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Lui & Lei

Storie di sesso di campagna - parte terza: una vacca campagnola...


di boschettomagico
04.12.2019    |    8.771    |    1 9.9
"Con un braccio ha spostato tutta la mercanzia che c'era sulla scrivania si è tirata su completamente il vestito, si è seduta a gambe larghe sul ripiano e..."
Da quando la Gina aveva provato i piaceri del cazzo, era migliorato notevolmente il suo umore, non era più la scontrosa e imbronciata ragazza che pareva sempre arrabbiata con il mondo intero ma aveva imparato a sorridere e ad essere cordiale e gentile con tutti.
La sua scopata fissa di ogni martedi e il bis che ogni tanto si concedeva con lo zio, l'avevano rasserenata e le avevano portato una inaspettata ventata di allegria.
Certo che aveva preso con i diretti interessati le sue precauzioni... la frazione era piccola e per evitare sospetti al martedi la Gina aspettava che il dottore chiudesse l'ambulatorio per poi passare dall'orto abbandonato e entrare nell'edificio da una porticina nascosta.
Con lo zio invece era capitato che un tardo pomeriggio zia Benilde per poco non li sorprendesse...avevano appena finito di scopare, Francesco aveva appena ritirato il cazzo e abbottonato la patta dei pantaloni e la Gina si era appena tirata giù la gonna e asciugata il seno dalle bordate di sperma del porcone che la zia era entrata nella stalla che fungeva da conigliera per chiedere cosa il marito volesse da cena...la ragazza aveva prontamente preso una scopa e finto di pulire la mangiatoia piena di erba medica, per cui la zia non se ne era assolutamente accorta di nulla ma il rischio era stato veramente grande...
Lo zio alla sua uscita le ha detto
-Gina dobbiamo stare attenti...se arrivava qualche minuto prima qui scoppiava il finimondo...tu sai che il sabato la zia va in città ad aiutare la Paola all'albergo e dorme fuori per cui puoi venire in casa mia quando torni dal paese...a qualsiasi ora vieni va bene io ti aspetto...tanto tuo padre va a letto presto e sai che nemmeno le cannonate lo svegliano.
E da quel giorno così fecero...la Gina qualche volta aveva chiesto allo zio di andare a scopare nel lettone, le sarebbe piaciuto molto... sarebbe stata una emozione nuova in quanto lo aveva sempre fatto in posti scomodi come il lettino dell'ambulatorio o la gabbia dei conigli, ma Francesco si era sempre opposto...lui si giustificava dicendo che sarebbe stato un atto indoveroso nei confronti della moglie, ma in realtà si eccitava da matti stendere la ragazza completamente nuda sul tavolone della cucina, allargarle le gambe come se fosse l'ultima delle troie e stantuffarle dentro il suo poderoso pistolone, godendosi in primo piano l'andirivieni prorompente del cazzo dentro quel nido peloso, per poi estrarre il cazzo e riempire la pancia i seni e la faccia della Gina con degli schizzi di incredibile lussuria.
L'unica cosa che rabbuiava un po' la Gina era il fatto che non andava più alla messa vespertina del giovedi da Don Cristiano... lo faceva solo perchè aveva vergogna di confessargli la cosa ma si sentiva in colpa...alla funzione andava regolarmente la domenica e quando lo sguardo di Don Cristiano incrociava il suo, il prete con gli occhi sembrava dirgli " Perchè non vieni più da me...?"
Così che un giovedi sera la Gina si è presentata in chiesa e alla fine della funzione è andata in sacrestia...Don Cristiano era impacciato ma si vedeva lontano un miglio che era contento di vederla...
-Finalmente sei tornata anche alla messa del giovedi...dimmi Gina...hai bisogno di qualcosa?
-Voglio confessarmi...
Il prete si è subito seduto avvicinando una seconda sedia...forse convinto che stava arrivando il pompino che da tanto tempo gli mancava... ma la Gina invece si è seduta accanto e guardandolo fissa negli occhi gli ha detto
-Non sono più vergine!!!
-No Gina ti avevo detto che non dovevi fare incesto con lo zio...
-Non mi ha sverginata lo zio...
-E chi è stato allora?
-Non sono obbligata a dirglielo con chi l'ho fatto...
-Figliola guarda che sono costretto al segreto confessionale...mica devo sbandierare in giro la cosa...
-Mi ha sverginata il dottor Giorgio...
-Il dottore?.... ma l'ho sposato io nemmeno un anno fa!!!...come ha potuto!!!...comunque hai evitato l'incesto che sarebbe stato peccato gravissimo...
