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E per chiudere la serata...


di remida67
26.10.2012    |    12.323    |    0 9.6
"Iniziai a baciarle la patatina attraverso le mutandine, e già si vedeva che si stavano bagnando, accarezzandola e accennando una penetrazione con le dita..."
Era stata una serata come tante: cena fuori, una birretta al pub e poi un po' di discoteca all'aperto con amici ed amiche. Poiché i miei non erano a casa, sapevo di poter rimanere fuori tutta la notte. Dovevo riportare un paio di amici e un paio di amiche a casa: il tragitto migliore mi faceva portare prima a casa gli amici e poi le amiche. Durante tutta la serata, si era parlato più volte di sesso, senza troppi peli sulla lingua: esperienze, posizioni preferite e altro. E le due ragazze che erano in macchina non erano di certo due sante.
La prima, Marta, è davvero una bellissima ragazza. Alta, bionda, con occhi verdi, gambe lunghe e un culo sodo da favola, due seni piccoli (una seconda) ma molto sodi, e pelle abbronzata. Ha un difetto però: è veramente insopportabile, vuole essere al centro dell'attenzione sempre e comunque. In poche parole, la odio, c'è anche da dire che non si capisce se sia una suora o una porca, visto che a seconda di come parla, sembra che alterni serate in cui fa la maiala e altre in cui pure se il (ormai ex) moroso è arrapato preferisce andare a dormire, ma secondo me, sotto sotto, è una vera porca, amante delle cose più strane. Anche se a suo dire, il suo culetto è vergine e sempre vergine resterà.
La seconda invece, Federica, è una favola: alta, abbronzata, culo alto rassodato da estenuanti sedute di step in palestra, due seni perfetti, una terza molto soda e con due capezzoli spettacolari (li avevo visti quando era in costume da bagno bianco in piscina), capelli neri e occhi azzurrissimi, sopracciglia rifinite dall'estetista, sempre vestita perfettamente. E che lei sia una porca, questo lo so per certo. Non che sia una che va in giro a farsi scopare dal primo che la rimorchia in discoteca, anzi è generalmente molto fedele al proprio moroso, ma c'è anche da dire che, se le voci che circolano sono vere, il moroso se lo spreme completamente nelle notti di sesso sfrenato, costringendolo ad un numero di rapporti esagerato e sfruttando tutti i propri buchetti. Alternando il cazzo del proprio fidanzato ai suoi vibratori. E adesso c'è anche da dire che si è lasciata da tre settimane con il suo moroso, ed è quindi in astinenza. Era, infatti, tutta la serata che mi lanciava occhiate molto molto vogliose.
Io invece, sono un normale ragazzo di 19 anni, che fa il nuotatore. Poiché nuoto sin dall'infanzia, diciamo che ho sviluppato un fisico considerevole, che ho sempre cercato di mantenere il più proporzionato possibile con molte sedute di palestra. Ho i capelli neri e gli occhi azzurri, sono alto e il mio corpo, sempre abbronzato, è completamente depilato, anche nelle parti intime. Non sono un superdotato, ma di certo, dei miei 22 cm di cazzo non mi posso lamentare.
Arrivati a casa della prima amica (una villetta isolata), con ormai solo me e le due ragazze in macchina, sento Marta che mi chiede: “Tu ci verresti con me?” La guardo, è davvero una bella ragazza. Ricordando che lei sosteneva di non voler assolutamente essere penetrata nel culetto, le rispondo: “Che domande. Certo che ci verrei con te. Ci verrei e te lo metterei nel culo per farti dispetto”. “Ma che simpatico che sei.. proprio simpatico.. Secondo me non ce la faresti a mettermelo nel culo, visto che probabilmente ce l'hai così piccolo che non ce la faresti a farmelo entrare”.
