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Gay & Bisex

Un Lungo Viaggio In Treno (Non Mi Annoio Mai...)


di santoBEVITORE
25.11.2011    |    19.327    |    7 9.5
"In meno di 2 secondi sono entrato in quella ridicola toilette e ho chiuso la porta alla mie spalle..."
all'inizio dello scorso luglio sono andato alcuni giorni a Trieste per lavoro. ho trascorso quasi una settimana concentrato e lontano da ogni tipo di svago… insomma non ho visto un uccello per più di 72 ore e questo per me è piuttosto insolito e duro da sopportare.

con le palle davvero piene e una gran voglia di cazzo sono salito sul treno che mi riportava a casa.
strapieno di gente.
dopo aver tentato di trovare un posto su 3 differenti carrozze ho rinunciato alla comodità e mi sono sistemato nel vano di fronte alle uscite, sedendomi sulla mia piccola sacca; intorno a me c'erano due ragazze molto giovani, evidentemente amiche, che chiacchieravano forsennatamente appoggiate alla balaustra, un tipo dai tratti nordici altrettanto giovane, seduto sulle sue due valigie, una cicciona di mezz'età con un paio di bimbi insolitamente placidi e tranquilli e un 45/50enne in pantaloni di pelle e camicia militare che presidiava e proteggeva il suo angolo lanciando occhiate aggressive e strafottenti a chiunque lo guardasse.

la prima parte del viaggio è trascorsa noiosa e pigra.
me ne stavo piegato sul mio libro, alzando poco lo sguardo e senza relazionarmi con nessuno.
dopo circa un'ora di viaggio i due bambini hanno iniziato a litigare e a prendersi a spintoni, la cicciona sembrava incapace di gestirli e in pochi secondi tutta la nostra sezione di treno era in subbuglio.
è stato il tipo coi pantaloni di pelle a sistemare tutto: ne ha afferrato uno per un braccio e ha fatto un paio di strilli all'altro.
ci siamo guardati per pochi secondi… ma ci siamo detti molte cose.

quando il treno si è fermato, pochi minuti dopo, le piccole pesti e l'obesa sono scesi insieme alle due ragazze chiacchierone e siamo rimasti in 3.

il nordico (svedese? danese?) era completamente rapito dai suoi auricolari e passava tutto il tempo ad ondeggiare la testa e a guardare fuori dal finestrino.
l'altro non faceva niente.
a parte guardarmi.


per quanto tentassi di dissimulare il mio interesse leggendo, pasticciando col telefonino o rovistando alla ricerca di niente nella sacca, ogni volta che alzavo lo sguardo era li, a guardarmi.
spudoratamente mi mostrava il suo interesse e quando distoglieva lo sguardo non lo faceva in quel modo rapido e colpevole di chi si vergogna di quel che fa, si limitava a spostare lo sguardo altrove, come a dire "posso permettermi di guardare quello che voglio".

in questo clima ambiguo e trattenuto sono passati altri 20 minuti, fino a che il convoglio si è fermato di nuovo e finalmente anche il nordico è uscito.
al posto suo sono salite altre 3 donne, probabilmente colleghe d'ufficio, che dopo una rapida occhiata si sono spostate nel corridoio alla ricerca di un posto a sedere.
e così siamo rimasti soli.

finita la sosta il treno si è rimesso in moto e il panorama ha ripreso a scorrere confuso.

l'atmosfera non era tesa.
ci eravamo guardati a lungo rivelando un interesse reciproco ma non c'era stato nessun segnale di tipo erotico.
ci eravamo osservati in modo scrupoloso ma neutro, asettico, privo di malizia e di lascivia.
almeno così mi sembrava.
poi l'ho visto muoversi ed entrare nel piccolo bagno, proprio di fronte a me e alla mia sacca, ha lasciato la porta completamente aperta, si è appoggiato con i fianchi al minuscolo lavandino e si è toccato il pacco ben disegnato dalla pelle nera. senza spostare lo sguardo dalle proprie mani, senza dire nulla.
mi sono alzato in piedi e ho lanciato un'occhiata nelle due direzioni per assicurarmi che non arrivasse nessuno.
in meno di 2 secondi sono entrato in quella ridicola toilette e ho chiuso la porta alla mie spalle.
lo spazio era ridottissimo, uno di fronte all'altro, impossibile non sfiorarsi.
ho allungato una mano per accarezzare il suo gonfiore, ho sentito che era già duro e che aveva bisogno di uscire quindi ho tentato di sbottonargli i pantaloni.
"no"
solo questo ha detto e con le mani sulle spalle mi ha gettato in in ginocchio, poi si è aperto da solo i pantaloni.
non indossava biancheria ed ha immediatamente estratto un bell'uccellone nodoso e fitto di vene, sormontato da una gran cappella rosacea e lucida.
stavo per avventarmi sul suo paletto ma di nuovo ha obiettato: "no"
trattenendomi la testa per le orecchie l'ho visto aprire la bocca e far colare un po' di saliva sulla sua mazza svettante.
"ora"
e mi ha spinto la testa.
ho accolto il suo membro tutto in bocca e con la lingua ho cercato di spandere la sua saliva su tutta la lunghezza, ho dato qualche pompata profonda facendolo scomparire fino alle palle.
poi mi ha nuovo fermato la testa e l'ha tirato fuori, per ripetere quella specie di sputo.