-Si ma poi sono andata anche con mio zio...
Don Cristiano a quella notizia è diventato rosso paonazzo e alzando le braccia al cielo ha quasi urlato
-Noooo!!! Gina non dovevi farlo!!!,,, perchè lo hai fatto anche con lui!?!
-Perchè mi piace andare con gli uomini...in questo buco di paese non c'è nulla...viviamo isolati come in una steppa e mi sento soffocare...fare l'amore mi rasserena...ho bisogno di farlo per svagarmi...indipendentemente da con chi lo faccio...
Don Cristiano era ora muto...con lo sguardo vagava sui muri della stanza cercando cosa dire ma non sapeva dire nulla...
La Gina allora ha ripreso a confessare le sue debolezze...
-Mi piace sentire che sono desiderata, mi piace vedere che un uomo si eccita nel guardarmi, che ci posso fare... anche in questo momento la cosa mi ecciterebbe...e così dicendo si è alzata dalla sedia e tirandosi su la gonna e abbassandosi le mutande ha urlato al prete...
-Guardamela...dimmi se ti piace...
Don Cristiano si è messo una mano in viso per coprire lo sguardo ma le dita stavano larghe...quella giovane fighetta pelosa che aveva immaginato tutte le volte che la Gina lo aveva sbocchinato era ora li a nemmeno un metro da lui...praticamente ne percepiva l'afrodisiaco odore...e quella situazione ha acceso ancora di più la Gina che è andata a sedersi sul tavolone della sacrestia e allargando le gambe ha detto
-Don Cristiano perchè non vieni anche tu a godere di questo frutto proibito...ho voglia di giocare con un uccello nuovo...
La riflessione del prete è durata solo qualche secondo, si è alzato di scatto e quasi urlando ha detto
-Piccolo demonio ti diverti a tentarmi sapendo che sono debole e non so resistere alle tue tentazioni...e così dicendo si è alzato la tonaca e abbassato le mutande; il suo uccello era in pieno tiro...vedere quella figa giovane e in completo primo piano lo aveva acceso di bramosia e ora non connetteva più...si è avvicinato alla Gina che con un ghigno diabolico ha allargato ancora di più le cosce e ha detto
-Sono tua ho voglia di te...fammi godere...
Don Cristiano ormai era un automa telecomandato da quella piccola vipera, ha immobilizzato la ragazza con le mani alle reni e senza il più minimo ripensamento le ha infilato l'uccello...
Mentre ha cominciato a scopare la Gina ripeteva all'infinito
-Sei un diavolo...sei un diavolo tentatore...ma io ti scopo... e si è disteso sulla ragazza continuando a penetrarla senza ormai il più minimo senso di colpa.
La Gina all'inizio si è sentita quasi soffocare ma col tempo sentirsi quei novanta chili di uomo che la schiacciavano l'hanno portata ad eccitarsi di quella sottomissione che la appagava sempre più...Don Cristiano la prendeva in un modo nuovo...e scopriva che ogni uomo aveva un suo modo diverso di scopare...Giorgio la prendeva con delicatezza, trattandola durante l'atto come se lei fosse una bambola di porcellana...e accompagnandola con dolcezza verso il piacere.
Lo zio Francesco invece la scopava quasi con violenza, senza il minimo riguardo...con un rapporto privo di sentimento e parlandole in modo crudo come se fosse stata l'ultima delle puttane...ma quel turpiloquio aveva però il potere di eccitare la Gina che arrivava a godere in modo crudo e bestiale.
Col prete era quasi una via di mezzo...si sentiva dominata come con lo zio ma solo per la mole fisica del prelato, che la pompava però senza violenza e con una regolarità impressionante, come se fosse una trivella di precisione e affondando i suoi colpi con una cadenza costante...questo le permetteva di sentire il piacere che la invadeva pian piano ma sapendo che lui avrebbe mantenuto sempre il ritmo costante che le faceva prevenire il sopraggiungere dell'orgasmo.
Quando la Gina ha cominciato a godere Don Cristiano ha cominciato pure lui a gemere di piacere e l'ha guardata in viso, la ragazza ha tirato fuori la lingua e ha cercato la sua bocca ma il prete ha chiuso gli occhi gridando
-No!!!...questo no!!! sarebbe troppo grave...
La Gina ci è rimasta male e con lo stesso tono acceso ha replicato...
