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Il ragazzo di mia figlia 05


di Membro VIP di Annunci69.it pattymilf
02.08.2018    |    50.409    |    36 9.6
"Conoscevo il cazzo di Simone: me lo aveva fatto provare più volte..."
Simone mi aveva dato le chiavi di casa sua. Mi aspettava a metà pomeriggio. C’ero già stata un’altra volta, lui e il suo amico Gianni si erano divertiti a farcirmi culo e figa oltre che con i loro cazzi con ogni ortaggio di cui disponevano e che avevano acquistato per l’occasione. I due maiali mi avevano ripresa a mia insaputa con la telecamera del PC di Simone, che da esperto informatico qual era non aveva avuto poi difficoltà e realizzare un bel filmino e foto anche migliori.
L’appartamento era un monolocale con angolo cottura e bagno. Entrai.
Simone era seduto sul divano-letto, nudo a gambe larghe. Di fronte a lui mia figlia Daniela, nuda e bendata, messa a pecorina gli stava succhiando il cazzo. Dietro di lei Gianni; la scopava allegramente mentre le palpava le tettine sode.
- Ho detto a questa puttanella che finchè non si farà sfondare il suo culetto vergine dal mio cazzone, la farò scopare dai miei amici, e non solo. A giudicare da queste prime esperienze direi che le piace –
- sei un porco! - Parlavo sussurrando per nascondere la mia voce
- senti chi parla… Ora spogliati. In quel cassetto c’è una cosa che devi mettere, sbrigati –
Guardavo Daniela: aveva l’uccello di Simone tra le labbra, lungo, grosso e duro. Troppo grosso per la sua bocca dentro cui entrava appena la punta che succhiava con passione. Vedevo la sua lingua scorrere lungo l’asta, scendere fino ai coglioni, che riusciva a prendere in bocca dopo averli baciati amorevolmente. Conoscevo il cazzo di Simone: me lo aveva fatto provare più volte. Nonostante ne abbia presi tanti e possa affermare di avere una notevole esperienza e allenamento, era stato ad un passo dal rompermi il culo. Nel suo non so come sarebbe potuto entrare senza effetti devastanti
- hai visto come lecca bene? Ha imparato in fretta. Deve essere una dote naturale. Chissà da chi l’ha presa…. – rideva di gusto guardandomi
- ha anche una bella fighettina calda – aggiunse Gianni, sempre sussurrando
- e le tettine? –
- un piacere! Stanno una per mano, le palpeggi per intero, senti il capezzolo duro che preme sul palmo. Le strizzi e lei geme e gode. –
- non le ha mica da vacca come sua madre, una volta o l’altra mi piacerebbe farmela, a letto deve essere una gran troiona –
- l’hai vista. Per casa gira sempre con le tette in fuori, secondo me ha una gran voglia di cazzo –
- ha anche un bel culo; chissà quanti ne ha presi –
- e continua a prendere…. –
- sarà come la mia troiettina, ma più esperta –
- ha anche una bella bocca, da pompini –
- una volta che dormivo li, mi son alzato per andare a bere, c’erano lei e il suo compagno. Era in ginocchio davanti a lui: glielo succhiava proprio bene. Il corridoio era buio e sono stato a guardarli. Dopo un po’ lui l’ha presa per la testa, le scopava la bocca come una figa; glielo ficcava fino in gola e lei lo prendeva come se non avesse mai fatto altro in vita sua. Alla fine le ha riempito la bocca di sborra. –
- e lei? –
- ha ingoiato tutto, poi l’ha pulito per bene –
- bello spettacolo! –
- me l’aveva fatto venire duro, così sono tornato in camera, ho svegliato Daniela e mi sono fatto fare lo stesso servizio. –
- Brava come la mammina? –
- Bisognerebbe provarle tutte e due… la mammina sembrava decisamente esperta –
- Mi piacerebbe metterglielo fra le tette –
- Sono proprio da spagnola -

Parlavano come se io non ci fossi; Simone e l’altro ragazzo; doveva essere uno che frequentava casa mia. Conosceva mia madre. Non pensavo li attirasse così. Mi stavano trattando come una puttana. Forse lo meritavo. Stavo succhiando il cazzo al mio ragazzo mentre un altro mi stava scopando e palpando. Ero già venuta una volta e le mie tettine turgide tradivano il mio piacere.
Il mio chiavatore me le palpeggiava a piene mani, massaggiando e spremendo. Mi stringeva i capezzoli, sempre più duri.
Era arrivata una terza persona. Chissà cosa mi aspettava.
- riempila, abbiamo ancora molto da divertirci – sentii dire Simone
Chi mi stava scopando accelerò il ritmo; mi teneva per i fianchi affondando nel mio ventre; mi lasciò un fianco e con la mano libera cominciò a colpirmi il culo, a destra e a sinistra, di dritto e di rovescio. Mi muovevo per cercare di evitare i colpi ma serviva solo a eccitare me e lui.

