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Gay & Bisex

AL MIO RISVEGLIO


di honeybear
25.07.2014    |    12.495    |    1 9.8
"Entrambi si sistemarono sul divano uno accanto all’altro sorridendomi tra un sorso di birra e l’altro: provavo ancora parecchio imbarazzo per la figuraccia..."
Al mio risveglio, mi sento già il pene duro con la pelle tirata al massimo. Cerco di pensare per qualche secondo qual è stato il sogno che mi ha causato l’erezione mentre la mia mano scivola lentamente ad accarezzare prima il pelo pubico e poi inizia a scorrere sull’asta marmorea. Niente! Non mi ricordo. Provo a concentrarmi…
Rammento che la scorsa notte ero fuori dal solito bar a fumarmi l’ultima sigaretta prima di rincasare, quando mi vedo sfilare davanti qualcuno che corrisponde esattamente alla parola ‘dio’...
Indossava una T-shirt bianca così attillata da lasciare ben poco spazio all’immaginazione, che scolpiva perfettamente i pettorali ed i suoi enormi bicipiti così come il paio di jeans, ugualmente aderenti, disegnavano un culetto alto e sodo ed un paio di gambe da urlo: si intuiva perfettamente che non è un fanatico delle palestra, ma comunque una persona a cui piace tenersi in forma.
Cazzo, l’erezione non si placa! Del resto pensando a lui, il lavoro di mano s’intensifica ed il ricordo che nebuloso riaffiora, così come le sensazioni provate, fanno sì che il membro s’indurisca ancora… Addirittura sto pre-eiaculando.
Cosa accadde poi!?… Vediamo… Rammento che s’arrestò all’improvviso, guardandosi intorno a cercare qualcosa: un luogo, una persona… Lo seguii con lo sguardo aspirando lentamente dalla cicca e rilasciando davanti a me intense nuvole di fumo. Lentamente mi staccai dal muro. Lo vidi fermarsi ad un videobank per noleggiare un dvd… Riprese poi il suo tragitto fino che non s’arrestò di colpo, voltandosi verso di me:
“Mi stai per caso seguendo?” chiese.
“Io?! – risposi imbarazzato - Veramente stavo facendo una passeggiata!” e gettai a terra il mozzicone di sigaretta spegnendolo con il piede.
“Una passeggiata alle 2.00 di notte? – ironizzò - Ora che ti guardo meglio, tu non sei quello che ho conosciuto qualche sera fa al Bar?”
“Sì, sono Luca! E tu ti chiami Marco se non ricordo male…”
“Ottima memoria! – si meravigliò – Ma ora dimmi, perché mi stai seguendo? Perché è questo, vero, che stai facendo?”
“Ma, veramente io...” tentennai in imbarazzo. Non feci in tempo a trovare una scusa adeguata, che maliziosamente mi propose:
“Allora vieni con me a casa mia! Ti presenterò una persona - ammiccò strizzando l’occhio - e visto che soffriamo tutti d’insonnia ci guardiamo insieme il dvd che ho appena noleggiato!” concluse la frase dandomi una pacca sulla spalla accompagnata da una fragorosa risata.
Arrivati davanti al portone di casa sua, trovammo effettivamente qualcuno ad aspettarlo: me lo presentò come Matteo. Alto, fisico atletico: nulla da invidiare a Marco!
Salimmo in casa. Mi sistemai sull’enorme divano ad angolo mentre Marco inseriva il dvd nel lettore e Matteo si dirigeva in cucina a prendere delle birre fresche: “Al club dei sonnambuli!” ironizzò mentre le stappava.
Entrambi si sistemarono sul divano uno accanto all’altro sorridendomi tra un sorso di birra e l’altro: provavo ancora parecchio imbarazzo per la figuraccia fatta in strada, e l’ironia di Matteo mi metteva leggermente a disagio.
