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Patty porcellina in erba 07


di Membro VIP di Annunci69.it pattymilf
02.07.2018    |    33.107    |    9 9.4
"Era calda, ancora umida, il mio uccello la occupava tutta - Che bella fighetta ospitale, chissà il resto – Mi muovevo leggermente e intanto le palpavo il..."
Ero in ginocchio, stavo per alzarmi, ma Marco mi fermò.
- non hai ancora finito –
- cosa vuoi che faccia ancora? –
- me lo devi pulire –
Si era seduto sul divano, a gambe aperte, il cazzo ancora semieretto, gocciolante
- me lo hai appena messo nel sedere, non voglio –
Con una mano mi prese per i capelli sollevandomi la testa, con l’altra il capezzolo sinistro; lo tirò verso di sé, poi lo torse, violentemente. Urlai per il dolore e per la sorpresa.
- Pulisci, puttanella succhiacazzi –
- Gianfi, aiutami, ti pre… -
Mi arrivò un violento strattone al capezzolo, pensavo me lo volesse strappare. Iniziai a leccare il suo cazzo leccarlo come se fosse il gelato pi buono del mondo.
- Gianfi, tua cugina è proprio brava, me lo sta già facendo tornare duro. –
- Me lo succhia tutte le mattine, mi sveglia così, è un talento naturale, una troietta nata –
In quel momento si aprì la porta
- Marco che succede qui dentro? -
- Ci stiamo divertendo un po’ papà – rispose, coprendomi la testa con il mio vestito agguantato sul divano
-
Ero entrato nella casetta perchè avevo visto la luce accesa e volevo spegnerla. Sono il padre di Marco, ho cinquant’anni, ben portati secondo chi mi conosce. Non sono molto fedele, anche se i miei tradimenti non mi coinvolgono mai sentimentalmente. So che mio figlio Marco scopa allegramente, ma è giovane e posso solo invidiarlo. Gli raccomando solo di stare attento e comunque fra noi c’è sempre stata molta complicità.
Stava seduto nudo sul divano: una ragazza in ginocchio davanti a lui gli stava facendo un pompino. Vidi per un attimo, prima che la coprisse, una testa bionda che saliva e scendeva velocemente sul suo cazzo. Rimaneva comunque scoperto un bel culo, da cui colava quella che senza dubbio era sborra.
Vicino a lui, nudo, il suo amico Gianfi che istintivamente si coprì l’uccello con le mani
- Qualcuna che conosco suppongo, vero Marco –
- Si, papà –
- Deve essere una troietta a giudicare da quello che le esce da culo, e da quanti siete –
- Sai ha regalato il culetto a Gianfi per il suo compleanno, poi Gianfi ha voluto che lo provassi anch’io –
- Marco è il mio migliore amico e la puttanella qui sotto non aspettava altro -

Avevo smesso di succhiare il cazzo di Marco; ascoltavo quei tre che parlavamo di me come una cagna in calore, di loro proprietà, di cui disporre come volevano. Avevo il terrore di essere riconosciuta e contemporaneamente l’essere lì, nuda, con le chiappe in bella vista mi creava un senso di eccitazione profonda.
- a vederla da qui sembra molto carina –
- vieni a vedere che tette che ha –
Sentii avvicinarsi il padre di Marco, ero appoggiata con le braccia alle gambe di suo figlio, in ginocchio, un novanta gradi perfetto che metteva bene in evidenza la curva del culo e del seno da cui sporgevano perfetti i miei capezzoli
- caz… che meraviglia! –
- toccale papà –
Aveva una mano forte ma gentile ed esperta, mi prese in mano un seno, poi l’altro palpeggiandoli accuratamente, li spremeva fermandosi un momento prima di farmi male; mi prese i capezzoli tra le dita, li tirò delicatamente, li strinse ancora.
Mi sfuggì un gemito, strinse più forte. Non potevo parlare, avevo timore che riconoscesse la voce. Appoggiandomi a Marco misi una mano sulla sua, perché continuasse.
- vedi papà, le piace –
- è una cagnetta in calore, avete ragione –
- senti che fighetta che ha, bella tonica, ancora stretta –
continuò a giocare con le mie tette cercando con la mano libera la mia passerina.

Accarezzai il pelo morbido che ricopriva il pube, mi piacevano le fighe col pelo, per poi prenderlo tra le dita e tirarlo, cosa che feci. Sentivo i suoi capezzoli duri, il seno tonico, abbondante, elastico, turgido. Gemeva. Trovai la sua fessura, socchiusa. Vi entrai facilmente con le dita. Arrivai fino in fondo. Se le stringevo un seno, la sua figa si stringeva attorno alle mie dita.
Vidi Marco premerle la testa contro il suo bacino.
- Continua a succhiare, chi ti ha detto di smettere? –
La sua testa si muoveva coperta dal vestito leggero; sentivo il suo corpo nudo fremere sotto le mie mani, vedevo l’espressione beata di mio figlio che si godeva quello che doveva essere un pompino fantastico.

