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Lui & Lei

L'infermiera Vicina di Casa


di remida67
28.12.2020    |    24.766    |    9 9.6
"Grazie a Dio Lisa non lesse la mia mente..."
Era Domenica sera e stavo tornando da un altro lungo viaggio di lavoro. Questo viaggio mi ha veramente stancato sia fisicamente che mentalmente, inoltre mi sono preso una bella dose di influenza, tosse soprattutto. La tosse persistente e respiro affannoso nel mio petto erano qualcosa che sicuramente non avrei potuto ignorare, pensando che l’indomani mi sarei fatto vedere dal medico, non vedevo l'ora di arrivare finalmente a casa.
Dopo l'arrivo in aeroporto presi un taxi e con quasi un’ora di viaggio arrivai a casa. Ero a corto di energie, nel mio petto sentivo al posto dei polmoni due blocchi di cemento. Varcai il portone d’ingresso e mi avviai verso l’ascensore, pigiai il pulsante di chiamata e aspettai che si aprisse la porta. Una volta aperta mi trovai davanti la mia vicina di casa, si chiama Lisa ed è infermiera presso un ospedale pediatrico locale. Lei è bionda con i capelli lunghi fino alle spalle, una terza abbondante di seno e un culo che diceva prendimi.
Nelle condizioni che ero feci del mio meglio per salutarla: "Ciao Lisa" le dissi.
“Ciao Marco”, rispose lei. Ero appoggiato alla spalla esterna della porta dell’ascensore per tenermi in piedi senza fare fatica, “Stai bene”, disse mentre mi guardava con un po’ di preoccupazione sul suo volto.
“Certo, sono solo un po’ stanco dopo il mio viaggio”. E mentre dicevo questo iniziai a tossire a più non posso, e proprio in quel momento, l'ascensore arrivò al nostro piano.
Dopo che la porta dell'ascensore si aprì, camminai con le mie borse verso il mio appartamento, Lisa era dietro di me. Misi i bagagli davanti alla porta, e presi le chiavi dalla tasca della giacca, mi accinsi ad infilare la chiave e ad un tratto la mia vista iniziò ad offuscarsi e le chiavi mi caddero a terra, abbassai lo sguardo e mi chinai per raccoglierle. Nel momento in cui mi rialzai, il mondo cominciò a girami intorno. Non so bene che cosa mi sia successo, tutto quello che ricordo è Lisa chinata su di me chiamava il mio nome. La sentivo come se mi chiamasse da metri di distanza, anche se lei era a venti centimetri dalla mia faccia. In qualche modo mi aiutò ad alzarmi e ad entrare nel mio appartamento. Mi aiutò poi a togliermi i vestiti e a stendermi sul letto.
Non so per quante ore dormii, ricordo vagamente l’accaduto, e quando mi svegliai in preda ad una sete terribile, mi alzai per andare a bere un po’ d’acqua, ma nemmeno il tempo di mettermi in posizione eretta, che crollai a terra. Le mie gambe erano ancora deboli e non avevo energia, provai a strisciare verso la porta e proprio in quel momento sentii aprirsi la mia porta di casa. Alzai un po’ la testa e vidi due scarpe da tennis bianche venire verso di me.
“Che cosa stai facendo” esclamò Lisa. Si abbassò e mi aiutò ad andare di nuovo a letto.
“Avevo sete e volevo un po’ d'acqua” le dissi.
“Ma sai che cosa ti è successo?” “Sono quasi due giorni che stai dormendo, e se non ci fossi stata io, a quest’ora saresti in un letto d’ospedale”.
“Ho dormito così a lungo?”
“Sì,” mi rispose. “Ora sdraiati e cerca di riposare” mi sdraiai nuovamente sul letto, e Lisa si sedette accanto a me.
“Sei stata qui tutto il tempo?” dissi.
Mi guardò e rispose. “Sì”
“E il tuo lavoro?” le dissi io.
Lei con un bel sorriso mi disse: “Sei stato fortunato che in questi tre giorni dopo l’accaduto io fossi di riposo, così ho potuto prendermi cura di te”
Non riuscivo a credere che lei avesse rinunciato ai suoi giorni di riposo a prendersi cura di me. “Non so cosa dire, grazie Lisa.”
