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La dominazione della collega: fa tutto quello che le ordino


di Sheed
01.11.2019    |    34.662    |    18 9.8
"All’inizio non voleva, diventava rossa e si imbarazzava quando le facevo delle avances di persona, ma poi gli abbracci sono diventati più intimi e mi sono..."
Circa due anni fa nell’ufficio dove lavoro è arrivata una nuova collega. Piccolina, magra, bionda e occhi azzurri con chiare discendenze altoatesine, molto timida e riservata ma simpatica e con la quale sono entrato da subito in sintonia, parlando senza problemi anche di cose più private e della sfera sessuale, anche se questo la imbarazzava ogni volta. Lei è sposata e dopo qualche mese è rimasta incinta quindi nel periodo della maternità abbiamo perso i contatti, ma quando è tornata in ufficio siamo tornati a essere piuttosto intimi e ho scoperto quindi che le cose a casa non andavano più benissimo, che era un po’ frustrata per questo motivo e i suoi atteggiamenti verso di me stavano diventando molto più che “amichevoli”. Quando poteva mi abbracciava e cercava spesso il contatto fisico, ed io dopo aver rotto con una ragazza ho provato a capire fin dove potevo spingermi ed ho iniziato a flirtare con lei.
Continuava ad essere molto timida ma pian piano stavo facendo breccia. Siamo passati a parlare se si depilava o meno la figa (mi ha confessato che la depilava ma tenendo un po’ di pelo sul monte di venere), fino a che ho iniziato a spingere più forte chiedendole esplicitamente di mandarmi delle sue foto hot. All’inizio non voleva, diventava rossa e si imbarazzava quando le facevo delle avances di persona, ma poi gli abbracci sono diventati più intimi e mi sono trovato spesso con le mani che le cingevano le tette o su sul culo. E la cosa non sembrava dispiacerle.

La svolta è arrivata in una pausa caffè quando si è avvicinata e si è abbassata un po’ il pantalone che aveva per farmi vedere che indossava un perizoma. Una novità visto che fino a quel momento mi aveva confidato che non le piaceva molto ed era per la biancheria intima classica. L’avevo esortata spesso a provare il perizoma e per congratularmi le ho messo entrambi le mani sul culo stringendolo e poi le ho dato uno schiaffo, e la sua reazione mi ha sorpreso: ha fatto un sospiro e si è morsa il labbro inferiore.
Nel pomeriggio le ho scritto un messaggio chiedendole di mandarmi una foto di come le stava il perizoma. Era di fronte a me di scrivania quindi ho potuto vedere il suo viso passare dal rosa, al rosso, al viola di imbarazzo mentre lo leggeva e mi guardava. Non ha fatto nulla allora gliel’ho riscritto. Ha fatto ancora finta di nulla e allora un po’ stizzito gliene ho scritto un altro: “Vai in bagno, tira giù quei pantaloni e mandami delle foto in cui mi fai vedere quel cazzo di perizoma. ADESSO.”
Ha titubato un po’ ma poi ho visto che è uscita dalla stanza e poco dopo mi sono arrivate tre foto su Telegram in cui si vedeva bene quel suo bel culetto con il perizoma che divideva bene le due chiappe e davanti, essendo un po’ trasparente, si intravedeva un po’ la peluria e le due labbra abbastanza segnate forse perché era leggermente umido.

Comunque avevo capito che le piaceva essere comandata. La sua indole docile nella vita la rispecchiava evidentemente anche nel sesso. Così quando è tornata a sedersi super imbarazzata, le ho fatto chiaramente notare che stavo guardando le sue foto e con la mano ho iniziato a toccarmi il cazzo che mi era venuto duro. Letteralmente è sprofondata sulla sedia e ho capito di poter osare di più.

Ho lasciato andare qualche giorno e poi ho sfruttato l’occasione. Eravamo soli in ufficio ad eccezione di un’altra donna in un’altra sala, con alcuni colleghi in trasferta e altri da clienti vari. Quindi ho cominciato a dirle che mi aveva fatto eccitare, che a casa mi ero segato con le sue foto e che anche in quel momento ce l’avevo duro per lei. Era estate e aveva solo una maglietta addosso, evidentemente niente reggiseno, e infatti i capezzoli duri hanno iniziato subito a farsi vedere sotto la stoffa e si mordeva il labbro inferiore.
Ho provato allora il tutto per tutto e le ho detto: “Siamo soli. Vai in bagno, togliti la maglietta e il perizoma, tieni addosso la gonna ma tienila alzata sopra la vita. Schiena alla porta. Non girare mai la testa, non muoverti per nessun motivo. Subito”. Mi ha guardato con gli occhi spalancati ma non si è mossa. Allora ho rincarato la dose: “Vai adesso, muoviti. Più minuti aspetti peggio sarà per te, fidati. Non farmelo ripetere un’altra volta. VAI”. Mi ha guardato ancora con occhi supplicanti ma il mio sguardo fermo deve averla convinta così si è alzata ed è andata. L’ho fatta aspettare 3 lunghi minuti. Sapevo che più aspettava più si sarebbe agitata per il rischio che ad entrare potesse essere l’altra donna e più la cosa le sarebbe piaciuto.

Quando sono entrato in bagno e l’ho vista esattamente come le avevo detto mi è salita un’erezione come poche altre volte mi è capitato. Lei ha avuto un sussulto ma non ha girato la testa, allora mi sono inginocchiato e ho iniziato a leccarle la figa da dietro, era fradicia! Evidentemente le piaceva fare la puttanella. Ha iniziato a mugolare e a dimenarsi, le ho leccato anche un po’ il buchino del culo che sapevo essere super vergine, mi sono alzato e con le dita ho iniziato a masturbarla. Prima uno e poi due. Stava iniziando a essere al limite, tremava, le gambe iniziavano a cederle e le stringeva e le riapriva. Con l’altra mano le infilato piano un dito nel culetto, ha fatto resistenza dicendomi di no, ma era troppo eccitata e troppo prossima all’orgasmo per riuscire a fermarmi. Così ho iniziato a fare avanti e indietro sia nella figa sia nel culo e ho iniziato a dirle all’orecchio quanto fosse porca a farsi masturbare nel bagno dell’ufficio con la porta aperta così che tutti potessero vederla entrando (non poteva sapere che non era vero non essendosi mai girata) e di lasciarsi andare, di godersi l’orgasmo. Deve essere stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso perché dopo questa mia frase mi ha detto: “Sto venendo… ah ah... vengo… oooooh” ha avuto uno scatto e poi le gambe hanno ceduto, l’ho tenuta su per un braccio mentre con l’altra mano continuavo ad accarezzarle la figa facendole avere continui tremori e sussulti.

Prima di uscire le ho detto: “Ora rivestiti e torna in ufficio, ma senza perizoma. Quello vieni a lasciarmelo sopra la mia scrivania prima di andare a sederti… capito?” Ha sospirato un sì mentre cercava di riprendere la normale respirazione.
Poco dopo l’ho vista tornare in ufficio, è passata davanti a me e mi ha consegnato il suo perizoma. Era bagnato. Mi ha detto “grazie” ed è tornata alla sua postazione. Adorabile.
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