-Vi facevate succhiare il cazzo senza il minimo pentimento e ora che vi imploro per un bacio che coroni il nostro atto gridate allo scandalo...???
Il prete ha avuto un attimo di riflessione ha pensato alle parole della Gina e poi tornando a girare la faccia verso il viso la sua compagna di giochi le ha schiaffato la lingua in bocca limonandola come un assatanato...
La cosa ha eccitato come non mai la piccola porca che continuando a godere delle metodiche e regolari penetrazioni del prete è volata verso il suo secondo orgasmo...
Come la Gina ha smesso di godere il prete per la prima volta ha accelerato il suo ritmo, alla ricerca questa volta del suo più che meritato godimento.
Si è staccato dal corpo della ragazza saltando giù dal tavolone proprio un nano secondo prima di venire, ha curvato il cazzo duro verso il pavimento e ha cominciato a schizzare sulle piastrelle rosse della sagrestia...provocando un certo dispiacere nella Gina che avrebbe gradito essere innaffiata da quella sborra calda sui seni e sul ventre.
Mentre si ricomponevano la Gina si aspettava il solito pistolotto finale di pentimento da parte di Don Cristiano, ma questi invece, mentre con uno straccio dei pavimenti ripuliva l'alluvione che aveva scaricato sul pavimento le ha semplicemente detto con sua enorme sorpresa
-Spero che giovedi prossimo ti potrò rivedere...e riprenderai la buona abitudine di venire qui da me...
Dopo quella dolce esperienza la Gina si sentiva ancora più serena...scopare le piaceva un casino...e ora aveva con l'amore tre appuntamenti fissi pure cadenzati in modo perfetto...il martedi con il dottore, il giovedi con il prete e il sabato con lo zio...
A volte rifletteva su quel suo comportamento...aveva sentito parlare di ninfomania e nella biblioteca della scuola aveva cercato anche delle informazioni...ma la sua passione per il cazzo per lei non era certo una malattia...era solo una passione...una piacevole passione.
A proposito di scuola, nel frattempo la Gina aveva ottenuto la licenza della scuola di avviamento e lo stesso giorno in cui le avevano consegnato l'attestato aveva inforcato la sua vecchia bicicletta e si era fiondata in paese a chiedere udienza al signor Agostino, il titolare della filanda.
Ha suonato alla villa che confinava con lo stabilimento, e ad aprire è venuta la Piera la donna di servizio...
-Vorrei avere udienza dal signor Agostino...
La serva ha socchiuso la porta dicendole
-Un attimo che riferisco...
Dopo due minuti è tornata alla porta e con un sorriso le ha detto
-Si accomodi nello studio, fra cinque minuti il padrone la raggiungerà...e l'ha accompagnata in un grosso salone dove ha poi aperto una porta che dava nello studio.
Nel locale c'era un forte odore di legno pregiato...la Gina non capiva se era dovuto ad un massiccio tavolo di noce che fungeva da scrivania o dai mobili sempre di legno scuro e lucido che fungevano da librerie, stracolmi di volumi ottimamente rilegati e sicuramente di gran valore.
Il signor Agostino aveva cinquantunanni ed era sicuramente il personaggio più altolocato del paese, aveva ereditato la filanda che aveva fondato suo nonno da suo padre, e con il suo avvento l'aveva ingrandita ed evoluta e dava ora lavoro a molte persone del paese.
Si diceva che era molto attratto dalle gonnelle e che parecchie sue dipendenti gli avevano concesso le loro grazie...ma non c'era nulla di concreto e potevano essere solo dicerie...anche perchè con la moglie aveva sempre avuto un rapporto idilliaco rappresentando un esempio per tutto il paese.
Sua moglie si chiamava Edwige, era una bellissima donna simile a quelle matrone della corte francese prerivoluzionaria che compaiono nei dipinti di quell'epoca.
La signora andava spesso in città con una sontuosa automobile di lusso con tanto di autista in livrea...a fare shopping nei negozi del centro per poi esibire pellicce e abiti griffati la domenica mattina quando tutta ingioiellata andava a messa e passeggiava poi all'uscita col marito nella piazza, unica occasione in cui la si vedeva in paese.
Avevano un solo figlio che si chiamava Giuseppe, che però a dispetto dei voleri del padre non avrebbe continuato la direzione della filanda, in quanto attirato dal mondo della moda, era spesso all'estero; e a questo proposito Agostino stava proprio costruendo un capannone dove a breve avrebbe aperto un maglificio dando altri posti di lavoro al paese.