Patrizia usava le labbra e la lingua con passione, sentivo che lo faceva per il piacere mio e per il suo, le sue mani scorrevano lievi sul mio corpo concentrandosi sui miei coglioni che accarezzava e stringeva appena. Oppure guidava la mano di mio padre sul suo corpo di ragazza vogliosa, si faceva spremere le tettone, mungere come se fossero piene di latte. Ormai stavo per venire, spinsi il mio cazzo quanto più possibile dentro quella bocca e le sparai dentro fino all’ultima goccia del mio sperma.

Marco mi schizzò la sua sborra schiacciandomi la testa contro il suo pube, infilandomi il suo uccello in bocca, e riempiendomela; mi tenne ferma finchè non fu sicuro che avessi ingoiato tutto, ma non doveva preoccuparsi per questo, a me la sborra piaceva, e tanto.
Suo padre era bravo. Mentre mi penetrava con una mano, tenendomi in uno stato di piacere continuo, in attesa di un orgasmo che riusciva a procrastinare continuamente, con l’altra giocava con il mio seno passando da una tetta all’altra, palpandomi e mungendomi. Erano mani adulte sul e dentro il corpo di una ragazza che ne godeva.
- Papà, vuoi fartela? –
Mi considerava la sua cagnetta.
- Marco……-
- Non dirmi che non ti piacerebbe! –
- Beh, non posso certo dire il contrario. Ma …-
- La puttanella è già li che sta per venire, non vedi? –
- Questo è vero, è fradicia –
- Facciamo così; andate in camera di la, c’è un letto comodo; le finestre sono chiuse; Vai prima tu, e l’aspetti sul letto ad occhi chiusi finchè lei non ti raggiunge; vi chiudo la porta così siete al buio e non la puoi vedere. Ci stai? –
- Certo! -
- Solo una cosa, non devi ingravidarla, usa il suo culo, non la sua figa –
Lo sentii spogliarsi e poco dopo Marco mi scoprì finalmente il viso. Mi alzai. Ero di fronte a lui.
- Sei una meravigliosa troietta, ora ti farai montare anche da mio padre, cerca di farlo divertire, altrimenti ti faccio il culo rosso a cinghiate. – aveva le mie tette una per mano, come se le volesse soppesare. – ho visto che queste gli piacevano molto, le trattava come quelle di una vacca, mi sembrava che gradissi il trattamento –
- Marco, smettila, farò tutto quello che vuoi – gli presi il cazzo in mano
- Esatto farai tutto quello che voglio, e comincerai da subito andando di la a farti scopare o…… -
Mollò una tetta e con la mano libera mi diede un violento schiaffo, dall’alto in basso sull’altra.
- Vai! –

Ero salita sul letto, Marco chiuse la porta , era buio. Allungai una mano, trovai il suo corpo nudo
- Vieni qui – mi disse
Mi fece stendere supina e si pose a cavalcioni sopra di me.
- Ora me lo devi fare tornare duro -
Guidò la mia mano sul suo pene, era in posizione di riposo
- Segami un po’, poi vediamo –
Intanto che lo masturbavo si dedicava alle mie tette, le pastrugnava a piene mani, le impastava, con decisione ma senza farmi male.
Il suo cazzo cresceva vigorosamente tra le mi mani, era decisamente il più grosso che avessi sentito. Non riuscivo a circondarlo con la mano. Dovette leggermi nel pensiero
- E’ fuori misura, lo so; mi divertirò con te –
Cominciavo a capire; cominciavo a temere… Mi ricordai d’avere letto che la voci sussurrate sono irriconoscibili, sembrano tutte uguali. Sussurrai.
- Signore, per cortesia, non lo faccia –
- Cosa? –
- Infilarmelo …dietro -
- Hai sentito Marco cosa ha detto –
- Le faccio un pompino, me lo metta tra le tette, dove vuole –
- Te l’hanno gia sverginato, ragazzina, uno in più non farà la differenza –
- Per piacere …. –
- Ora girati, subito, fammelo palpare –
Pensai che se avessi collaborato forse mi avrebbe lasciata stare. Avevo visto con Marco che i miei rifiuti servivano solo a eccitarlo di più.
Mi girai, mi fece mettere un cuscino piegato sotto la pancia e allargare le gambe.
Mi accarezzò tutta dalle spalle, alla schiena al culo alle gambe. Strusciava con il suo cazzone sulla mia schiena, tra le natiche, tra le cosce. Spinse, entrò dentro di me

