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Il Bagno Turco


di Pistola45
18.01.2018    |    25.225    |    9 8.8
"Ci alziamo e andiamo sotto la doccia, ci laviamo a vicenda..."
Lei ha 28 anni ed è splendida, caschetto biondo corto e un culo da sballo, una terza piena naturale. Stiamo insieme da qualche mese e ad entrambi piace il sesso e la trasgressione.
Siamo in un enorme bagno turco, in un centro estetico naturista in Francia. Lei, io e una decina di altri clienti, tutti maschi mai visti prima.
Tutti completamente nudi.
Senza idee strane, siamo qui per goderci il vapore caldo, con una luce rossa soffusa che colora la nebbia in un modo molto… eccitante.
Ad un certo punto sulla stessa panca poco distante da Lei, si siede un ragazzo di colore, molto bello e palestrato, alto e fisicamente notevole.
Mentre si siede la guarda e le sorride, conoscendola immagino che abbia risposto al sorriso, anche solo per cortesia.
La mia fantasia ora vola, mi eccito e mi viene automatico carezzarle la coscia vicina a me e darle un bacio sul collo. Forse è per questo che il nero si alza e si risiede più vicino a Lei. Lo gurado e noto che il suo birillo è un po’ più… su di giri di quando è arrivato, mi eccito ancora di più.
Non siamo preparati e non abbiamo mai fatto né pensato qualcosa di simile quindi non ho nessuna idea di cosa Le passi nel cervello: vuole andare avanti o…? Questo dubbio aumenta la mia eccitazione.
Altri maschi girano incuriositi davanti a noi, come già detto Lei è l’unica femmina presente…
Continuo a carezzarla e Lei mi lascia fare, il Black prende coraggio e si avvicina ancora di più, fino a sfiorare con la gamba sinistra la destra di Lei mentre è sempre più visibilmente eccitato.
Continuando a carezzarla raggiungo con la mano la sua vagina, è bagnatissima e non solo per il vapore, lo conosco bene quel liquido scivoloso…
Lei ha la sua mano destra appoggiata alla coscia, il nero parte in quarta e comincia ad accarezzargliela. Poi, constatato che Lei non la ritrare, gliela afferra. Lei ha un brivido, un sussulto e socchiude gli occhi. Lui la guida dolcemente, lentamente ma inesorabilmente verso il suo membro che nel frattempo era diventato di marmo e di dimensioni notevoli.
Lei si lascia guidare come in trance, dapprima glielo carezza piano, trema. Poi glielo afferra e comincia a masturbarlo molto lentamente, guardando me con un’espressione incredula e imbarazzata, quasi angelica. Sembra una bambina.
In quel momento realizzo che tutti gli altri ragazzi che fino a un attimo fa passeggiavano fingendo indifferenza ora sono fermi davanti a noi e ci guardano allupati. Sempre più vicini. Alcuni col cazzo in mano, tutti comunque molto eccitati.
Una scarica di adrenalina mi attraversa tutto il corpo, la stringo a me e la bacio in bocca. Lei con la mano libera inizia a toccare anche me. La mia erezione è a livelli planetari☺.
Uno dei ragazzi che guardano prende coraggio e si inginocchia davanti a lei e io con due dita le apro la vulva mostrandogliela. Lui si tuffa con la faccia, con la lingua, io tolgo la mano.
Va avanti così alcuni minuti ma poi Lei non gradisce e lo spinge via.
Decido di sostituirlo io, mi piace da pazzi leccarla e a Lei piace un sacco come lo faccio, scivolo giù, sommerso ormai da tutti quei maschi col pene eretto in mano che si stanno masturbando.
Al posto che ho lasciato libero si siede subito un bel ragazzo bianco, spalle larghe e pettorali perfetti, fisico da nuotatore, 25 anni più o meno. Probabilmente anche lui come il nero abituèe del locale vista la disinvoltura con la quale si muove. Il suo arnese non è enorme come l’altro ma comunque importante e glielo mette in mano subito con la stessa mossa che aveva fatto prima il suo… compagno di merende.
Lei ha gli occhi chiusi, si sta gustando la mia lingua con due grossi cazzi in mano che continua a menare piano.
Da dietro, alcuni allungano le mani e le palpano le tette, mentre i due più fortunati si sono appropriati dei suoi piedi sollevandoli da terra tenendoLe le gambe ben aperte. Le succhiano le dita dei piedi e se li strusciano sul cazzo.
Io la lecco piano, è in estasi e voglio farLe godere quel momento più a lungo possibile.
Sento dei gemiti maschili, iniziano gli orgasmi. Qualcuno Le scarica il proprio sperma sui suoi piedi, qualcun’altro nelle mani poi si sposta liberando un posto che immediatamente viene occupato da un altro. Solo il nero non si sposta mai. Nemmeno dopo averle spruzzato copiosamente su tette, pancia e mano il suo pene si è ammosciato, al contrario è rimasto duro come un palo di legno e continua a lasciarselo menare. E certo Lei non si fa pregare.
Continuo a leccarla, qualche schizzo bollente mi cade sulla schiena dandomi una scarica di adrenalina improvvisa.
Dopo circa mezz’ora e numerosi... cambi Lei inizia ad alzare la voce dei suoi gemiti, segnalando l’avvicinarsi del suo piacere. Nello stesso momento anche il vigore delle seghe che sta facendo è aumentato ma forse Lei non se ne rende nemmeno conto. E’ in estasi!
Un orgasmo molto lungo e sofferto, cerco di far sì che duri più possibile e così la faccio… soffrire un po’. Le sembra di essere in paradiso, o all’inferno chissà, ma Le piace un sacco e io voglio che quel fantastico momento si prolunghi il più a lungo possibile.
Mentre urla il suo godimento almeno altri tre ragazzi vengono con Lei e la inondano col loro sperma che si mischia sulla sua pelle bagnata colando poi lentamente a terra.
Resta qualche minuto stremata, accasciata sulla panca ad occhi chiusi mentre altri due aggiungono su di Lei altro seme. Lo faccio anch’io che però in più degli altri aggiungo anche tutto il mio amore. Forse non se ne accorge nemmeno, forse. E’ inondata e felice.
Quando riapre gli occhi alcuni ragazzi che erano rimasti a guardarla estasiati Le sorridono, Lei ricambia, è radiosa. Ci alziamo e andiamo sotto la doccia, ci laviamo a vicenda. Entrambi stupiti, allibiti e appagati, senza dire una parola.
Era stato tutto perfetto, non c’era niente da dire.
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