giulia si sente sola 6

Laura, ormai la chiamo sempre così, una sera che Fabio non sarebbe venuto a chiavarmi, mi si avvicina, si struscia contro di me e inizia un discorso strano.
Laura) Senti Giulia, sono mesi che mi travesto qua in casa, che mi alleno con dei cazzi di gomma, settimanalmente tu devi depilarmi, poi cerchi di acconciarmi i capelli come meglio puoi, ma io sento il desiderio di farmi un taglio mio, di farmi una depilazione definitiva, mi sono abituata senza peli e non li voglio più, poi senti, ho anche un desiderio nuovo, siccome anche se ne ho poca, ma la barba cresce comunque, vorrei eliminarla, mi consigli la depilazione laser?
Giulia) Per risponderti dovrei sentire la mia estetista, e tu sai che ho sempre pochissimo tempo per andarci, per questo mi regolo la peluria con i metodi tradizionali, però se vuoi, posso sentire da lei se mi da qualche dritta, ti va bene porcellina?
Laura) Perchè mi hai chiamata così? Io sono Laura e non sono una porcellina.
Giulia) Come sei permalosa mia cara, intanto che ci siamo, vorrei chiederti come mai, ormai sono mesi che non vai più in trasferta, è successo qualcosa in azienda? Il tuo culo non reclama più cazzi dai trans?
Laura) No i cazzi dei trans mi piacerebbero ancora, ma devi sapere che il mio superiore, dopo che è riuscito ad avere alcuni nuovi clienti, ha deciso che io come progettista più valido, dovessi rimanere in sede, demandando le uscite a dei giovani che si devono fare le ossa, e in più da qualche mese mi occupo pure della gestione economico-organizzativa, quindi servo all'interno, ormai di uscite non se ne parla.
Giulia) Scusami tanto, ma se hai avuto questi miglioramenti aziendali, come mai non me ne hai mai accennato? Capisco che ormai siamo due entità separate in casa, ma sapere che tu fai dei progressi lavorativi, mi fa piacere lo stesso, non per niente ti voglio ancora bene, quindi perchè il silenzio, non è che fra te e il tuo superiore ci sia del tenero? So che lui è single, siete a contatto tutto il giorno, secondo me ci vai a letto, non è così?
Bingo, Laura è arrossita vistosamente, ha cominciato a balbettare, si torceva le mani, si è seduta sul divano e mi guardava con timore.
Giulia) Carissima Laura, ho dedotto questo dal fatto che mi hai tenuta all'oscuro dei tuoi progressi, al che, penso che l'amore che provavi per me sia una cosa finita, o sbaglio? Io ho continuato a volerti bene e pensare solo a te, incontrando Fabio meno di quello che avrei potuto solo per non farti stare male.
Laura) No Giulia, io ti amo ancora, ma se ti avessi detto le mie cose, credevo di ferirti, per questo mi sono tenuta dentro tutto.
ora è LAURA che scrive
Stamani in ufficio arriva lui (Stefano il mio principale), si siede al computer e mi fa cenno di andare da lui. Alle dieci arriva un cliente che dice di avere dei problemi con un macchinario che gli abbiamo fornito circa sei mesi fa, ma che ancora non riesce a sistemare al meglio, vuoi pensarci tu?
Laura) Certamente, al limite se devo andare da lui per un paio di giorni, ci vado e sistemo tutto.
Stefano) Ma dove vuoi andare sciocchino, il cliente ha trovato questa scusa solo perchè vuole te, è da quella sera al PUB che mi chiede sempre quando potrai soddisfare le sue voglie, mi aveva talmente stancato che gli ho dato appuntamento per oggi. Quando arriva ve ne andate al motel che lui ha prenotato e vi divertite.
Laura) Mi hai venduta, da te non me lo sarei mai aspettata, credevo che tu tenessi a me, quando mi hai fatto quei bei discorsi, ma credo di essere solo una pedina nel tuo gioco, un nulla da usare e poi buttare, quando facciamo sesso mi dici sempre frasi dolci e poi mi cedi come una cosa, mi hai delusa, lo faccio comunque, perchè ormai sono in ballo, ma queste cose non mi piacciono.
Puntuale come una tassa arriva il cliente, non va da Stefano, ma viene direttamente da me, mi viene dietro e mi accarezza i capelli, mi fa venire i brividi, continua per qualche minuto, al che Stefano ci dice che sarebbe meglio che ce ne andassimo, che lui deve lavorare e che noi lo distraiamo, così usciamo, io salgo sulla sua auto e andiamo al motel fuori città verso l'autostrada, durante il viaggio è un continuo lodarmi per la mia dedizione al lavoro e tante altre cose, forse pensava che adulandomi sarei stata più carina con lui, ma io invece pensavo solo a farlo godere e togliermi il pensiero.
Arrivati al motel siamo saliti in camera, appena entrati mi ha letteralmente buttata sul letto, mi è salito sopra dandomi la lingua da succhiare, non mi ha dato nemmeno il tempo di togliermi la giacca. Dopo la slinguata interminabile, si è alzato e ci siamo spogliati completamente, mi ha fatto i complimenti per il mio fisico, per la depilazione, e ha voluto subito un pompino. L'ho accontentato anche perchè mi piace succhiare il cazzo, quando è arrivato alla massima erezione, non aveva poi tutta sta merce, speravo almeno che durasse, così dopo una bella leccata, mi ha messa bocconi sul letto e mi ha inculata, dapprima delicatamente, ma quando si è reso conto che il mio buco era molto allenato, è partito con una scopata selvaggia, con delle spinte dove caricava tutto il peso del corpo.
Anche se il suo cazzo era nella media i suoi tempi erano davvero lunghi, infatti è durato tanto, mi ha pure fatto godere (non avrei voluto), poi è arrivato al limite e mi ha riempita.
Pensavo che dopo una scopata del genere si fosse accontentato, ma invece ha fatto una telefonata, chiedendo il pranzo in camera che puntualmente ci hanno portato, abbiamo mangiato e al termine ha voluto scoparmi nuovamente, solo che stavolta i tempi si sono allungati di molto, quindi ha impiegato moltissimo per arrivare al dunque. Quando si è sfogato, io mi sono fatta una doccia, rivestita, poi lui mi ha riaccompagnata in azienda, era già passata l'ora di uscita , ho preso la macchina e sono tornata a casa.
Delusa per quello che era capitato, promettendomi che l'indomani avrei chiarito con Stefano, non avrei più accettato di essere ceduta. Avevo sempre fatto sesso passivo, ma solo per il mio godimento, mai per denaro, solo per piacere.
Il giorno dopo, al mio arrivo in ufficio, Stefano era già lì, mi aspettava e voleva sapere per filo e per segno, io non avevo voglia di parlarne, lui mi incalzava e alla fine ho sbottato dicendo che se lui aveva pensato di usarmi per i suoi scopi, sarei anche stato disposto a lasciare il lavoro subito, lui mi aveva delusa, non doveva succedere più, mai più
Stefano si è alzato, mi è venuto vicino, mi ha abbracciata, si è scusato infinite volte assicurandomi che non aveva capito il mio essere. Se io prima ero stato quasi ammaliato, ora che si era palesato per il meschino che era, me ne sarei andato volentieri, solo che per farlo dovevo trovare una sistemazione diversa, staremo a vedere.
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