“Ne sei sicura Marta?” le risposi con un’occhiata di sfida. “Si ne sono sicura. Se fossimo da soli ti direi di entrare a dimostrarmi il contrario venendo in casa mia e scopandomi, visto che i miei sono in vacanza. Ma visto che non credo la Fede abbia voglia di aspettare qui, vattene un po' a cagare. Vai a farti una sega a casa pensando al mio culo, sfigato”.
“Ma veramente” intervenne Federica, “io non ho alcun problema ad aspettare qui, né tantomeno entrare in casa a guardarvi come giudice della vostra scopata, e ancora meno problemi a partecipare”. Dicendo questo, mi guardò con uno sguardo affamato e mettendosi la punta dell'indice in bocca.
Guardai Marta, allibita da quelle parole, e spensi il motore. Balbettò “Ma”.
“Ma un corno” dissi “stasera si scopa. Hai una villetta vuota e isolata, e mi hai sfidato, stasera ti faccio urlare, e non dirmi minchiate, o che non ne hai voglia, lo so io e lo sai anche tu che hai voglia di essere scopata”.
Mi guardò. L'imbarazzo per quella situazione stava rapidamente scomparendo negli occhi di Marta. Mi guardava, e cercava di capire se facevo sul serio. Avendo capito che la risposta era affermativa, scese dalla macchina e si avvicinò al portone di casa, seguito da me e da Federica, che già mi stava toccando il pacco per sentire la mie eccitazione. Entrammo in casa, e salimmo rapidamente in mansarda, dove lei aveva la camera.
Appoggiò la borsetta e le chiavi sul tavolo, mentre io chiudevo la porta. Doveva ancora girarsi, quando già le ero addosso: mi appoggiai contro Marta, spingendola contro il bordo del tavolo, appoggiando il mio pacco contro il suo culo, il mio petto muscoloso contro la sua schiena liscia, baciandola sul collo e toccando il suo ventre con la mano sinistra e tastando la consistenza dei suoi seni con la destra. Mi girai verso Federica e le dissi: ”Fede, per favore, siediti sulla poltrona e aspetta. Adesso mi dedico un po' a lei, poi mi occuperò di te; vedrai, non rimpiangerai l'attesa”. Mi sorrise maliziosamente, pregustando la scopata che avrebbe ricevuto, e ubbidiente si sedette sulla poltrona accavallando le gambe, pronta a godersi lo spettacolo sui avrebbe assistito di li a poco.
Girai Marta verso di me e la baciai. Prima solo un piccolo bacio, poi inizia a infilarle la lingua in bocca, ad ogni bacio rispondeva con crescente lussuria. Iniziai a baciarla sul collo, scendendo verso i seni progressivamente, sfruttando la pelle lasciata scoperta dalla scollatura della maglietta. La presi per mano e la portai a letto, facendola sedere. Le tolsi i sandali, liberando due piedi magnifici e stupendamente curati. Per farla eccitare, iniziai a baciarle i piedi, prendendole anche in bocca le dita, e vidi che la cosa le faceva enormemente piacere, ad ogni bacio sui piedi sospirava come se già la stessi penetrando.
Mi alzai in piedi, lei ora era sdraiata sul letto, e mi sdraiai su di lei. La guardai intensamente negli occhi senza dire nulla. La baciai ancora con la lingua, poi ripresi a scendere verso i seni.. Arrivando alla fine della scollatura, passai al ventre, lasciato scoperto dalla corta magliettina aderente. La baciavo sulla pancia tesa, iniziando anche a infilarle la lingua nell'ombelico, per poi risalire man mano verso i seni, alzando la maglietta, ma senza toglierla.. Mi misi in piedi, mi tolsi scarpe pantaloni e maglietta, rimanendo solo con i miei boxer neri, poi mi sdraiai nuovamente su di lei, sfilandole finalmente la maglietta. Iniziai a baciarla sui seni, infilando le mani dietro di lei per slacciarle anche il reggiseno: glielo tolsi, e subito iniziai a leccarla sui seni sodi, succhiando i capezzoli ormai rigidissimi e prendendoli in mezzo ai denti, facendola mugolare intensamente di piacere. Continuai così per parecchio tempo, e intanto che le mordevo un seno, strizzavo il capezzolo dell'altro tra le dita della mano per provocarle un piccolo dolorino, che si vedeva, la eccitava tantissimo.