Quando Simone mi aveva proposto di scopare Daniela, pensavo scherzasse. La conoscevo da prima di lui, ma l’avevo sempre considerata solo un’amica. Era indubbiamente una bella ragazza, alta longilinea, i capelli lunghi, biondi. Aveva delle splendide gambe e un bel culetto rotondo. Forse un po’ scarsa di tette, almeno per i miei gusti.
Me l’aveva fatta trovare in piedi, bendata, le mani legate dietro la schiena, un vestito a sottoveste leggero che arrivava a mezza coscia.
- E’ tutta tua –
- Sicuro? – risposi sussurrando per non farmi riconoscere
- Si, deve capire chi comanda –
Appoggiai le mani sul seno, si ritrasse. Senza alcun preavviso Simone le diede un ceffone.
- devi fare quello che vuole –
- si, Simone –
Le tirai giù la spallina sinistra del vestito, scoprendole la tettina. Il capezzolo rosa scuro spuntava dritto sopra l’ampia aoreola circondata dalla pelle candida. Lo presi tra le dita, massaggiandolo: era duro, come piaceva a me. Tirai giù anche l’altra spallina, il vestito scivolò fino all’inguine, trattenuto dalle braccia piegate. Le accarezzai a lungo i seni, poi la presi per i capezzoli tirandola verso di me. La baciai. Una stretta le fece capire che doveva partecipare anche lei. Socchiuse la bocca dentro cui infilai la mia lingua, cercando la sua. Andava migliorando. Le lasciai un seno per poterle palpare il culo. Infilai la mano sotto il vestito incontrando la pelle nuda. L’avevo vista molte volte in costume apprezzando la rotondità del suo posteriore. Ora potevo apprezzarne la consistenza. La feci girare, le liberai le mani. Il vestito scivolò a terra scoprendola completamente.
- ti piace la mia troietta? –
- è proprio bella –
- e anche calda, provala –
- se insisti … -
- insisto –
- qualsiasi cosa? –
- meno il culetto; glielo voglio sverginare io –
- d’accordo –
Mi spogliai. L’abbracciai da dietro, il cazzo già duro contro il suo fondo schiena. Con una mano le palpavo le tettine; le piantai pollice ed indice sui capezzoli premendoli e schiacciandoli verso il torace. La sentivo contrarsi. Mugolare.
Con l’altra mano scesi fino al pube, coperto da una morbida peluria. Lo accarezzai lievemente, le feci aprire le gambe, cercai la passerina dove entrai facilmente con un dito. Era umida. Sentivo il suo corpo divincolarsi contro il mio. Premevo sempre di più sui capezzoli, roteando le dita.
- chiavala, è pronta –
Simone la costrinse ad inginocchiarsi; si sedette sul divano, guidò il viso di Daniela verso il suo uccello, glielo strofinava contro
- succhia, e fallo bene –
- si, Simone –
- di al mio amico cosa sei –
- sono una cagnetta –
- e cosa fanno le cagnette? –
- si fanno montare –
- bravissima; hai imparato bene; mettiti in posizione –
Daniela si mise a pecorina, le gambe aperte; la sua bella fighetta bene esposta. Ero pronto, avevo il cazzo duro, entrò facilmente dentro di lei, fino in fondo. Scoparla era una vera goduria. Simone la stava addestrando bene. Dopo pochi colpi era ben lubrificata; sentivo la sua vagina stringersi attorno al mio uccello, mentre spingeva verso di me per prenderselo tutto. Cercai le tette, mi era sempre piaciuto scopare palpando a piene mani. Le sue mi stavano bene in mano. Non ci mise molto a venire.
- hai visto che brava cagnetta? Pompa più forte, le piace –
In quel momento entrò Patrizia, la mamma di Daniela. Simone mi aveva già detto qualcosa.
Portava uno scamiciato verde, abbottonato sul davanti, corto. Se lo tolse, come le era stato ordinato. Sotto portava solo un perizoma.

