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Proposta ad arte (prima parte)


di Candido1967
19.09.2016    |    14.110    |    0 9.5
"Vidi entrare mia moglie e Solidea andarle incontro e salutarla festosa: Le vidi conversare per qualche istante senza tuttavia riuscire a percepire in modo..."
Sentii suonare il campanello dallo sgabuzzino in cui ero nascosto. Sbirciai da un piccolo foro sulla parete in cartongesso che divideva il ripostiglio in cui mi trovavo dal resto del loft. Vidi entrare mia moglie e Solidea andarle incontro e salutarla festosa: Le vidi conversare per qualche istante senza tuttavia riuscire a percepire in modo distinto i loro discorsi; poi Solidea aiutò Anna a sfilarsi di dosso una giacca leggera che portava sopra una maglioncino bianco scollato. Stavo per assistere ad uno degli spettacoli più eccitanti e sensuali della mia vita, che non avrei dimenticato mai più.
Tutto era iniziato un paio di mesi prima nella mia galleria d’arte in occasione del vernissage per l’inaugurazione della mostra dei dipinti di Solidea. Tele ad olio di grande formato raffiguranti corpi femminili, o particolari di questi, mai totalmente nudi: un velo, dei capelli, un capo d’abbigliamento intimo, una posa non scopre totalmente tutto, conscia del fatto, nel dipingere, che il vero fascino, il vero erotismo deve passare per il mistero. Una ricercatezza inseguita e trovata nei dettagli di mani o piedi dalle unghie smaltate, schiene e glutei che con il gioco di luce ed ombre assumono la plasticità di una statua greca, seni dalle rotondità quasi palpabili ed a volte parti del viso della modella ma mai lo sguardo, mai l’anima della modella che attraverso lo sguardo passa.
Mia moglie, che solitamente mai presenziava ad inaugurazioni di mostre che tenevo presso la mia galleria, quel pomeriggio mi aveva chiesto di poter venire con me. Le avevo parlato dei lavori di Solidea, del suo modo di dipingere e del suo grande talento. Le avevo detto che era una delle artiste su cui volevo puntare sicuro del suo potenziale e di un suo successo di critica e di vendite. Così la sua curiosità l’aveva spinta a partecipare ad un evento mondano quale l’inaugurazione di una mostra d’arte, nonostante il suo carattere riservato e schivo.
Se ne stette gran parte del pomeriggio sola ed in disparte, ora accanto a me ora ad ammirare le tele in mostra alle pareti. Ma la sua bellezza non sfuggì ai presenti ed in modo particolare a Solidea. In un momento in cui Anna non mi era accanto, Solidea mi si avvicinò e mi disse “Bravo Marco, che bella mogliettina giovane e carina ti sei scelto! Non me la presenti?”. Chiamai Anna e la presentai a Solidea. Ma non ebbero molto tempo per conoscersi e parlare fra loro dato che Solidea era contesa da ogni partecipante al vernissage.
A fine pomeriggio, quando ormai eravamo rimasti soli io e Solidea a galleria ormai chiusa commentando il successo dell’inaugurazione, all’improvviso mi sentii fare questa proposta “Marco voglio che tu mi dia il permesso di corteggiare tua moglie”. Risi a quelle parole, ma poi subito aggiunsi: “A mia moglie non piacciono le donne, comunque se credi di potermi smentire, permesso accordato”. Solidea mi ribatte “come fai ad esserne così sicuro che ad Anna non piacciono le donne?”; rilanciai: “senti Solidea se pensi di riuscire a sedurre mia moglie corteggiandola non solo hai il mio permesso ma anche la mia complicità per poter riuscire nel tuo intento. Ma è una partita persa, credimi”. Solidea per nulla scoraggiata dalle mie parole concluse quel discorso “Grazie Marco per la complicità mi sarà di certo più facile con il tuo aiuto riuscire in ciò che voglio. Sai, tua moglie Anna mi ricorda un ritratto di Mariano Vargas che ho di recente avuto modo di vedere. Se non ricordo male si chiama “Portrair de dame avec fleur”. Di quel ritratto ha gli stessi occhi grandi e neri, le stesse labbra rosse e sottili e lo stesso candore della pelle. Ed i capelli biondi acconciati come quelli della giovane donna del Vargas. Ho amato quel ritratto a prima vista, così come tua moglie a prima vista ha fatto nascere in me il desiderio di portarmela a letto”.
Il giorno dopo ricevetti una telefonata da Solidea: “Allora Marco, visto che ti sei reso complice nel mio intento di corteggiare la tua mogliettina, perché una di queste sere non mi inviti a cena a casa tua?”
Ne parlai con Anna e sembrò entusiasta di avere Solidea come nostra ospite a cena. I suoi quadri l’avevano molto emozionata e colpita ma all’inaugurazione, per la troppa gente, non aveva avuto occasione di rivolgerle alcuna domanda, mentre di curiosità verso il suo lavoro artistico ne aveva tante e sarebbe stata quella della cena un’ottima occasione per poter parlare con lei senza nessun altro che potesse disturbarle. Si concordò per il venerdì sera di quella stessa settimana.