Il signor Agostino è arrivato puntualissimo, si è seduto alla sua scrivania e accarezzandosi i baffetti ha sfoggiato un cordiale sorriso alla ragazza dicendole
-Allora Gina...come mai mi hai chiesto udienza...
-Due anni fa ero venuta a chiedervi un impiego, ma mi avevate detto che per assumermi dovevo essere in possesso della licenza di scuola dell'avviamento...beh...ora ce l'ho...
Il signor Agostino ha preso l'attestato e gli ha dato uno sguardo, poi guardando la Gina le ha detto
- E brava la nostra Gina...vedo anche che i voti sono abbastanza buoni, segno che non hai frequentato la scuola senza interesse, solo per ottenere un pezzo di carta ma ci hai messo dell'impegno, ti faccio i miei complimenti...
-La ringrazio signor Agostino...spero che ora manterrà la sua promessa e che lunedi io possa entrare a far parte della sua famiglia lavorativa.
-Sicuramente le porte della filanda sono aperte per te Gina ma non così immediatamente, vedi...io posso avere solo tre apprendiste...e in questo momento siamo al completo...
La delusione ha subito invaso la ragazza che dimostrando tutta la sua delusione ha solo saputo dire un "noooooo" che ha colpito il titolare.
Agostino allora ha preso da un cassetto un grosso librone di cuoio e lo ha aperto
studiandolo minuziosamente poi ha aggiunto
-Gina, a novembre ho una operaia che andrà in pensione, la Gloria la rileverà come operaia e io ti assumerò come apprendista...contenta?
-Novembre?!?...noooo signor Agostino...io ero convinta che lunedi avrei potuto già cominciare a lavorare...
-Quanta fretta Gina... sono solo quattro mesi...passano in fretta...sei ancora una bambina...che fretta hai di lavorare...goditi questi mesi estivi e poi ti assumerò.
La Gina però si è infervorata come forse mai le era successo...la delusione per quell'inaspettato rinvio ma soprattutto il fatto che il baffetto l'aveva chiamata "bambina"...l'hanno mandata in orbita...portandola a una reazione assolutamente imprevedibile...
Si è alzata, si è avvicinata alla sedia dove c'era Agostino e si è tirata su il vestitino leggero, era senza mutande e mostrando la sua invidiabile femminilità ha quasi urlato al baffetto
-Secondo voi questa è l'attrezzatura di una bambina o è la bella figa di una donna già fatta...
Agostino è rimasto sbigottito, e con aria stupefatta ripeteva...
-Gina ti prego ricomponiti...abbassa quel vestito...
Ma il suo sguardo era fisso e sgranava gli occhi su quel triangolo di peli ramati che sprigionava femminilità a tutto spiano, ma quello sguardo pieno di meraviglia ha dato nuovo vigore alla Gina che si è avvicinata ulteriormente ad Agostino, gli ha preso una mano e se l'è portata sulla sua figa...
-La tocchi e mi dica se questa è la passerotta di una bambina, o è la figa calda di una donna?
Nel sentire quel contatto il titolare è avvampato e ha cominciato a sudare...la Gina capiva che doveva battere il ferro finchè era caldo e fregandogli la figa sulla mano, senza permesso ha cominciato a dare del tu all'uomo e ha aggiunto
-Fammi venire qui lunedi e ti lascio cogliere all'istante questo fiore profumato...
-Gina...ma sei ancora vergine?...
-Ma che vergine e vergine...ti ho detto che non sono una bambina...
Agostino ha preso il telefono e ha composto un numero ma tutto con la sola mano destra perchè la sua mano sinistra era impegnata a palpare quella passera che sotto le carezze del suo dito medio si stava bagnando a vista d'occhio...
-Ragioniere sono Agostino...avrei una urgenza per assumere una apprendista...non si potrebbe anticipare il passaggio di Gloria ad operaia...
Nel silenzio tombale dello studio si sentiva anche la voce del ragioniere
-Potremmo farla passare come ampliamento del personale...mi dia qualche giorno per le pratiche, diciamo che mercoledi le do i documenti e può procedere all'assunzione...
Il titolare ha posato la cornetta e senza mai aver smesso di palpare la topa pelosa della ragazza e ormai con la camicia bianca impregnata di sudore si è alzato e ha detto
-Mercoledi ti posso assumere...