Pensò Marco a stemperare la tensione, azionando il dvd che, com’era intuibile, conteneva un film porno… Quello che non mi aspettavo, era che si trattasse di un film gay. La cosa invece di dispiacermi m’intrigò, aggiungendo un non so che d’inatteso ed eccitante ad una situazione potenzialmente esplosiva.
Non immaginavo che Matteo e Marco fossero gay, ma non era certo il momento di perdersi in inutili seghe mentali visto la manna potenzialmente a disposizione: i titoli di testa iniziarono a scorrere e non avevo la minima idea di come si sarebbe evoluta la serata…
La scena si svolgeva in piscina ed era quanto di più scontato ci si potesse aspettare da un film del genere: un prestante biondino stava tranquillamente prendendo il sole quando si trovò nella necessità di spalmarsi della crema solare sulla schiena. Ad un suo cenno, intervenne l’aitante inserviente di colore che a torso nudo e pantaloncini, stava pigramente ripulendo la vasca dalle foglie secche, esibendo il suo torace da urlo imperlato dalle gocce di sudore.
L’uomo si avvicinò al ragazzo che gli porse il flacone di crema per poi mettersi a pancia sotto sul lettino. Versò una generosa quantità del denso liquido sulla schiena del ragazzo iniziando a distribuirla. In breve le sue mani sollevarono un lembo del costume per massaggiare i glutei del giovane, che, ammiccando da dietro gli occhiali da sole, a sua volta iniziò a solleticare prima gli scuri capezzoli per poi scendere a perlustrare la zona della patta.
I maliziosi sorrisi d’intesa si sprecavano mentre gli striminziti costumi di scena volavano via e l’enorme cazzo nero dell’inserviente veniva voracemente accolto nella bocca del biondino. Ben presto ad entrambi quel gioco di lingua non fu più sufficiente ed il biondino venne fatto mettere a quattro zampe permettendo così al nero di sfondargli letteralmente il culo. Prese a scoparlo alla pecorina con una velocità ed una foga tali che immaginavo gli avesse completamente slabbrato il buco per passare poi a spaccargli le budella. Il ragazzo gridava per il piacere, supplicando l’uomo di colore di non smettere di scoparlo con quell’enorme manganello.
Le mie considerazioni rischiavano tuttavia di farmi perdere quanto stava avvenendo in diretta! I miei due compagni di visione si stavano strusciando uno sull’altro.
Iniziarono quindi a spogliarsi rimanendo in breve tempo, completamente nudi. Le mie considerazioni riguardo la bellezza e l’armoniosità di ciascuno, vennero ribadite dalla visione ‘nature’: fisici tonici e muscolosi, spalle larghe e torace stretto, completamente glabri eccezion fatta per la zona pubica dove, accuratamente rasate, facevano bella mostra di sé un paio di rigogliose aiuole di pelo biondiccio che attirarono la mia attenzione.
Il mio interesse era soprattutto rivolto a quel che fioriva da quelle aiuole: Marco esibiva un uccello che, mi pareva non avesse molto da invidiare a quello dell’uomo di colore del film. Matteo, seppur leggermente più contenuto nelle dimensioni, uguale.
Le immagini del film continuavano a scorrere: dalla pecorina si era passati ad uno smorzacandela forsennato… ma la viva-vision era nettamente meglio. Marco, inginocchiato davanti a Matteo, prese in bocca l’uccello dell’amico iniziando a masturbarsi. Date le dimensioni non indifferenti dell’arnese con cui si stava cimentando, per evitare di slogarsi la mascella, preferì iniziare l’azione insalivando a dovere la lunghissima asta.
Io, da semplice spettatore (sia del film che della diretta), sentii il cazzo esplodermi nelle mutande mentre la mia lingua, anch’essa fuori controllo, lambiva vogliosa le mie labbra. Mi risolsi di diventare parte attiva della scena, avventandomi sul cazzo di Marco dopo essermi levato gli inutili vestiti.
