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incesto

zio Antonio


di santoBEVITORE
25.10.2011    |    30.531    |    6 8.6
"Ha sborrato senza smettere di scoparmi, poi l'ha estratto e l'ha avvicinato alle mie labbra, ancora grondante del suo seme..."
ho sempre avuto un debole per il fratello di mio padre, zio Antonio.
ricordo che da ragazzino, ai tempi delle prime seghe, zio Antonio era sempre presente nelle mie fantasie, insieme al professor Giusti, di educazione fisica; nei miei sogni io ero il loro oggetto sessuale.
si può dire che è anche grazie a loro se ho sviluppato una fantasia erotica tanto fervida.
va da sé che mai e poi mai ho cercato davvero un contatto fisico spinto con mio zio, perchè la mia infinita libidine rimaneva schiacciata dalla paura non tanto di essere rifiutato, quanto di essere sputtanato e svergognato con tutta la famiglia.
gli anni sono passati, le seghe sono diventate vere e proprie esperienze sessuali e lo zio è rimasto un gran bell'uomo... ma ha smesso di popolare le mie proiezioni erotiche, lasciando il posto ai mille uomini incontrati che davvero mi hanno sfondato il culo e riempito la gola.
tantopiù che è cambiato anche il mio modo di masturbarmi.

là dove un tempo avevo bisogni di evocare con la mente l'immagine di cazzi duri, di palle pelose, di toraci possenti, oggi dispongo come tutti di un computer... e quando ho voglia di vedere qualcosa devo solo scegliere fra un video porno o una video chat erotica.
è stata proprio una chat erotica a dare il via a questa storia.
avevo da poco scoperto un portale molto interessante, traboccante di maschi dominanti e fantasiosi... e avevo scoperto anche quanto potesse essere eccitante indossare un paio di calze a rete e infilarmi una grossa carota in culo per farmi ammirare e per ammirare i loro schizzi.
in realtà non ho mai avuto una vera natura femminile, ma ho sempre saputo di evere la natura di una troia, e per me è sempre stato eccitante sapere di realizzare le fantasie altrui, essere usato, essere anche "cambiato" per aderire totalmente ai desideri dei miei partner.
in altre parole non ho mai sentito l'esigenza di indossare un collant o un paio di tacchi... ma l'idea che un uomo mi desideri in quel modo, che un filo di rossetto o una scarpa in vernice provochi erezioni e secrezioni... mi fa perdere la testa e non desidero altro che incarnare l'immaginario spinto di tutti i miei scopatori, sia virtualmente che dal vivo. ( e non nascondo il godimento di essere trattato e pagato, a volte, proprio come una puttana).
insomma... ero a casa e giocavo in chat con un autotrasportatore bergamasco che mi voleva davvero troia;
seguendo le sue indicazioni avevo indossato tacchi vertiginosi, calze a rete, perizoma, top di paillettes, parrucca bionda e un gran rossetto da mignotta.
obbedendo ai suoi ordini stavo a pecora sul letto, davanti al pc, e stavo leccando un grosso dildo preparandomi a infilarlo nel buchetto.
potete immaginare la mia sorpresa, anzi, l'orrore, quando la porta si è spalancata ed è entrato zio Antonio, che stringeva in mano due piccioni morti, portati in regalo ai miei genitori.
come in un fermo immagine sono rimasto a 4 zampe, sbalordito, spaventato, pieno di vergogna.
"che cazzo fai?" a strillato mio zio "che cazzo faiiiiiiiii?" e ho visto nettamente la vena sul suo collo gonfiarsi e pulsare vistosamente.
sono sceso da letto e istintivamente ho tentato di coprirmi con il copriletto.
"sei una puttana!" ed è partito il primo schiaffone.
"SEI UNA PUTTANAAAAA!" ed ecco il secondo, forte e preciso, in pieno volto, che mi ha fatto volare via la parrucca.
balbettavo, piangevo, ho tentato di ripararmi e di scappare ma con una mano mi ha bloccato un polso e con l'altra è partito un gancio all'addome che mi ha letteralmente tolto il fiato.
mi sono accasciato a terra annaspando e tentando di fuggire ma zio Antonio mi ha preso per i capelli
