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COLAZIONE A LETTO


di Pistola45
10.12.2017    |    16.555    |    5 9.3
"E’ stato bellissimo e travolgente, non ci siamo fermati fino all’ora di pranzo inoltrata..."
E’ Sabato mattina, potrei dormire fino a tardi ma non ce la faccio. Sono le otto e mi sento nervoso, eccitato.
Lo scurone che non chiude perfettamente lascia passare una luce tenue che illumina appena la stanza.
Continuo a guardare l’orologio, Lei è lì al mio fianco, come sempre.
Dorme.
Sembra un angelo, il caschetto di capelli scuri appoggiati sul cuscino, il viso girato verso di me, le spalle scoperte dalle lenzuola e appena più in giù un seno nudo che fa capolino, col suo capezzolo scuro e rilassato. Non riesco a fare a meno di sfiorarlo con un dito, s’irrigidisce.
Le ottoemmezza, torno a guardarla. ora è supina, con le lenzuola che appena le coprono il seno prorompente e sodo che le spingono in alto, a formare ciò che sembra una tendina canadese. Mi piace da morire.
Il mio pene già eccitato si irrigidisce ancora di più e non riesco a fare a meno di portare la mia mano sotto quella tendina e palparle le tette, ora meno delicatamente, con più vigore.
Lei mugola qualcosa e poi sorride, senza aprire gli occhi. Mi lascia fare, ancora nel torpore del sonno.
Dopo qualche minuto spingo la mia mano lentamente giù, sulla pancia, piano, verso la passera.
Dorme nuda, sempre.
La trovo bagnata, lo sapevo. Le basta un attimo per eccitarsi, o forse sarebbe più giusto dire che è perennemente eccitata e bagnata. Se potesse “lo” farebbe in continuazione, senza mai fermarsi.
Mi tuffo! Mi infilo sotto le lenzuola e cerco con la bocca il suo clitoride. Inizio a leccarla.
Le piace da impazzire ma non le basta, vuole qualcosa in più. Cerca con la sua mano la mia che la cinge per la vita e la trascina verso le sue… aperture.
Vuole che la penetri.
Spingo due dita dentro di lei mentre continuo a premere e titillare con la lingua il suo grilletto.
Dire che è bagnata è un eufemismo.
Dopo qualche minuto sfilo l’indice, madido dei suoi umori e lo infilo nell’altra fessura, quella più stretta. Geme, le piace e le fa male allo stesso tempo. Dopo altrettanto tempo faccio la stessa manovra anche col medio. Stessa reazione.
E’ una delle cose che più le piacciono: due dita nel culo e una lingua che fa il suo dovere. In questo modo raggiungere l’orgasmo, il primo di tanti, le è estremamente facile.
Dopo pochi minuti infatti, i suoi gemiti si fanno più forti ed insistenti. Basterebbe poco ancora, ma io mi fermo ed emergo dalle lenzuola. La guardo, sudata e perplessa e le dico:
"aspettami qui, non ti alzare, vado al bar all’angolo a prendere cappuccino e paste alla crema. Poi continuiamo"
"Bastardo" mi dice sorridendo.
Una ventina di minuti dopo, lei è ancora lì, come l’avevo lasciata. Entro nella stanza quasi buia e mi avvicino col vassoio.
Glielo porgo.
Si siede sul letto portando fuori le sue splendide gambe, prendo un cornetto alla crema e lo tuffo nel cappuccino, poi lo avvicino alla sua bocca. Lo prende fra le labbra come avrebbe fatto col mio cazzo, ne strappa lentamente un pezzo e lo mastica, lentamente, guardandomi negli occhi.
Mi fa morire!
Prendo dal cassetto la mascherina per gli occhi che ti regalano sugli aerei per dormire, la usiamo spesso per fare sesso, e gliela indosso. Non vede più nulla.
Continuo a farle succhiare il cornetto bagnato nel cappuccino, mentre di proposito la sporco di crema. Sul viso, sul collo, sulle tette.
Poi le avvicino alle labbra, invece del cornetto, la cappella. Abbondantemente farcita con la crema delle paste che avevo portato.
La succhia avidamente, è così eccitata che sembra impazzita, fin troppo violenta.
Mentre lecca, e succhia, e mena con la mano, io scendo ancora con la faccia sulla sua passera e prendo a leccarla avidamente.
Dopo qualche istante Lei si blocca. Realizza che non è possibile. E’ fisicamente impossibile che io la stia leccando mentre Lei, seduta sul letto, me lo tiene in bocca.
Si strappa la mascherina dagli occhi e si trova davanti a… un cazzo nero. Attaccato ad un ragazzone di 25 anni, fisico asciutto e quasi perfetto, muscoloso e ben fatto ma non palestrato e ridondante. Un bronzo di Riace che avevo trovato su internet e col quale mi ero accordato qualche giorno prima. Mi aspettava al bar quando sono andato a prendere le paste, era salito in auto e rincasato con me, mi aveva seguito pian piano su fino in stanza ed aveva aspettato fuori dalla porta fino a un mio segnale. Tutto perfetto!
Ora riusciva a capire anche perché quel pene che stava succhiando le sembrava così grosso. Il motivo non risiedeva nel fatto che ero particolarmente eccitato, come invece aveva innocentemente pensato.
Resta perplessa qualche istante, un po’ di esitazione e poi mi guarda e sorride:
"Sei un maiale!!!"
Poi si lascia andare. D’altra parte era già qualche tempo che spesso, quando facevamo l’amore, mi confessava il sogno di scopare con un ragazzo di colore e superdotato.
E’ stato bellissimo e travolgente, non ci siamo fermati fino all’ora di pranzo inoltrata.
Sentirla gridare di piacere e godimento, anche con un altro, è la cosa che più mi piace al mondo!
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