Lo annusai, spingendomi fino ad appoggiare il naso sul suo pube: quel profumo di maschio m’inebriava! Avevo sognato quel momento dalla prima volta in cui scorsi Marco al bar ed ora, il fatto di poterlo toccare e leccare, mi sembrava incredibile! Non mi tirai dunque indietro ed iniziai a dedicarmici con foga!
“Ti piace eh?” domandò sorridendo. Con tutta la cappella in bocca, annuii.
Frattanto i due maschioni godevano, ansimavano e mugolavano per il fatto di avere i cazzi lavorati a dovere. Matteo afferrò la testa di Marco per fargli aumentare il ritmo del pompino ed io cercai di tenere botta a mia volta fino a che una contrazione improvvisa, accompagnata da un paio d’imprecazioni (che forse erano quelle del nero nel film, giunto al termine della sua cavalcata), mi regalarono bollenti fiotti di liquido seminale che m’inondarono la bocca così come, credo, quella di colui che stavo servendo. Questi peraltro riuscì ad ingoiare il tutto, mentre io, essendo un neofita, preferii trattenerlo in bocca per lasciarmelo colare addosso.
I due manzi non si lasciarono sfuggire la ghiotta occasione e si avventarono sul mio corpo leccandone ogni centimetro disponibile. Sentii le loro lingue ruvide e bagnate scorrermi ovunque: dal collo al pube, passando per il petto e il torace… Tuttavia dato che una parte del liquido finì accidentalmente a terra, mi costrinsero a pulire fino all'ultima goccia, tenendomi la testa premuta con un piede.
A quella punizione seguì una lauta ricompensa: un bocchino da favola, che ben poche delle ragazze con cui sono stato, erano riuscite a farmi. Uno mi leccava la cappella e l’asta, mentre l'altro si dedicava alle palle spingendosi fino al mio buco del culo per cercare di penetrarlo con la lingua.
“Hai visto quanto pelo caldo?” domando Matteo all’amico mentre riprendeva fiato. L’altro, con la mia cappella sulla lingua, sorrise compiaciuto.
Tutto quel lavoro attorno alle mie parti intime provocò un rinvigorimento della mia già consistente erezione che si tradusse in un godimento tale da schizzare una grande quantità di sborra in faccia ai due amici che provvidero a ripulirsi reciprocamente leccandosi l'uno con l'altro.
Esausti, pensammo di riposarci continuando a vedere il film, che era praticamente giunto al termine.
La scena tuttavia era così eccitante e, per certi versi, simile a quella vissuta da noi pochi istanti prima, da farci tornare sull'attenti: la location era sempre la piscina. Questa volta due ragazzi si stavano prendendo cura del grosso uccello del loro daddy succhiandoglielo a dovere dalla base alla punta. Le lingue lavoravano all’unisono su ciascuno dei lati incontrandosi in corrispondenza della cappella rubizza. Un rapido bacio ed il lavoro di pompa continuava. L’uomo mugolava di gioia e piacere e non lesinava carezze paterne sulle nuche dei suoi giovani amanti.
Addirittura, per restituire il favore, entrò in acqua, e dopo averli fatti sedere a bordo vasca gli sfilò i costumi annusandoli compiaciuto. Li ficcò in bocca ai due che, prontamente si sdraiarono per dar vita ad un’intensa seduta di rimming…
A quel punto Marco si alzò dal divano per scomparire in una stanza da cui tornò con un pacchetto di profilattici. La cosa mi lasciò perplesso, dato che non conoscevo le sue intenzioni. Era un pacchetto di quei profilattici colorati e profumati alla frutta. Aprì la scatola per consegnare un profilattico a ciascuno: giallo a Matteo, rosso a me e verde per sé. Ancora non riuscivo a capire cosa volesse fare.