"guarda come ti sei ridotto... mi fai schifo!"
uno sputo mi ha centrato la guancia ancora arrossata dagli schiaffi.
"sei la vergogna della famiglia"
rosso in viso, gli occhi spiritati, zio Antonio mi ha tirato su di peso e mi ha spinto sul letto.
"ti piace il cazzo? è questo che vuoi, vero? il cazzo!"
con la coda dell'occhio ho visto che si stava abbassando i pantaloni, ho cercato di scappare ma mi ha preso per una caviglia e mi ha strattonato.
"se ti muovi prima ti taglio la gola e poi ti sputtano con tutti... con TUTTI!"
conoscevo bene mio zio. conoscevo il suo carattere aggressivo e rissoso, il tuo temperamento passionale e burbero, la sua innata tendenza ad alzare le mani per imporre le proprie opinioni;
aveva sempre il tasca il suo coltello da cacciatore ed ero certo che non avrebbe esitato ad usarlo.
stavo immobile, bocconi sul letto, piangevo, tremavo.
stavo annegando nella vergogna e nel terrore.
mi ha tirato indietro, fino a far sporgere le mie gambe dal letto e poi...
... e poi mi ha strappato le calze a rete all'altezza del buchino e mi ha ficcato tutto il cazzo in culo.
senza profilattico, senza bagnarlo, un solo colpo a secco ed era tutto dentro di me.
se volete un'idea dell'uccello di mio zio pensate a una lattina di birra: corto, largo, un monolite di carne calda e dura come il marmo. un "tappo di damigiana" per dirlo alla toscana.
ho gridato. un urlo secco e strozzato.
"se rifiati ti ammazzo quant'è vero iddio!"
mi ha nuovamente preso per i capelli e mi ha curvato la schiena indietro mentre mi scopava.
era cattivo, era violento, era pericoloso.
toglieva completamente il cazzo e poi lo ficcava di nuovo, fino alle palle, sempre tutto d'un colpo, sempre a secco, sempre tirandomi i capelli.
"eccolo il cazzo, ECCOLO!"
mi faceva male, ma non sentivo davvero dolore... ero incapace di pensare... di provare emozioni.
"sei contento ora? non è quello che volevi? prendilo... prendilo tutto... TUTTO!"
zio Antonio grugniva come un cinghiale, sentivo il suo sudore gocciolarmi sulle natiche.
"te lo spacco io il culo puttana, te la faccio passare la voglia sai... te la faccio passare io!"
mi ha messo le mani sulle spalle e mi ha spinto la faccia sul cuscino mentre continuava a pomparmi la verga in culo.
"troia... troia... sei una troia..."
ho sentito diminuire la pressione sulle spalle.
"troia... sei una troia... una troia... una grandissima troia"
stava ansimando... ma ero certo che stesse anche godendo, probabilmente confuso, anche lui, da quella situazione inaspettata... e dal mio sedere stretto avvolto in quel collant a rete nero come la notte, nero come il dolore cieco che mi attraversava i lombi.
"tieni... tieni... tieni..."
ogni colpo era sottolineato da un mormorio appena biascicato di mio zio.
godeva, il porco, eccome se godeva.
un raggio si sole ha squarciato le nubi nella mia testa, ho smesso di fare resistenza e ho preso ad accompagnare i suoi movimenti con i miei fianchi, accogliendolo dentro di me, spingendo il mio culo sul suo uccello.
ho rotto il silenzio:
"siiiiiiiiiiiii dammelo.... dammelo tutto.... spaccami zio, spaccami, puniscimi, sfondami!"
non se lo è fatto ripetere... ha aumentato il ritmo e mi ha trapanato forsennatamente, fino a che non l'ho sentito gemere e affondare tutto il membro dentro di me.
ha sborrato senza smettere di scoparmi, poi l'ha estratto e l'ha avvicinato alle mie labbra, ancora grondante del suo seme.
"sei proprio una puttana..." mormorava mentre leccavo e ripulivo quel minchione tozzo e ancora duro.
"una puttana......."


"qui non è successo niente" ha detto quando ha recuperato la voce.
"vestiti, che fai schifo"
si è rivestito e se n'è andato sbattendo la porta.

non ne abbiamo parlato mai più e so che nessuno è mai venuto a saperlo, ma se ci ripenso... mi viene duro.














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