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Le Amiche di Mia Madre


di remida67
11.09.2013    |    25.498    |    0 9.2
"Era la prima volta che mi capitava una simile situazione, a saperlo non avrei dato fondo alle mie energie qualche ora prima… regalando parte del mio essere a..."
L'unica cosa che potevo desiderare in quel momento era di stare almeno un quarto d'ora solo con loro, ma non avrei potuto consolare le mie voglie almeno fino al giorno dopo, quando la maschera di bravo e lodevole giovanotto, amico di famiglia, perché così voleva la mamma, sarebbe caduta lasciando il posto al più spregiudicato degli amanti. Carico di passione, in quella veste a me così poco consona, stavo gustando una tazza di te, seduto su quel divano che a poche ore di distanza sarebbe stato intriso dei nostri umori più intensi e aspri.
Quella sala dove mia madre chiacchierava spensierata con le sue amiche, si sarebbe trasformata nella più ardita delle alcove.
Gli attori di quelle selvagge scene di piacere erano presenti: io e le due compagne di te di mia madre, ignara totalmente di come si sarebbero potute trasformare all'improvviso se la sua presenza fra di noi fosse venuta meno. Mi sembrava di fingere alquanto bene, la mia insofferenza e la mia impazienza nel volermi allontanare da quel luogo.
Dovevo fingere di non sopportare quelle visite di cortesia, mentre mia madre non perdeva occasione di lanciarmi serie occhiate. Me l'aveva detto più volte, che almeno una visita al mese era doverosa, verso quelle sue care amiche che mi avevano cresciuto come se fossero delle mie parenti. Era così eccitante vederle in quegli atteggiamenti vezzosi, da vecchie zie, che non lasciavano trasparire affatto, l'irrefrenabile voglia di ciò che poco aspiravano dai lori indaffarati mariti.
Giulia e Carla, se non ricordo male, erano i loro nomi. Entrambe di fisico piacente, avevano cominciato a frequentarsi in separata compagnia dei loro consorti, per scaldare, in dolci effusioni tutte al femminile, quei lunghi pomeriggi autunnali. Momenti in cui il vento e la pioggia rischiano di spazzare via quella passionalità e quell'ardore che ci accompagnano violentemente nei mesi caldi e spensierati.
Circa sei mesi prima, in una di quelle rituali visite così formali, mi capitò di assistere a quell'evento che finì per cambiare la mia visione del mondo, o di almeno quello che c'è di più importante al mondo…
Mentre i miei genitori erano intrattenuti simpaticamente dai racconti di altri tempi narrati dal padrone di casa, il marito di Carla; io mi aggiravo per i lunghi corridoi molto silenziosamente, cercando di poter soddisfare in qualche luogo uno dei bisogni che tanto ci premono in certi momenti, ma che sono così difficilmente manifestabili, pena una sorta di condanna alla cafonaggine di non poter controllare la mia cara vescica… Fatto sta che aprii molto lentamente la porta della terza stanza che finora avevo infruttuosamente incontrato; era la cucina, dove mi attardai abbastanza per capire la scena che mi si proponeva…
Erano Giulia e Carla che stavano preparando il te.
O almeno, Giulia stava versando l'acqua bollente nelle tazze, in piedi completamente piegata in avanti sul tavolo… mentre Carla in ginocchio dietro di lei era impegnata a scavare con la sua faccia, nell'incavo dei glutei dell'amica, affannosamente, come se cercasse di arrivare ad un punto, all'interno di quello spacco, sempre più profondo.
Mi soffermai qualche secondo a guardare quello che ora giudico uno degli spettacoli più affascinanti della natura umana…o meglio femminile.
Quando il mio stupore era trasformato ormai in inconscia eccitazione, mi accorsi terrorizzato che le due donne mia avevano notato, ricomponendosi di soprassalto, goffamente, anche loro sicuramente atterrite…
L'unica cosa che mi uscì dalla bocca fu "oh scusate, stavo cercando la toilette". Mi resi conto che ero in una situazione al quanto scomoda e imbarazzante, e mi aspettavo una loro sfuriata sul fatto che non avessi bussato alla porta.