Mi scostai dai suoi seni, e mi abbassai sopra il suo pube: iniziai a slacciarle la cintura dei pantaloni, gliela tolsi, e slacciai i bottoni dei jeans aderenti. Glieli sfilai, denudando due gambe lunghe, abbronzate e magnificamente tornite da tante sedute in palestra. Iniziai a baciarle la patatina attraverso le mutandine, e già si vedeva che si stavano bagnando, accarezzandola e accennando una penetrazione con le dita attraverso gli slip. Glieli sfilai dolcemente, mettendo a nudo così il suo pube perfettamente depilato e la sua stretta patatina sorridente.
Mi sdraiai nuovamente sopra di lei, e subito sentii le sue mani che prima mi toccavano il pacco, tastando la mia eccitazione, per poi sfilarmi i boxer. La penetrai, dolcemente, con lentezza, iniziando però subito ad aumentare via via il ritmo, la sua vagina era incredibilmente stretta, mi avvolgeva completamente il cazzo come un guanto, ed era anche incredibilmente bagnata. Le mie palle sbattevano contro le labbra della sua fighetta, ad ogni colpo sospirava più profondamente, sembrava gradire decisamente l'aumento di ritmo che avevo dato alla mia penetrazione, e ormai avevo assunto un ritmo quasi forsennato, lei si contorceva sotto le mie spinte, e aveva ormai smesso di mugolare, mettendosi proprio ad urlare per il piacere.
“Ti piace, troia che non sei altro? E io lo avrei così piccolo da non riuscire a scoparti? Te lo avevo detto che ti avrei fatto urlare”. Continuai così per parecchio tempo, la ragazza sembrava abbastanza lenta a raggiungere l'orgasmo, e dovevo concentrarmi molto per farla venire senza che io raggiungessi l'orgasmo prima del tempo. Continuando a penetrarla con un ritmo stabile, cercavo di sfruttare il mio pene in tutta la sua lunghezza, facendolo quasi completamente uscire e rientrare nella sua vagina, e avevo anche iniziato a stimolarle la clitoride con due dita, mentre la baciavo intensamente sui seni, mordendole i capezzoli.
Con un urlo più forte degli altri, venne, contorcendosi sul letto dal piacere, senza riuscire a controllare le contrazioni dei suoi muscoli, tesi allo spasimo, ad ogni contrazione, sentivo i suoi muscoli pubici stringere la vagina attorno al mio cazzo. Scalciava nel vuoto, tentando di divincolarsi dalle mie spinte, che non fermavano, per cercare di sfuggire a quel piacere così intenso da squassarla completamente in ogni fibra del suo corpo, con un ultimo deciso colpo affondai completamente dentro di lei il mio cazzo e mi fermai con il fiato grosso, lei appariva quasi svenuta sul letto, ancora sospirava, mentre le ultime contrazioni di piacere le percorrevano il corpo. Sentivo le sue secrezioni vaginali colarmi giù per le palle, e la guardavo in tutta la sua bellezza: quel bellissimo corpo brunito aveva appena avuto un orgasmo formidabile, e ora giaceva sul letto incapace di riprendersi.