La Gina era ampliamente soddisfatta ma quella situazione la stava facendo sentire forte...con un braccio ha spostato tutta la mercanzia che c'era sulla scrivania si è tirata su completamente il vestito, si è seduta a gambe larghe sul ripiano e accarezzando la patta dei pantaloni di Agostino ha aggiunto
-Lunedi!!! Sono qui e tu mi scopi subito adesso...mi fido!!!
Mentre l'uomo si stava abbassando i calzoni ha aggiunto ora in tono furioso dimostrando che stava perdendo la pazienza
-Vieni mercoledi....ma ti pagherò da lunedi ok?
La Gina con un ghigno diabolico gli ha preso l'uccello in mano e appoggiando la cappella alle grandi labbra ha chiuso la trattativa...
-Va bene...affare fatto...
poi sentendo la cappella che pulsava sul suo buchino ormai fradicio ha aggiunto....
- Adesso però scopami...
Il vecchio porco ha subito spinto e il suo cazzo è stato quasi risucchiato dalla calda figa della puttanella che come ha sentito quel cilindro di carne entrarle dentro ha dimostrato ancora una volta che il cazzo era per lei strumento di estremo piacere, indipendentemente da chi glielo stesse infilando.
Agostino che di statura era piuttosto piccolo a fatica riusciva però a scoparla su quel tavolone piuttosto alto, si doveva alzare sulla punta dei piedi per penetrarla in modo soddisfacente ma dopo cinque o sei colpi cedeva...la Gina cercava di andargli incontro per facilitarlo e spingendo lei stessa col bacino si autoscopava...il vecchio di quella cosa impazziva dal piacere...
-Ma che figa calda che hai ragazza mia...sei come il forno di un panettiere....
-Ti piace eh Agostino...lo vedi che non sono una bambina...ma lo sai che hai ancora un gran bel cazzo...pompa...dai pompa che mi fai godere...
Continuando ad alzarsi sulle punte dei piedi Agostino continuava a penetrarla seppur a fatica ma quando la Gina ha cominciato a godere e una volta venuta si è fermata, lui è rimasto spossato e ha ceduto togliendolo dal caldo nido
-Cazzo qui è troppo scomodo non son riuscito a venire...
La Gina allora è scesa dal tavolo, ha spinto l'uomo a sedersi sulla poltrona della scrivania e si è inginocchiata davanti a lui e si è infilata in bocca il cazzo che pulsava a mille...
Sentiva sul cazzo il sapore degli umori della sua figa, era la prima volta che le succedeva e la cosa la eccitava, le sue succhiate sono aumentate di intensità e Agostino con un rantolo è esploso nella sua gola...la Gina lo ha accolto con pazienza e poi lo ha risucchiato fino all'ultima goccia e ad ogni goccia che riusciva ancora a fargli uscire il vecchio porco lanciava dei sospiri di estremo piacere.
Agostino non era un novellino ma quello per lui era stato sicuramente il più bel pompino della sua vita.
Quando si è alzato dalla poltrona era distrutto...distrutto ma appagato.
In silenzio ha preso un foglietto e lo ha compilato, poi evitando di guardarla ha detto alla Gina
- Mercoledi ti presenti in portineria e ti fai consegnare due grembiuli della tua taglia, poi ti fai portare dalla Gloria che ti spiegherà le tue mansioni...naturalmente ti pagherò dal lunedi.
Io pago a quindicine...e le buste paga amo darle io agli operai...al quindici di ogni mese e al primo del mese successivo.
Come apprendista avrai la mansione di spegnere le luci dello stabilimento, motivo per cui sarai l'ultima ad uscire e prendere la busta paga...quindi resteremo ogni quindici giorni soli e potremo continuare il nostro rapporto extra lavorativo...
Dimenticavo...mi sbagliavo...sei proprio una donna...una vera donna che sa come far godere un uomo...
La Gina uscita dalla villa è andata al bar della piazza e ha ordinato una granita all'orzata, si sentiva la padrona del mondo...era una giornata stupenda, si era fatta una goduta con i fiocchi e finalmente aveva un lavoro che la poteva rendere indipendente.
Avrebbe voluto salire in piedi sul tavolino e urlare al mondo la sua felicità, mentre si degustava la granita, in un altro tavolino è arrivata la Tullia, la puttana del paese...era una donna di quarantasette anni, che aveva cominciato a fare la vita già da ragazza, ogni sera andava a battere in città e di giorno riceveva in un attico che aveva lì sulla piazza.
Era una tipa molto riservata che non dava confidenza a nessuno e se ne fregava altamente di tutte le voci che facevano correre su di lei.
