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incesto

Patty porcellina in erba 03


di Membro VIP di Annunci69.it pattymilf
23.04.2018    |    49.071    |    11 9.4
"- buongiorno dottore, ho un appuntamento con lei questa mattina – - devi essere l’amica di Marco, mio nipote, mi ha chiamato infatti, entra – Passammo..."
Salii per prepararmi, mi misi subito il bikini, nero senza spalline e sopra un miniabito, poco più di un copricostume
- Sbrigati, Marco ha preso l’appuntamento con il ginecologo tra un’ora, poi ci aspetta al molo per un giro in motoscafo. –
In moto raggiungemmo lo studio del ginecologo, Gianfi mi avrebbe aspettato in un bar lì vicino.
Suonai il campanello e mi venne ad aprire direttamente il medico, un uomo poco più che sessantenne, calvo, alto, un po’ sovrappeso.
- buongiorno dottore, ho un appuntamento con lei questa mattina –
- devi essere l’amica di Marco, mio nipote, mi ha chiamato infatti, entra –
Passammo dalla sala di attesa allo studio, il classico ambulatorio medico, una scrivania, due seggiole, un lettino ginecologico con un ecografo, un paravento dietro cui spogliarsi, un armadietto e una piccola libreria, un lavandino.
- siediti –
- ero venuta per un consiglio –
- facciamo le cose come si deve, non c’è fretta
Mi sedetti di fronte a lui, le gambe accavallate, le cosce praticamente nude a causa del vestito, ma avendo sotto il costume invece che le mutandine non ero in imbarazzo.

Marco, figlio di mia sorella, mi aveva telefonato la sera prima, chiedendomi di vedere una sua amica; aveva un gran giro di puttanelle, e nulla incontrario se mi prendevo qualche passaggio con loro. Questa era decisamente notevole. Portava un leggero vestito di cotone, si poteva definirlo una canottiera lunga, che le copriva appena il culo. Seduta metteva in bella vista due belle gambe che seguii con lo sguardo fin quasi agli slip.
Estrassi una scheda da un cassetto, presi a compilarla chiedendole i soliti dati anagrafici, che malattie aveva avuto, se era mai stata ricoverata in ospedale, se prendeva delle medicine, se era allergica a qualcosa
- vedi in medicina bisogna essere precisi, senza trascurare nulla, bisogna chiedere, ascoltare e soprattutto visitare –
- si dottore –
- bene; andiamo avanti: prime mestruazioni? –
- 13 anni –
- Regolari? –
- Si –
- Si dice sì, dottore; Primi rapporti sessuali ?-
- A 14 anni dottore-
- Quanti partner hai avuto? -
- Non capisco dottore –
- Vedrò di essere più chiaro: con quanti uomini sei andata a letto? –
- Non saprei, non tanti, meno di dieci di sicuro, dottore –
Era diventata rossa
- e hai anche avuto rapporti orali? –
- intende… -
- hai fatto pompini? –
- si, dottore–
- l’ultimo quando ? –
Sapevo già la risposta, vista la chiamata di mio nipote Marco, ma volevo metterla a disagio; ed infatti diventò ancora più rossa, se possibile
- i-eri sera, dottore –
- mio nipote suppongo…. –
- si; dottore –
- solo? –
- no, dottore –
- in quanti erano? –
- due, ma…. –
- niente ma, rispondi e basta! Chiaro? –
- si, dottore –
- li hai succhiati tutti e due? –
- si dottore –
- ti sei fatta anche scopare? –
- no dottore -
- mai avuto rapporti anali? –
- no, quelli no dottore –
- quindi il culetto è l’unica cosa vergine che ti è rimasta –
- si…. dottore

Non mi ero mai vergognata tanto in vita mia; le domande del medico mi facevano sentire una puttanella, il fatto che sapesse che la sera prima avevo spompinato suo nipote mi faceva sentire ancora peggio.
- ora dimmi come mai sei qui –
- ho iniziato la pillola questo mese, volevo sapere se funziona già o se devo aspettare di avere finito la scatola. –
- ora ho capito perché Marco non ti ha scopata ieri sera… vuole essere sicuro; e tu hai voglia di prenderlo, e non solo in bocca! –
Mi indicò il paravento
- ora spogliati e mettiti sul lettino –
Andai dietro al paravento, mi tolsi gli slip e mi diressi verso il lettino
- ho detto spogliati, puoi tenere solo i sandali, sei dal ginecologo non dall’oculista! –
Tornai dietro al paravento, mi tolsi il vestitino e il reggiseno rimanendo con i soli sandali; feci i pochi passi che mi separavano dal lettino.

Aveva proprio ragione mio nipote Marco, quella ragazzina era uno schianto. Le tette si muovevano appena mentre camminava nonostante fossero due bei meloncini; i capezzoli erano grossi, puntavano all’insù; il culetto rotondo prometteva sensazioni fantastiche. La fighetta era coperta da una fitta peluria bionda, solo parzialmente rasata. Ma soprattutto era una troietta nata.
- vedi Patrizia queste visite devono servire anche per fare educazione sanitaria, imparare a prevenire le malattie. Partiamo dalle mammelle, devi imparare l’autopalpazione, le hai grosse e quindi è una manovra da fare accuratamente e almeno una volta al mese. –
Mi misi alla sua destra, e iniziai a palparla le con cura, facendole vedere come doveva fare; di tette ne avevo toccate tante ma queste erano sicuramente eccezionali, piene, sode, sensibili, morbide. Le stringevo tra le mani finchè la sentivo gemere, feci ripetere a lei le stesse manovre.
- Delle volte fa un po’ male, ma devi essere accurata –
- Si dottore –
- Sei una brava ragazza; vediamo ora i capezzoli; vanno spremuti per essere sicuri che non ci siano secrezioni anomale –
Le presi prima un capezzolo stringendo sotto la attaccatura, spremendo e tirando
- Dottore mi fa male.. la prego-
- Coraggio ho quasi finito, ora spremo l’altro –
Si inarcava per il dolore che le causavo e che a me provocava invece un grande piacere.
- Bene, le tue mammelle sono sane, passiamo al resto