Lei sorrise di nuovo e disse: “Prego Marco”.
Io cercai di pensare all'accaduto, ma non ricordavo niente, e per di più ero un po’ imbarazzato nel trovarmi mezzo nudo con una quasi estranea in camera, che per due giorni si era presa cura di me. Ma pensai che per lei fosse stata una cosa naturale essendo un infermiera.
Lisa mi fece notare che avrei avuto bisogno di fare un bagno e di radermi.
Mi tirai un po’ su sul cuscino e le risposi: “Una volta che avrò riacquistato le mie forze, sarà la prima cosa che farò”.
“Se puoi star qui tranquillo a parlare, puoi anche starci mentre con una spugna ti lavo e poi posso anche raderti”. Disse lei.
Io la guardai stranito.
Lisa sorridendo riprese: “Guarda che mi limito a qualche colpo di spugna e a raderti la barba”.
Il commento mi colse alla sprovvista, ma l'idea di ottenere un bagno di spugna da Lisa era eccitante. “Se insisti” le dissi.
Ero veramente spossato, attesi così con impazienza il ritorno di Lisa che era andata in bagno a prendere l’occorrente, tornò con una bacinella d’acqua calda, sapone e un paio di asciugamani. Indossava pantaloncini corti e una t-shirt, era inginocchiata a terra ai piedi del letto per mettere il sapone nell'acqua, non potevo fare a meno di ammirare il suo fondo-schiena. Nell'allungarsi i pantaloncini scesero un po’, potei così vedere il taglio del suo culo uscire un po’ fuori. Fissavo il culo e pensavo a come sarebbe stato bello sentirlo nelle mie mani, come sarebbe stato riempire le mie mani di quelle rotondità. I miei pensieri avanzavano fino ad arrivare ad immaginare la degustazione della sua dolce figa, immaginavo di leccarle il clitoride e la sua fessura, avrei voluto seppellire la mia lingua dentro della sua figa, gustare appieno i suoi succhi. Ero lì ad occhi chiusi a fantasticare, quando: “Marco ... Marco ...”, disse.
“Eh? Cosa c’è Lisa?”
“Stai bene? Mi sembravi in trans”
“Si, stavo solo pensando a qualcosa di dolce da mangiare.”
“Bene” disse “Quando ho finito qui ti vado a preparare qualcosa da mettere sotto i denti”. Grazie a Dio Lisa non lesse la mia mente. Altrimenti avrebbe capito che volevo lei servita su un piatto. “Grazie” le dissi.
Lisa ad un certo punto iniziò a tirare indietro il lenzuolo “Ehi che cosa stai facendo?” le dissi.
Lei con un sorriso beffardo mi rispose: “Guarda che in questi giorni ho già visto quello che c’è sotto il lenzuolo, chi pensi si sia preso cura di te in questi ultimi giorni?” Quello di cui non si rendeva conto non era il fatto di vedermi nudo che mi dava fastidio, ma che i pensieri su di lei avevano indurito la situazione che fino ad ora era nascosta. Avevo bisogno ancora di un po’ di tempo per far ammosciare il mio cazzo.
“Posso ottenere la rasatura prima? Questa barba mi fa un prurito pazzesco”. Mi guardò per un attimo e poi guardò le lenzuola. Non so se capì il problema, fatto sta che sorrise ed alzandosi disse: “Certo Marco, vado a prendere i ferri del mestiere e torno subito da te”. Si voltò e si diresse verso il bagno.
Bene, avevo un po’ di tempo per rilassare la situazione cercai così di pensare a qualcosa di non sessuale in modo che il mio cazzo iniziasse a sgonfiarsi. “Vuoi che ti rada io?” disse tornando dal bagno.
