lo metto da prima della gravidanza, non mi starà più"
"E io sono sicuro del contrario. Anzi facciamo una scommessa, se ti entra lo tieni su, senza reggiseno né mutandine."
A me già sarebbe bastato vederla tentare d’indossarlo, ero eccitato solo all’idea.
"Sei pazzo, col freddo che fa figurati se esco senza mutande con un vestito così corto…"
"Ok andata" Sarebbe andato bene lo stesso, tanto Lei mette solo dei perizomini davvero minimali. E poi penso a quei bei capezzoli resi ancora più turgidi dall’allattamento del piccolo, in bella mostra agli occhi di pochi fortunati.
E l’eccitazione cresce.
La scommessa evidentemente la stuzzica perché subito prende il vestito e lo porta con sé in bagno: "non voglio che mi guardi quando ci provo, mi vergognerei dell’insuccesso" Ride ancora.
Ma quando esce col vestito addosso, solo leggermente più pieno di quando lo usava spesso, Le salterei addosso. Uno spettacolo!!!
Ancora più di come avevo immaginato, i capezzoli erano impressi come fossero stampati a fuoco sul leggero tessuto del vestito. Un effetto imbarazzante, tanto da farmi pensare che sarebbe passata più inosservata se fosse stata completamente nuda.
E le gambe… lunghe… ben tornite…
E il perizoma che ancora non c’era… quella splendida patatina rasata… Mmmhhh…
Mi butto con la bocca a cercare di baciare quel fiore profumato ma Lei mi ferma con le mani prendendomi la testa
"Ehi, calma. E’ tardi e devo ancora finire di vestirmi e truccarmi." Ride ancora.
Mi rilasso, consapevole che il pomeriggio è ancora lungo.

Quando entriamo in sala, il film è già iniziato da 5 minuti, poco male. Cerchiamo la nostra fila, la “L”.
I nostri posti sono centrali quindi chiedendo “permesso” inizio a scorrere per raggiungerli. Sono girato verso lo schermo, per reggermi agli schienali della fila davanti e quindi con la schiena (o il culo) verso coloro che mi stanno maledicendo. Lei dietro di me, probabilmente la maledicono un po’ meno. Almeno i maschietti☺.
Alcuni si alzano, altri restano seduti scostando solo le gambe e io non posso non considerare il fatto che, i furbi che restano giù possono ammirare meglio lo spettacolo che gli sta passando davanti, visto che il soprabito l’ha già tolto.
L’ultimo posto prima dei nostri due ancora liberi, è occupato da un ragazzino molto giovane, sui 20, forse meno. Molto alto. Lui resta seduto e la manovra è molto difficile data la lunghezza delle sue gambe. In questo modo lui ha molto più tempo per… ammirare, nonostante Lei tenga una mano appoggiata al vestito sul culo per evitare di mettersi troppo in mostra. Sorrido tra me e me.
Proseguo al mio posto e Lei si siede al suo, di fianco a me. Con lui dall’altra parte.

L’avevo contattato qualche tempo prima su un sito d’incontri, si dichiarava giovanissimo e superdotato, dalle foto lo sembrava davvero. Nel suo profilo diceva di essere in cerca di nuove esperienze e che amava le situazioni… stravaganti e insolite.
Mi venne l’idea e gliela proposi, mandandogli alcune foto di Lei molto sexy e un po’… hot che avevamo fatto qualche tempo prima.
Evidentemente gli piacque molto perché mi rispose la notte stessa. Era prontissimo a tentare, anche se il risultato non era per niente scontato.
Gli avevo prenotato un posto vicino al nostro, lui sarebbe dovuto solo andare con il suo documento a ritirarlo.
Forse quando aveva visto i due posti vicino al suo restare vuoti aveva anche pensato a un mio ripensamento ma per fortuna non se n’era andato e io ero felice di realizzare che non aveva usato foto rubate a qualcun altro, era proprio lui.
Lei non sa nulla, e come sempre mi si è accucciata vicino, scostata quindi dall’altro sedile ma col culo rivolto verso di lui. Certo, il suo soprabito sopra le gambe non aiuta...