Solidea arrivò con una bottiglia di vino ed un regalo per Anna: il catalogo di una mostra di Mariano Vargas tenutasi a Milano. Aprì il catalogo e mostrò immediatamente ad Anna “Portrair de dame avec fleur” dicendole “trovo ti somigli in maniera stupefacente”. Anna rise: “si è vero, una certa somiglianza c’è”.
Ci accomodammo a tavola. Solidea, a sua volta, mi ricordava quella sera in modo sorprendente un altro ritratto femminile: quello di Fernand Toussaint chiamato “Elegant Lady with music score”. Ecco, avevo a tavola due splendidi ritratti femminili in carne ed ossa e per un gallerista era un piacere per la vista ed un privilegio raro.
Rimasi incantato in silenzio ad ascoltare ed ammirare quei due ritratti in carne ed ossa a conversare fra loro. Anna chiese “perché nei tuoi quadri raffiguri solo corpi femminili”? Era forse la domanda che più spesso Solidea si sentiva rivolgere, ma rispose con un sorriso ed in maniera garbata: “Ho provato per qualche tempo a dipingere paesaggi, fiori od alberi. Ma la sensazione finale non era quella che mi aspettavo. Un'emozione che ritrovo soltanto nei corpi. Nulla è più seducente di un corpo femminile. E' sinuoso, calamitante”. “E quanto c’è di te in queste figure femminili che dipingi”? proseguì Anna, molto curiosa di conoscere l’essenza dell’arte di Solidea. “Moltissimo. Narcisisticamente posso dire che in ogni ritratto ci sono io”. “Come scegli le modelle, in base alla loro bellezza”? “Quando scelgo le mie modelle non tutte sono belle in modo assoluto, diventano perfette solo sulla tela. La mia è ricerca della perfezione nei particolari: una mano od una schiena che mi colpiscono diventano soggetto del mio quadro. Compongo e scompongo le modelle in base ai particolari. Molte donne dipinte nei miei quadri sono il frutto di un puzzle: la schiena di una donna, i capelli di un'altra, le mani di un'altra ancora. E' così che inseguo la ricercatezza”. “Come crei le ambientazioni dei tuoi quadri”? “Tutto è come un set. Prima la scelta della modella, poi la location, che quasi sempre è casa mia. Poi gli abiti, a volte un semplice velo, altre un accessorio per i capelli (la parte più complicata da dipingere). Poi comincia la ricerca della posa, mai scontata. Quando tutto appare perfetto, scatto una serie di foto dalle quali prenderà forma il dipinto”.
Solo raramente intervenivo nella serrata discussione fra Anna e Solidea. Alle domande di Anna ed alle risposte di Solidea seguì un dialogo fra le due donne più amichevole e meno somigliante ad un interrogatorio o ad una intervista.
Sapevo perfettamente il motivo per cui Solidea quella sera era a cena a casa nostra e sapevo che non se ne sarebbe andata senza aver avuto la possibilità di rivedere Anna da sola. Per cui non mi stupii quando sentii che rivolgeva questo invito a mia moglie: “perché Anna non vieni un pomeriggio a farmi visita nel mio studio. Potrai vedere come lavoro, dove ambiento i miei quadri, le fotografie che ho scattato alle modelle per la preparazione delle tele che hai visto esposte in galleria e soddisfare ogni tua altra curiosità”? “Volentieri, rispose Anna”. Poi aggiunse: “Che ne pensi Marco”? “Mi sembra una buona idea” – ribattei – “lascia il tuo numero di cellulare a Solidea così potrà chiamarti per fissare un incontro nel suo atelier”.
La serata con Solidea aveva messo Anna di ottimo umore e percepivo in lei una certa eccitazione ed una grande curiosità per quell’invito ricevuto dalla pittrice. Non appena questa se ne fu andata, Anna mi abbracciò e mi baciò: “ho voglia di scopare, Marco” mi disse. Andammo in camera e mi spogliò stappandomi quasi di dosso i vestiti. Si inginocchiò davanti a me e mi prese il cazzo in bocca. Se lo fece scivolare avanti ed indietro fra le labbra fino a farmelo diventare duro. Poi mi chiese di spogliarla ed una volta che l’ebbi fatto mi spinse sul letto e mi montò sopra infilandosi il cazzo in fica. Era questo il nostro modo preferito di scopare: io sdraiato supino e lei sopra a cavalcare il mio uccello. Mi piaceva guardarla in viso mentre lo facevamo, baciarle i seni, tenerle strette le mani per farla inarcare all’indietro e farla ancora entrare di più dentro me. Fino a quando la sentivo ansimare sempre di più, gridare “scopami” ed alla fine venire insieme a me. Così fu anche quella sera. Poi mi abbracciò e baciandomi mi chiese “Ti piace Solidea, ti piacerebbe scopartela?” Sorrisi e risposi “Che sciocchezze, a me piace scopare con te”. Ma aggiunsi: “Ed a te piace Solidea?” Anna mi fissò, ci pensò un po’prima di rispondermi “Mi affascina. E’ una donna affascinante”.
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