“Certo Lisa fai pure”. Mi sedetti sul letto, prese la crema da barba ne spruzzò un po’ sulla sua mano sinistra, e si avvicinò a me, sentivo il suo profumo, non riuscivo a capire che profumo fosse, ma era molto inebriante. Delicatamente mi spalmò la schiuma sul viso con un tocco dolce e sensuale. Si tolse la schiuma dalla mano ed iniziò a radermi, usava il rasoio come un violinista usa l’archetto, con un taglio morbido e delicato. In pochissimo tempo, aveva ripulito tutto il mio viso. Prese poi un panno umido e mi ripulì dai residui di schiuma. “Bene” disse “Il volto è a posto ora proseguiamo con il resto”. Mi sorrise di nuovo e strizzò l'occhio. Il suo sorriso era contagioso così sorrisi anch'io senza nessun motivo apparente.
Sapendo che il mio cazzo era ancora un po’ in tiro, a malincuore la lasciai abbassare il lenzuolo. Quando arrivò a scoprirmi del tutto, pensai che si arrabbiasse, invece, si limitò a fissare la mia virilità. Non disse una parola per alcuni secondi. Il mio cazzo non era completamente eretto, ma è stato facile per lei capire che non ero messo male in quanto a circonferenza e lunghezza. Solitamente sono orgoglioso delle mie misure, ma in quel mentre mi sentii un po’ imbarazzato. Quei secondi mi sembrarono minuti, ma lei in un attimo tornò in modalità di infermiera.
“Ora ti laverò la schiena, poi la parte anteriore”. Mi disse facendomi segno di girarmi. Prese la spugna e la immerse nella bacinella d’acqua e sapone ed iniziò a spugnarmi. Iniziò dal collo, erano un massaggio e un bagno al tempo stesso, passò poi alle spalle a alla schiena, provò a parlare con me, ma l'unica cosa che è uscì dalla mia bocca erano dei leggeri gemiti di piacere. Lei canticchiava dolcemente mentre lavorava. La combinazione del suo profumo, il dolce sfregamento e sentire la sua voce non stava avendo l'effetto che volevo sul mio cazzo. Continuò il suo lavoro con fare dolce e sensuale arrivando piano piano al mio culo e scendendo poi alle cosce. Sentivo il suo respiro su di me mentre continuava la sua opera di pulizia. Arrivò fino ai piedi, per poi risalire verso l’interno cosce, dove con fare malizioso sfiorò le mie palle, e io impreparato a questo gesto feci un sobbalzo di piacere.
“Ti ho fatto male”, mi disse.
Ero un po’ imbarazzato. “No, tutto bene Lisa. È che mi hai colto alla sprovvista”, le dissi. Continuò il lavaggio tornando a polpacci e piedi.
“È ora di girarsi” mi disse.
Tutto questo suo fare dolce e piacevole ha avuto l'effetto di rendere il mio cazzo più duro di quando i miei pensieri erano andati a fantasticare su di lei. Non ebbi modo di nasconderlo e lei lo stava andando a vedere chiaro come il sole. Lentamente mi girai, Lisa cercò di non guardare, ma era inevitabile che il suo sguardo puntasse il mio cazzo. Intinse la spugna e cominciò a lavare il mio petto. Per evitare di guardare in basso, mi fissò negli occhi. Non ho mai notato fino a quel momento i suoi occhi azzurri. Erano il colore del mare. Abbiamo continuato a fissarci. Mi prese poi le braccia, prima una e poi l’altra lavandole per tutta la loro lunghezza. Lei era inginocchiata sul letto con le ginocchia rivolte al mio viso e una volta terminato di lavarmi il braccio destro lo lasciò cadere sopra le sue gambe leggermente aperte, la mia mano sfiorava dall'esterno dei pantaloncini la sua fica. Avrei voluto far correre le mie dita all'interno dei suoi short ma resistetti, sfiorai solo il suo interno coscia senza andare più in alto. Lei sorrise, ma non disse nulla.
Lavò lentamente il mio petto. Stava usando la spugna con la mano destra, e per mantenersi in equilibrio aveva la mano sinistra sulla mia coscia sinistra. Non ero sicuro se fosse il pensiero conscio o inconscio, ma ha cominciato a tracciare le mie areole con il dito indice. E 'stata una cosa sottile ma mi stava eccitando molto.