Dopo circa mezz’ora ancora non è successo niente. Il film è molto erotico ma lui non ha ancora mosso un dito verso di Lei. Certo, forse ha il dubbio se siamo noi oppure no, e la sua giovane età non lo aiuta. E’ un po’ timido evidentemente.
Poi un colpo di fortuna:
"Ho un caldo pazzesco, ti rompe tenere tu il mio soprabito?"
La temperatura alta della sala sommata all’eccitazione che inevitabilmente il film Le sta facendo vivere l’hanno surriscaldata.
"Certo amore, dammi qua"
Quel movimento le scopre completamente il culo, Lei prontamente si ricopre per quello che può fare con quel pezzettino di stoffa. Vedo che lui non si perde la scena. Bene.
Provo a mettermi nei suoi panni: film altamente erotico e un culo da sballo lì a portata di mano. E io d’accordo a un eventuale approccio. Anzi, gliel’ho proprio proposto...
Roba da esplodere nelle mutande!
Sono eccitato da impazzire. Non riesco più nemmeno a seguire il film, il mio cervello completamente preso dalla situazione che sto vivendo, moolto più eccitante del film!
Con la coda dell’occhio (devo far finta di guardare la pellicola) finalmente noto che il ragazzo cerca di spostare la sua lunga gamba verso quella di Lei. Piano piano, sempre più vicina.
Cerca di dissimulare, sta quasi sdraiato sulla sedia e finge di avere troppo poco spazio a disposizione, prende delle posizioni sempre più astruse per avvicinarsi alla sua coscia scoperta, fino a sfiorarla.
Lei non reagisce ai primi contatti e lui si fa man mano più audace. Finché Lei mi si avvicina all’orecchio e…:
"Cambiamo posto, questo mi tocca, è troppo alto e non ci sta…"
"Scherzi? Gli unici posti liberi sono proprio sotto lo schermo, non vorrai mica andare laggiù… fregatene, fai finta di niente" "Ma poi cosa ti lamenti, è anche un figo…"
"mmm"
Sono eccitato al limite, le cose si stanno mettendo come le avevo sperate. So anche che Lei è moolto eccitata per il film (la conosco). Allungo una mano sulla sua coscia.
Mi sta ancora aggrappata al braccio e tiene le gambe strette ma al mio contatto allenta un poco la morsa per lasciarmi un po’ di spazio tra di loro. Spingo le dita dentro e inizio a massaggiarla, con un movimento che tende a… salire verso...
"Cosa fai… c’è questo qua che continua a strusciarmi la gamba, ci guarda…"
"E lascia che guardi, che male fa?"
"Stronzo!" ma sorride.
Il tipo guarda davvero, furtivamente ma guarda. Lo farei anch’io nei suoi panni.
Spingo la mano più in alto, Lei apre un altro po’ le gambe, ha deciso di farlo morire.
Oppure è tanto eccitata che non gliene frega più niente.
Oppure tutt’e due le cose.
Arrivo alle mutandine. Fradice, come immaginavo. Inizio a massaggiarle il clitoride già gonfio da sopra il pizzo. Geme piano.
Provo con la mano a sfilargliele, Lei capisce e si contrae. Non vuole.
Non ancora, penso io.
Torno a massaggiarle il clitoride ma questa volta scosto il perizoma di lato e infradicio le dita, le affondo dentro, medio ed anulare. Geme piano e stringe le gambe.
Lui non si perde più un attimo, ha dimenticato il film e si gode lo spettacolo. Deve essere anche lui molto eccitato ma il giubbotto che ha sulle gambe non lo lascia intuire. La sua mano che si muove là sotto però sì.
Le mie dita entrano ed escono piano dalla sua figa, ogni tanto massaggio il clitoride poi torno a penetrarla. Geme piano e mi strizza il braccio con le mani.
Lui continua a premere la sua gamba contro di Lei. Ora però mi sembra corrisposto, nel senso che anche Lei, a sua volta, preme la gamba verso di lui. Forse non se ne rende nemmeno conto, forse è semplicemente troppo eccitata per capire cosa sta succedendo.
Forse.
Evidentemente per lui questo è il semaforo verde. Sfiora piano la sua gamba scoperta col dorso della mano, poi vista la mancanza di ogni reazione negativa ma anzi, avvertito il fremito violento di Lei, più audacemente inizia ad accarezzarla.