Ma in quel momento credo che ciò fosse il loro ultimo pensiero…
Non ero più un bambino, non avrebbero potuto far finta di niente, come se non avessi visto nulla.
Giulia scoppiò a piangere, mentre Carla si avvicinò tirandomi verso di lei e sbrigandosi a chiudere la porta alle mie spalle; dopo di che sussurrò all'amica di non farsi sentire piangere, e che tutto sarebbe andato a finire bene. Il discorso che mi sentii fare fu quello più ovvio e scontato, vi lascio immaginare tutte le cavolate a sfondo etico che non saltarono fuori, sull'amore verso i loro mariti, l'amicizia che scorreva fra le due donne, ecc. ecc. Ma quello che non mi aspettavo di sentirmi dire fu che sarebbero state entrambe contente di poter comprare la mia più assoluta riservatezza sull'argomento…
Carla disse all'amica di ricomporsi e di servire il te agli ospiti e ai loro mariti; facendo molta attenzione che nessuno si avvicinasse alla cucina. Disse di scusarla a tutti, ma sarebbe mancata per alcuni minuti, causa una macchia di te sul vestito. Mentre io sarei risultato in bagno, se qualcuno avesse notato la mia assenza.
Non capii subito ciò che si stava mettendo in atto… Quando vidi Giulia uscire dalla cucina sentii le labbra di Carla appoggiarsi sul mio collo, mentre una sua mano stava cercando delicatamente di aprire la cerniera dei miei pantaloni. "Ti stavi eccitando a spiarmi mentre le leccavo la sua dolce passera… dovresti sentire che buon sapore che ha." Mi sussurrò poi all'orecchio "Ti sei accorto allora di come mi piace usare la bocca e la lingua, non ti offendi se ti mostro come è bello farsi leccare certe parti del proprio corpo?"
Si inginocchiò davanti a me e guardandomi negli occhi tirò fuori il mio membro che aveva reagito più che tempestivamente alle sollecitazioni…Era estremamente eccitante vedersi il proprio uccello scomparire fra le sue labbra, vedere come si impegnava nel farselo scivolare in gola, sempre con quei suoi occhi persi nei mie.
Era la prima volta che mi capitava una simile situazione, a saperlo non avrei dato fondo alle mie energie qualche ora prima… regalando parte del mio essere a Miss luglio di "Playboy".
Le accarezzavo la testa, nell'atto di aiutarla a raggiungere più facilmente con le labbra la base del mio uccello, non lasciandomi intimidire affatto dalla situazione, anzi spingendo all'eccesso la cosa… "Sei proprio brava, ma adesso spostati! O vuoi che ti venga in bocca?" Non sembrava importarle la cosa, continuando sempre più avidamente a succhiarlo, iniziò a massaggiare delicatamente le mie palle, che da un momento o l'altro le avrebbero inondato la gola, caldamente…
Mi sentii girare leggermente la testa, ma l'entusiasmo di vederla ingoiare tutti i miei umori e di continuare a leccami la cappella, mi avrebbe fatto reggere a qualsiasi sforzo.
Si accertò minuziosamente che non mi fossi sporcato, e guardandomi negli occhi mi disse che era il momento di tornare nella sala, dove gli altri stavano prendendo il te. Disse anche che se fossi passato l'indomani nel primo pomeriggio, senza farmi vedere da nessuno, mi avrebbe spiegato altre cose… anch'esse molto interessanti, magari con l'aiuto della sua amica Giulia.
Il giorno dopo mi presentai a casa di Carla moto presto. Non appena finii di pranzare infatti, convinsi mia madre che mi avrebbe fatto bene andare a fare una lunga passeggiata meditativa, lungo quelle strade di collina, dove mio padre era solito cacciare proprio in quei pomeriggi d'autunno.
La mia meta effettiva era comunque di strada, entrai dal retro come mi era stato detto. Mi venne ad aprire Giulia. Ci guardammo negli occhi, entrambi molto imbarazzati; il gelo fra noi si sciolse non appena sentimmo la voce di Carla sopraggiungere dall'interno.