come una bambola gonfiabile muoveva la mia testa avanti e indietro lentamente, mugolava piano e si godeva la mia saliva e la sua mischiate insieme che lo aiutavano in quella specie di sega magistrale fatta con le mie labbra.
il contatto era ridotto al minimo: io tenevo le mani sulle sue cosce inviluppate nella pelle, lui mi afferrava per le orecchie e mi scopava in gola, spingendo il cazzo in ogni angolo, facendolo scorrere sulla mia lingua, esplorandomi tutto il cavo orale fin quasi a soffocarmi.

ero sopraffatto dai suoni.
in quella moderna sinfonia minimale le uniche tracce sonore erano il mantra meccanico e sferragliante del treno, lo sciabordìo vorticoso del suo uccellone fra le mie labbra e il suo basso mugolìo gutturale, appena percettibile ma ininterrotto.

dopo qualche minuto di pompate calibrate e completamente controllate dalle sue mani mi ha liberato la testa e si è portato la cappella verso il centro del petto mettendo in evidenza due grosse palle gonfie e pelose.
"lecca" ha sibilato.
amo leccare gli uomini.
amo scoprire quali sono i punti che li fanno fremere e godere più intensamente.
ci sono uomini che sospirano, quando la lingua accarezza il punto giusto, altri che gemono come se soffrissero, qualcuno storce addirittura un po' gli occhi quando viene sollecitato lì, proprio lì; il mio uomo invece incurvava il labbro inferiore all'interno della bocca e ci appoggiava sopra gli incisivi, come in un piccolo morso a se stesso, e aspirava rapidamente aria dai lati della bocca.
dopo averlo trovato l'ho fatto morire ruotando intorno al "punto magico", facendolo soffrire nell'attesa che tornassi a leccarlo al centro del suo piacere.
questa inversione dei ruoli è durata poco, in meno di due minuti mi ha preso ancora per la testa ed è tornato a fottermi in gola.

nelle mie narici si mischiavano la puzza del bagno, l'odore forte dei suoi pantaloni lucidi e semi nuovi e quello della sua pelle sudata fasciata nella pelle, nella mia bocca sentivo quel siluro di carne muoversi arrogante e maestoso, padrone di ogni mio muscolo, nella testa la paura di essere sorpresi da qualcuno e il bisogno di fargli capire che ero una troia, la SUA troia e che meritavo la sua ammirazione e il tutto il suo godimento si fondevano e si espandevano fino ad eccitarmi all'inverosimile.

senza pensarci mi sono sbottonato i pantaloni, ho estratto l'uccello e mi sono messo a segarmi, sempre restando in ginocchio.
il mio bel maschione non è sembrato nemmeno farci caso e ha proseguito a fottermi la bocca.
via via l'ho sentito accelerare il ritmo, intensificare le spinte, aumentare l'ampiezza degli affondi.
sentivo quella fantastica rete di venuzze pulsare sempre più veloci, sentivo l'asta del cazzo indurirsi e gonfiarsi, sentivo il suo respiro farsi affannato.
stretto nella morsa delle sue mani e rapito dalla rapidità dei suoi movimenti obbligati aspettavo il magico momento del suo orgasmo.
di punto in bianco si è fermato.
immobile, con tutto il cazzo piantato in gola.
"aaaaaaaaaaah"
la sborra è arrivata, tanta e tutta insieme, un'onda di crema calda e salata, un'alta marea di latte di maschio appena munto… una meravigliosa prelibatezza.
dopo i primi abbondanti spruzzi ha ripreso a muoversi avanti e indietro piano, accarezzandomi il palato delicatamente e diminuendo la presa sulla mia testa.
ho preso il controllo della pompata, almeno nella fase finale, e ho provveduto a ripulirlo completamente ingoiando tutto e spremendogli la cappella fino all'ultima goccia.
anche se evidentemente un po' del suo vigore era svanito la sua bella mazza continuava a restare dura e tesa… gli ho dato qualche altra leccata generosa e poi mi sono alzato in piedi.
malgrado il dolore alle ginocchia ero eccitatissimo e avevo davvero bisogno di schizzare anche io, anche da solo, anche nel lavandino, stavo scoppiando.
"devo venire anch'io… devo farlo"
"fallo qui sopra" ha detto indicandosi l'uccello "schizza qui dai"
non me lo sono fatto ripetere, ero veramente su di giri, mi sono stretto il cazzo e l'ho menato forte… ho sussultato e finalmente gli sono esploso addosso grondandogli sperma sulla minchia e sul pavimento.
un'abbondante fontana del mio seme… trattenuto per troppi giorni.
stavo allungandomi per prendere una salvietta di carta per pulirmi quando ho sentito ancora le sue mani spingermi in ginocchio
"ora pulisci… apri la bocca"
ho spalancato le labbra ed estratto la lingua avvicinandola fino a che non ci ha appoggiato sopra l'uccello glassato con la mia sborra. ho leccato avido, ho mulinellato la lingua, ho aspirato ogni goccia del mio stesso nettare raggiungendo anche quello attaccato ai suoi peli lunghi e scuri.
l'ho pompato piano fino a che tutta la mia sborra è finita dentro alla mia gola.
perfetto.