Ero nuda sul lettino ginecologico, le gambe spalancate, il culetto sul bordo, la fighetta pronta per essere esplorata; le tette erano arrossate e i capezzoli mi facevano male dopo la spremitura che mi aveva dato.
Era seduto di fronte a me, con una mano mi aprì le labbra vaginali
- mi scusi dottore, non mette i guanti? –
- tu sei sicuramente una ragazza pulita ed io, come hai visto, mi sono lavato le mani; senza guanti ho una maggiore sensibilità, non credi? –
- s-sì dottore, faccia pure –
- brava, rilassati; inumidisco un po’ le dita, così entrano più facilmente ?–
- come vuole, grazie dottore -
Si alzò e mi mise indice e medio della mano destra davanti alla bocca
- apri, coraggio –
- ma..mfff –
avevo appena aperto bocca che ci infilò le due dita
- bagnale bene Patty –
mi teneva le dita in bocca, sulla lingua, le muoveva appena
- sei brava, ora leccale, come una cagnolina –
Feci quello che mi aveva richiesto. Tornò a sedersi.

Aveva una bella figa, morbida, era solo un po’ rasata, giusto perché i peli non uscissero dagli slip; era appena socchiusa, si intravvedeva il colore rosa intenso all’interno. Con una mano le aprii, con le dita bagnate la penetrai.

Non ero stata tante volte dal ginecologo, ma quell’uomo non mi stava visitando mi stava scopando con le dita e intanto che con una mano mi frugava aveva posto l’altra sul mio monte di venere e con il pollice mi titillava il clitoride. Erano mani esperte che sapevano dove e come toccare….
- Sei una cagna in calore –
Mi protendevo verso le sue mani cercando il piacere; con una mano continuò a tormentarmi la figa, con l’altra si aprì i pantaloni, tirando fuori il cazzo e portandosì di nuovo al mio fianco
- Scappellalo e preparalo –
Puzzava come un caprone
- Puzza! –
- Allora puliscilo –
- Ma… -
Mi diede una sberla tra le gambe
- Obbedisci troietta! –
Glielo scoprii completamente ed iniziai a succhiarlo e a leccarlo, mi cresceva tra le labbra, sempre più duro, sempre più grosso. Intanto le sue mani vagavano libere sul mio corpo, palpando, sprento frugando
Ero diventata un docile strumento tra quelle mani esperte, succhiavo, leccavo. Gemevo, mugolavo.
- Sei una puttanella in erba Patrizia, Marco si divertirà molto con te, e farà divertire i suoi amici; ma ora tocca a me –
Si era spostato tra le mie gambe spalancate, il cazzone puntato verso la mia figa
- Dottore , no, l’ha detto anche lei… non è sicuro –
- Io sono sterile – e si mise a ridere affondando contemporaneamente dentro di me.
Mi teneva per i fianchi, mi dava dei colpi potenti quasi violenti. Le tette ondeggiavano al ritmo dei suoi colpi, mi facevano male.

Aveva una bella figa ancora strettina, ma ben bagnata, la scopavo con foga aggrappandomi a lei; vedere quelle tettone ballare libere e sentire i suoi gemiti misti di piacere e dolore era straordinariamente eccitante. La pensavo scopata in bocca e nel culo, e quando mi strinse il cazzo nella sua fase orgasmica venni anch’io dentro di lei.

Sentii il suo sperma riempirmi, e quando uscì da me la sua sborra calda mi colò fino al culo

- puoi rivestirti ora, ma lascia qui la biancheria, metti solo il vestito –
Mi accompagnò alla porta non senza avermi prima infilato una mano sotto il vestito per accertarsi che avessi ubbidito. Uscendo sentii ancora la sborra che mi colava tra le cosce nude, mi pareva di sentirne l’odore, che chiunque potesse sentirlo.
Gianfi mi aspettava al bar di fronte
- fatto tutto? Siediti prendiamo qualcosa, poi andiamo da Marco –
mi sedetti di fronte a lui -
- devo passare da casa, prima –
- siamo già un po’ in ritardo, perché devi passare? –
- a vestirmi –
- mi pare tu sia vestita Patty –
- sotto non ho nulla, il maiale si è tenuto tutto –
si mise a ridere
- non ci credo, fammi vedere –
- Gianfi, siamo in strada –
- allarga le gambe, puttanella –
Disaccavallai le gambe aprendole, il vestito già corto risalì ancora, avevo la figa appena coperta. Al cameriere che portò le ordinazioni in quel momento offrii certamente un bello spettacolo.
- puzzi di sborra come una puttana, ti sei fatta anche scopare –
- mi ha costretta … -
- lasciamo perdere, vai dentro, c’è un bagno decente, lavati, sennò mi sporchi la moto, poi andiamo –
Tornai dal bagno, e partimmo, non riuscii a fermare il vestito per cui feci il breve tragitto fino al porticciolo con il culo in bella vista
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