Ho cominciato poi a strofinare la parte interna della coscia, con un po’ più di pressione. Visti il contatto tra la mia mano e le sue cosce, avrei voluto fare la stessa cosa, ma desistetti. Lei continuò a sorridermi mentre mi lavava. Spostai un po’ più in giù il mio corpo per sistemarmi meglio, ed inevitabilmente avvicinai la mia mano alla sua figa. Con mio grande stupore sentii i suoi pantaloncini umidi. Non osai muovere le mani. La sensazione della stoffa umida contro la mia mano era esilarante. Non riuscivo a credere che si fosse bagnata.
“Come ti senti Marco? Non ti sto bagnando troppo he?”
“N.. No, mi piace bagnato. Voglio dire ....”, Stavo balbettando, non sapevo cosa dire.
“Il bagno, non ti sto inzuppando troppo?”, disse Lisa con una punta di malizia negli occhi.
“E’ perfetto Lisa. Grazie”.
Lei sorrise. Si abbassò poi verso il mio petto e iniziò a leccarmi il capezzolo. “Wow” fu tutto quello che riuscivo a pensare. La sua lingua circondava il mio capezzolo, la fece roteare intorno ad esso fino ad inturgidirlo, lo succhiò poi con un po’ di pressione, sentii un leggero dolore, ma mi piaceva. Il modo in cui succhiò il mio capezzolo fu incredibile. Io l’ho fatto molte volte ad altre donne, ma non avevo mai provato su di me quella sensazione. Si spostò e fece lo stesso con l'altro. Durante questi momenti avvicinai la mia mano spingendola contro il suo monte, sentivo le sue labbra che premevano contro i pantaloncini, era chiaro che non portasse le mutande.
“Procediamo con il resto del corpo e finiamo questo bagno” mi disse intingendo nuovamente la spugna nella bacinella.
Dopo aver fatto questo si spostò più in basso nel letto per poter lavarmi anche le gambe, ed io purtroppo persi il contatto con la sua figa. Mi rattristai per questo, fino a quando non mi resi conto quanto fosse vicina al mio cazzo. Con la spugna fece lenti cerchi intorno al mio stomaco e ai fianchi. Da come si comportava si capiva che non era la prima volta che faceva questo. Le sue mani si muovevano attraverso il mio corpo e la mia eccitazione saliva. Sembrava che il tempo si fosse fermato mentre continuava a lavare il mio corpo. Si chinò e baciò il mio stomaco. Faceva tutto con molta calma, non aveva alcuna fretta. Passò la lingua attorno al mio ombelico tornò poi al mio capezzolo destro. Lo succhiò di nuovo ma con molta più pressione tanto che questa volta sentii veramente dolore. Poi dolcemente roteò la lingua intorno prima di passare a quello di sinistra. Ero in estasi, non capivo più niente, e il mio cazzo era sempre più duro.
Immerse nuovamente la spugna e iniziò a lavarmi le gambe. Con lentezza e delicatezza mi lavò entrambe le gambe, ma senza mai sfiorare il mio cazzo, si manteneva a pochi centimetri di distanza, sapeva come farmi salire l’eccitazione. Mi baciò le cosce e poi cominciò a leccarle. Volevo che salisse più in alto, ma quando arrivava a pochi centimetri dalle mie palle tornava in giù. La sensazione della sua bocca era travolgente.
Bagnò nuovamente la spugna in acqua calda e sapone e con mia gioia cominciò a lavare i coglioni. Iniziò a strofinare dolcemente le mie palle, con movimenti lenti passava la spugna su di loro, mentre con l’altra mano mi massaggiava sotto, all'altezza del perineo, aveva il completo controllo delle mie sensazioni. Si abbassò poi iniziando a leccarmele, e una alla volta le prese in bocca facendo un po’ di pressione su di esse e provocandomi un leggero dolore. Le prese poi entrambe in bocca, mentre con le mani mi massaggiava l’interno coscia e il perineo. Stavo per venire e con non poco sforzo riuscii a trattenermi. Finalmente rilasciò le palle dalla sua bocca e le leccò di nuovo. “Bene, loro sono belle pulite, credo che manchi solo un’ultima parte da lavare” disse con un sorriso provocante.
“Credo di sì” risposi io in preda ad una eccitazione pazzesca.