ci siamo rivestiti senza una parola e siamo usciti sul pianerottolo.
proprio in quel momento stava passando un controllore ferroviario in movimento da una carrozza all'altra.
si è fermato ad osservarci mezzo secondo, poi ha fatto finta di niente ed ha proseguito verso il fondo del treno.
sicuramente ci aveva visti uscire insieme dal bagno... ma non sembrava curarsene molto.
l'uomo in pelle si è incamminato nell'altra direzione, senza voltarsi indietro, è scomparso inghiottito nella folla del corridoio e io sono rimasto solo.

era già passato almeno un quarto d'ora, avevo ripreso a respirare normalmente e anche la frequenza cardiaca si era normalizzata, ed ecco riapparire il controllore, un bell'uomo, alto e marziale, sui 45, con mani enormi e una bella barba ben pettinata.
si è avvicinato guardandomi molto seriamente
"ti ho già controllato il biglietto?"
ho aperto il libro che tenevo in grembo e gli ho dato il biglietto che usavo come segnapagina.
se l'è avvicinato agli occhi, mi ha rivolto un gran sorriso da bastardo e l'ha strappato in 2.
"questo non va bene" ha detto quasi ghignando.
sono rimasto allibito
"mi sa che ti tocca pagare la multa" ha detto e senza darmi il tempo di rispondere mi ha afferrato per un braccio e mi ha di nuovo trascinato nel bagno.
"ti ho visto prima… con quel tipo… voglio godere anche io" ha farfugliato mentre si sbottonava la divisa.
in pochi secondi aveva i pantaloni e i boxer calati alle caviglie e si menava un bell' uccellone barzotto, largo e un po' curvo.
nonostante le cartilagini già abbondantemente sforzate sono tornato ad inchinarmi, ho iniziato a leccargli il ventre, ho indugiato qualche secondo sull'ombelico e poi sono sceso a leccargli la radice del cazzo.
"bravo… bravo…"
gli ho lucidato tutto l'uccello con la lingua… poi ho spalancato le fauci e mi ci sono avventato sopra.
"fai veloce… alla stazione devo scendere" mi ha detto fra un gemito e l'altro
spinto dall'urgenza ho lasciato perdere i giochini e ho preso a pompare veloce, succhiando e aspirando la sua bella verga completamente intostata e vibrante di desiderio.
"bravo… bravissimo" il controllore ondeggiava il bacino assecondando i movimenti del mio collo e accompagnando le spinte del suo bel bastone nella mia gola, nel frattempo gli accarezzavo le palle.
stupende.
per una frazione di secondo ho immaginato quel bell'uomo autoritario completamente nudo, steso su un letto, ho desiderato poterlo leccare ovunque… per ore… ma non c'era tempo.
"siiii siiiiiii siiiiiiii cazzooooooooo"
ha estratto il cazzo dalla mia bocca e come un indemoniato l'ho visto contorcersi negli spasmi dell'orgasmo.
"caaaaazzooooooooooooooo!!!"
più che una voce un grido animale.
un abbondante schizzo si è sparso sul mio viso colpendo le labbra e le guance, poi altri fiotti sparsi sugli occhi, sul naso, sulla lingua.
"dammelo!" ho esclamato
il controllore ha pasticciato sul mio viso con il suo uccellone bagnato, poi me l'ha messo di nuovo in bocca e ha finito di scaricarsi le palle.
l'avrei munto ancora per un'ora fino a farlo ammosciare… ma il rumore calante indicava che si stavamo avvicinando alla prossima stazione.
si è rimesso l'uccello ancora sporco nei pantaloni e si è ricomposto in tutta fretta mentre io mi ripulivo con una salvietta davanti allo specchio, ha mormorato un "ciao" e si è precipitato fuori dal bagno appena in tempo per scendere dal treno.

quando ci siamo rimessi in movimento sono uscito dal bagno.
il pianerottolo era deserto.
due belle bevute, in fin dei conti era stato un viaggio meno noioso del previsto… e la prossima fermata era la mia.
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