Aveva un corpo splendido, minuto nel complesso ma le tette e il culo erano cosa a parte. Era una ragazza in piena fioritura. Il cuscino le sollevava il bacino, avevo il cazzo duro tra le sue cosce, spinsi in avanti, penetrandola facilmente. Era calda, ancora umida, il mio uccello la occupava tutta
- Che bella fighetta ospitale, chissà il resto –
Mi muovevo leggermente e intanto le palpavo il culo, alto, sodo, rotondo.
- quanti ne hai presi fino ad ora? –
- tre, signore –
- mio figlio, il suo amico e chi altri? –
- suo fratello, quello che fa il ginecologo –
- sei proprio una puttanella, ha ragione mio figlio –
- ma..
- ora voglio che con le mani ti tieni bene aperte le chiappette, hai capito? –
- si, signore –
- fallo! –
Peccato fosse buio…
- ora succhia e lecca bene le mie dita, voglio sentire come sei messa dietro –
Aveva labbra le labbra calde e muoveva la lingua abilmente, sembrava mi volesse fare un pompino.
- Sei brava –
- Grazie, signore –
- E anche educata, sento –
- grazie ancora, signore –
- ora vediamo com’è il tuo culetto –
uscii dalla sua figa, cercai e trovai il suo buchetto dove entrai molto facilmente con un dito
- ti faccio male? –
- no, signore –
tolsi il dito, unii indice e medio, e la penetrai di nuovo; Marco è Gianfi l’avevano aperta bene, ma il mio cazzo era molto più grosso. Entrai fino alle nocche, girai la mano, tirai un po’ indietro, e affondai le dita nel suo corpo un’altra volta. Gemette, non so se per il dolore o per il piacere. Ripetei, e ripetei ancora. Gemeva.
- ti piace, troietta? –
- siiii… signore –
- ora passiamo a qualcosa di più robusto –
- signore, la prego.. no, mi farà troppo male, è troppo grosso –
- starò attento -
La presi per i fianchi appoggiando la punta del mio cazzo nel suo buchetto beante. Spinsi un po’. , Mi è sempre piaciuto metterlo nel culo, anche se le dimensioni della mia cappella ne hanno rotto più di qualcuno. Un culetto così giovane e appena sverginato non l’avevo ancora posseduto. Me lo volevo fare, aprendolo bene e senza romperlo, possibilmente.
Spinsi ancora, sentii il suo corpo irrigidirsi
- prenderò il tuo culetto che tu lo voglia o no –
- porco! –
le mollai un violento sculaccione e ripresi a spingere; sentivo il suo corpo dimenarsi sotto il mio mentre il mio cazzo si faceva strada al suo interno.
Non sussurrava più.
- basta… basta –
Con una mano ero aggrappato a lei, con l’altra le tormentavo le natiche con pizzicotti e sberle. Si lamentava, gemeva, piangeva ma il suo culo lentamente cedeva.
- zoccoletta, mi stai facendo divertire –
La presi ancora per i fianchi, tirandola in su così da metterla in ginocchio, e spinsi ancora; non l’avevo mai avuto così duro.
- aaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhiiiiiiiiiiiiiiiiaaaaaaaaaaaaaaa –
Avevo oltrepassato lo sfintere, ero dentro al suo culo. Mi fermai un momento.
- Bruciaaaaaaa –
- Sei troppo eccitante giovane puttanella, ho appena iniziato –
Le misi le mani a coppa sui seni, sentivo i capezzoli duri contro il palmo della mano, li strinsi forte
- Sei una vacca, con le tette da vacca, ora te mungo intanto che ti abitui al mio cazzone –
- Porco, maiale… oddio, che male –
Intanto che le spremevo le tettone andavo e indietro nel suo culetto, sempre più avanti, sempre meno indietro, finchè non sentii sbattere i coglioni contro la sua figa.

Mi faceva male tutto, mi strizzava le tette, me le prendeva alla base spremendole verso i capezzoli, li prendeva alla base tra le dita e li schiacciava, li tirava allungandoli come non credevo fosse possibile.
Il mio culetto era occupato dal suo cazzone, andava avanti e indietro dolorosamente e senza pietà. Usciva quasi tutto e poi rientrava con un colpo violento che mi faceva sobbalzare le poppe.
Il mio sfintere si stava adattando, le mie resistenze diminuivano, i suoi movimenti sempre più veloci.
- Toccati, troietta –
- Brucia troppo –
Mi arrivò un colpo più forte e uno schiaffo su una tetta
- Fallo! –
Mi toccavo, lui mi faceva male, mi trattava come un puttana e io mi toccavo. Mi insultava, e io mi toccavo. Non gliene fregava niente di me. Ero solo carne per il suo cazzo. E mi toccai fino a venire.
- Lo sapevo che eri una puttanella perfetta –
Mi diede gli ultimi colpi e mi riempì il culo.
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