Si chinò e mise la spugna di nuovo in acqua, la strizzo facendo cadere un po’ d'acqua sulla testa del mio cazzo e usando le mani nude lo avvolse totalmente. Utilizzando questa tecnica a due mani iniziò un movimento lento andando su e giù per il mio palo. Con l’abilità di un artista di talento lei mi ha fatto dimenticare dove mi trovavo. Lo stringeva leggermente mentre con la bocca soffiava su di esso, Il suo respiro caldo contro il mio cazzo bagnato mi stava facendo impazzire. Stavo per arrivare al culmine, quando lei accortasi di questo rallentò il ritmo. Continuò cosi per qualche minuto, mi eccitava e poi rallentava e dal mio cazzo uscì del liquido pre orgasmico. “Non possiamo lasciare che vada sprecato”, disse. Così abbassò la testa e con la punta della lingua toccò la goccia di liquido, per poi alzarsi lentamente provocando un sottile filo tra la sua lingua ed il mio cazzo. Ritornò poi sulla mia cappella a bocca aperta assaporando ciò che rimaneva. Io gemevo ad alta voce per questa nuova sensazione che mi avvolgeva. Abbassò ancora la testa fino a ad ingoiare completamente il mio cazzo. La pressione e la sensazione di piacere della sua bocca sul mio cazzo mi stavano portando all'orgasmo, ma lei ancora una volta si fermò, e si alzò.
“Dove stai andando” dissi con un po’ delusione nella mia voce.
Lei non rispose e si tolse la maglietta, il suo seno perfetto si presentò ondeggiante davanti a me, continuò lo spettacolo lasciando cadere a terra i pantaloncini, e come pensavo non portava le mutandine. Il suo fiore era completamente rasato, le grandi labbra avvolgevano le sporgenti piccole labbra che chiedevano solo di essere succhiate. Saltò sul letto e si mise sopra di me con il suo bel culo davanti alla mia faccia. Si chinò leggermente verso le mie gambe ed io con le mani le presi le natiche aprendole un po’. Le sue labbra si aprirono e potei vedere la sua figa completamente bagnata dai suoi succhi. Feci scivolare il mio indice lungo tutta la fessura, per poi portarmelo in bocca e assaporare il suo nettare.
“Facciamo una scommessa Marco”
“Una Scommessa?”
“Sì. Se vinci mi puoi scopare”.
“E se perdo?”
“Se perdi, mi alzo ed esco questo appartamento e non potrai toccarmi mai più”.
Volendo sentire la sua figa avvolgere il mio cazzo, accettai senza sapere quale fosse la scommessa.
Ma poi dissi: “Su che cosa dobbiamo scommettere?”
Lei rispose: “Le regole sono semplici, siamo praticamente in posizione 69, iniziamo entrambi a darci piacere l’un l’altro, ma devi farmi venire prima di te. Se lo fai, allora potrai scoparmi quanto e quando vorrai. Se invece sarai tu a deliziarmi con il tuo nettare, non avrai altre possibilità”.
Bastarda, sapeva che ero totalmente eccitato al momento. Non c'era modo di resistere a lungo con lei. Tra me e me pensai: “La cosa peggiore che potrebbe accadermi è che lei succhi fino a farmi esplodere, la migliore che potrò avere la sua figa su richiesta”.
"Facciamolo." Dissi con fare baldanzoso.
