Racconti Erotici > trio > CHE GIORNATA! (Cap. 2: la spiaggia)
trio

CHE GIORNATA! (Cap. 2: la spiaggia)


di Pistola45
17.06.2021    |    6.657    |    1 9.9
"Lui sorride, “ripone” la sua arma dentro i pantaloncini molto larghi, chiude la cerniera e si alza per venirci vicino, gran bel fisico: alto e asciutto, ..."
.....segue

Finalmente la troviamo, la spiaggia libera naturista, ombrelloni piantati qua e là. Decidiamo di passeggiare fino in fondo, per dare un’occhiata in giro. Gente per lo più completamente nuda, alcuni coi costumi o col topless, ma di base gente di una certa età. Brutti e grassi.

Dietro il bagnasciuga c’erano una decina di metri di spiaggia, poi un rialzo del terreno dove cresceva un po’ d’erba, poi il terreno si abbassava di nuovo per dare spazio ad un altro paio di metri di sabbia, forse tre.
le dico, .
La mia idea era quella di fare un po’ di giochi tra di noi, visto il livello dei presenti. Annuì.

Stendiamo i teli in terra e in un attimo è splendidamente nuda, si corica, le tette al sole, il poco pelo tagliato corto della passera pure. Ho già il cervello in confusione, mi piace da matti così abbronzata e già mi preoccupa il dover tener a bada un’erezione che in quel contesto mi imbarazzerebbe. Poco dopo sono nudo anch’io e mi corico al suo fianco.

Restiamo qualche tempo in silenzio, immersi in quel totale bagno di sole. Fa molto caldo.

C’è un certo via vai di “vù-cumprà”, uno si avvicina carico delle sue merci che ci vuole vendere a tutti i costi.

Ma non volevamo nulla e soprattutto non ero a mio agio: mi trovavo nudo davanti ad uno sconosciuto e nuda era la mia ragazza, non ero abituato. Ci saluta, se ne va e io realizzo che Lei, al contrario di me, non ha nessun problema.

Mi gira per la testa il detto comune che questi neri sono molto dotati e la cosa mi ispira fantasie. Ho sempre fantasticato di vedere un grosso membro nero che entra nella sua bianchissima passera… l’ho visto più volte nei porno e queste immagini mi hanno sempre arrapato molto, ma nella realtà… riuscirei a sopportarlo?

Con questi pensieri in testa il mio “coso” si gonfia inesorabilmente, nonostante il mio sforzo contrario, e non posso fare a meno di cominciare ad accarezzarla. Sulla pancia, fin su sulle tette, poi sul collo, le passo le dita sulle labbra, me le succhia.
Con le dita bagnate della sua saliva vado verso la fessura tra le gambe. Come immaginavo, fradicia!

Ci baciamo, di tanto in tanto Lei giocherella col mio pene, poi lo lascia per passarmi la mano tra i capelli, continuiamo a limonare. Di controllare la mia erezione ormai, non ci penso nemmeno più.

Un ragazzo di colore che passava di lì ci guarda, rallenta e infine si siede in terra dietro di Lei a quattro, cinque metri di distanza. Ha pantaloncini beige fino al ginocchio ed una T-shirt bianca un po’ sudata, la pelle scurissima, una trentina d’anni, grossomodo.

Lei non può vederlo perché è girata verso di me, non l’ha nemmeno visto arrivare ma io ce l’ho costantemente sott’occhio. Ci guarda, distogliendo lo sguardo solo quando si rende conto che anch’io lo guardo, forse ha paura che gli chieda di andarsene.
Ma io continuo a giocare maliziosamente con Lei e lui capisce presto che non è mia intenzione cacciarlo. Si fa più sicuro.
Addirittura sfrontato quando ad un certo punto si abbassa la lampo dei pantaloncini e ne tira fuori un affare a mezz’asta dalle dimensioni… preoccupanti!
Si tocca con i polpastrelli delle dita, con dei movimenti molto ampi che rendono bene l’idea di come possa diventare quell’arnese…!

Mi avvicino al suo orecchio e mentre glielo mordicchio le spiego la situazione, quello che sta succedendo alle sue spalle. Lei mi guarda e alza le spalle:
mi guarda e sorride.

le sussurro mentre riprendo a baciarla. Prima sul collo, poi sulla bocca, sul collo ancora. Le accarezzo il seno sinistro, quello più vicino a me, poi le passo la mano piano sulla schiena mentre continuo a baciarla. Ogni tanto apro gli occhi e lo guardo dritto nei suoi, poi abbasso lo sguardo per vedere se e quanto, nel frattempo, il suo arnese sia cresciuto…: Moolto!

Dopo qualche minuto passato in quel modo, a metà tra l’imbarazzo e l’eccitazione, prendo il coraggio a due mani e senza che Lei se ne accorga con un cenno della mano lo invito ad avvicinarsi.
Lui sorride, “ripone” la sua arma dentro i pantaloncini molto larghi, chiude la cerniera e si alza per venirci vicino, gran bel fisico: alto e asciutto, muscoli non esuberanti ma definiti, spalle larghe. Il gonfiore del pacco è più che evidente ma non gli rende giustizia.

Si ferma una spanna dietro di Lei e ci saluta:

Lei ha un sussulto e stringe un attimo le mani su di me, non se l’aspettava.

come se vedessi un mio vecchio amico.
Intanto Lei si era girata verso di lui e lo vedeva (forse meglio dire ammirava) per la prima volta.

Le porge la mano e gli sussurra il suo nome. E’ evidente che le piace molto, in questi casi la sua voce cambia automaticamente diventando bassa, roca, sexy. Non riesce a controllarla. Io gli dico il mio e lui, mentre si siede di fianco a Lei, risponde col suo.

La conversazione che ne segue va avanti per una ventina di minuti, si parla del più e del meno: da dove vieni, cosa fai nella vita, hai una ragazza… le solite domande stupide di una conoscenza appena nata. Sono un po’ imbarazzato quando gli faccio una domanda che da un po’ mi frulla in testa:

Sorride e risponde:
. Aveva intuito che volevo sapere di lui…
dice Lei

Continuava a guardarlo (ammirarlo?) senza tregua. La capivo, era bello e simpatico, piacevole. Lo notavo anch’io, che di uomini me ne intendo davvero poco. Era affascinante. Stentavo a credere che uno così faticasse a trovare ragazze che le spalancassero le gambe davanti al naso, ma in effetti il fatto di trovarlo su quella spiaggia poteve avvalorare la tesi.

Andammo avanti con le banalità per altri dieci minuti circa, ad un certo punto mi venne spontaneo:

Lei si volta di scatto verso di me e mi guarda buia… senza parlare.


Ci detta il suo numero di cellulare, io ce l’ho spento così Lei lo digita sul suo.

Si allontana di gran fretta, probabilmente correrà a docciarsi e profumarsi di tuttopunto per la serata, oppure non vede l’ora di masturbarsi. Con ogni probabilità farà entrambe le cose.

La guardo e le chiedo cosa ne pensa, se le piace (ma lo sapevo già) e se lo chiameremo.



Lascia passare qualche istante e guardandomi severa dritta negli occhi aggiunge:



continua......
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.9
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per CHE GIORNATA! (Cap. 2: la spiaggia):

Altri Racconti Erotici in trio:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni