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Quella porca di mia madre...(4a parte)- Mia madre è una troia


di boschettomagico
02.05.2022    |    2.381    |    4 9.8
"Lui voleva che mi liberassi di quell'ostacolo, non sa cosa siano i veri sentimenti..."
Capitolo 4 - Mia madre è una troia
Un mese esatto dopo la morte di mio padre sono stato convocato nell'ufficio del dottor Agostino; come sono entrato mi sono sentito molto a disagio, le rivelazioni di mia madre sul loro passato me lo avevano fatto prendere in completa antipatia, e dovevo sforzarmi per nascondere quello sdegno che sentivo nei suoi confronti.
Il capo però senza troppi ghirigori mi ha subito fatto intendere il motivo della mia convocazione.
- Adriano...ti voglio fare i miei più sentiti complimenti per il lavoro da te svolto in questi oltre dieci anni di appartenenza alla nostra famiglia, e proprio per questa tua attiva collaborazione io avrei pensato di farti ereditare il ruolo di direttore del servizio finanziario che era prima di tuo padre.
Se accetti io ne sarei molto felice perchè il tandem che stai formando con mio figlio gode di tutta la mia fiducia.
Certamente che Danilo verrebbe trombato per la seconda volta, ma siccome reputo che la nostra organizzazione ha bisogno di idee innovative e di giovani responsabili, vedrò di creargli un ruolo nuovo all'interno del nostro ufficio, con un aumento di stipendio, in modo che non si sentirà completamente fottuto.
Ogni importante decisione spetterà a te, ma fagli credere che i suoi consigli saranno fondamentali per ogni tua scelta operativa.
Se poi vorrà creare dei problemi potrà anche andare a farsi fottere e lo butterò fuori...
Quel breve ma molto conciso discorso mi ha riempito di orgoglio, per il semplice fatto che in fin dei conti a dispetto del passato Agostino mi poneva ai vertici della piramide senza chiedermi nulla in cambio...io non avevo moglie che avesse attirato le sue attenzioni...e venivo promosso per le mie capacità.
Naturalmente ho accettato subito la sua offerta...
Mentre uscivo dall'ufficio euforico come non mai ho incrociato suo figlio Giuseppe che entrava nell'ufficio del padre, teso come una corda di violino.
Di primo acchito ho pensato che al figlio non andava a genio la mia promozione...e siccome i minuti passavano e i due rimanevano alle loro discussioni, quella idea prendeva sempre più corpo nella mia mente.
Quando Giuseppe è uscito dall'ufficio del padre era una maschera carica di tensione, mi si è avvicinato e mi ha detto
- Andiamo a prendere un caffè al bar qui di fronte...
Siamo entrati e siamo andati a un tavolino, ormai ero certo dei miei dubbi, e la cosa mi spiaceva perchè non mi andava di perdere l'amicizia di Giuseppe con il quale ero sempre andato in perfetta sintonia.
Mi sbagliavo però...mi ha guardato con uno sguardo fiero e mi ha detto
- Pensavo di non farcela...per la prima volta ho affrontato mio padre senza farmela sotto...Adriano mi sposo!!!
- Come ti sposi?...
- Ho conosciuto una ragazza, si chiama Giuseppina, mi sono innamorato di lei in modo ossessionante, è rimasta incinta, l'ho comunicato a mio padre...lui voleva che mi liberassi di quell'ostacolo, non sa cosa siano i veri sentimenti...mi sono opposto anche a tutte le sue minacce...ho vinto...ha ceduto...mi sposerò al più presto.
- E io che pensavo che eri infuriato per la mia promozione...
- Adriano ma cosa dici...Sono stato il primo a suggerire a mio padre di mettere te a capo dell'ufficio...
- Scusa di aver pensato quello...per farmi perdonare stasera sei invitato a cena, festeggiamo la mia promozione...
- Mi spiace Adriano ma devo correre da Giuseppina e darle la grande notizia...festeggia con tua madre...sicuramente sarà contenta del tuo successo...
Mi ha dato un biglietto...
- Portala a cena qui...è dove farò il pranzo di nozze...un posto degno per festeggiare la tua nomina...

Ho chiamato mia madre e le ho dato la grande notizia...
- Fatti bella stasera si festeggia!!!

Il ristorante era nell'entroterra genovese, a una ventina di chilometri da casa nostra...
per la strada io continuavo a vantarmi del fatto che Agostino mi aveva messo là in alto senza chiedere nulla in cambio...mi sentivo realizzato...ero al massimo dell'euforia...
Mia madre mi guardava affascinata, pendeva dalle mie labbra, era felice...e continuava a ripetermi
-...E tu che dopo aver sentito le mie confidenze...ti volevi licenziare...Adriano sei l'opposto di tuo padre...se raggiungi un traguardo è perchè hai le capacità di farlo...sii orgoglioso della tua bravura!!!
Il locale era una villa adattata a ristorante, con un grosso parco che fungeva da parcheggio.
Era già buio, il parcheggio era scarsamente illuminato e cercavo un varco tra i molti alberi secolari quando i fari della mia auto hanno improvvisamente illuminato una scena particolarmente piccante...Una donna era sdraiata sul cofano di un'auto con un abito lilla tirato su, e un uomo con una giacca chiara a righe e le braghe calate la stata prendendo alla pecorina a tutto spiano...
Mia madre ha quasi urlato
- Accidenti ma quei due stanno scopando...
Io ho sterzato rabbuiando la loro intimità, ma mia madre mi ha pregato
- Fai ancora il giro...illuminali di nuovo...è stata una scena eccitantissima....fammeli vedere ancora
- Ma dai mamma...sii benevola...
- Macchè benevola, sono curiosa, rimostrami quella scena elettrizzante...
Ho rifatto mezzo giro e ripetuto la sterzata e i due sono stati reilluminati dai miei fari;
non si erano spaventati per nulla e continuavano a darci dentro limitandosi a girare il volto verso il versante opposto...
Mia madre mi ha rimproverato di essere troppo veloce...avrebbe voluto vederli a lungo nel pieno del loro atto impuro; io invece ho fatto mezzo giro e sono andato a parcheggiare sotto a degli altri alberi dalla arte opposta.
Siamo entrati nella villa, era un locale molto chic, con parecchie piccole sale...il tavolo che avevo prenotato era in una saletta con soli tre tavoli...uno da due persone dove c'era già una coppia piuttosto anziana, poi il nostro che era vicino a un altro tavolo da quattro coperti dove una coppia stava bevendo del vino bianco e le altre due sedie erano vuote ma con i piatti apparecchiati.
Il cameriere ci ha fatti accomodare e ha portato il menù...
Ho lasciato ordinare a mia madre...due antipastini di mare, due linguine all'astice, due tiramisu, una buona bottiglia di vermentino ligure...
Stavamo facendo il primo brindisi alla mia promozione quando è entrata l'altra coppia che è andata a completare il tavolo da quattro a fianco al nostro...la donna aveva un abito lilla, l'uomo una giacca estiva a righe...erano i due che scopavano come ricci nel parcheggio... si sono accomodati al tavolo mentre l'altra donna che era rimasta al tavolo li ha accolti sorridendo e rivolgendosi all'amico che era seduto davanti a lei
- Piero....vedi cosa vuol dire, sposare degli incalliti fumatori...per i piaceri del fumo abbandonano il proprio consorte anche in una cena...
E tutti giù a ridere...
Mia madre finendo il calice di vino ha aggiunto sottovoce
- Peccato che quel ragazzo non sa che la sua donna in lilla ama fumare un sigaro
di carne di oltre venti centimetri...
- Mamma come sei sboccata...
- Quella scena mi ha eccitata Adriano...mi ha messo tanta voglia di cazzo...
- Non dirmi che ti piacerebbe che ti prendessi sul cofano della mia auto nel parco...
- Ci puoi scommettere...Vado in bagno intanto...
Mia madre si è alzata e ha abbandonato la saletta...
Con lo sguardo l'ho seguita fino a che ha lasciato la saletta, in quegli anni i suoi fianchi si erano ingrossati, il culo era un po' meno sodo, il suo passo meno slanciato, ma era ancora una gran bella figa...aveva un abito piuttosto sensuale e le calze a rete la rendevano ancora più provocante...nel vederla ho provato un gran desiderio di toccarla, in fin dei conti quella scena nel parco anche per me era stata piuttosto elettrica.
Dopo cinque minuti è tornata al tavolo con lo stesso passo provocante quasi come se volesse regalarmi quella passerella per dimostrarmi che nonostante la sua età non aveva nulla di meno di quella prendicazzi che era al tavolo vicino al nostro.
Finito l'antipasto ha proposto un secondo brindisi e poi guardandomi fissa negli occhi mi ha detto
- Quei due porci hanno acceso la mia sensualità...Ho voglia di trasgredire... Questo vino mi sta leggermente dando alla testa...ho tolto le mutandine in bagno...sono con la figa al vento...togliti la scarpa, togliti la calza e infilami il piede in mezzo alle cosce e pastrugnami la passera...
- Mamma ma stai scherzando? siamo in un ristorante e stiamo cenando...
- Ma stai zitto che quando sei sceso dalla macchina ce l'avevi duro...non sono stata l'unica ad eccitarsi a vedere quella troia sdraiata come una vaccona sul cofano...e poi siamo nella penombra e nessuno ci presta la minima attenzione...masturbami con il piede...
Ho tolto la scarpa, mi sono sfilato la calza, mamma ha avvicinato la sua sedia al tavolo e io allungandomi ho infilato il mio piede nudo in mezzo alle sue cosce che lei aveva allargato...ci siamo assestati per un paio di minuti poi il mio alluce ha sentito i peli ricci della sua figa e ha cominciato ad aprirsi la strada verso il suo buco...con i movimenti del bacino mamma cercava di agevolare la mia ricerca e sono arrivato al dolce pertugio...la porca era fradicia...ora allargava le gambe per permettere al mio alluce di entrarle dentro...e pian piano ci sono riuscito...mi guardavo attorno con timore ma nessuno sospettava minimamente cosa stavamo facendo...ora l'alluce era completamente in figa, ma non riuscivo ad entrare di più ero al limite del mio allungamento, mia madre allora ha avvicinato ancora un pò di più la sedia al tavolo
e con leggeri ondeggiamenti ha cominciato a fottersi da sola.
Ha aperto la borsetta ha preso le mutandine verdi pisello e me le ha lanciate cautamente dicendomi
- Annusale senti il mio odore che lo so che ti piace tanto...aspira l'odore della mia figa mentre sto venendo...
Le ho prese al volo e le ho avvicinate al naso fingendole un fazzoletto, l'odore era molto lieve ma bastava ad aumentare al massimo la mia eccitazione; le ho spinto il dito del piede all'interno della figa e lei ha potuto a malapena trattenere un sospiro profondo per la mia azione sensuale ma violenta.
Il mio alluce era ora invaso dai suoi umori, lei era rossa come un peperone, e il suo sguardo vagava senza fissare nulla verso il soffitto.
Una grossa risata è partita dal tavolo a quattro e la porca ne ha approfittato per lanciare un mesto gemito che confermava il suo avvenuto orgasmo, era come se mi avesse pisciato direttamente sul piede.
Si è ricomposta asciugando i rivoli di sudore che colavano dalla sua fronte e lanciandomi occhiate di ringraziamento per il piacere che avevo saputo darle.
Con lentezza mi sono rimesso calzino e scarpa e quando mi sono rialzato in modo corretto sulla sedia ho sentito il suo piede che mi palpava l'uccello, l'ho fissata e lei si è passata la lingua sulle labbra con movenze da grande troia quale in effetti aveva dimostrato di essere.
Mentre finivamo la cena mi ha detto
- E' stato fantastico ma non pensare sia finita qui...questo è stato solo un aperitivo...non so se è stata quella scena nel parcheggio, l'astice che sarà afrodisiaco o questo vermentino fresco al punto giusto...ma a casa ci aspetta una notte di fuoco.
Paga il conto e andiamo...ho un prurito in figa che solo quel cazzone che ho palpato con il piede prima me lo potrà togliere.
In macchina mamma me lo ha palpato e mi ha chiesto se volevo un pompino mentre guidavo, al mio rifiuto ha tirato su la gonna, ha allargato oscenamente le cosce che erano ancora prive di mutande e mi ha preso la mano spingendomela verso la sua
pelosa...era letteralmente fradicia...ho accelerato al massimo...il mio uccello chiedeva pietà...
Non l'avevo mai vista così eccitata, ma la sua eccitazione stava contagiando anche me...arrivati a casa mentre aspettavo che il cancello automatico si aprisse ci siamo dati una slinguazzata asfissiante, come se non avessimo potuto perdere nemmeno pochi secondi verso l'attesa di una scopata che si presentava come un atto erotico di rara passione.
Come ho chiuso la porta abbiamo cominciato a spogliarci, seminando i vari indumenti lungo il percorso...al tavolo della sala eravamo completamente nudi, l'ho guardata come si guarda un'opera d'arte e le ho detto
- Andiamo a letto ho l'uccello che scoppia...
- No!! No!! Prendimi qui sul tavolo...Voglio che mi scopi come quella troia che abbiamo inquadrato con i fari al ristorante...
E così dicendo si è sdraiata supina sul tavolo, allargando le gambe... mi sono posizionato dietro di lei e puntandole il cazzo sono entrato in quella figa calda contornata dal suo folto vello di peli che sfregandomi contro le palle mi facevano letteralmente impazzire...
Il cazzo è scivolato dentro di lei senza il minimo sforzo, e come ha sentito la sua figa riempirsi ha cominciato a mugugnare
- Fotti la mamma!!! Fotti la mamma!!! Fotti la tua mamma porca che ha tanta voglia del tuo uccello...Tesoro mio ce l'hai duro come se fosse d'acciaio...rompimi la figa...
A sentire come la porca mi incitava sono andato al massimo della mia carica erotica e ho cominciato a trivellarla con colpi di rara violenza come se la stessi violentando.
Quei colpi però non le davano il minimo dolore e la mandavano sempre più in orbita orgasmo...
- Raccontami di quando mi hai vista su questo tavolo la prima volta...Dov'eri? Cosa facevi?...
- Ero lassù mamma...nascosto tra le colonnine di marmo che ti spiavo e mi menavo il cazzo...vederti godere mi eccitava un casino, odiavo mio zio, gli avrei sparato...volevo essere io al suo posto...quando poi tu dopo aver goduto ti sei alzata e ho visto la tua figa mi si è annebbiata la vista...ero in trance e mi rendevo conto che ero disposto a tutto pur di realizzare il sogno di poter godere del tuo splendido corpo...mai avrei pensato che in breve tempo avrei sostituito lo zio nel ruolo di tuo amante...
E ora a distanza di tredici anni sono ancora qui, in questa fantastica posizione, a godere insieme a te come due porci che trovano ogni scusa per regalarsi sempre più emozioni e piaceri proibiti...
- Dillo che non ti stancherai mai della tua mamma...dillo che la mia figa ti piace ancora come quella volta che sopra quelle scale hai potuto ammirarla per la prima volta...
- Si mamma!!! Si!!! Tu sei porca dentro e la tua porcaggine mi da eccitazioni che nessun'altra donna mi potrebbe mai dare...
- Si tesoro mio!!! Sei un amante perfetto!!! Sto venendo in continuazione!!! Ho perso il conto degli orgasmi che mi hai regalato...Ho la testa che gira...Ora però sborrami dentro...svuota tutta la tua eccitazione riempiendomi la figa con la tua sborra calda...
Ho prontamente obbedito...Ho accelerato al massimo la mia cavalcata... e arrivato al culmine del piacere ho cominciato a sferzarle la figa con schizzi di sborra rovente...
Ogni volta che sentivo partire uno schizzo lei rispondeva con un urlo da far tremare i muri...
Meno male che la nostra villa era piuttosto isolata e non avevamo vicini importuni che il giorno dopo avrebbero spettegolato a dritta e a manca...
Mi sono accasciato sfinito sul suo corpo, ansimando con lei con il cuore che batteva a mille per entrambi.
Penso che siamo stati in quella buffa posizione per un quarto d'ora...poi quando ho sentito che le gambe avrebbero potuto sorreggermi di nuovo le ho sussurrato nell'orecchio...
- Mamma...Andiamo a lavarci...
- No!!! Andiamo a letto così, voglio che dormiamo abbracciati e nudi per tutta la notte...voglio che la tua sborra esca lentamente dalla mia passera e inzuppi le lenzuola, voglio che l'odore di sesso invada la nostra stanza a modo che domattina quando mi sveglierò sentirò subito questo odore penetrarmi dentro e ricordarmi questa fantastica e indimenticabile notte...

La festa del 2 giugno quell'anno veniva di domenica, ed era la data del matrimonio di Giuseppe.
Doveva essere una grande festa...ma invece...
Per volere degli sposi nonostante fossero famiglie importanti della Genova bene, il numero degli invitati era stato molto contenuto per rendere la cerimonia il più familiare possibile.
Giuseppe aveva invitato anche mia madre, ma proprio quel giorno la "pittrice" aveva una mostra a La Spezia per cui ha declinato l'invito, ed io mi sono presentato da solo.
Gli sposi si erano uniti in matrimonio in una piccola chiesa dell'entroterra e poi il gruppo si era ritrovato al ristorante famoso in cui io avevo avuto quella storia particolare con mia madre...e il solo vedere il boschetto del parcheggio e la saletta dove avevo cenato mi avevano portato ricordi talmente piacevoli che avevo avuto una mezza erezione.
La giornata era estiva e il pranzo di nozze era stato allestito nel parco della villa.
Dieci tavoli rotondi da otto persone disposti a ferro di cavallo più un tavolo rettangolare alla base dove avevano preso posto Giuseppe e Giuseppina con a fianco i loro genitori.
Il padre di Giuseppina si chiamava Cosimo, era un grosso commerciante di pesce conosciuto in tutta la Liguria.
Un uomo piuttosto affascinante, abbronzato e di una eleganza che sprigionava fascino a raffica.
La moglie invece si chiamava Giovanna, era parecchio più giovane di lui, gran bella donna ma che era agghindata in modo piuttosto volgare che la facevano assomigliare ad un mignottone di alto bordo.
Il dottor Agostino era al fianco della sposa, anche lui elegantissimo e non meno affascinate di Cosimo, sua moglie, la madre di Giuseppe, che era la sua terza unione ufficiale e il suo terzo divorzio... non voleva partecipare e solo per amore del figlio aveva accettato di intervenire; ma mentre i sei erano disposti al classico mezzo metro di distanza la signora stava a parecchia distanza dal dottor Agostino senza mai degnarlo del minimo sguardo.
La cucina era ottima, l'organizzazione perfetta, avevamo già superato il taglio della torta e gli sposi stavano consegnando agli invitati le bomboniere; erano ora proprio al nostro tavolo dove eravamo riuniti noi otto ragionieri del servizio finanziario quando il cellulare di Giuseppe ha suonato...il ragazzo ha risposto...di colpo è sbiancato, con lo sguardo mi ha cercato, mi ha chiamato in un angolo del giardino e mi ha detto
- Ti prego...vieni con me...
- Cosa è successo?
- Una disgrazia!!!
L'ho seguito a passo lesto all'interno della villa, siamo saliti su per uno scalone e poi siamo entrati in una sala; Agostino era steso a terra sul pavimento, con pantaloni e mutande calati all'altezza delle scarpe, la camicia mezza sbottonata, respirava a fatica e aveva lo sguardo perso verso il soffitto...
Vicino al davanzale della finestra che era mezza aperta c'era Giovanna, la mamma della sposa, anche lei con gli abiti tutti dismessi che tremava dal terrore e ripeteva solo
- Mi raccomando non facciamo scoppiare uno scandalo...
Giuseppe si guardava attorno spaesato, nella sua ingenuità non riusciva a connettere nulla anche se tutto era abbastanza lampante...
Io mi sono inginocchiato a fianco di Agostino, era rosso cianotico, cercava di dirmi qualcosa ma farfugliava solo frasi sconnesse...ho urlato
- Ma avete chiamato un'ambulanza ?
Giovanna arrossendo sempre più ha affrontato per la prima volta il mio sguardo interrogativo e mi ha detto
- Si, si stanno arrivando
Ho preso la situazione in mano e ho affrontato la signora
- Quanto è che si è sentito male?
- Penso un quarto d'ora...
- Signora io capisco il suo imbarazzo ma mi dica cosa è successo...
- Era tutta la mattina che il dottore mi corteggiava, e dopo la torta ho accettato il suo invito a seguirlo in questa sala per un brindisi...probabilmente oggi con lo champagne ho esagerato un po'...ero piuttosto intontita e ho ceduto alle sue avances...
Giuseppe che solo ora arrivava a connettere qualcosa ha tirato fuori una espressione di estremo stupore; Giovanna ignorandolo fissava solo me e continuava nel racconto...
- Il dottore ha voluto che mentre amoreggiavamo chiamassi mio marito...io ho ceduto al suo volere e ho chiamato sotto la finestra Cosimo...che giunto qui sotto mi ha chiesto lumi...Io non sapevo cosa dire ma Agostino tutto eccitato mi diceva stando dietro la tenda
- Fai parlare il cornuto...voglio sentire la sua voce...mi eccita questo...
Io mi sono inventata di chiedergli...
- Cosimo siamo con il proprietario...conta per favore quanti coperti ci sono che sta facendoci il conto...
Agostino era eccitato dalla cosa e continuava a dirmi
- Non farlo andare via fallo parlare fallo parlare...
A quel punto io sono ritornato indietro nel tempo al racconto di mia madre, a quando il vecchio porco l'aveva scopata in barca e prendendola sempre alla pecorina aveva voluto che lei si girasse verso mio padre che lui faceva parlare...e ho capito che la perversione di quell'uomo era gigantesca...
- Poi però a un certo punto ho sentito che le mani del dottore che mi stringevano ai fianchi mi hanno mollato e lui è stramazzato al suolo...
Da lontano si cominciava a sentire l'avvicinarsi della sirena dell'ambulanza, io ho detto a Giuseppe
- Dai cerchiamo di ricomporlo...
Gli abbiamo tirato su mutande e calzoni e abbottonato alla buona la camicia; Giovanna non aveva il coraggio di guardarci e ha detto
- Io scendo, dico che il dottore ha avuto una indisposizione improvvisa...
Prima che uscisse io ho raccolto vicino al davanzale le sue mutandine, e con tono piuttosto riprovevole dandogliele in mano le ho detto
- Guardi che sta dimenticando le mutande...
Giovanna è tornata a prenderle, era rossa peperone per la vergogna, e prendendo il suo capo intimo non ha potuto nascondere un grosso tremito della mano...
Le mutandine erano verde pisello, tali e quali a quelle che mi aveva lanciato al tavolo del ristorante mia madre poco tempo prima dopo che se le era tolte in bagno; evidentemente è un colore molto in voga per le puttanone immatricolate.
Gli infermieri sono arrivati di corsa, hanno visitato al volo Agostino, gli hanno fatto una iniezione e gli hanno fatto prendere una pastiglia sottolinguale, dopo di che lo hanno caricato sulla barella e portato al mezzo.
Il capo dell'equipe si è avvicinato a Giuseppe e gli ha detto
- Non vorrei essere troppo ottimista ma penso che l'abbiamo preso in tempo...

Il capo infermiere aveva visto giusto, Agostino aveva avuto una crisi cardiaca ma il pronto intervento dei medici aveva evitato il peggio.
Tutti i giorni io e Giuseppe andavamo a fargli visita in ospedale e il giovedi sera il boss ci ha detto che si era fatto visitare da un luminare della cardiologia suo vecchio compagno di scuola...il responso era che il cuore di Agostino era stanco e se voleva evitare un intervento necessitava di un lungo periodo di riposo evitando ogni tipo di affanno...specie di carattere lavorativo.
Gli aveva consigliato un mesetto di convalescenza in una clinica specializzata sul lago di Como dove lo avrebbero rimesso in carreggiata e poi stava a lui decidere...
Agostino ha accettato il consiglio e dopo tre settimane ci ha convocati...
- Ragazzi miei io ho riflettuto a lungo, ho capito che di vita ne abbiamo una sola e sono arrivato alla decisione di tirare un po' il freno a mano.
Di certo non mi ritirerò completamente ma ho deciso di limitare al massimo la mia attività.
Andrò a vivere in riviera, ho già preso contatti con agenzie immobiliari delle quattro province perchè mi trovino una bella villa sul mare e mi godrò la vita fino a che la salute mi farà compagnia.
Ho preparato con i miei legali un nuovo assetto societario, io deterrò il 50% del pacchetto, sul resto ho deciso di dare a te Giuseppe il 49% e ad Adriano un 1% per il suo attaccamento alla nostra finanziaria.
Poi fissando intensamente Giuseppe per capire come il figlio aveva reagito alla sua...bomba...ha solo aggiunto
- Cosa ne pensi figliolo?
- Papà io rispetto ogni tua decisione, mai mi sarei aspettato però che ti saresti messo da parte...
- Io non mi metto da parte...voglio solo defilarmi e vedere se tu col tempo riuscirai reggere il timone da solo.
Ci troveremo una volta alla settimana a discutere delle novità e prenderemo ogni decisione in modo ponderato sperando che non sorgano dissidi tra noi tre...
Io mi sentivo dentro una euforia che mi faceva quasi lievitare....si l'1% era una cagatina di mosca...ma era una cagatina di una solida banca privata che negli ultimi anni aveva sempre guadagnato punti sui mercati finanziari locali.
Sicuramente quel regalo del mio 1%...era stato ponderato bene da Agostino, lui infatti deteneva ancora la maggioranza assoluta e manteneva sul figlio un piccolo vantaggio che in caso di decisioni strategiche importanti gli permettevano di avere il coltello dalla parte del manico.
Un mese dopo una seconda decisione inaspettata di Agostino aveva meravigliato sia me che Giuseppe...il dottore aveva deciso di trasferirsi a Santo Domingo e non più risiedere in Italia...
Quando io e Giuseppe siamo stati nella sua residenza siamo rimasti letteralmente di stucco...altro che villa...quello era un lussuoso castello sito direttamente sul mare
e circondato da un palmeto che lo rendeva un vero paradiso terrestre.
Il capo aveva giustificato quella scelta dicendo che quel maniero costava la metà di una comune villa sul mar Ligure...io che vedevo più lontano di Giuseppe capivo che là i prezzi erano molto più abbordabili anche in un altro genere di merce...
Agostino era infatti circondato da giovani ragazze che erano sempre disponibili ad ogni suo desiderio...e nelle nostre tre visite il suo seguito di donzelle era sempre diverso da quello precedente.
Un giorno Giuseppe gli ha detto
- Papà stai attento...non sei più un giovanotto...
Il boss è scoppiato in una risata e gli ha risposto
- Il primario mi ha detto che certi tipi di ginnastica particolare sono il miglior allenamento per il cuore...
Tutti i mercoledi ci collegavamo in video conferenza e discutevamo col grande capo ogni nuovo evento all'interno della nostra realtà lavorativa, ma da novembre in avanti ogni tre settimane prendevamo l'aereo e volavamo da Agostino perchè bolliva molto in pentola.
Una banca privata olandese aveva proposto ad Agostino una fusione...all'inizio il boss era molto titubante ma quando i suoi consulenti hanno fatto una indagine è emerso che quella banca era una vera e propria potenza nei paesi del Benelux e ora voleva aggredire il mercato sud europeo cominciando proprio dall'Italia.
I boss di quel piccolo impero economico erano due gemelli cinquantenni, un maschio di nome Peter e una femmina...Ingrid.

( Da completare)
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