Estrassi il mio cazzo pulsante, gonfio di sborra dalla sua vagina e mi girai: “Fede, tocca a te”. Lei guardava estasiata la scena, Marta stesa sul letto che iniziava a riprendersi, io completamente nudo e in piedi con il cazzo gonfio e più duro che mai. Si avvicinò subito a me, io la guardai e la baciai intensamente con la lingua. Abbassai le mani sul suo bacino, portandola verso di me, facendo in modo che il mio cazzo fosse stretto tra la mia pancia dagli addominali scolpiti e il suo ventre piatto, in modo che potesse apprezzarne le dimensioni e la consistenza. Poi iniziai a slacciarle i bottoni della camicetta, dal basso verso l'alto, mentre continuavo a baciarla. Le tolsi la camicetta, e subito il reggiseno. Mi dedicai a quei seni magnifici con passione, succhiandone con avidità i capezzoli, che ormai si ergevano turgidi e volevano solo essere succhiati e mordicchiati. Le leccavo i seni con passione mentre Federica mi aveva preso una mano e aveva iniziato a succhiare le dita. Dopo averle morso con più decisione i capezzoli, per farle provare un leggero dolore che sapevo la avrebbe eccitata, risalii baciandola sul collo e, appoggiandole le mani sulle spalle, la spinsi con decisione verso il basso.
Istintivamente, senza un attimo di esitazione, afferrò il mio cazzo con la mano destra, mentre con la sinistra accarezza i coglioni, e subito iniziò a giocare con la lingua sulla mia cappella, ancora bagnata delle secrezioni vaginali di Marta. Subito dopo averla ripulita per bene con la lingua, iniziò a leccare tutta l'asta, per poi iniziare il pompino vero e proprio. Iniziò prendendo la cappella in bocca, e succhiandola dolcemente, faceva roteare la lingua su questa per eccitarmi al massimo. Subito dopo, iniziò a far entrare nella sua bocca tutto il mio cazzo, riuscendo a toccarmi con le labbra il pube, riusciva a far stare nella sua bocca tutti i miei 22cm.
Dopo essere arrivata in fondo, iniziò ad andare su e giù, ritmicamente, coordinando il movimento della sua testa e della mano sinistra che mi stimolava le palle, quando affondava con la bocca, spingeva i miei testicoli contro la propria faccia, per comprimerli contro il suo mento, e risalendo con la bocca sull'asta li afferrava nella mano e, stringendoli, li spingeva verso il mio culo per scoprire al massimo la cappella tirando verso il basso la pelle, aiutandosi anche con la mano destra. Dopo qualche minuto di questo trattamento, iniziai a sentirmi il cazzo sempre più gonfio, come se dovesse esplodere: ancora poco, e i movimenti combinati della sua bocca sul mio cazzo e della sua mano sulle palle e mi avrebbe fatto venire nella sua bocca. Ma non era ancora il momento.
La scostai dal mio cazzo e la afferrai sotto le ascelle alzandola: poi la presi per mano e la portai sul letto facendola sdraiare accanto a Marta, che ormai sembra pronta a riprendere l'azione. Le tolsi rapidamente ma con dolcezza i sandali col tacco, i pantaloni e le mutandine, ormai bagnate all'inverosimile. La tirai verso di me, in modo che appoggiasse il culo sul bordo del letto, visto che la volevo penetrare in piedi. Lei allargò le gambe e le alzò, appoggiando i polpacci sulle mie spalle. Io presi il mio cazzo in mano, e lo condussi verso la sua vagina, appoggiando la cappella contro le sue labbra: la guardai, rimanendo fermo con il cazzo appoggiato contro la sua vagina.
“Entra” mi disse. Io subito detti una spinta netta, e feci entrare tutto il mio cazzo nella sua vagina con un colpo solo: lei inarcò la schiena per il piacere di una spinta così decisa. Mi misi subito a pomparla, le mie palle sbattevano contro la sua vagina e le sue gambe contro i miei addominali. Dopo poco, molto tempo prima di quanto mi avesse richiesto Marta, arrivò all'orgasmo: un orgasmo meno devastante di quello precedente: forse perché le voci erano giuste, e dunque ormai avvezza a godere di parecchi orgasmi, Federica non si scomponeva più di tanto. Ma di certo, non volevo che quello avuto con me fosse un orgasmo dei tanti, volevo ce ne se ricordasse a lungo.
