incesto

Adele


di simona27
29.08.2021    |    1.786    |    3 9.8
"La domenica come spesso succede, restiamo in casa a riposare, perchè il lunedì si ricomincia..."
La sto osservando da dietro, un culo da favola, ha 38 anni, alta oltre il metro e settanta, un seno che penso sia tra la seconda e la terza, in casa non bada molto a come veste, non le importa se si mette in mostra, a volte penso che lo faccia di proposito, ora si rigira e mi sorride con i suoi splendidi occhi verdi e quella bocca carnosa. Ha i capelli biondi legati a coda alta, ma una ciocca ribelle le cade sul viso e lei l'allontana con uno sbuffo.
Io rido al suo modo di fare, l'adoro, lei è sempre così, spontanea. Finora ho parlato di lei, "Adele", la mia adorata mamma.
Sono Carlo, figlio quasi 18enne, noi viviamo soli, mio padre che non ho mai conosciuto, dopo averla ingravidata, è scomparso, lasciandola sola.
Per fortuna lavorava già e il suo datore di lavoro, per la gravidanza le ha mantenuto il posto, fino al suo ritorno dopo la mia nascita. Col suo stipendio siamo riusciti a vivere decorosamente, non potevamo permetterci delle voglie, ma io non ho mai avuto pretese.
Fino ad un anno fa mi diceva che ero il suo fidanzato-amante, le poche volte che ci potevamo permettere una serata al ristorante, io ero felice quando me, lo diceva.
Oggi è sabato, tra una settimana sarò maggiorenne, la fortuna ha voluto che appena presa la maturità sono riuscito a trovare un lavoro, d'ora in poi le nostre finanze miglioreranno.
Stamattina, mi chiede cosa voglio per festeggiare i miei 18 anni, le rispondo che a me basta lei. In tutti questi anni, non ci siamo potuti concedere dei lussi, per questo, adesso che anche io ho un lavoro e uno stipendio, voglio portarla a cena al ristorante, ma la voglio splendida, lei mi guarda di traverso, allora le dico che siccome una mamma bella, anzi bellissima come la mia ce l'ho solo io, mi dice che esagero.
Usciamo assieme, andiamo a fare la spesa e poi siccome si è presa l'impegno del ristorante, mi dice che le servono alcune cose da mettere, l'accompagno per negozi, compra delle calze nere, mi dice che sono velatissime, poi in un altro compra un completo di pizzo nero più reggicalze, io assisto alla conversazione con la commessa che mi crede il fidanzato, facile fare questo pensiero, lei non dimostra affatto la sua età, ma molti di meno.

Così finito il nostro giro di acquisti, mentre siamo sulla via del ritorno, col suo solito sorriso mi chiede : " Hai notato le allusioni della commessa?"
Io ) Certo, ma non ti guardi mai allo specchio? Sembri una ragazzina, molte compagne di scuola, mi dicevano che sembravi una coetanea.
Mamma ) Ma dai, non scherzare che poi va a finire che ci credo, certo quando ho avuto te avevo 21 anni, allora si che ero bella, ora molto meno, poi non ho mai potuto prendermi cura del mio corpo, erano tutte cose che non mi potevo concedere.
Io ) Da ora in poi, se vuoi potrai farlo, non saremo ricchi, ma una seduta dall'estetista e dalla parrucchiera non ci manderà in rovina.

---Arriviamo a casa, cena, televisione, qualche chiacchera e il sabato è andato. La domenica come spesso succede, restiamo in casa a riposare, perchè il lunedì si ricomincia.
In questa settimana ha prenotato estetista e parrucchiera, la cena è prenotata per il sabato sera, lei al mattino va dalla parrucchiera, io vado a fare la spesa, ci ritroviamo nel pomeriggio per prepararci.
Vado in bagno prima io, poi lei, sono quasi pronto, mi manca solo la giacca quando mi chiama in camera sua, entro e rimango senza parole, in completo intimo di pizzo nero, con calze e reggicalze, mi guarda e si mette a ridere, vuole la mia opinione sulla scelta dell'abito da indossare, vuole il mio giudizio, gli abiti sono due, il primo, un tubino nero lungo appena sopra il ginocchio, il secondo, blu elettrico, con la gonna leggermente svasata, ma decisamente più corto, le consiglio quello blu, nel mentre che lo indossa, scherzando le dico che poteva anche venire in intimo. Mi dà dello scemo, ma quando è pronta, non sembra mia mamma ma una mia coetanea.
Mentre andiamo, si raccomanda che la chiami per nome, stasera non la devo chiamare mamma.