E’ troppo! Lei gli stringe quella mano con forza e lo blocca. Un conto è lasciarlo guardare, ben altro lasciarlo… toccare. Lo guarda negli occhi, poi rivolge lo sguardo verso di me, contrariata.
Gli strizzo l’occhiolino, Lei capisce che sono d’accordo, complice.
"Porco" mi dice con le labbra ma senza emettere il suono.
Mentre continua a guardarmi rilassa le gambe aprendole un poco, allenta la presa sulla mano di lui e anzi, la guida in alto, più in alto, fin sulla porta del Paradiso. E’ pronta.
Pronta a lasciarsi andare con un perfetto sconosciuto. O forse non ha più la forza di lottare contro il suo corpo che Le urla che vuole GODERE.
Quando sento il contatto con la sua mano sento come una scarica elettrica. Gli lascio il posto d’onore, scendo a carezzarle la coscia e mi guardo furtivamente attorno. Temo che il nostro spettacolo sia ormai di dominio pubblico ma no, tutti sono ancora intenti a gustarsi il film. Bene.
Lei continua con una mano a guidare quella di lui, la sposta nei punti giusti, la carezza. Con l’altra stringe la mia in cerca di complicità. E’ esterrefatta per quello che sta succedendo, lo intuisco. Ma se la sta anche godendo alla grande!
Mi stringe la mano più forte, ancora più forte, occhi chiusi e piano s’irrigidisce. Sta venendo. In silenzio.
Per fortuna penso, è molto… rumorosa di solito.
Subito dopo il rilassamento, il suo clitoride come sempre ha bisogno di un attimo di respiro così gli scosta la mano. Lui gliela riafferra guidandola questa volta verso di lui, sotto al suo giubbotto. Che emozione, l’uccello sembra voglia esplodermi nei pantaloni.
Mentre si lascia docilmente guidare verso quel cazzo, la guardo negli occhi che mi guardano, sono tra lo scettico e il perplesso, ma sorridenti. Poi di colpo sgranati.
"E’ enorme!" mi dice con la bocca, ancora senza emettere suoni.
"Meglio, no?" Le rispondo anche io nello stesso modo.
Continuando a far finta di guardare il film, vedo che la sua mano si muove sotto il giubbotto del tipo. Lo sta menando piano. Movimenti lentissimi ma… molto, molto lunghi. Lo sguardo di Lei è… perso nel vuoto.
Lui ha gli occhi mezzi chiusi.
Sono un po’ invidioso.
Torno a carezzarle il clitoride, chiude gli occhi. Le inibizioni sono completamente andate, riprovo a sfilarle le mutandine. Alza il bacino leggermente per aiutarmi nell’impresa. Gliele calo e gliele sfilo dalle scarpe, le metto in tasca. Mi chiedo se sia ancora consapevole di dove ci troviamo.
Ha un vestitino trasparente senza nulla sotto, due mie dita nella figa fradicia di umori e il grosso cazzo di uno sconosciuto tra le mani. In mezzo a centinaia di persone nel buio di un cinema.
Con la mano libera mi stringe violentemente quella che sta accarezzandole il clitoride e viene una seconda volta, adesso.
"Lo vuoi dentro di te quel coso?" le sussurro all’orecchio.
Non risponde, non mi guarda nemmeno. Riprende a menarlo piano. E’ in estasi.
"Io esco, vado a prendere la macchina e la porto davanti all’uscita. Tra 5 minuti esci anche tu con lui e salite sul sedile posteriore"
Non le lascio il tempo di rispondere ed esco, lasciandola sola con lui.
Dopo poco li vedo uscire mano nella mano, lei col soprabito e lui col giubbotto, lo sta guidando verso di me. Passano davanti alla macchina e quando vengono illuminati dai miei fari Lei si ferma e si gira verso di lui. Gli afferra i capelli e lo bacia appassionatamente. Un lungo bacio, bollente, violento. A morsi. Ha deciso di farmi morire fino in fondo.
Poi apre lo sportello dietro ed entra. Lui subito dietro.
"Tassista, portaci in paradiso"
Metto la prima e parto, chi ci seguirà per strada avrà qualcosa di piccante da raccontare ai suoi amici, domani.

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