Lisa si spostò all'indietro fino a mettermi la figa completamente davanti alla faccia. Si chinò in avanti e prese il mio cazzo in bocca. La sensazione di calore della sua bocca che accoglieva il mio cazzo quasi mi fece sparare all'istante il mio carico, ma con la maestria di un maestro zen, mi sono tenuto sotto controllo. Iniziai così a leccarle la figa, mi concentrai su come darle il massimo del piacere, con la lingua tracciavo il percorso delle grandi labbra prima e delle piccole poi, mi fermavo e soffiavo per poi riprendere il percorso. Alternavo il laccare al soffiare, poi con la punta della lingua percorsi lentamente tutta la lunghezza della sua fessura fino a quando trovai il clitoride. Lei imperterrita continuava con il pompino. Tornai in giù ripercorrendo la sua lunga striscia, fino ad infilare totalmente la mia lingua intervallano del suo fiore completamento fradicio. Lei si fermò un attimo perché presa da alcuni brividi di piacere. La sua figa era così bagnata che i suoi succhi mi scendevano giù per il mento. Aveva un sapore così buono. Volevo di più. Leccavo e succhiavo. La tirai più indietro in modo da poter arrivare meglio al suo clitoride, stuzzicandolo con la punta lo sentivo gonfiarsi. Lei capì che stavo per vincere, perché intensificò i suoi sforzi sul mio cazzo. Continuò a leccare e succhiare la mia asta, per poi segarmelo dolcemente mentre mi leccava le palle. Stavo per esplodere, dovevo fare qualche cosa perché le parti si erano invertite, ed era lei che ora che stava per vincere. Inserii così il mio dito indice nel suo culo e il pollice nella sua figa giocando dentro ai pertugi e continuando a stuzzicarle il clitoride con la lingua. Sentii un lamento, trasformatosi poi in gemiti di piacere, lasciò la presa del mio cazzo e si sedette praticamente sulla mia faccia, spingendo con foga la sua rosa verso la mia bocca. Si muoveva e si contraeva, avevo trovato il suo punto debole. Aveva dimenticato completamente il mio cazzo e urlava di piacere. Cominciavo ad essere stanco, così tolsi le dita e la penetrai con la lingua, mentre con il pollice le massaggiavo il clitoride.
Lei cominciò a tremare violentemente e ad urlare: “Si..Si..non fermarti, scopami con la lingua”. Si spinse ancora un po’ indietro per sentire meglio la mia lingua dentro di lei, e poi emise un forte grido.
I suoi succhi mi inondarono completamente la faccia, e lei spossata si lasciò cadere in avanti sulle mie gambe ansimando profondamente e contraendosi ancora per qualche istante.
“Oh, Marco sei stato fantastico, grazie” disse con un filo di voce. Sorrisi tra me e me, ero orgoglioso del mio risultato.
"Prego Lisa," le risposi.
Lei dopo essersi ripresa si spostò in avanti fino a quando la sua figa non fu sopra il cazzo. “Credo sia ora di pagare la scommessa” disse. Si alzò un po’, lo prese in mano e lo guidò dentro di lei. Con il suo culo ancora di fronte a me, guardai il mio cazzo che lentamente entrava nella sua figa. La sua figa era come una calda coperta che ti avvolge nei freddi giorni d’inverno. Era stretta, ma i suoi succhi aiutarono il mio lui ad entrare dentro di lei. Io mi godevo la vista di quel bel culo che andava su e giù, sentivo l'odore del nostro sesso nell'aria. Iniziò lentamente per poi aumentare il ritmo. In un primo momento lei era in ginocchio e andava su e giù facendo rimbalzare il suo culo sul mio ventre, poi si piegò all'indietro e io la sostenevo e aiutavo i suoi movimenti con le mie mani sulle chiappe del suo culo. Sentivo i suoi succhi invadere il mio cazzo e colare bagnandomi anche le palle. Con tutti i preliminari che c’erano stati, non ci volle molto per lei portarmi al limite. Sapevo che non sarei durato molto più a lungo. Lei capì che ero al termine, così si sfilò dal mio cazzo, si sdraiò al mio fianco e tenendosi le tette fra le mani mi disse: “Vieni, mettilo qui in mezzo”. Nonostante la stanchezza, come un fulmine fui sopra di lei. Lisa lo prese in mano e lo mise in mezzo alle sue tette, ed io prontamente cominciai ad andare avanti e indietro, con lei che ogni volta che avanzavo mi prendeva la punta in bocca. Dopo pochi secondi iniziai ad esplodere, spruzzando sperma sulla sua bocca e sulle tette. Lei con mia sorpresa prese lo sperma e se lo portò alla bocca, assaporandolo con molto piacere.
“Mmmm. Io amo il gusto di sperma” disse. Tutto quello a cui riuscivo a pensare era: “Wow, questa scopata è stata memorabile”.
Ma poi ringraziandola le dissi: “E’ stato il miglior bagno della mia vita”.
Lei scoppiò a ridere e mi disse: “E siamo solo all'inizio!"
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