Matteo, ancora una volta strizzando l’occhio, mi disse: "Infilatelo… Così proverai nuove sensazioni". Ubbidii ed indossai, come gli altri, il mio impermeabilino.
D’improvviso realizzai… M’inquietava non poco il fatto che se fosse stato Matteo ad incularmi, sarei morto stecchito o perlomeno non mi sarei seduto su una sedia per diverso tempo.
Loro non si avvidero delle mie preoccupazioni e, cosa ancor più curiosa, ciò che accadeva nel film si stava concretizzando in quel soggiorno. Marco incominciò a leccare il culo di Matteo che prese a gemere di piacere:
“Brava… Brava la mia troietta calda…” lo incalzò l’amico. La combinazione azione e frasi sconce, mi eccitò all’inverosimile tanto da fiondarmi questa volta sul cazzo di Matteo, che non risparmiò complimenti nemmeno a me:
“Datti da fare come la brava cagna che sei!” mi ordinò.
Mi sforzai di spompinarlo nel miglior modo possibile, pensando, oltre a soddisfarlo, che magari dopo l’eiaculazione non avrebbe avuto le forze per sfondarmi, qualora ne avesse avuta l’intenzione. Continuai a dedicarmi con dovizia a succhiare la verga di Matteo, mentre Marco si stava preparando a penetrarlo.
Feci appena in tempo a vedere la capocchia verde che scompariva nel culo di Matteo accompagnata da un piccolo lamento: probabilmente nella foga di scoparlom Marco era stato un po’ troppo irruento e gli aveva procurato dolore. Il che mi fece pensare che prenderlo nel culo non dovesse essere molto piacevole. Del resto io non l’ho mai fatto, ma ho sempre creduto le donne non provassero dolore. Anche perché, basando il mio giudizio sui film porno, l’impressione è quella che godano come vacche nel farsi scopare il culo.
Mentre Marco pompava Matteo, mi chiese di incularlo; mi venne da rispondergli:
"Si dai, facciamo il trenino!" Dall’espressione del viso, non credo abbia gradito troppo il mio umorismo!
Gli vidi rallentare la sua fottuta e prima che uscisse dal culo di Matteo mi avventai dietro di lui e senza troppi convenevoli glielo misi dentro lacerando in un istante il suo buchetto stretto ed accogliente. Lo sentii gemere, come Matteo prima di lui. Socchiuse gli occhi e si passò la lingua sulle labbra:
“Mmmm… Davvero niente male! Ed ora non ti resta che darti da fare!” m’intimò strizzandomi l’occhio. Ci volle qualche minuto per trovare la giusta coordinazione, ma una volta preso il ritmo godevamo tutti e tre: già adoravo la sensazione provata ad ogni spinta e sentire i peli dei miei coglioni scontrarsi con la pelle liscia di Marco mi eccitava ancora di più.
Continuammo il gioco per diversi minuti, mentre sullo schermo del televisore il daddy si alternava senza sosta a scopare i culi dei suoi giovani amanti che si slinguavano a dovere tra un gemito e l’altro.
Liberatosi dal cazzo di Marco, Matteo si posizionò dietro di me. Stante la mia preoccupazione, la voglia di essere inchiappetato mi attraeva enormemente.
"E adesso sverginiamo il culo di questo finocchio!", nella voce di Matteo non potei fare a meno di cogliere una sottile sensazione di compiacimento in ciò che si apprestava a compiere. Si chinò allargandomi le chiappe. La sua lingua si insinuò a leccare lo sfintere per lubrificarlo e far entrare il suo attrezzo il più agevolmente possibile:
“Mmmm… Bello stretto e peloso come piacciono a me... Sta’ tranquillo – sogghignò - sarò gentile… Almeno all’inizio!”