"E' un po' presto per il te, vuoi qualcos'altro da bere?". Mi chiese una di loro. "Non desidero nulla che possa trovare nel Caffè, all'angolo della strada…" Risposi sorridendo a Carla, che si avvicinò all'amica e prendendola per mano, mi fece segno di seguirle.
Arrivati nella camera da letto degli ospiti, Carla iniziò molto dolcemente a spogliare l'amica, che guardandomi con un senso di imbarazzo, mi disse di spogliarmi e di mettermi a mio agio…
Le due amiche iniziarono ad amoreggiare, baciandosi in maniera così passionale come non avevo mai visto fare. Carla si sedette sul letto, davanti a me. Si era tolta le sue mutandine bianche, lanciandomele volutamente in faccia. Le ultime che mi era capitato di osservare furono quelle della mia cuginetta, allora avevamo entrambi una decina d'anni. Adesso la cosa era molto diversa… Raccolsi le sue mutandine che mi si erano fermate addosso sulla giacca, e guardando quell'essere così perfetto che si stava offrendo a me in tutta la sua completezza, me le strinsi sul volto, le annusai profondamente.
"Ma cosa stai facendo? Vieni qui piuttosto… Assaggiami e dimmi se ti piaccio" Disse Carla allargando le sue cosce e mostrandosi senza pudore, facendo attenzione con le dita che le sue labbra già umide assumessero l'aspetto più invitante possibile…
Mi sentii prendere da una forte eccitazione, tanto che mi venne spontaneo mettermi una mano sull'uccello, accorgendomi che esso non aspettava altro che immergersi e sprofondare in quell'abisso di piacere.
Giulia intanto senza che io me ne accorgessi si era avvicinata a me, spostandomi la mano dalla cerniera sussurrò di lasciare fare a lei… e di preoccuparmi soltanto di soddisfare le voglie dell'amica.
Intanto questa aveva iniziato a titillare il suo clitoride; inumidendosi le dita con la lingua, le affondava dentro di lei, profondamente, alternandole dolcemente.
Prima l'indice, poi il medio…e tutte le volte che arrivava in fondo, che il suo dito scompariva del tutto, la sua bocca emetteva un leggero sussulto di piacere.
Una volta finitomi di spogliare, Giulia ed io ci adagiammo sul letto, accanto a Carla, che accarezzandomi la testa mi diresse alle sue labbra, bagnate e disponibili a qualsiasi mia decisione.
Affondai dapprima la lingua in quella fessura, sforzandomi di arrivare in profondità, e perdendomi il naso nel suo folto pelo. Poi mi soffermai sul suo clitoride piccolo e inturgidito, compiendo dei piccoli cerchi con la lingua intorno ad esso. Ad ogni mio passaggio, ogni volta che affondavo in lei il mio viso proteso al massimo, la sentivo tremare dal piacere. Premendomi la testa contro di lei, Carla si abbandonava sempre più a gemiti e sospiri incontrollati… Notai che le sue dita erano passate ad accarezzare il suo piccolo forellino in mezzo alle natiche, spingendosi dentro con decisione il medio e l'anulare, fino al livello dei suoi grossi anelli, che sembravano non volerne sapere di entrare.
Mentre mi gustavo il sapore intenso di quella passera, Giulia aveva cominciato ad accarezzare il seno dell'amica. Stringendolo con entrambe le mani, ne leccava avidamente i capezzoli inturgiditi. Ero molto eccitato nel vedere le due amiche baciarsi, guardavo meravigliato la lingua di una scivolare nella bocca dell'altra; volevo partecipare anch'io a quell'incontro così armonioso, avvicinai la mia bocca alla loro, porgendo la lingua. "Ti sei stancato di leccargliela?" sussurrò Giulia, allora le misi una mano nello spacco fra le sue natiche e risposi che avrei voluto assaggiare anche lei… Questa sorrise; poi si inginocchiò sul letto, adagiando la testa e le spalle sul cuscino e mantenendo il sedere in alto, così che potessi avere bene a disposizione tutte le sue piccole fessure. Aprendosi bene con l'aiuto delle dita mi disse "coraggio non mi far aspettare… voglio sentirti dentro di me".
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