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Lui & Lei

in autostrada -storia vera


di batman100
30.10.2017    |    16.291    |    7 9.1
"Rallentai un po' la velocità per non perdere il controllo, mentre lei aveva allargato le gambe per permettermi di carezzarla meglio..."
Stavamo tornando da Roma, verso nord.
Ero con la mia ragazza (ora mia moglie) che era molto carina, ben fatta e soprattutto molto calda.
Aveva (ed ha ancora nonostante siano passati tanti anni) delle belle tette sode che si tenevano su da sole e mi facevano sempre eccitare.
Quel pomeriggio aveva una gonnellina rossa sgalettante ed una maglietta chiara che metteva in evidenza le sue belle forme.
Per ingannare la noia del viaggio le appoggiai la mano sulla coscia nuda, come facevo spesso.
La sua pelle era morbida e mi piaceva carezzarla.
Visto che il suo abbigliamento lo permetteva, lentamente la mia mano risalì fino ad arrivare al bordo delle mutandine.
In un primo momento cerco di respingermi, ma capii subito che non era proprio convinta.
"Dai, lasciami fare, sennò mi addormento alla guida, ho bisogno di distrarmi" le dissi.
lei mi sorrise maliziosamente e fece finta di niente.
Dopo qualche minuto che le mie dita erano arrivare sul tessuto delle mutandine, mi parve di sentire un suo fremito... si stava eccitando...
IO continuavo a guidare con la mia mano che era praticamente sulla sua fica e anche lei ad un certo punto allungò la sua mano sulla mia gamba.
Non ci mise molto ad arrivare al mio uccello che era già in tiro. Lo tastò con la mano mentre le mie carezzi si facevano sempre più audaci e cercavo si infilarmi sotto il suo slip.
L'eccitazione era partita e ormai non tornava più indietro.
Si infilò sotto i pantaloncini e in un attimo estrasse il mio uccello dal guscio. Fece capolino dall'elastico dei pantaloncini bello rosso e già duro come il marmo.
Rallentai un po' la velocità per non perdere il controllo, mentre lei aveva allargato le gambe per permettermi di carezzarla meglio.
Così facendo le aveva completamente scoperte e potevo immaginare che i pullman e i camion che ci sorpassavano, potevano ammirare tutte le sue grazie e la cosa mi eccitava ancora di più.
Tolsi la mano dalla sua fica bollente e la misi sulla sua spalla, avvicinandola a me.
Ci scambiammo un bacio veloce e le nostre lingue si incrociarono per qualche secondo, poi la spinsi leggermente verso il basso. Aveva capito quello che volevo e ormai stava al gioco.
Infilò la testa tra le mie gambe e il volante portando una gamba sul cruscotto.
Non si rendeva conto che così rendeva uno spettacolo osceno, ma piacevole, a tutti quelli che ci affiancavano.
Nel frattempo mi prese l'uccello in bocca e iniziò a farti un meraviglioso pompino.
La sua lingua saettava sopra la cappella dandomi brividi di eccitazione, era bravissima, nonostante la giovane età. Le sue labbra morbide stringevano il cazzo e scivolavano fino a farlo entrare quasi tutto in bocca per poi tirarlo fuori completamente bagnato della sua saliva.
Il sole al tramonto filtrava tra i finestrini e faceva brillare la cappella come fosse un gioiello, prima che lei lo riprendesse ancora fino in gola.
Intanto con la mano libera mi ero riportato sulla sua fica che ormai era bagnatissima, scostando le mutandine in quella posizione potevo penetrarla senza problemi.
La sentivo mugolare dal piacere mentre teneva la mazza in bocca e le vibrazioni sonore aumentavano il mio piacere.
Sorpassai un pullman di militari che andava più piano di noi, e naturalmente notarono subito cosa stava succedendo.
Dopo averlo superato, non feci neanche un km e lui mi superò di nuovo, ma questa volta erano tutti attaccati al finestrino a godersi la scena delle gambe spalancate della mia ragazza.
Questo gioco duro per qualche km ,mentre lei era sempre in immersione, sotto il volante.
E Ogni volta affondavo sempre di più le dita nella sua fica, fino a che la sentii urlare di piacere e si sciolse in un orgasmo profondo.
Anch'io stavo per esplodere e l'avvisai.Continuò a pompare sempre con maggiore foga fino a che non le schizzai in bocca una bella quantità di sperma bollente.
Lei strinse le labbra per non far scappare neanche una goccia e quando le contrazioni finirono, riemerse non prima di aver ripulito con la lingua fino all'ultima goccia.
Tornò su e aveva ancora la bocca piena di seme, mi guardò negli occhi e inghiottì tutto con piacere, ricomponendosi un po'.
Proprio in quel momento ci sorpassò di nuovo il pullman, e tutti i militari ci fecero un bell'applauso.
Lei li guardò stupita e disse " ma quelli che fanno? sono impazziti?"
Non si era accorta dello spettacolo che aveva dato.
E non fu l'ultima volta
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