Salii coi piedi sul letto, accovacciandomi in modo da non far uscire il cazzo dalla sua vagina, e mi chinai in avanti: sfruttando tutto il mio peso, iniziai a darle dei colpi forti e decisi, facendo affondare completamente il mio pene nella sua vagina, mentre le mie palle la frustavano sulle labbra. Con la forza e la velocità di questi colpi, Federica ricominciò rapidamente a godere, ma in modo radicalmente diverso da prima: ora urlava anche lei al pari di Marta, squassata da un piacere che con gli altri non doveva mai aver provato.
Raggiunse un secondo orgasmo, urlando come una troia, e sentivo il fiotto caldo delle sue secrezioni vaginali scorrermi lungo le palle. Le diedi ancora qualche colpo, poi estrasse il mio cazzo rosso, gonfio e pulsante dalla sua vagina, la girai e, dopo averle allargato le chiappe con le mani, le appoggiai la cappella sul buchino del culetto, dicendole: “Adesso ti scopo in culo.. vedrai che ti piacerà”. Lei ancora ansimante, mi disse “Fammi male”. In virtù di questa richiesta, mi misi due dita in bocca, le bagnai di saliva e gliele passai sul culetto, poi appoggiai la mia cappella nuovamente sul suo sfintere, e diedi un colpo violento e secco.
Entrai completamente al primo colpo, il suo culo era già stato allargato da tanti rapporti anali, ma era comunque bello stretto, per cui Federica lanciò un urlo a causa di quella penetrazione così violenta. Iniziai a penetrarla velocemente, stantuffando a più non posso. Urlava, più di quanto non avessero fatto le due ragazze fino a quel momento, sotto la forza e la profondità dei miei colpi, infatti sfruttavo tutta la lunghezza del mio pene, facendolo quasi completamente uscire e rientrare ad ogni colpo. La pompai così per parecchio tempo, chinandomi poi su di lei per baciarla sul collo e per stringerle i seni nelle mie mani. Marta nel frattempo ci guardava incredula e passiva, osservando quella scena quasi animalesca.
Mi protesi verso di lei, la afferrai per un braccio e la tirai delicatamente verso di me, baciandola in bocca. La feci poi inginocchiare spingendola sulle spalle, e poi appoggiandole una mano sulla testa la spinsi verso il mio pene che stava inculando Federica. Lei capì subito quello che doveva fare, e iniziò a leccare prima i miei coglioni, poi il mio cazzo che entrava e usciva dal culo di Federica. Mi concentrai completamente sul culo della Fede, inculandola con quanta forza potevo, per assecondare la sua richiesta di farle male. E riuscivo bene a soddisfare le sue richieste, considerando il volume dei suoi urli. Dopo un po' di tempo, mi fermai, ed estrassi il cazzo dal culo di Federica. La spinsi sul letto, lei si sdraiò esausta, poi mi abbassai flettendo le gambe e infilai il mio cazzo nella bocca di Marta, iniziando a scoparla in bocca.
Le feci appoggiare la testa contro la spalliera del letto, e poi iniziai a darglielo tutto in bocca, mentre lei mugolava rumorosamente. Ma era ora di arrivare al mio obbiettivo primario: inculare Marta. La feci alzare, e la feci inginocchiare sul letto, con le spalle rivolte verso di me, facendole poi piegare le ginocchia, in modo da farle appoggiare le natiche sui propri talloni. Lei aveva capito tutto, e mandò a quel paese i suoi propositi di mantenere il proprio culo vergine, era pronta. Mi abbassai sul suo buchino, e iniziai a leccarglielo per lubrificarlo. Poi ci infilai l'indice, come era stretto! Anche quello di Federica era stretto, ma questo era assolutamente il più stretto che avessi mai incontrato. Prestava una resistenza considerevole anche al mio indice, chissà come si sarebbe comportato col mio cazzo. Iniziai a farle entrare e uscire il mio indice, con pazienza e metodo, per farla abituare, poi dopo un certo tempo, infilai anche il dito medio, allargando ritmicamente le dita per farla abituare al nuovo tipo di penetrazione e allargarle il culetto in modo da non farle male.
