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Ospite della Sorella


di remida67
09.10.2012    |    92.215    |    2 9.4
"Ad un certo punto Barbara, con fare sornione e intrigante, disse “vedo che ancora certe cose di frullano nella mente..."
Stefano si era recato a Milano per conto della sua ditta, e visto che nel capoluogo lombardo abitava da anni la sorella Barbara, era suo ospite per quelle due notti di trasferta. Arrivato di buon ora a Milano, Stefano andò subito a casa della sorella, si rinfrescò, lasciò la borsa da viaggio, e si precipitò al lavoro dando appuntamento a Barbara più o meno per l’ora di cena. Quando rincasò lei gli fece trovare un’ottima cenetta che consumarono da soli, dato che il marito della donna era come sempre in giro per il mondo essendo direttore commerciale di una importante multinazionale. Finita la cena Barbara rassettò e disse di aver bisogno di una doccia, così il fratello si mise in pigiama prima di accomodarsi sul divano davanti alla TV. Dopo pochi minuti la sorella tornò e sedette accanto a lui con addosso l’accappatoio, e i due, che non si vedevano da tempo, cominciarono a chiacchierare. Ma l’accappatoio di Barbara risultava sempre più aperto, e Stefano non riusciva a non lanciare impertinenti occhiate a quel corpo davvero invitante. Infatti Barbara era una 40enne mora e prosperosa, con un fisico che tradiva le lunghe ore passate in palestra. Stefano, che aveva esattamente 10 anni meno della sorella, continuava a guardare quelle grosse e sode tette che facevano capolino fino a scoprire i capezzoli, e quelle belle cosce carnose che si scoprivano fino all'inguine facendo a tratti intravedere il boschetto scuro privo di qualsiasi indumento intimo. Ad un certo punto Barbara, con fare sornione e intrigante, disse “vedo che ancora certe cose di frullano nella mente. Quando eravamo ragazzi mi sono accorta più volte che mi spiavi, vedo che gli anni sono passati ma te ne freghi ancora che sono tua sorella”. Stefano, imbarazzatissimo cercò di farfugliare qualche improbabile giustificazione, ma lei lo interruppe “guarda che non mi da fastidio, anzi. Magari mio marito mi guardasse ancora allupato così come mi stai guardando tu, e magari gli procurassi queste erezioni”, e così dicendo posò la mano sulla patta del pigiama del fratello che evidenziava tutta la sua eccitazione. Stefano a quel contatto sentì il cuore in gola e il cazzo impennarsi ulteriormente. Barbara continuò con tono laconico “mio marito è sempre in giro per il mondo, e quelle poche volte che sta in casa neanche mi guarda. Neanche fossi una vecchia laida e rugosa”. Con l’eccitazione che ormai diventava incontenibile, Stefano rispose “tuo marito deve essere pazzo a trascurare un pezzo di gnocca come te! Hai un corpo che farebbe resuscitare un morto!”. Barbara sorrise dolcemente, e con la mano che ormai stringeva il sesso turgido del fratello rispose “mi trovi davvero eccitante? Mi fa piacere sentirmelo dire, e voglio ringraziarti per questo complimento. Voglio darti quello che da me hai sempre desiderato in silenzio”. Così dicendo gli abbassò il pigiama e le mutande facendo svettare il cazzo in tutta la sua sontuosa erezione, si chinò e tenendolo in mano passò la lingua sulla cappella gonfia, poi su tutta l’asta fino a soffermarsi sulle palle, e infine risalì accogliendolo tutto in bocca. Cominciò a succhiarlo andando avanti e indietro con la testa, e una mano di Stefano si impadronì delle sue tette, mentre l’altra si posò sulla nuca accompagnandone i movimenti. Poi lui sentì montare un prepotente orgasmo, afferrò con forza la testa della sorella e spingendosi in avanti esplose tutto il suo piacere in interminabili schizzi di sborra che Barbara ingoiò avidamente fino all'ultima goccia. Quando lei risollevò la testa, lo fissò languidamente e cominciò a toccarsi tra le gambe. L’invito era esplicito, e il fratello lo raccolse: dapprima sostituì la mano di Barbara con la sua e cominciò a masturbarla, poi si chinò e ricambiò il piacere orale che lei gli aveva appena regalato. La leccò con trasporto fino a portarla all'orgasmo, e poi la baciò in bocca facendole sentire i suoi stessi umori. Allora lei disse “andiamo di là, vieni a riscaldare il mio letto da troppo tempo freddo”. Non ci fu bisogno di aggiungere altro. Nel lettone di Barbara i due cominciarono a baciarsi e toccarsi, fin quando lui le montò sopra e lei aprì le gambe per accoglierlo. Il cazzo duro come il marmo affondò completamente in quella fica ormai ben lubrificata, e cominciò a scorrerle dentro. Stefano stava finalmente scopando sua sorella! La fotteva e la baciava in bocca, lei godeva come una vacca e si agitava sotto le randellate del fratello raggiungendo più volte le vette del piacere. Alla fine Stefano non riuscì più a trattenersi e sborrò nel ventre della sorella. Lei subito lo rassicurò “non preoccuparti, prendo la pillola. Anche se mio marito non mi scopa più, mi tengo sempre pronta per qualsiasi evenienza”. E lui replicò “beh, d'altronde se tuo marito ti trascura, non può lamentarsi se gli metti qualche cornetto”. Barbara, dimostrandosi veramente affamata, ricominciò subito a stuzzicare il fratello, il quale rispose con una nuova rapida erezione. I due amanti incestuosi scoparono ancora, e questa fu una lunghissima cavalcata. Avendo già sborrato due volte, Stefano poteva ora gestirsi a suo piacimento: cominciò nella posizione classica, poi se la face mettere sopra per potersi godere appieno le belle tette, poi ancora la mise alla pecorina penetrandola da dietro, e in quella posizione fu inevitabile sentirsi attratto da quel bel culo sodo. Dapprima le infilò dentro un dito, poi un secondo, e constatando che la strada era già fatta si sentì incoraggiato. Allora si sfilò e appoggiò la cappella al buchetto posteriore e spinse guardando tutta la mazza sparire tra le chiappe di sua sorella. Fu assalito da un autentico raptus erotico e la sodomizzò con violenza fino a scaricarle una abbondante sborrata nelle viscere, e solo a quel punto si addormentarono esausti ma appagati. La notte successiva si replicò, e quando la mattina Stefano dovette ripartire, promise alla sorella di averle fatto altre visite, e lei lo ringraziò con l’ultimo pompino sulla porta di casa.
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