---Al ristorante sembriamo davvero due fidanzati, mangiamo molto bene e beviamo pure tanto, lei però non regge l'alcol, avevamo pensato di andare in discoteca, così finita la cena, siamo andati a ballare, ci siamo divertiti, ma lei ha bevuto ancora ed era un pò troppo avanti, così siamo rientrati.
In casa, mi sono reso conto che quasi non si reggeva in piedi, anche io avevo un pò esagerato.
La porto in camera, a fatica riesco a toglierle il vestito, si siede sul letto e mi abbraccia con la faccia all'altezza del pube, già vederla in intimo, aveva risvegliato in me un'erezione incontrollata, poi lei si è appoggiata col viso. Quando ha sentito il mio membro duro, ha alzato lo sguardo, ha cominciato a slacciarmi i pantaloni, tirando fuori il mio cazzo, lo ha guardato e poi lo ha imboccato, iniziando un pompino fantastico, non potevo stare fermo, le ho slacciato il reggiseno, lei mi ha lasciato fare, si è lasciata accarezzare, così ho preso coraggio, l'ho distesa e le ho levato le mutandine, scoprendo che era depilata.
Mi sono spogliato e mi sono messo per un "69", sarà che quello che avevo bevuto mi ha bloccato, il risultato è stato che me la godevo, ma non riuscivo a venire, così dopo una leccata furibonda, l'ho penetrata nella classica posizione, ha cominciato a venire quasi subito, ha voluto mettersi prona, poi di nuovo supina e li mi ha dato la possibilità di baciarla e leccarle i seni, fino al momento di venire e lo ha voluto dentro.
Siamo rimasti così uno sopra l'altra, baciandoci e accarezzandoci fino ad addormentarci.
La mattina, quando mi sono svegliato, lei aveva il mio cazzo in mano ed era appoggiata col capo sul mio petto, era una situazione talmente bella che non mi muovevo per non svegliarla, ma per prolungare il più possibile quel momento. Non era solo mia mamma, ma era il mio amore.
Si sveglia, mi guarda e mi sorride, poi si alza e va in bagno, a quel punto, la seguo e andiamo sotto la doccia insieme, ancora nessuno dei due ha detto una parola, usciamo dal bagno, nudi e andiamo in cucina, mentre facciamo colazione, mi guarda seria e mi dice:
Mamma ) Stanotte è successa una cosa che non doveva succedere, spero che tu capisca che non si potrà ripetere.
Io ) Mi devi ascoltare, da tanto tempo, speravo che arrivasse questo momento, te ne sei accorta anche tu che il mio non era solo amore filiale. Stanotte ho scoperto che ti amo come uomo, amo una donna bellissima che si chiama "Adele" e voglio vivere assieme a lei, non potrai mai allontanarmi da te.
Adele ) Ti rendi conto che quello che abbiamo fatto si chiama "incesto"? Non si deve ripetere.

---Lei così come si trova, nuda, va in camera e si chiude dentro, si sentono dei singhiozzi, poi quando esce sembra tranquilla, ho già preparato da mangiare, ci sediamo e pranziamo in silenzio, poi torna in camera.

---Questa situazione di freddezza sua verso di me dura tutta la settimana, il sabato c'è il solito rito della spesa, quindi si rompe il silenzio, ora credo che il ghiaccio si stia sciogliendo. Infatti parliamo, non sembra più così distaccata. Mi prende pure a braccetto, mi faccio coraggio e le accarezzo una guancia, mi sorride.
A casa prendiamo il caffè e quando si gira sul lavello per lavare le tazzine, le vado dietro, l'abbraccio mettendole una mano sul seno e l'altra sull'addome, baciandola sul collo.
Sento che si abbandona, si gira, mi aspetto una sua reazione, invece mi bacia con la lingua, ricambio con tanta passione e finiamo a letto a fare l'amore.

---Quando abbiamo finito e rimaniamo uno di fianco all'altro abbracciati, ci sorridiamo e ci diciamo a vicenda che ci amiamo e che ce ne freghiamo di tutto e di tutti.
Così comincia la nostra unione, per non dare scandalo, decidiamo di cambiare casa, cambiamo zona e vicini, tutti pensano che siamo una coppia di conviventi.
Dopo un anno dal trasferimento, Adele rimane incinta, siamo al settimo cielo, quando nasce "Chiara", la riconosco come padre e per tutti quanti siamo una famiglia felice, ma felici siamo noi prima di tutti e di tutto.
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