Dopo un pò era pronta. Mi alzai in piedi e appoggiai la cappella contro il suo ano. Iniziai a spingere dolcemente, ma con costanza, la cappella fu la parte più difficile da far entrare, dovendo far dilatare il suo culetto non poco. Marta si sforzava di non gemere, ma passata la cappella, si distese, e fare entrare il resto dell'asta fu molto più facile. Dopo essere arrivato in fondo con le palle appoggiate contro il suo culo, iniziai a tornare dolcemente indietro e poi ancora avanti. Iniziai a stantuffare, mentre Federica spontaneamente fece la stessa cosa che avevo fatto fare prima a Marta, iniziò a succhiarmi le palle e a leccare il cazzo che entrava e usciva dal culo di Marta. Nel frattempo, dall'alto della sua esperienza Federica iniziò a sditalinare Marta con una mano, stuzzicandole in particolare il clitoride con le dita, mentre con l'altra sditalinava la propria vagina.
Io ormai avevo preso il ritmo, e pompavo dentro il culo di Marta velocemente e a fondo, lei dimostrava di apprezzare gemendo come una piccola troia. Dopo un po' di tempo, il mio cazzo scorreva ormai libero dentro il suo culo, ormai dilatato e abituato alla presenza del mio cazzo. Ormai Marta muoveva il bacino per aumentare la profondità e la velocità della penetrazione, sia di quella del mio cazzo nel suo culo, sia delle dita di Federica nella sua vagina.
Aumentai la velocità dei miei colpi, e Marta il volume dei suoi gemiti, ormai diventati degli urli di piacere. Ormai stavo per arrivare all'orgasmo: Marta ad un certo punto urlò nuovamente più forte e venne, con un orgasmo intensissimo provocato dalle diaboliche dita di Federica, la quale ebbe la mano completamente bagnata dalle secrezioni vaginali di Marta.
Io estrassi il mio pene dal suo culo appena prima di venire, e mi masturbai appena fuori dal suo culo, per arrivare all'orgasmo a mia volta: dopo tutto quel sesso, e soprattutto dopo tre settimane che non scopavo e non mi segavo, venni in una maniera mai vista. Scaricai una quantità di sborra mai vista sui piedi di Marta, urlando per il piacere, senza che i getti diminuissero mai di intensità. Dopo ben 11 getti di sperma, che avevano completamente ricoperto i piedi di Marta del mio seme, mi fermai, completamente svuotato. Federica, subito si avvicinò, impedendo a Marta di muoversi, e iniziò a leccare il mio sperma dai suoi piedi, ingoiando tutto. Io nel frattempo salii sul letto e mi inginocchiai di fronte a Marta, che subito prese in bocca il mio cazzo, ripulendolo dallo sperma rimasto sulla cappella, mentre io mi protesi, prima a baciare il suo culetto sfondato, poi a leccare le dita della mano di Federica, ancora bagnate dei liquidi emessi da Marta con il suo orgasmo.
Poco dopo, baciai intensamente e con passione Marta, facendo passare la mia lingua all'interno della sua bocca, ricambiato nell'azione con ugual passione. Poi mi sdraiai nudo sul letto, con il cazzo ormai quasi del tutto afflosciato e le palle vuote. Appena Federica ebbe finito di leccare lo sperma dai piedi di Marta, salì sul letto e si sdraiò accanto a me, seguita subito da Marta, che si sdraiò dall'altra parte. Baciai anche Federica in bocca, e lei mi prese in mano il pene, subito seguita nella stessa azione anche da Marta. Le abbracciai e le strinsi a me, mentre loro appoggiavano le loro teste sulle mie spalle, intenzionate a dormire addosso a me. “E' stata solo una occasione fortuita o ci ripeteremo ragazze?” chiesi. Entrambe, quasi in coro, mi risposero “Ci ripeteremo tutti e tre insieme, ovviamente.”
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