Spesso la Gina l'aveva invidiata per il suo spirito libero e per il fatto che si era costruita una vita piuttosto agiata; a volte pensava che avrebbe potuto seguire le sue orme, ma avrebbe voluto qualcosa di più...per esempio non vivere nel paese o in città ma al mare...a Rimini, o meglio ancora a Riccione...si a Riccione...abitare in una villetta in Viale Ceccarini, darla alle persone giuste...non a tutti come la Tullia,ma a persone altolocate che le avrebbero permesso di condurre una esistenza più che agiata.
In fin dei conti solo un'ora prima aveva potuto constatare quanta importante poteva essere quel triangolo peloso che aveva in mezzo alle gambe e che l'aveva portata ad avere un lavoro...
Finita la consumazione la Gina è risalita sulla vecchia bicicletta per tornare a casa, ma con sempre quell'idea fissa in testa.
Passando davanti al ciclista del paese ha sentito la sua bici cigolare, ha frenato ed è andata dentro il negozio del Livio che stava riparando una foratura a una camera d'aria...il ciclista come l'ha vista le ha detto
-Gina che hai di nuovo la bici da risistemare?
-No Livio...ora ho un lavoro e la voglio cambiare...me ne vendi una a rate e ad ogni paga ti do qualcosa?
-E perchè no...guarda ho quelle tre in casa belle pronte...
La Gina le ha guardate, il prezzo era accessibile e dopo pochi minuti firmava una specie di contrattino di vendita.
Poi però si è girata e ne ha vista una attaccata in alto a due supporti che era la fine del mondo
-E perchè non quella...
-Scherzi Gina...è l'ultimo modello della Bianchi costa quasi il doppio...
A quella risposta la Gina ha abbandonato l'idea ma poi ha visto in mezzo alla piazza la Tullia che stava andando via del bar, l'ha guardata camminare per qualche secondo, ha gonfiato il petto e sorridendo al Livio gli ha detto
-Ma dai che se vuoi me la puoi dare al prezzo delle altre...
-Ma tu scherzi...è una bicicletta da grandi signore quella...
Per la seconda volta in quella giornata la Gina si è sentita ferita da una frase inopportuna, e come un paio d'ore prima si è infervorata...si è avvicinata al Livio, ha messo la mano sulla patta dei suoi pantaloni e mentre ha cominciato ad accarezzarglielo gli ha detto
-Perchè io non sarei una gran signora ?
Il ciclista è rimasto di sasso...ha cercato di allontanarsi, ma quella mano glielo solleticava in un modo divino...
-Oh Gina ma che fai?
-Sto contrattando lo sconto di quella bicicletta...Il contrattino poi è firmato...
Sentire l'uccello del Livio che si gonfiava con celerità dava coraggio alla Gina che ormai aveva ingranato la quarta, con la mano ha sbottonato la patta e infilandoci dentro la mano ha potuto accarezzargli l'uccello che ormai era una barra d'acciaio...
-Allora se me la dai al prezzo delle altre....ti faccio un lavoretto che nemmeno la Tullia te lo fa...lo so che ogni tanto la vai a trovare...devi solo dire si e chiudere a chiave la porta del negozio.
Livio era ormai carburato, il suo uccello pulsava a mille...si è staccato dalla ragazza, ha dato una occhiata fuori e ha chiuso il negozio chiudendo le tende...quando è tornato ha tirato fuori l'uccello e la Gina si è inginocchiata e dopo averglielo leccato un paio di volte se lo è preso in bocca e ha cominciato a spompinarlo.
Aveva ancora in bocca il sapore della sborra di Agostino ed ora era già lì che ne succhiava un altro.
Il povero ciclista era talmente eccitato che in pochissimo tempo ha cominciato subito a venire...e la Gina con un risucchio dolce ma continuo gli ha vuotato le palle in men che non si dica.
Ad opera finita il Livio aveva gli occhi fuori dalle orbite...e guardandolo in quello stato di beatitudine la Gina si sentiva orgogliosa.
-Preparamela che domani vengo ritirarla...
-Mi hai fregato bene Gina....però devo dire che sei stata un portento...
-Va bene...ma se sono stata un portento puoi sempre ripetere la cosa abbonandomi man mano le rate che ti dovrò...e visto che dici che ti ho fregato ti lascio per regalo la bici vecchia così riuscirai a recuperare qualcosa.
Tornando a casa la Gina si sentiva forte e potente...pensava spesso alla Tullia e diceva a se stessa che si era comportata come una puttana anche lei...ma la cosa non le pesava per nulla...

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