Vedere mia figlia godere scopata da Gianni mi eccitava. Sentire i due ragazzi parlare di me come di una puttana mi umiliava ma mi piaceva. Tolsi anche il perizoma. Aprii il cassetto. Tirai fuori una busta che aprii. Simone era dietro di me che mi palpava il culo.
- ti aiuto a metterlo – mi disse dandomi un pizzicotto
- no… no… -
- si, lo farai; te la sei già fatta una volta, farai anche questo –
La sua mano era sulla mia figa, giocava con i miei peli, me li tirava, sempre più forte
- sei un troione, mettilo –
Era un grosso strap-on, doppio. Un cazzo finto per me, uno per Daniela.
- allarga le gambe, è la tua posizione naturale…..ti aiuto –
Mi infilò lo strap e lo fissò con le cinghie.
Il culetto di Daniela era sempre più rosso; supplicava Gianni di smettere.
- continua, ammorbidiscila ancora un pochino – lo incoraggiava Simone
- nooooooooo, riempimi, per piacereeeeeeeeeee –
La prese per i fianchi, dandole gli ultimi colpi, si vuotò dentro di lei.
- ora tocca a te –
Ero dietro a Daniela, in ginocchio con lo strap che mi pendeva davanti; dalla passerina dischiusa di mia figlia colava la sborra di Gianni. Le divaricai le chiappettine sode; con la lingua raccolsi il liquido che era sceso lungo le cosce; la penetravo con la punta, sentivo il suo sapore misto a quello di Gianni. Entravo e uscivo; con un dito le titillavo il clitoride, sempre più gonfio. Gemeva.
- chi sei? – chiese ansimando
- pensa a godere, puttanella – disse Simone, poi rivolto a me – senti com’è calda, mettici due dita –
- Simone, non posso, è mia f… -
- La stai già facendo venire con la lingua, piace anche a te – strofinava il suo cazzone contro il mio corpo nudo.
Entrai con un dito dentro Daniela. Poi con due. Mi vergognavo e mi eccitavo. Stavo masturbando mia figlia. Lentamente.
- fammi venire.. non ne posso più… ho voglia –
- portiamola sul letto. La devi guardare mentre la scopi –
La fecero stendere supina, le gambe piegate e larghe, la passerina pronta. Gianni le teneva le braccia ferme sopra la testa. I capezzoli sporgevano dritti, duri.
- montala, aspetta solo te – mi disse Simone
Salii sul letto, mi inginocchiai tra le gambe aperte di Daniela, presi il cazzo finto e lo appoggiai tra le labbra vaginali, poi lo spinsi dentro, piano, fino in fondo, spinsi ancora: l’altro cazzo, dentro di me, urtò il mio utero. Mi aggrappai ai fianchi di mia figlia, più spingevo più sentivo lo strap muoversi nella mia figa di mamma puttana. Vedevo le tettine sode di Daniela ballare sotto i colpi che riceveva. Era lì con la bocca semiaperta che scuoteva la testa, in preda ad un orgasmo continuo.
Ero bagnata fradicia, sia per l’azione del cazzo finto dentro di me che per quello che stavo facendo. vedermi osservata dai due ragazzi, immaginando i loro pensieri e giudizi nei miei confronti mi scaldava ulteriormente.

Patrizia era una porcona incredibile: stava scopando sua figlia Daniela traendone un evidente piacere. Tenevo ferme le mani della ragazza che si divincolava di piacere mentre sua madre la sbatteva allegramente. Mi bastava una mano per tenerla. Con l’altra passavo dalle sue tettine a quelle di Patty, due poppe da mungere a piene mani.
Simone stava palpando il culo alla donna, lo vidi penetrarla con un dito, poi due, ma lì dentro ci stava ben altro. Aveva il cazzo duro, si portò dietro a lei strofinandoglielo fra le chiappone. Poi lo puntò sul buco spingendo ed entrando fino alle palle.

Ero troppo presa e quasi non mi accorsi di quello che mi stava facendo Simone; mi inculava come piaceva a lui, brutalmente. Le sue spinte si trasmettevano allo strap che sfondava me da una parte e Daniela all’altra. Facevo fatica a trattenermi mentre mia figlia era andata completamente fuori di testa. Mi sodomizzò a lungo, poi mi liberò.
- Apri la bocca, te la voglio riempire, ma non ingoiare – mi disse piano. Feci come mi aveva chiesto, la lingua in fuori.
- Brava troia! -
Mi mise il cazzo davanti al viso segandosi; schizzò la sua sborra parte sul mio viso, parte, la maggiore, in bocca.
- Passagliela -
Scossi la testa. Mi prese un seno, stringendolo, sempre più forte. Non volevo cedere, ma il dolore era sempre più grande, e sapevo che lui non avrebbe mollato. Alzai la mano in segno di resa. Allentò la presa. Portai due dita verso la bocca di mia figlia, me le prese tra le labbra, cominciò a succhiarle. Mi chinai verso di lei. Fu un unico rapido movimento. Appoggiai le mie labbra alle sue, tolsi le dita, sostituendole con la mia lingua. Le passai la sborra del suo ragazzo. Non capì subito e quando lo fece era troppo tardi. La baciai tenendole il capo. Ingoiò tutto.
Gianni le liberò le braccia. Le sue mani corsero verso di me, mi toccò le cosce, salì verso i fianchi. Le presi le mani portandole sulle mie tette, ero al limite. Quando me le palpò, incredula per quello che sentiva persi il controllo.
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