Dopo averlo fatto scorrere tra il solco delle chiappe, Matteo appoggiò infine il suo cazzo sul mio ano che si contraeva ritmicamente. Cominciò a fare pressione, mentre il mio buco opponeva una timida resistenza, pronto a capitolare per farsi inondare da una nuova serie di sensazioni sconosciute. Tremavo. Dopo la penetrazione non sarei più stato lo stesso. Il mio aguzzino non sembrava minimamente preoccupato dai segnali che il mio corpo gl’inviava, tant’è che con qualche colpo più deciso riuscì finalmente ad infilarlo: il sottile anello di carne era stato letteralmente violato e lacerato dalla possente cerchia di quel dio che ora cercava di far scivolare la sua incredibile mazza fino in fondo alle mie viscere.
Gridai. Una lacrima mi solcò il viso. Il dolore provocato, mi costrinse a staccarmi da Marco. Cercai di divincolarmi anche Matteo, ma i due me l’impedirono:
“Gran bel buco, complimenti! Del resto da una troia del genere, non c’era d’aspettarsi niente di meno!” fu il commento soddisfatto del mio sodomizzatore.
Lo sentii lentamente sfilarsi, ma con un successivo colpo m’infilò il suo cazzo a metà. Ripeté l’azione una, due, infinite volte (almeno così mi parve) alternandosi all’amico, fino a che cominciò a stantuffarmi. Mi prese per i fianchi e ad ogni spinta sentivo le mie chiappe avvicinarsi a quel cespuglio che tanto avevo ammirato, mentre quell’asta possente sembrava inoltrarsi ogni volta sempre più dentro di me. Ad ogni affondo urlavo dal male e la mia vista era velata dalle lacrime. Sentivo sulle labbra la mano di Marco che, sempre alternandosi a Matteo, cercava di soffocare le mie grida. Stranamente sentivo la paura e l'ansia svanire. Non capivo se mi stavo ormai abituando a quell’alternarsi di cazzi nel mio culo sfondato o se, semplicemente, la passione per quell’incredibile sensazione di piacere provata mi stava travolgendo. Decisi di fregarmene e di godere appieno del momento. Del resto ormai il mio culo era stato aperto al massimo ed il grido di piacere che emisi quando percepii che Marco era venuto, ritenni fosse l’apice della serata.
Mi sbagliavo. Marco lasciò il posto a Matteo: “Te l’ho tenuto in caldo!” fu l’ironico commento.
“Già!” sorrise divertito l’amico mentre, dandogli un cinque, riprese a scoparmi con foga.
Marco mi sfilò il profilattico e incominciò a leccarmi la cappella fino ad arrivare alle palle. Poi si ficcò tutto l’uccello in bocca: gli arrivò in gola. Lo lasciò lì e prese a giocare con lingua intorno alla cappella. Era un pompino da favola e credo che neanche una professionista sarebbe stata in grado di tenergli testa.
Non ce la facevo più; supplicai di poter venire:
“Aspetta… Aspetta ancora un attimo…” mi ordinò da dietro Matteo ansimando.
Cercai di ubbidire, ma la cappella mi faceva troppo male e le dita di Marco che, umide, la solleticavano non mi erano certo d’aiuto.
“Davvero, non ce la faccio più! Devo venire… Devo venire…”
Fortunatamente giunse anche il momento di Matteo: alla velocità della luce uscì dal mio buco, si levò il profilattico mentre Marco si sdraiava tra noi due per essere annegato dai caldissimi fiotti di sborra che sgorgavano dalle nostre cappelle infuocate.
Ci accasciammo sfiniti e sudati sul tappeto abbracciandoci e baciandoci.
Il film era finito da un pezzo (chissà cosa ne era stato del daddy e suoi giovani 'nipotini')! Ed anche la serata purtroppo si concluse lì…
Questo dunque fu quanto successe… Ed ecco perché stamattina il mio pene sta avendo questa reazione! Non mi resta dunque che continuare a far giocare la mia mano sull’asta marmorea e sulla cappella dolorante, trastullandomi ancora qualche istante nel ricordo di quanto accaduto…
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